lunedì 4 gennaio 2016

Gog e Magog. Esaù e Giacobbe. Ashkenazi e Davidici alle radici del NWO

Gog e Magog sono leggendarie popolazioni dell'Asia centrale, citate nella tradizione biblica e poi in quella coranica, quali genti selvagge e sanguinarie, fonte di incombente e terribile minaccia.

La tradizione di Gog e Magog trova la sua scaturigine nella Bibbia ebraica (Genesi 10: qui Magog è il capostipite di un popolo, ma può anche essere il nome della nazione oppure la terra di Gog) con riferimento a Magog, figlio di Jafet, e prosegue con una serie di oscure profezie nel Libro di Ezechiele, i cui echi si avvertono nell'Apocalisse detta di Giovanni e nel Corano.
La tradizione è fumosa e l'identità dei personaggi differisce da una fonte all'altra.

Essi vengono descritti ora come uomini, ora come esseri soprannaturali, giganti o demoni, gruppi etnici o abbinati a territori. In modo piuttosto strano, Gog e Magog approdano in Britannia, nella mitologia tardo antica e medievale: in terra d’Albione essi diventano due giganti, unici sopravvissuti di una mostruosa figliolanza nata dalle trentatré figlie dell’imperatore Diocleziano.
Due interessanti caratteristiche di Gog e Magog sono menzionate nel Corano. La prima indica una popolazione che in sostanza non comprende nessuna lingua, in poche parole “intrattabile”. La seconda che queste popolazioni commettono corruzione sulla terra.


La parola “terra” qui è utilizzata nel senso di “mondo”, il che significa che la corruzione sarà globale. Perché vi sia una corruzione da parte di qualcuno, ci deve essere un’origine filosofica, un valore predefinito di fede.
Affinché un tale sistema di corruzione abbia universalmente diffusione contagiando tutto il pianeta, è essenziale che ci sia una totale subordinazione per un grande fondamento eretico-filosofico.

Per questo motivo, la comparsa di Gog e Magog e il sistema di distruzione che portano con loro è il riferimento di un terribile disastro basato su una filosofia perversa e che farà soffrire il mondo intero, e siccome l’Apocalisse recita testualmente “... Satana sarà liberato dal suo carcere e uscirà per sedurre le nazioni, Gog e Magog”, diventa importante capire chi siano Gog e Magog...

In varie epoche Gog e Magog furono identificati con Sciti, Goti, Mongoli, Tartari, Ungari o Khazari, tutte popolazioni le cui origini affondano nell’area limitrofa al Mar Nero ed è proprio da qui che inizieremo la nostra ricerca.

Il Mar Nero e le regioni prospicienti ad esso hanno ricoperto sempre un ruolo importante nell’ambito delle nostre ricerche. Fin dalla prima stesura del libro “Genesi di un Enigma” ci siamo occupati di approfondire gli aspetti archeologici e storici delle popolazioni e delle culture fiorite intorno al bacino idrografico del Mar Nero partendo dagli studi fatti da Walter Pitman, professore aggiunto di geologia alla Columbia University, in collaborazione con Bill Ryan, scienziato anziano all´Osservatorio Terrestre di Lamont-Doherty, John Dewey, Maria Cita, Ken Shu, e altri, relativamente alle sue origini provocate da una enorme inondazione occorsa in epoca neolitica e causata in primo luogo dal repentino innalzamento del livello del mar mediterraneo, conseguenza della fine della glaciazione di Wurm.

I due geologi postulano un modello secondo il quale il Bacino del Mar Nero una volta era abitato da una popolazione agricola che diede vita a numerosi villaggi. Il Mediterraneo si era innalzato solo pochi millenni di anni prima al punto di stendere uno strato sedimentario su quello che è adesso lo Stretto del Bosforo.

In un lungo periodo di tempo, le correnti che confluirono dall´ostruzione verso il Mediterraneo ed il Bacino del Mar Nero, si unirono a creare un condotto per le acque del Mediterraneo verso il molto inferiore Bacino del Mar Nero.
Ad un certo punto, proprio come una diga di terra viene a crollare una volta che vi si apre una breccia, così avvenne alla diga naturale nello Stretto del Bosforo.

E naturalmente tutto questo fu improvviso e catastrofico. 

Il dirompere delle acque disperse rapidamente tutta la terra, i sedimenti e le rocce smosse giù dal letto del fiume, per creare quello che si stima sia stata una cataratta la cui portata avrebbe ecceduto di un migliaio di volte la più grande ondata di piena delle Cascate del Niagara. Approssimativamente dodici bilioni di piedi cubici al minuto.

Pittman e Ryan affermano inoltre che il Bacino del Mar Nero fosse il luogo d'origine di una società agricola, presso la quale ebbe luogo la transizione dallo stato di cacciatori-nomadi a quello di agricoltori stanziali, in virtù dei reperti ritrovati sul fondale marino che comprendono attrezzi utili per la coltivazione e resti di abitazioni.

Se questo è corretto, data la topografia ed estensione geografica dell'area, dobbiamo ipotizzare che molte migliaia di persone trovarono la morte nel disastro. 
La popolazione superstite dovette lasciarsi indietro tutte le ricchezze e le risorse alimentari, arrampicarsi sulle alture attorno al bacino, per trovare rifugio; e molti si trovarono isolati sulle cime delle colline che avevano scalato quando il livello delle acque nelle valli circostanti cresceva.

Se questo è accaduto veramente possiamo pensare che simili importanti inondazioni si siano svolte più o meno contemporaneamente in molte parti del mondo, laddove le enormi masse di ghiaccio del Wurm andavano sciogliendosi più di diecimila anni fa.
Nel libro Underworld, Graham Hancock ha descritto alcuni degli eventi terribili che hanno devastato il pianeta in quel periodo come ad esempio la disintegrazione della calotta Laurentide che ha riversato e una quantità enorme di acque glaciali nella Baia di Hudson, forse il "diluvio singolo più grande del Periodo Quaternario".

E’ possibile quindi che la catena globale degli eventi catastrofici durante questo periodo di transizione tra la fine dell’ultimo glaciale e l’era durante la quale sono sorte le prime grandi civiltà storiche tradizionalmente conosciute possa essere stato innescato da una singola causa di fondo, che dobbiamo ancora scoprire.

Secondo la tesi di Hancock la deglaciazione è stata repentina ed improvvisa; allo scioglimento delle enormi distese di ghiaccio avrebbe risposto un repentino innalzamento delle acque del mare che avrebbero inghiottito coste, porti, città marinare ed anche alcune di quelle più interne; si parla infatti di un aumento del livello dei mari anche di 100 mt.
In effetti oggi in tutte le parti della Terra abbiamo tracce inconfutabili del passaggio delle acque come reperti fossili marini nell’entroterra (si pensi ad esempio che in una palude interna dell’America centrale sono stati rinvenuti i resti d’una balena!).


