Negli ultimi decenni, anche nel nostro Paese come nel resto d’Europa, l’attenzione per la medicina naturale con le sue diverse discipline è andata costantemente crescendo. Sono ormai milioni anche in Italia le persone che si rivolgono alle medicine non convenzionali (MNC) per risolvere i propri problemi di salute o per mantenersi sane grazie ad alimentazione e terapie dolci.
Secondo le statistiche Eurispes, pubblicate recentemente nel Rapporto Italia 2017, il numero di italiani che si rivolge alle MNC è addirittura raddoppiato dal 2000 al 2016 passando dai 6 milioni di allora ai 12 milioni di oggi.
Secondo il Consorzio UE CAMbrella (un network per lo studio dell’utilizzo delle medicine complementari e alternative finanziato dall’UE) in Europa sono più di 100 milioni le persone che si curano con le terapie naturali in modalità continuativa e regolare.
Secondo le statistiche Eurispes, pubblicate recentemente nel Rapporto Italia 2017, il numero di italiani che si rivolge alle MNC è addirittura raddoppiato dal 2000 al 2016 passando dai 6 milioni di allora ai 12 milioni di oggi.
Secondo il Consorzio UE CAMbrella (un network per lo studio dell’utilizzo delle medicine complementari e alternative finanziato dall’UE) in Europa sono più di 100 milioni le persone che si curano con le terapie naturali in modalità continuativa e regolare.
Cosa spinge verso queste terapie?
Innanzi tutto va detto che medicina convenzionale e “alternativa” hanno un approccio completamente diverso alla salute e all’individuo. La medicina convenzionale normalmente focalizza la patologia, l’organo colpito, e meno il paziente nel suo insieme. La cura poi molto spesso si concentra sulla sintomatologia e non sulla causa.
Esempi tipici sono mal di testa ricorrenti, disturbi gastrici, dolori reumatici, dermatiti, allergie ecc. che vengono trattati abitualmente con antidolorifici, antiacidi, cortisonici, vaccini antiallergici ecc. ma senza mai (tranne che nel caso di medici più scrupolosi) entrare nel merito delle cause che intervengono nel consolidarsi e cronicizzarsi di queste patologie al fine di eliminarle.
Purtroppo la stessa cosa vale anche per patologie molto più gravi come le malattie cardiocircolatorie, il cancro, il diabete ecc.
Se dunque alla medicina ufficiale va riconosciuta l’importantissima funzione di efficacia immediata rispetto alla sofferenza e all’urgenza di determinate situazioni di pericolo di vita, o di problemi insormontabili senza il ricorso a interventi chirurgici, antibiotici e altri farmaci salvavita, è anche vero che per quanto riguarda i comuni disturbi e le malattie che tendono a cronicizzare o a degenerare, in effetti, rivolgersi a una visione più ampia, e senza gli effetti indesiderati che normalmente hanno i farmaci allopatici, è per molte persone molto più funzionale e desiderabile.
La prevenzione è la miglior medicina
I sistemi di terapia naturale normalmente hanno alla base una visione del paziente nel suo insieme, mirano a individuare l’origine fisiologica e spesso anche psicoemotiva del problema e a ristabilire l’equilibrio della salute ricorrendo a stimoli terapeutici, energetici e psicologici che sollecitano le naturali difese e i meccanismi biologici dell’organismo a reagire e a riarmonizzarsi.
Si fortifica cioè l’essere nel suo insieme, il suo terreno biologico.
Le medicine naturali, per fare ciò, puntano molto sulla prevenzione, sulla dieta e sugli stili di vita. È vero che anche in medicina convenzionale ormai si tende a suggerire di non bere alcolici, non fumare e a rispettare alcune regole base di alimentazione ecc., ma in generale l’approccio è sempre post-malattia e non preventivo.
Il medico agisce per curare (o tamponare i sintomi più dolorosi e fastidiosi) e non per mantenere in salute, che sarebbe invece l’opzione migliore. Per fare ciò inoltre l’allopatia si avvale di una visione “uniforme”, per cui tutti i casi sono ritenuti uguali, i farmaci da utilizzare idem e gli interventi clinici anche.
Questo ignorando la profonda differenza che, come dimostrato, esiste tra un soggetto e un altro, sotto vari punti di vista, anche fisiologici. La medicina convenzionale si differenzia infine da quella naturale per l’autoritarismo escludente (rispetto ad altre visioni) con cui normalmente esercita la propria azione sul paziente, il quale delega in modo quasi totale al medico e alla struttura ospedaliera il suo corpo e la sua condizione.
In medicina naturale il malato invece è espressamente invitato a farsi carico della sua salute, a modificare il suo stile di vita se necessario, a collaborare con i diversi terapeuti per assicurare al protocollo personalizzato scelto il risultato migliore possibile e ad agire in prima persona per curarsi e capire i propri comportamenti errati.
Un sistema di cura e attenzione alla salute che mira a evitare il nascere della malattia o a curarla affrontando direttamente le sue cause (e considerando l’essere umano in tutti i suoi aspetti) è anche economicamente molto più vantaggioso di un sistema medico che rimane alla superficie del disturbo, non programma alcun piano di prevenzione effettivo se non quello diagnostico (talvolta dannoso anziché utile) e ricorre a farmaci chimici che hanno un’azione collaterale sull’organismo sovente deleteria e che crea nuove patologie.
