Tratto da: LA VERITÀ CHE IL TUO ONCOLOGO NON PUÒ DIRTI di Giorgio Bogoni.
AVVERTENZA
Questo libro deve essere considerato un romanzo e il suo contenuto
non può essere inteso in alcun modo come consiglio terapeutico in
quanto l'Autore non possiede titolo legalmente valido in Italia per
suggerire terapie.
L'Autore declina quindi ogni Responsabilità per l'uso autogestito
dell'informazione scientifca contenuta in questo testo e, per legge,
deve invitare a consultare il proprio medico prima di intraprendere
qualsiasi iniziativa conseguente alla lettura di questo libro.
Lei ha il cancro ..
- L'avevo ormai capito, Dottore ..
E' stata l'unica cosa che sono stato capace di dire.
L'avevo ormai capito: avevo il cancro.
Lui mi fissava paterno, quasi sconsolato, ma di tanto in tanto si faceva
severo e grave.
- Senta, Le fisso immediatamente un primo ciclo di terapia.
Non deve neppure farsi fare l'impegnativa, penso a tutto io.
Verrà qui al padiglione a fianco, ogni due settimane per 6
volte, alle 8.00 del mattino, a digiuno. Le faremo gli esami del
sangue e poi il trattamento, potrà tornare a casa nel
pomeriggio. Le va bene cominciare giovedì di settimana
prossima?
E mentre scandiva, quasi fosse una strada ormai conosciuta, largamente
battuta, il nostro, mio, percorso, io mi sentivo quasi ferito nel mio
orgoglio.
Inerme, di fronte alla malattia. Desideroso di sapere.
- Sì, certo, cioè... mi spieghi meglio, Dottore.
Dopo un'infinità di esami, riesco ad incontrarLa solo oggi e
Lei mi sta dicendo che sto per cominciare la chemioterapia...
sono disorientato, sta accadendo tutto troppo velocemente.
Guarirò? In quanto tempo?
Mi chiese di ascoltarlo attentamente ...
- Si ricorda di quel dolore all'addome di cui mi parla ogni volta
che ci vediamo? La TAC ha evidenziato una neoformazione in
una posizione in cui è impossibile intervenire chirurgicamente,
quindi ci rimangono la chemioterapia e la radioterapia. Ho
parlato del suo caso con i miei colleghi proprio ieri, siamo
tutti d'accordo sul cominciare con un ciclo di chemio. Nella
sua cartella non trovo il riferimento telefonico di un familiare,
me ne lascia uno? Allora giovedì Le va bene? Diversamente
ho un posto libero anche il lunedì successivo.
- 338-2884255, è mio cugino, non mi rimane nessun altro.
Giovedì, certo, perché giovedì non dovrebbe andarmi bene?
La mia Salute viene prima di qualsiasi altra cosa, qualsiasi
impegno avessi per giovedì può sicuramente aspettare. Però,
Dottore, io volevo sapere cosa mi farete. Perderò i capelli
come il mio amico Walter? E poi quanto durerà questa
terapia? Dopo sarò guarito?
Il gioco si fece duro, come il suo sguardo.
- Cosa vuole sapere ancora? Il nome del farmaco che useremo
nel suo caso? Vuole forse proporne Lei un altro? Perché non
mi ascolta?
Le ho detto che cominceremo con un ciclo di 6 terapie, una
ogni due settimane, sempre di giovedì. Le ho anche detto di
presentarsi a digiuno alle 8.00, cos'altro deve sapere?
Non ho la sfera di cristallo per poterLe dire se le occorreranno
altri cicli, né tanto meno come reagirà il Suo Corpo alla cura e
se decideremo di utilizzare anche la radioterapia.
Lei è in buone mani, sia paziente e vedrà che andrà tutto
bene.
- Sì, deve scusarmi ma il fatto è che ho saputo di avere un
tumore solo 5 minuti fa e adesso, quasi senza accorgermene, sono già sotto chemioterapia...
- Non mi ha detto che lo aveva già capito?
In casi come il Suo è molto importante intervenire tempestivamente.
Non è contento di poter cominciare subito la
cura?