Dunque, afferma Hancock (nella foto), vengono alla luce in modo piuttosto palese: “… non solo le chiare impronte di un popolo sconosciuto che prosperò durante l’ultima glaciazione, ma pure i segni di un’intelligenza superiore in possesso di sofisticate tecnologie e dettagliate conoscenze scientifiche sulle ere cosmiche PRIMA di qualunque civiltà conosciuta...”

Avendo appurato la realtà dell'evento-diluvio del bacino del Mar Nero, Pittman e Ryan ora tentano di attribuire l´improvvisa comparsa delle tecniche di irrigazione in Anatolia e Mesopotamia agli abitanti sopravvissuti al disastro del Mar Nero, che riuscirono a trovare rifugio altrove.

Questa catastrofe e le successive peripezie dei sopravvissuti potrebbero avere alimentato le credenze relativamente al mito di Noè, avvisato dall’Elohim di turno dell’imminente disastro, ovvero dello sfondamento della barriera dell’attuale stretto del Bosforo e il conseguente riversamento nella depressione di chilometri e chilometri cubi di acqua, di modo da salvare il salvabile e consentire alla stirpe di Noè di ricostruire una civiltà una volta terminato il “Diluvio”, così come viene descritto nell’articolo “L’anno zero della civiltà post-diluviana” di cui riportiamo un estratto.

Gobekli Tepe è un sito archeologico a circa 18 km a nordest dalla città di Şanlıurfa in Turchia, presso il confine con la Siria, nel quale è stato rinvenuto il più antico esempio di tempio in pietra, risalente a circa 11-12mila anni fa e che ha sconvolto tutte le certezze sulle origini della civiltà. Gobekli Tepe sfida la storiografia ufficiale. 

E' diversi millenni più antico delle piramidi egizie; risale a molto tempo prima delle civiltà antiche a noi note, come quella mesopotamica, minoica e maya e fu costruito, in via ipotetica, da uomini che erano ancora nell'età della pietra.

Per noi esso identifica il punto di partenza della civiltà post-diluviana e la sua relativa vicinanza all'Ararat sembra essere ulteriore conferma della veridicità del racconto di Noè. L'ipotesi, certamente azzardata, ma altrettanto plausibile e degna di valutazione è che Gobekli Tepe potesse essere luogo di imbarco e/o sbarco dell'arca (o delle arche) che salvarono gli esponenti di una particolare “stirpe”.

Considerando anche il fatto che Gobekli si trova in una regione che rappresenta il punto di unione di tre continenti possiamo fare finta che fosse stata identificata dai prediluviani come una sorta di 'zona rossa' dove accogliere gli esuli dell'Atlantide in vista della fine. 
Come accade nel film “2012” nel quale in una sperduta regione della Cina convergono tutti coloro che sono stati selezionati e scelti per salire a bordo di quelle enorme navi per poter sopravvivere alla fine dell'umanità.



Ma il disastro del Mar Nero potrebbe avere avuto ulteriori conseguenze nell’area.

In quel tempo lontano avremmo forse potuto osservare imponenti migrazioni dei popoli residenti nella depressione, probabili artefici dei siti megalitici e misteriosi dell’area sopravvissuti alla catastrofe come le piramidi della Crimea o i complessi architettonici di Romania e Bulgaria fino alle più lontane piramidi di Visoko o ai misteri legati ai monti Altai.

Possiamo forse trovare tracce di queste popolazioni nei reperti archeologici preistorici della civiltà di Varna, prima civiltà umana a lavorare l’oro, e dei Kurgan, autori successivamente della distruzione delle società gilaniche della “Vecchia Europa” replicando la terminologia già utilizzata dall’autrice che maggiormente si è occupata negli anni ’60-‘70 delle tematiche relative alla storia dimenticata delle società gilaniche: Marija Gimbutas.

Selvaggi, incivili, inospitali: in una parola, barbari. Questa è l'immagine che le fonti greche e romane ci hanno lasciato dei nomadi, di quelle popolazioni delle steppe che si estendono su un territorio sconfinato che va dal Mar Nero fino alla Grande Muraglia cinese. Popoli più o meno noti – almeno di nome – come gli Unni, i Goti e gli Avari, e meno familiari come gli Sciti, i Sarmati, i Cimmeri, gli Alani, i Khazari, i Peceneghi e i Polovzi. Gli storici classici con loro sono stati tutt'altro che clementi. Omero ed Erodoto li dipingono come società tribali fondate sull'autorità di un re e senza statuto costituzionale e norme che regolino la vita civica. Inospitali perché infidi e guerreschi.

Queste descrizioni sembrano più il prodotto di un topos letterario e di uno studiato opportunismo politico piuttosto che una reale corrispondenza al vero. 
Oggi il nomadismo nel nostro immaginario non fa mai il paio con ricchezza e lusso, fasto e opulenza, potere e prestigio, oro e pietre preziose, con corti, principi e principesse.

Ma nelle collezioni di monili e reperti d’oro custodite nei musei dell'Ucraina che abbiamo avuto modo di vedere in mostra Trento nell’estate del 2007 abbiamo potuto vedremo circa quattrocento oggetti abbaglianti realizzati in materiali preziosi, provenienti in particolare dalla cosiddetta "Camera d'Oro" del Museo dei Tesori Storici di Vinitza. Questo dimostra che queste popolazioni svilupparono un'abilità nella lavorazione dell'oro davvero invidiabile.

Nel 1972 il trattorista Raicio Marinov scavando nei pressi della città di Varna un canale per cavi elettrici, scopri un braccialetto d'oro che pesava 268 grammi ed altri oggetti d'oro che raccolse e consegnò al museo della città. Lo stesso anno l'archeologo Ivan Ivanov iniziò in quel luogo gli scavi.
Vi rinvenne il più antico tesoro d'oro che l'umanità avesse mai conosciuto. E' vero che singoli oggetti risalenti all'epoca calcolitica, ossia a circa 6500 anni fa, erano stati scoperti anche in altre parti dell'Europa, ma il loro peso totale non superava mai il mezzo chilogrammo.

Gli scavi archeologici presso Varna proseguono. E' ormai certo che si tratta di una grande necropoli su un'area di 7'500 mq, in cui finora sono state scoperte 265 tombe. In 45 di esse sono stati trovati 3000 oggetti d'oro in tutto del peso di oltre 6 chilogrammi. In una delle tombe gli oggetti trovati erano ben 216.
A ragione la scoperta della necropoli di Varna ha sollevato diversi interrogativi davanti agli studiosi di preistoria di tutto il mondo e le sono stati dedicati alcuni autorevoli simposi scientifici.

E' interessante il fatto che ancora non è stato scoperto il villaggio in cui abitavano gli uomini i cui resti sono stati rinvenuti nella necropoli di Varna. 