I sistemi di terapia naturale normalmente hanno alla base una visione del paziente nel suo insieme, mirano a individuare l’origine fisiologica e spesso anche psicoemotiva del problema e a ristabilire l’equilibrio della salute ricorrendo a stimoli terapeutici, energetici e psicologici che sollecitano le naturali difese e i meccanismi biologici dell’organismo a reagire e a riarmonizzarsi.
Si fortifica cioè l’essere nel suo insieme, il suo terreno biologico.
Le medicine naturali, per fare ciò, puntano molto sulla prevenzione, sulla dieta e sugli stili di vita. È vero che anche in medicina convenzionale ormai si tende a suggerire di non bere alcolici, non fumare e a rispettare alcune regole base di alimentazione ecc., ma in generale l’approccio è sempre post-malattia e non preventivo.
Il medico agisce per curare (o tamponare i sintomi più dolorosi e fastidiosi) e non per mantenere in salute, che sarebbe invece l’opzione migliore. Per fare ciò inoltre l’allopatia si avvale di una visione “uniforme”, per cui tutti i casi sono ritenuti uguali, i farmaci da utilizzare idem e gli interventi clinici anche.
Questo ignorando la profonda differenza che, come dimostrato, esiste tra un soggetto e un altro, sotto vari punti di vista, anche fisiologici. La medicina convenzionale si differenzia infine da quella naturale per l’autoritarismo escludente (rispetto ad altre visioni) con cui normalmente esercita la propria azione sul paziente, il quale delega in modo quasi totale al medico e alla struttura ospedaliera il suo corpo e la sua condizione.
In medicina naturale il malato invece è espressamente invitato a farsi carico della sua salute, a modificare il suo stile di vita se necessario, a collaborare con i diversi terapeuti per assicurare al protocollo personalizzato scelto il risultato migliore possibile e ad agire in prima persona per curarsi e capire i propri comportamenti errati.
Un sistema di cura e attenzione alla salute che mira a evitare il nascere della malattia o a curarla affrontando direttamente le sue cause (e considerando l’essere umano in tutti i suoi aspetti) è anche economicamente molto più vantaggioso di un sistema medico che rimane alla superficie del disturbo, non programma alcun piano di prevenzione effettivo se non quello diagnostico (talvolta dannoso anziché utile) e ricorre a farmaci chimici che hanno un’azione collaterale sull’organismo sovente deleteria e che crea nuove patologie.
I detrattori delle MNC che sostengono l’inefficacia o la mancanza di studi sulla scientificità delle stesse sono ormai palesemente smentiti da una serie di realtà accademico- scientifiche di rilievo che vanno nel senso opposto.
Basti qui citare la più importante banca dati medica online, PubMed, che contiene ora numerosi studi di efficacia delle medicine tradizionali, complementari e non convenzionali, nonché la prestigiosa Cochrane Collaboration che dedica addirittura un sito web ad hoc a queste discipline.
Il sistema sanitario nazionale bocciato ampiamente dagli italiani in tutte le ricerche e i sondaggi per i suoi costi, le lunghe liste di attesa per visite ed esami, le strutture fatiscenti, la ricorrenza degli errori medici (34,1%, oltre un terzo degli italiani ne ha sperimentato uno; sempre dato Eurispes 2017), la scarsa disponibilità del personale medico e infermieristico ecc. potrebbero recuperare lustro e denaro semplicemente integrando al proprio interno visioni e professionisti delle MNC.
Questi ultimi sono solitamente più propensi ad ascoltare il paziente, a relazionarsi con lui su un livello empatico ed equilibrato e a provvedere ai suoi bisogni, non solo clinici ma anche umani e relazionali. Un paziente curato e guarito con interventi terapeutici non invasivi e senza effetti collaterali è tutto guadagno (per lui e per la società). Un paziente la cui malattia che sta cronicizzando viene reinvertita o risolta idem.
L’Ospedale di Pitigliano, in provincia di Grosseto, che da qualche anno ha integrato al suo interno alcuni servizi delle MNC, è anche uno dei pochi ospedali che ha dimostrato come l’integrazione di servizi di medicina omeopatica, fitoterapica ecc. riduca immediatamente il ricorso da parte dei pazienti ad altri farmaci più invasivi, consenta guarigioni più numerose e definitive e abbassi i costi complessivi di gestione. Un esempio da seguire.
Questi ultimi sono solitamente più propensi ad ascoltare il paziente, a relazionarsi con lui su un livello empatico ed equilibrato e a provvedere ai suoi bisogni, non solo clinici ma anche umani e relazionali. Un paziente curato e guarito con interventi terapeutici non invasivi e senza effetti collaterali è tutto guadagno (per lui e per la società). Un paziente la cui malattia che sta cronicizzando viene reinvertita o risolta idem.
L’Ospedale di Pitigliano, in provincia di Grosseto, che da qualche anno ha integrato al suo interno alcuni servizi delle MNC, è anche uno dei pochi ospedali che ha dimostrato come l’integrazione di servizi di medicina omeopatica, fitoterapica ecc. riduca immediatamente il ricorso da parte dei pazienti ad altri farmaci più invasivi, consenta guarigioni più numerose e definitive e abbassi i costi complessivi di gestione. Un esempio da seguire.
Fonte: www.viviconsapevole.it
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