La Sanità Pubblica funziona davvero bene, Lei non ha idea di
quanto costi il nuovissimo farmaco che Le somministreremo e
Lei non deve neppure pagarlo!
Soli pochi anni fa la gente moriva di malattie come la Sua e
Lei si preoccupa della sua capigliatura?
Dia retta a me, che di casi come il suo ne vedo tanti, faccia
tutto quello che Le dico e vedrà che andrà tutto bene.
- Grazie Dottore, mi scusi ancora.
Io non ho studiato come Lei ma, prima che me ne vada, mi
permetta un'ultima domanda: Lei al mio posto adesso cosa
farebbe?
- Lei non deve fare proprio nulla.
Deve solo venire qui un giovedì sì e uno no e fidarsi della
Medicina.
O forse preferirebbe consultare qualche ciarlatano, di quelli
che poi finiscono in TV, o magari curarsi con le erbe come si
faceva nel Medioevo?
- No, non mi ha capito.
Io Le ho chiesto: Lei al mio posto cosa farebbe?
- Infatti proprio non La capisco.
Non Le ho chiesto di fare assolutamente nulla, al di là di
essere puntuale quando verrà qui da noi.
Non Le ho proposto due alternative tra cui scegliere perché
non avrebbe le competenze per farlo, quindi perché mi sta
chiedendo cosa farei al Suo posto?
- Ha ragione, Dottore, Lei non mi ha dato un'alternativa ma io
ce l'ho ugualmente: potrei riservarmi di accettare la
chemioterapia che mi sta proponendo e informarmi, chiedere
altri pareri.
Le stavo appunto chiedendo se Lei farebbe questo al mio
posto.
Il volto del medico perse assieme arroganza e sicurezza. Posò la penna e
guardò a lungo negli occhi il suo paziente. Quindi cominciò a parlare ...
La Responsabilità del Cambiamento
- Signor Mario, io mi chiamo Giorgio.
Possiamo darci del tu?
- Certo, Dottore.
Cioè, per me va bene, Giorgio...
- Bene Mario, devo dirti che mi hai spiazzato. In realtà sono
abituato a ricevere pazienti che hanno soggezione
dell'oncologo al punto da non osare neppure fare domande;
ma tu mi hai appena chiesto cosa farei al tuo posto come
uomo, ricordandomi del tuo diritto a maggiori informazioni e
della sacrosanta possibilità di confrontare diversi pareri.
Sono situazioni a cui non sono abituato e onestamente cerco
di evitarle perché le temo.
Devi sapere che, quando ostento sicurezza e distacco, sto solo
recitando il mio ruolo di medico come mi è stato insegnato,
ma sempre più spesso mi chiedo quanto sia giusto utilizzare
l'immagine del medico sicuro di sé per ignorare le domande di
chi ritiene giustamente di essere il primo Responsabile del
proprio Corpo.
- Ti ringrazio di queste parole, Giorgio.
Capisco perfettamente che molti malati preferiscano delegare
al medico ogni decisione per paura di doversi confrontare con
il momento in cui dovranno essere loro a fare una scelta ma personalmente non trovo neppure giusto lasciare a te questa
Responsabilità.
- Sai, di fatto il Sistema è strutturato in modo che la
Responsabilità non se la prenda nessuno, neppure il medico.
Esistono precise Linee Guida che suggeriscono appropriati
interventi e prevedono l'applicazione di determinati farmaci a
fronte di una specifica diagnosi, e poi ci confrontiamo tra
colleghi in modo da scegliere sempre la cura «migliore», quella
che non sarebbe contestabile neppure nel malaugurato caso
qualcosa andasse storto.
In questo modo la competenza del medico è limitata alla fase
di diagnosi e, una volta stabilita la patologia, la scelta della
cura è pressoché determinata da una sorta di Protocollo.
Esiste quindi una cura «migliore» per tutti i pazienti con una
certa malattia e questa viene adottata senza discutere con il
malato i pro e i contro delle possibili alternative: se le Linee
Guida suggeriscono la chemioterapia per un determinato
tumore, non viene discussa con il paziente l'alternativa della
radioterapia permettendogli una scelta.
- Ma perché non viene fatto?