Probabilmente vivevano in palafitte sulle acque del lago di Varna. Intanto le ricerche archeologiche subacquee non possono ancora dare una risposta categorica in merito. In una delle tombe è stato trovato lo scheletro di un uomo che, secondo la ricostruzione, doveva essere alto 175 cm, di circa 40-50 anni d'età, di corporatura atletica e di grande forza fisica.
La misura dell'importanza del ruolo del cavallo per l'aristocrazia guerriera dei popoli delle steppe è data dalla ricchezza delle bardature da parata per i cavalli, in oro e dalle raffinate decorazioni con scene di caccia, motivi a palmette e volute.

Sono tutti materiali che provengono dalle tombe di principi e re, i tumuli funerali chiamati "kurgan", e denotano uno sfarzo che neanche lontanamente richiama alla mente rozzi capi di tribù di allevatori "mangiatori di latte", come storici e geografi vorrebbero far credere. Dalla composizione dei corredi funerari l'immagine che ci si figura è quella di fieri principi guerrieri, abili cavalieri, valenti nell'uso di arco e spada, e in grado di imporre il loro potere sui sudditi. Nelle tombe accanto a spade in ferro rivestite d'oro, faretre per arco e frecce sbalzate e cesellate in oro, elmi e cinturoni decorati, figurano anche simboli di potere come scettri in oro, sigilli e monete.

Anche le principesse nella tomba non si facevano mancare magnifici corredi, che a differenza di quelli degli uomini, non hanno nulla che attiene alla vita guerresca, ma a tutto ciò che concerne la cura personale. 

Il più straordinario di questi tumuli funerari è il kurgan di Centomlyk, nella steppa ucraina, appartenente sicuramente a una sovrana, dal momento che indossava oltre a magnifici gioielli in oro, tra cui orecchini, bracciali e ben dieci anelli, anche un diadema con una veletta a copricapo di una stoffa color porpora bordata con numerose placchette dorate.

Paradossalmente questi popoli avevano le necropoli, le città dei morti, ma non città per i vivi, essendo dei nomadi. Tuttavia possedevano abitazioni mobili. Pensiamo alle tende: in mostra si può vedere un esempio di yurta risalente al secolo scorso e completa di arredi originali e finimenti per cavalli. Ma dobbiamo pensare anche a vere abitazioni mobili su carri, come dimostra il modellino di carro in argilla dl I secolo dopo Cristo proveniente dalle coste settentrionali del Mar Nero.

Quanto sopra rappresenta una conferma di quanto abbiamo cercato di raccontare all’interno del nostro blog dove abbiamo affrontato l’effetto delle migrazioni dei popoli indoeuropei nell’Europa gilanica secondo le teorie di Marija Gimbutas a partire da 7000 fino a 4000 anni fa con particolare attenzione alla cultura Kurgan e l’impatto di questo evento sui piani di “Rinascita” previsti dagli Enkiliti; Enkiliti; che rappresentano il Player B della nostra ‘scacchiera’ sulla quale si gioca da migliaia di anni una complicata partita.
Di fatto l’arrivo dei Kurgan sostituisce a una società fondata sul dono, sulla spiritualità e sulla cooperazione tra individui pari appartenenti alla comunità, una società invece fondata sul possesso, sull’autorità e sul dominio da parte del forte sul debole.
Oserei dire che con le migrazioni indoeuropee di 7000 anni fa il modello sociale Enkilita viene pertanto soppiantato dal modello sociale “Rettiliano”, riconducibile invece al Player C.

Come dimostra la cartina geografica , popolazioni indoeuropee, patriarcali e guerriere, provenienti dall'area caucasica e siberica, si introdussero in Europa, estinguendo o assoggettando con le armi e la violenza le società gilaniche cancellando di fatto l'eredità lasciata loro dagli insegnamenti enkiliti, durante il processo di Rinascita.

Le prime comunità umane, libere e pacifiche, fondate su una auto-organizzazione basata su cooperazione e solidarietà, che per migliaia di anni avevano prosperato in Europa e in Mesopotamia, vengono pertanto soppiantate dalle ondate delle popolazioni indoeuropee tra cui appunto i Kurgan.

Il modello sociale imposto vede come elementi dominanti la forza fisica e l'autorità maschile relegando la figura della donna (e della sua spiritualità) a un livello di schiavitù e di concubinaggio forzato. L'ordine anarchico venne represso, fu introdotto il concetto di proprietà (che poi sfocerà nella monetizzazione, nel mercato) soppiantando un efficace sistema economico basato sul dono.

Da questa logica oppressiva nacque quella che la storiografia ufficiale, riconosce come la "nostra" civiltà, le prime monarchie, i primi regni... omettendo tutto ciò che di buono vi era prima in una arcadica società così come venne progettata per l'uomo dagli Enkiliti, dopo il diluvio, con il processo di Rinascita, grazie alla quale ebbero origine le prime società umane, tra cui i Sumeri, appunto poi soppiantate dall'arrivo degli Indoeuropei.

E' solo dopo il loro arrivo infatti che la linea del tempo inizia a registrare gli accadimenti storici che studiamo sui libri di testo, relegando alla figura di semplici miti ciò che precedeva la storia.

Una storia prima della storia, volutamente cancellata dalla storia.

Considerando le nostre ricerche sul carattere fenotipico del biondismo e del rutilismo è interessante osservare poi come recenti studi genetici abbiano dimostrato che la comparsa dell’elemento dell’occhio azzurro avvenne proprio in quegli anni e proprio sulle sponde del Mar Nero. Una coincidenza incredibile.

Un tassello che va ad aggiungersi al fatto che proprio l’occhio azzurro contraddistingueva nell’antichità la divinità o comunque veniva associato alla regalità e alla sovranità come testimoniano le numerose mummie regali con fattezze caucasiche ritrovate in ogni luogo del globo terracqueo così come i manufatti rappresentanti gli dei o i protagonisti delle leggende molto spesso rappresentati con fulgidi occhi azzurri.

I progenitori di tutti gli individui portatori del genotipo “occhio azzurro” sono nati in una zona situata tra l' Afghanistan e il Mar Morto. Il professore danese Hans Eiberg dell’università di Copenhagen è arrivato alla conclusione anche guidato da un ragionamento che viene ripercorso in un articolo pubblicato sull’ultimo numero di Human Genetics.


L’antichissima mutazione, avvenuta nel Neolitico, riguarda un gene, l’OCA2, coinvolto nella produzione della melanina, il pigmento che dà colore ad alcune parti del corpo (capelli, occhi e pelle). Il castano in seguito all’alterazione non viene spento del tutto ma semplicemente ridotto in modo che avvenga una diluizione, uno schiarimento dell’iride.

Nei soggetti albini invece il gene OCA2 viene disattivato completamente. Per giungere a queste conclusioni Eiberg ha esaminato il Dna di individui con occhi azzurri che vivono in aree diverse come Giordania, India, Danimarca e Turchia. Tutti hanno rivelato lo stesso assetto genetico. Da qui la teoria di una origine comune.

Probabilmente dunque nella zona a nord est o nord ovest del Mar Nero a un certo punto della storia ci fu una migrazione che portò gli occhi azzurri nei Paesi dove oggi li ritroviamo stabilmente. Questo integra curiosamente la ricerca di Alberto Piazza, ordinario di genetica umana all’ università di Torino, ora impegnato in un lavoro sull’origine caucasica degli Etruschi della Toscana.

Gli antichi sumeri pensavano che gli occhi azzurri fossero un segno distintivo degli dei. La nobiltà e l'aristocrazia sumera era caratterizzata da occhi azzurri come dimostrano molte delle loro statuette. 

Lo stesso storico Diodoro Siculo afferma che il colore azzurro degli occhi era una caratteristica che spesso veniva associata alle divinità egizie.

Allo stesso modo così veniva rappresentata la nobiltà nella cultura egizia. 

Nel libro dei morti gli occhi del dio Horus venivano descritti come scintillanti e la pietra usata nel diadema noto come Udjet (l'occhio di Horus) era il lapislazzulo, appunto di colore azzurro o blu.



Ma gli occhi azzurri o verdi non sono una prerogativa degli 'dei' della Mesopotamia o dell'europa. 

La stessa caratteristica la troviamo nelle divinità e nelle genealogie aristocratiche d'oltreoceano!

Io comincerei a pensare che, pur facendo parte tutti del genere Homo, abbiamo avuto origini diverse e che i diversi rami fenotipici (o aplogruppi) si siano poi mischiati in una sorta di società multi-razziale durante l'epoca di Atlantide con i discendenti degli "Antichi Dei" portatori di genotipo diverso (Alieno? Atlantideo?) visti come divinità in virtù delle loro tecnologie/capacità avanzate.


Non sto parlando di razze secondo i tradizionali canoni. 

Sto parlando di eredità genetiche, alberi genealogici che hanno avuto origine da diversi punti di partenza e dove, per qualche motivo, alcune caratteristiche fisiche (occhi azzurri+capelli biondi oppure occhi verdi+capelli rossi) rappresentavano un elemento identificativo di coloro che appartenevano a delle stirpi divine.


Come nel caso di Viracocha in Perù presso gli Inca appartenente a una stirpe di una razza divina di uomini bianchi con i capelli rossi e con la barba.

Così come forse biondi/rossi erano i Paracas, probabili autori delle linee di Nazca e caratterizzati da crani dolicocefali.

Ma se l’origine delle caratteristiche fisiche che siamo soliti attribuire alla razza ‘ariana’, ovvero capelli biondi e occhi azzurri, viene fatta risalire alle sponde del Mar Nero questo può avere delle implicazioni storiche non indifferenti se andiamo ad approfondire la storia di uno degli imperi meno conosciuti del mondo e, forse, collegati genealogicamente ai loro progenitori kurgan: l’impero dei Khazari.


I Khazari, di origine asiatica e di idioma turco, si erano insediati nelle steppe del sud-est russo a partire dal VII secolo. Il Khanato confinava a sud-ovest con l'Impero bizantino, a nord-ovest con il principato slavo normanno di Kiev, a nord con le terre abitate dai Bulgari del Volga.

Posto quindi in un punto strategico (qui passavano le rotte fluviali che dal Mar Nero conducevano sul Mar Baltico, qui arrivavano mercanti norreni, greci, arabi, bulgari, persiani diretti ad Nord e ad Ovest), il Khanato di Khazaria fu un importante centro economico e politico, luogo di incontro e di reciproco influsso tra lingue, culture e religioni diverse (Islam, Cristianesimo, Manicheismo, Animismo, Ebraismo).

Tra l'VIII secolo ed il IX secolo, consistenti nuclei di Ebrei, dopo aver attraversato il Caucaso entrarono in contatto con i Khazari. I sovrani di quest'ultimo popolo imposero, per motivi poco chiari, la conversione del Khanato alla religione ebraica. Questo fatto è stato alla base dell'elaborazione di diverse teorie, la più nota delle quali vuole gli Ebrei Ashkenaziti discendere direttamente dai Khazari; fu il romanziere ebreo Arthur Koestler a sostenere in modo particolare questa tesi.

Recenti studi genetici sembrano, però, dimostrare che elementi genetici originari del Medio Oriente dominano la linea maschile degli Ashkenazi (il cosiddetto cromosoma Y Aaron), ma la linea muliebre potrebbe avere una storia diversa.

Da ciò alcuni hanno dedotto che uomini del Medio Oriente abbiano sposato donne locali, il che significa che gli Ashkenazi non sono imparentati con i Khazari o che questi rappresentano solo una parte degli antenati degli attuali Ashkenaziti. 

Ciò conferma la tesi del professor Gumilev esposta nel libro "From ancient Russia to Imperial Russia”, secondo cui gli attuali ebrei ashkenaziti non sono khazari di stirpe, perché discenderebbero da un gruppo di ebrei armeni (“ashkenaz” sta per “armeno”) mescolati alla nobiltà khazara. In effetti, solo una piccola parte dei Khazari si convertì realmente all'ebraismo, mentre il resto continuò a professare il proprio credo animistico e pagano, con una piccola minoranza di cristiani e musulmani.

Come fa notare Nicola Bizzi in un articolo comparso sul sito “Signoraggio.it” alcuni intellettuali di fede ebraica, tra cui Arthur Koestler, hanno avuto il coraggio di ammettere nei loro studi che la stragrande maggioranza di quella che oggi viene considerata la popolazione “ebraica” mondiale non ha alcun legame storico con la terra di Israele.

Essa non discenderebbe, infatti, dall’Israele biblico, bensì dall’antico popolo dei Khazari, stanziato già attorno al VII° secolo in quella grande regione oggi corrispondente alla Russia meridionale e all’Ukraina, fino alle montagne del Caucaso.

Purtroppo la maggior parte delle informazioni sui Khazari in nostro possesso deriva dall’antica storiografia araba, ebraica, armena e bizantina, da antiche leggende slave e, soprattutto, dalla notevole quantità di reperti archeologici che questo popolo ci ha lasciato e che ci fornisce molte informazioni sul suo sistema socio-economico e sulle sue credenze religiose.

Sappiamo, ad esempio, che veneravano il fallo e che celebravano riti che prevedevano sacrifici umani. Come gran parte dei popoli originari delle steppe, i Khazari professavano una religione sciamanica basata sul culto di Tingri, il Dio creatore della natura, con alcuni influssi chiaramente derivanti dal confucianesimo. La loro area di stanziamento, però, soprattutto nelle città greche sul Mar Nero (Troia?) e nella zona della Crimea era, fin dal periodo precedente alla Diaspora, fortemente abitata da popolazioni ebraiche, tanto che in alcuni distretti, già alla fine del VII° secolo, gli Ebrei formavano la maggioranza della popolazione.