Se le alternative sono altrettanto valide, sarebbe sensato che
il paziente esprimesse una preferenza sulla base dei diversi
possibili effetti collaterali indesiderati dei due trattamenti.
Per me potrebbe essere molto fastidioso un disturbo che
qualcun altro magari riterrebbe di poco conto, e viceversa.
Manca forse il tempo da dedicare ad ogni paziente?
- No, ci sarebbe il tempo per valutare eventuali terapie
alternative nell'ambito di colloqui informativi.
La Verità è che il Sistema è strutturato nel migliore dei modi,
per rispondere alla richiesta della quasi totalità dei malati che
sono abituati a delegare agli altri la ricerca della soluzione dei
loro problemi: nella testa della gente la Politica si prende cura
dell'Economia, la Polizia della Sicurezza e la Medicina della Salute!
- Non trovo sia poi neanche tanto sbagliato, in fin dei conti sei
tu il medico e io sono venuto da te affinché tu mi guarisca.
Pensandoci, credo volessi solo avere più informazioni.
E poi forse chiedevo anche un po' più di umanità nel rapporto
tra noi, ma non pensavo di spingermi tanto avanti al punto
da diventare parte attiva nella scelta della cura.
- O forse stavi implicitamente chiedendo che avessi a cuore la
tua Guarigione, che ti rivolgessi i miei pensieri anche fuori
dall'ambito dell'ospedale.
Sarebbe comprensibile, alcuni Studi pare abbiamo dimostrato
che questo atteggiamento del medico si riflette positivamente
sulla percentuale di Guarigione dei suoi pazienti.
Però a questo punto voglio darti una buona notizia: sei tu
l'unico Responsabile della tua Salute.
E questo semplicemente perché sei l'unico Responsabile anche
di tutti gli altri aspetti della tua Vita: tanto di quello
economico, quanto della tua sicurezza.
Ecco, con questo discorso sulla Responsabilità ti ho appena
restituito il tuo Potere di auto-Guarigione. Sei contento?
- Auto-Guarigione? Ma cosa stai dicendo, Giorgio?
No, fermati un attimo. Il medico sei tu, io sono venuto da te
perché ho bisogno di aiuto per guarire.
- L'unico aiuto di cui hai bisogno è per consentirti di capire che
delegando ad altri la tua Guarigione ti metti nelle loro mani e
rinunci al tuo Potere.
Ogni uomo ha il suo miglior medico dentro di sé: tu ti conosci
meglio di chiunque altro e quindi sei l'unico che può sapere
qual è la miglior cura per te.
I medici possono solo esserti di supporto, presentandoti
possibili alternative, ma tu sei l'unico Responsabile della tua
Salute e hai il dovere di documentarti al punto da essere in grado di prendere delle decisioni informate.
È in gioco la tua Vita e a nessuno è più cara che a te, non
puoi permetterti di fare meno di tutto quello che puoi fare.
- No, no, no, io sono l'ammalato e tu sei il Dottore, sei tu che
hai studiato tanti anni Medicina e sai qual è la miglior cura
per la mia malattia.
Mi stai dicendo che ogni malato di cancro dovrebbe prendersi
una Laurea in Medicina e curarsi da solo?
No, io tutta questa Responsabilità non la voglio proprio.
Ti ho solo chiesto se, secondo te, fosse opportuno chiedere un
altro parere alla ricerca di possibili alternative e adesso mi
sento dire che dovrei curarmi da solo!
- Mario, personalmente non ritengo neppure che tu debba
essere curato; né da te, né da altri.
Utilizzando il termine «curare» mi sembra si stia cercando di
aggiustare una parte di te che si è guastata.
Quasi tu sia vittima di geni ereditati già difettosi alla nascita,
dell'esposizione all'inquinamento, dello stress metropolitano o
semplicemente della sfortuna. Magari persino meritevole di
una punizione di Dio.
Per intraprendere questo Viaggio di Guarigione con me, ora ti
devo chiedere di assumerti piena Responsabilità anche sulle
cause della tua malattia ....
PDF completo qui: LA VERITÀ CHE IL TUO ONCOLOGO NON PUÒ DIRTI
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