Il nome “Khazar” sembrerebbe derivare dalla radice turca “qaz”, che significa “vagabondare” anche se, come sottolinea Lawrence M. F. Sudbury, relativamente alle loro origini nomadiche così come per la regione di stanziamento nell’area a sud dell’odierna Russia, le certezze sono molto poche.
Rimane il fatto che quella sarebbe la stessa regione da cui sono provenuti i Kurgan (nomadi appunto) a distruggere l'esperienza storica delle società gilaniche nella 'vecchia europa' così come abbiamo detto in precedenza.

I Khazari arrivarono a controllare un impero esteso e potente che si estendeva per buona parte della Russia e che aveva come naturali confini il Mar Nero, il Mar Caspio, i Monti Urali e la Catena del Caucaso, confinando a Sud-Ovest con l’Impero Bizantino, a Nord-Ovest con la Rus’ di Kiev, a Nord con le terre abitate dai Bulgari del Volga ed a Sud-Est con la Persia.

Erano per lo più commercianti e “mediatori” e riscuotevano le tasse sulle merci che attraversavano le loro terre, beneficiando della posizione strategica del loro territorio, attraverso il quale passavano le rotte fluviali che dal Mar Nero conducevano sul Mar Baltico. Il Khanato di Khazaria era così continuamente attraversato da mercanti norreni, greci, arabi, bulgari e persiani diretti a Nord e a Ovest e divenne un importante centro economico e politico, luogo di incontro e di reciproco influsso tra lingue, culture e religioni diverse (Islam, Cristianesimo, Animismo, Ebraismo).

In questa prima “fase nazionale” i Khazari dovevano essere già divisi nelle due caste dei Khazari bianchi, guerrieri e nobili con supremazia territoriale e dei Khazari neri, artigiani e commercianti sottomessi ai primi, dovevano aver già adottato il sistema turcomanno di successione monarchica, che prevedeva la presenza di un potere dualistico, con un re supremo (kargan, termine guarda caso molto simile a Kurgan) e un comandante dell’esercito (bek), e stavano per compiere quello stranissimo processo storico-religioso che li avrebbe resi un unicum nella storia: la conversione di massa all’Ebraismo.

Attorno al 740 d.C., infatti, il Khan khazaro Bulan si convertì all’Ebraismo, imponendo tale religione a tutte le popolazioni dei suoi domini. Ciò determinò una brusca rottura con il passato, in quanto, sino ad allora, il khanato khazaro, oltre ad essere rinomato per la sua ricchezza, era noto per la sua tolleranza religiosa. I kargan del khanato, infatti, intrattenevano relazioni commerciali e politiche con tutti i paesi circostanti e permettevano libero culto a chiunque, addirittura lasciando che ogni gruppo religioso basasse il proprio sistema giuridico sui propri dettami religiosi.

Dopo l’830 l’Ebraismo divenne sicuramente religione di stato dal momento che numerosi ritrovamenti numismatici riportano nomi ebraici (Zaccaria, Isacco, Sabriele, Obadiah, etc.) scelti dai re al momento della loro incoronazione. é difficile dire di che tipo di Ebraismo si trattasse, ma alcuni ritrovamenti a Rostov fanno pensare ad un ruolo centrale esercitato dall’istituzione del Tabernacolo e ad un culto molto prossimo a quello descritto nell’Esodo. Sicuramente i Khazari instaurarono strette relazioni con tutte le comunità ebraiche del Levante e della Persia (tanto che gli ebrei persiani chiesero espressamente ai kangan khazari di occupare il Califfato, insorgendo per “distruggere Babilonia”) ma anche con comunità più lontane, come testimoniano carteggi tra ebrei khazari ed ebrei spagnoli.

Ebrei spagnoli che ai tempi dell’Inquisizione furono costretti a convertirsi ‘formalmente’ al cattolicesimo, sia con la coercizione come conseguenza della persecuzione degli ebrei da parte dell'inquisizione spagnola, sia per "libera" scelta, per una questione formale. Molti marrani mantennero le loro tradizioni ancestrali, professandosi pubblicamente cattolici, ma restando in privato fedeli al giudaismo.

Questi ebrei fintamente convertiti sono noti con il nome di “Marrani”. Molti marrani mantennero le loro tradizioni ancestrali, professandosi pubblicamente cattolici, ma restando in privato fedeli al giudaismo.

Uno dei modi per potersi riconoscere tra di loro era il ricorso a particolari forme di saluto distintivo e simbolico tra i quali forse il più significativo è rappresentato dalla cosiddetta “Mano del marrano”, nota anche come “Mano del Rebis” di derivazione cabalistica-alchemica e successivamente in uso presso certi ambienti esoterico-massonici che corrisponde a una mano aperta con dito medio e anulare uniti e che ritroviamo in moltissime opere iconografiche e pittoriche sia del passato come del presente.

Con essi la storia della Penisola Iberica, e indirettamente quella degli ebrei, entra in una nuova fase, poiché furono la causa immediata dell'introduzione dell'inquisizione spagnola e dell'espulsione degli ebrei da tale nazione. 

I marrani benestanti, che erano intensamente impegnati nel commercio, nelle manifatture e nell'agricoltura, si sposarono con appartenenti a famiglie della vecchia nobiltà; conti e marchesi impoveriti si sposarono senza esitazione con ebree facoltose; e accadde anche che conti o nobili di sangue reale si infatuarono di belle ragazze ebree.

A partire dalla seconda generazione, questi pseudo-cristiani si sposavano tipicamente con donne del loro gruppo sociale. Essi divennero molto influenti grazie alla loro ricchezza ed alla loro educazione, e vennero chiamati a importanti incarichi a palazzo, nei circoli governativi, e nelle Cortes; praticavano la medicina e il diritto e insegnavano nelle università; mentre i loro figli giungevano spesso ad alte cariche ecclesiastiche.

Il lettore più esperto potrebbe avere già capito quali saranno le tematiche affrontate nella prosecuzione dell’articolo. Ma per proseguire dobbiamo ritornare di nuovo indietro nel tempo e fare riferimento a quanto riportato nella Bereshit Rabbah, la raccolta dei Midrashim riguardante il primo libro del Pentateuco del Tanakh dove si parla di Esaù.

Il libro della Genesi ci racconta che quando Esaù nacque, prima di suo fratello gemello Giacobbe, era rossiccio e peloso e che crescendo, Esaù si dimostrò abile nella caccia e uomo della steppa: la descrizione di un Kurgan!


Forse non tutti sanno che Esaù è anche noto col nome di Edom e i suoi discendenti sono gli idumei, identificati secondo la tradizione ebraica con il popolo principale stanziatosi stabilmente per primo nella zona dell'Italia, e quindi con l'Impero Romano e successivamente con il Vaticano in generale.

Sempre secondo la tradizione gli Edomiti, ostili agli Israeliti ai tempi dell’Antico Testamento, in seguito contrassero un matrimonio misto con i Turchi per creare una mescolanza Turco-Edomita che, più tardi, divenne nota come Cazari (Kazari) – che sono, come abbiamo visto gli attuali usurpatori di Israele. Questi, alla fine, adottarono il nome “Sepharvaim” a scopo ingannevole diventando infine noti come “Veneziani”, e sposando aristocratici e reali europei diventarono la “Nobilità Nera”, ovvero il vertice del NWO.

Unendo le loro ricchezze, queste famiglie, hanno usato il commercio e la schiavitù per aumentare la potenza di Venezia. Nel 1082, solo a Venezia furono concessi diritti commerciali esentasse in tutto l’Impero Bizantino.

Nel corso dei secoli, queste famiglie, attraverso il matrimonio, hanno esteso il loro numero e la loro influenza in tutta Europa e nel 1600, sotto il patronato della famiglia reale britannica, hanno costituito la Compagnia Britannica delle Indie Orientali. Da quel momento il gruppo sarebbe stato conosciuto come: Il Comitato dei 300.

La Compagnia delle Indie, crebbe fino a diventare la più grande azienda del suo tempo. La società ha aumentato la ricchezza del gruppo attraverso il commercio di oppio dalla Cina. Basti ricordare che Il nonno di G.W.Bush è Prescott Bush, commerciante d’oppio e fondatore della società massonica Skull & Bones, simbolo dei pirati protagonisti in quel tempo.

E’ importante notare, a questo punto, che né la Cina, né l’India, né la Gran Bretagna sembravano arricchirsi da questo commercio molto redditizio. 
I profitti sono andati al Comitato dei 300.

Dopo la morte della regina Vittoria, il gruppo si rese conto che era giunto il momento che non potevano rimanere più solo come gruppo di aristocratici, ora avrebbero dovuto includere gli imprenditori.
Con la comparsa degli Stati Uniti sulla scena mondiale, il gruppo ha dovuto espandere la propria influenza per includerla nel sistema. Stavano già facendo grandi guadagni finanziari attraverso il commercio degli schiavi, ma per garantire la loro influenza, hanno creato la Federal Reserve, una società privata.

Possedere lo stock della Federal Reserve, serve al Comitato dei 300 per controllare le grandi aziende, le banche, assicurazioni e fondazioni.


La Nobiltà Nera, oggi è probabilmente più potente di quanto non sia mai stata. La loro situazione finanziaria è assicurata dal loro controllo della “Fed” e di (quasi tutte) diverse banche centrali europee. Il loro dominio è garantito dalla loro enorme influenza, attraverso le associazioni con la Banca Mondiale, il FMI, la NATO e le Nazioni Unite.
Al fine di “distrarre” gli occhi indiscreti, hanno nel tempo incoraggiato e formato sette o società segrete come: Commissione Trilaterale, Bilderberg Group, Council on Foreign Relations, Club di Roma, Illuminati, Skull and Bones, Thule Society e Tavola Rotonda.

Tutti questi gruppi, a parte la gerarchia superiore, sono beatamente inconsapevoli del loro vero scopo e spesso i membri sono ingannati a pensare che essi servono uno scopo nobile, ma in realtà sono solo una cortina fumogena per nascondere i veri elitisti.


Un altro metodo di distrazione utilizzato dal gruppo è l’Associated Press, che è diventato un monopolio di notizie, di proprietà della famiglia Rothschild e utilizzato per lavare il cervello alle masse così come anche la Reuters.

E’ importante sapere che intorno al 1400, i centri di potere europei si fusero in due gruppi:

- i Ghibellini, che sostenevano la famiglia imperiale Hohenstaufen;

- i Guelfi, da Welf, il principe tedesco che si contendeva con Federico il controllo del Sacro Romano Impero.

Il Papa si alleò con i Guelfi. Tutta la storia moderna origina direttamente dalla lotta fra questi due poteri. Ogni italiano ha studiato a scuola Dante e la Divina Commedia e quindi ha familiarizzato con i guelfi e i ghibellini che per decenni hanno insanguinato le strade di Firenze.
I guelfi erano il partito che sosteneva il Papato mentre i Ghibellini quelli che sostenevano l’Imperatore. Lo scontro era però più che fra Papa e Imperatore fra la nuova classe emergente dei mercanti (guelfi) e quella preesistente dei nobili (ghibellini).

I Guelfi sono anche chiamati i Neri, i Guelfi Neri, o la Nobiltà Nera, e sostenevano William of Orange nella sua conquista del trono d’Inghilterra, che, alla fine, si concluse nella creazione della Bank of England e della East India Company che avrebbero dominato il mondo dal 17° secolo.

Tutti i colpi di stato, le rivoluzioni e le guerre nel 19° e nel 20° secolo erano l’asse portante nella battaglia dei Guelfi per mantenere ed aumentare il loro potere, che ora è diventato il New World Order.
Il potere dei Guelfi si sarebbe espanso dai centri finanziari italiani al nord della Francia in Lombardia (tutti i banchieri italiani erano appellati come “Lombardi” o “Longobardi”). Lombardo in tedesco significa “banca di deposito”, e i Lombardi erano i banchieri dell’intero mondo medievale. Più tardi avrebbero spostato le operazioni a nord di Amburgo, poi ad Amsterdam e, infine, a Londra.

I Guelfi iniziarono il commercio degli schiavi verso le colonie. I Guelfi, per agevolare il loro controllo della finanza e della politica, perpetuarono culti gnostici che, alla fine, sfociarono nei Rosacruciani, negli Unitarians, nella Fabian Society e nel World Council of Churches. La East India Company, con John Stuart Mill, finanziò la University of London.

Prima d'addentrarsi di più nel "grande quadro", dobbiamo fare una piccola deviazione per rendere le cose un po' più chiare pescando informazioni trapelate da Mr. John Coleman, sedicente ex-agente dell’MI6 che ha condotto una ricerca straordinaria. Lui è l'unico che abbia mai scritto qualcosa in inglese sulla "Nobiltà Nera", e nel continente americano è un pioniere in questa ricerca.


Il Dott. Coleman dice:
"La prima delle tre crociate, dal 1063 al 1123, instaurò il potere della "Nobiltà Nera" veneziana e rafforzò il potere della ricca classe dirigente.
L'aristocrazia della Nobiltà Nera ottenne il potere assoluto su Venezia nel 1171, la nomina del doge fu trasferita a quello che fu conosciuto come il Gran Consiglio. Esso comprendeva i membri dell'aristocrazia commerciale, e ciò fu un totale trionfo per loro.
Da allora Venezia restò nelle loro mani, ma il potere ed influenza della Nobiltà Nera veneziana s'estende ben oltre i suoi confini, e oggi nel 1986, è sentito in ogni angolo del globo.
Nel 1204, l'oligarchia distribuì delle enclaves feudali ai suoi membri, e da allora iniziò la grande crescita del suo potere e della pressione finché il governo non diventò una corporazione chiusa formata dalle più potenti famiglie della Nobiltà Nera."


La Nobiltà Nera si guadagnò il suo titolo facendo dei brutti scherzi, cosicché, quando la popolazione si ribellò contro i monopoli nel governo, come ovunque, i leaders della sommossa furono presto catturati ed impiccati brutalmente. 
Adoperano l'assassinio nascosto, l'omicidio il sequestro e lo stupro, mandano in rovina dei cittadini o delle imprese a loro ostili.

Allora chi sono queste famiglie? Le più importanti sono:
- House of Guelph (Britain)
- House of Wettin (Belgium)
- House of Bernadotte (Sweden)
- House of Liechtenstein (Liechtenstein)
- House of Oldenburg (Denmark)
- House of Hohenzollern (Germany)
- House of Hanover (Germany)
- House of Bourbon (France)
- House of Orange (Netherlands)
- House of Grimaldi (Monaco)
- House of Wittelsbach (Germany)
- House of Braganza (Portugal)
- House of Nassau (Luxembourg)
- House of Habsburg (Austria)
- House of Savoy (Italy)
- House of Karadjordjevic (Yugoslavia)
- House of Wurttemberg (Germany)
- House of Zogu (Albania)

Come pure quelle famiglie che si trovano nell'albero genealogico dei Windsor.

(Cliccare QUI per vedere l'immagine ingrandita)

Tutte le famiglie dell'elenco sono imparentate con la Casa del Guelfo, una delle famiglie originarie della Nobiltà Nera di Venezia, da cui discende la Casa di Windsor, e quindi l'attuale Regina d'Inghilterra, Elisabetta II. 

I Guelfi si sono intrecciati con l'aristocrazia tedesca attraverso la Casa di Hannover.
Il re inglese Hannoveriano, Giorgio I, venne dal Ducato di Lüneberg, una parte della Germania Settentrionale, che fu governata dalla famiglia dei Guelfi fin dal dodicesimo secolo.

Oggi i Guelfi mantengono il potere con il controllo del mercato delle materie prime. Per anni, hanno fissato il prezzo dell'oro, un articolo che non producono e non possiedono per conto proprio. 
La Casa dei Windsor controlla anche il prezzo del Rame, dello Zinco, del Piombo e dello Stagno. E, come vedrete, non è un fatto casuale che le principali borse merci si trovino a Londra.

Alcune delle società controllate dalle famiglie della Nobiltà Nera sono la British Petroleum, l'Oppenheimer, la Lonrho, la Philbro ed altri.

Un'altra famiglia della Nobiltà Nera è il Grosvenor in Inghilterra. 

Per secoli, questa famiglia visse, come la maggior parte delle famiglie reali europee, con i canoni delle terre cedute in superficie. Oggi, questa famiglia possiede almeno 300 acri (1.213.800 mq) nel centro di Londra!
Le proprietà non sono mai state vendute, ma sono date in affitto con un contratto di locazione per 39 anni - il canone delle terre nel medioevo. Il Grosvenor Square, dove si trova l'ambasciata americana, appartiene alla famiglia Grosvenor, come pure Eaton Square. 

Nell'Eaton Square, gli appartamenti sono affittati a 25.000 Sterline al mese, e l'importo non comprende le spese di manutenzione.
Queste cifre vi daranno un'idea del patrimonio immenso che le famiglie della Nobiltà Nera raccolgono dai canoni d'affitto, e perché le famiglie come i Windsor non sono affatto interessate al progresso industriale con la popolazione addizionale che mantiene.

Questa è l'unica ragione per cui queste famiglie "nobili" sono dietro alla maggior parte, se non a tutti i movimenti ambientalisti del mondo, che in definitiva mirano in modo velato a ridurre l'aumento della popolazione. Il principe Filippo ed il principe Carlo sono i simboli più in vista di questi movimenti, ed ambedue hanno parlato spesso con una totale insensibilità del bisogno di liberare il mondo di persone non desiderate.

Però, almeno dal 17° secolo, come abbiamo visto ogni casa reale europea in assoluto è stata infiltrata da quel ramo di ebrei collegate ai Khazari.

La Casa di Hannover sembra essere tedesca, ma è ebrea. Anche la Casa di Asburgo. Allora non furono in realtà i tedeschi che s'impadronirono del trono britannico.

La Nobiltà Nera europea ha la collaborazione delle famiglie americane come Harriman ed i McGeorge Bundy.

Migliaia di banche grandi e piccole fanno parte della rete del Comitato dei 300, incluse:
- Banca Commerciale d’Italia
- Banca Privata
- Banco Ambrosiano
- The Netherlands Bank
- Barclays Bank
- Banco de Colombia
- Banco de Ibero-America


Nel 1948 George H.W. Bush fu graduato dalla Yale University e dalla Skull and Bones. E’ un lontano cugino della Regina d’Inghilterra, parte della Nobiltà Nera di cui, per rintracciare le origini del suo potere, bisogna andare indietro di 5.000 anni.


L’antica linea delle famiglie dominanti che credono di avere il diritto di dominare il mondo perché sono discendenti dagli imperatori dell’antico Romano e cosiddetto “sacro” Romano Impero è composta da 13-15 famiglie di “sangue blu” della stirpe di Esaù, in aperta contrapposizione con la stirpe, sempre ebraico-israelitica, di Salomone e Davide.

Bridge Ann (foto), una ragazza di 12 anni, è riuscita, tracciando sia la linea materna che quella paterna di ogni capo di stato USA, ad elaborare il loro pedigree trovando che: 

tutti i presidenti della storia degli Stati Uniti hanno un antenato in comune, tale: “John Lackland” (Giovanni Senzaterra), re d’Inghilterra del XII secolo e discendente degli antichi re merovingi.


(Cliccare QUI per vedere l'immagine ingrandita)

Gli antenati di Giovanni Senzaterra erano proprio i mitici re “Merovingi”, re taumaturgici dotati di poteri magici i quali sarebbero secondo alcuni autori di libri esoterici i discendenti della "stirpe regale" di Gesù, che sarebbe stato sposato con Maria Maddalena.

La Maddalena, assieme al figlio avuto da Gesù e ad altre donne citate nei vangeli, dopo la crocifissione sarebbe fuggita dalla Palestina su una barca per approdare in Provenza. Avrebbe poi risalito il Rodano raggiungendo la tribù dei Franchi, che non sarebbero stati altro che la tribù ebraica di Beniamino nella diaspora.

I Merovingi, i primi re dei Franchi, proprio a causa di questa origine avrebbero avuto l'appellativo di re taumaturghi, ovvero guaritori, per la loro facoltà di guarire gli infermi con il solo tocco delle mani, come il Gesù dei vangeli - seppure gli apostoli mostrarono la stessa facoltà, considerata un dono dello Spirito Santo.

Questa tesi si trova esposta nel libro Il santo Graal di Baigent, Leigh e Lincoln, del 1982, che ha dato lo spunto a moltissimi altri testi sulla "linea di sangue del Graal, ma non è suffragata da alcuna fonte storica a parte l'ovvia citazione della leggenda medievale dello sbarco della Maddalena in Francia, resa popolare da Jacopo da Varazze nella Legenda Aurea.

“Mer” viene da “Mare” e “Vingios” da “Serpente”; quindi significa “Sea Serpent”. L’altro ramo dei Merovingi, erano i discendenti di una figura mitologica chiamata re “Meroveus” del IV secolo; si dice sia stato concepito da un rapporto con la madre e un mostro che usciva dal mare (Quinotauro).


Un altro interessante e comune antenato è “Vlad Dracula”, meglio conosciuto come “Vlad l’Impalatore”, principe di Valacchia (oggi Romania, il che ci riporta alle aree circostanti il Mar Nero) nel XV secolo. è stato membro del “Ordine del Drago” ed era conosciuto come il “figlio del drago”, o Dracula; figura che diede inizio alla leggenda del “Conte Dracula”, spietato e sadico vampiro.

Possiamo quindi immaginare la storia occulta come a una guerra millenaria tra stirpi di famiglie di Elohim contrapposte le cui origini affondano nei tempi antidiluviani, ancor prima dell’evento catastrofico con cui abbiamo aperto l’articolo.

Famiglie che certamente includono: Rothschild, Kuhn, Loeb, Lehman, Rockefeller, Sach, Warburg, Lazard, Seaf, Goldman, Schiff, Morgan, Schroeder, Bush, Harriman…
Altresì è importante sapere che altre, che non sono mai citate, sono certamente molto più “potenti” di queste.

Di spicco nel consiglio di due giganti assicurativi troviamo:
- la famiglia Giustiniani, della Nobiltà Nera di Roma e Venezia il cui lignaggio origina dall’Imperatore Giustiniano
- Sir Jocelyn Hambro di Hambros (Merchant) Bank
- Pierpaolo Luzzatti Fequiz, il cui lignaggio risale a sei secoli fa al più antico Luzzatos, appunto appartenente alla Nobilità Nera di Venezia
- Umberto Ortolani dell’antica famiglia della Nobiltà Nera con lo stesso nome
Altri vecchi membri del Comitato dei 300 e membri del consiglio di ASG e RAS facenti parte della Nobilità Nera sono:
- la famiglia Doria, i finanzieri degli Spanish Hapsburgs
- Elie de Rothschild della famiglia francese dei Rothschild
- il Barone August von Finck
- Franco Orsini Bonacassi dell’antica Nobilità Nera Orsini che fa risalire il suo lignaggio all’antico senatore Romano con lo stesso nome la famiglia Alba il cui lignaggio risale al Gran Duca d’Alba
- il Barone Pierre Lambert, un cugino della famiglia belga dei Rothschild


A questo punto dovrebbe essere chiara per il lettore la risposta al quesito sul perché è stato possibile per la storia dimenticare completamente l’esistenza del popolo khazaro.

Sembrerebbe incredibile, ma per quanto si provi a sfogliare l’indice di un qualsiasi testo scolastico alla ricerca delle vicende del popolo khazaro e della storia di un impero che, per oltre due secoli, ha influenzato le vicende di Europa, Asia e Medio-Oriente, non se ne trova traccia.


Sembra quasi che, al di fuori di ristrettissimi ambiti accademici e universitari (prevalentemente dell’Europa dell’Est), non si debba parlare della storia dei Khazari. Benché esista una fiorente letteratura a riguardo (per chi ha la volontà e la pazienza di consultarla), certi fatti storici sono sempre stati volutamente fatti passare sotto silenzio, soprattutto sui libri di scuola, perfino in ambito universitario.

Perché si può parlare liberamente dell’Impero Macedone, dell’Impero Romano, dell’Impero Bizantino, dell’Impero Ottomano, e non dell’Impero Khazaro?

La risposta a questo e a molti altri interrogativi sta probabilmente nel fatto che le popolazioni del dissolto impero khazaro, per quanto molte di esse vennero assorbite dall’Orda d’Oro, iniziarono a migrare, diffondendosi principalmente nelle terre slave dell’Europa centro-orientale, gettando le basi di quelle che diverranno le principali comunità ebraiche di quelle regioni.


Ciò che storicamente accadde in quel periodo è che il popolo conosciuto da secoli come “Khazaro” divenne il popolo “Ebreo”, e da lì iniziò una vera e propria operazione di occultamento della vera origine degli Ebrei europei, e venne diffusa una storia artefatta, basata sull’idea che essi fossero gli Ebrei biblici. E questa credenza erronea vige ancora oggi agli occhi dell’opinione pubblica internazionale, trovando sorprendentemente più critiche e opposizioni proprio in ambito ebraico, piuttosto che nell’ambito della cultura dei “Gentili”, ovverosia dei non Ebrei.

Vi sono tutti gli elementi per dimostrare che gli Ebrei conosciuti come Ashkenaziti (oltre il 90% degli Ebrei del mondo) discendono dai Khazari, mentre gli Ebrei Sefarditi, esigua minoranza oggi, sarebbero gli unici ad avere un’origine semitica e medio-orientale proveniente dalla stirpe davidica, la stessa di Re Salomone e degli altri patriarchi ebrei risalendo fino allo scisma tra Esaù e Isacco,i due figli di Giacobbe.

Questo può fornirci una nuova chiave di lettura degli eventi che macchiarono indelebilmente di sangue la storia del nazismo e dello sterminio degli ebrei in quel conflitto tra Gog e Magog propedeutico l’armageddon, tra la stirpe di Esaù e quella di Isacco. 

Una guerra che va avanti da migliaia di anni e che oggi si manifesta nella realizzazione del NWO, ovvero nel tentativo di ricostruire l’Impero Romano che sfuggì al nazismo mosso dagli Ashkenazi, ma che oggi sta riuscendo alla Unione Europea.

4 commenti:

  1. Potrebbero essere la tredicesima tribù di Dan quella maledetta .in Sardegna ci sono tracce ,sherDan i signori di Dan erano abili navigatori i merovingi discendono da loro e non solo da questa tribù uscirà l'Anticristo .si trovano tracce nei paesi scandinavi danMark come nelle terre britanniche ma non solo le famiglie potenti anno discendenze di Dan anche Sparta e nata i signori di dan basta cercare allat una figlia di un dannita poi spartano .

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  2. Complimenti vivissimi per la prima volta trovo uno scritto serio e di qualità elevata che dà soddisfazione ai miei 25 anni di studi e viaggi complessi e solitari contro tutto il sapere dominante un grande merito alla civiltà della dea di cui Marija Gimbutas ci ha passato testimone solo una dea contemporanea poteva elaborare un documento così eccellente.
    OM AH HUM

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    1. Grazie. Io ringrazio chi mi ha fatto leggere questo testo, le cui numerosi fonti si trovano nell'articolo originale (la fonte si trova in calce al presente articolo) e sono molto contenta di averlo condiviso nel mio blog ^_^

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