giovedì 30 settembre 2021

La questione sumerica

Serendipità, ossia compiere un’importante ed inattesa scoperta, mentre si sta cercando qualcos’altro. 
Per serendipità sia Mauro Biglino sia Biagio Russo, tentando di venire a capo dello spinoso problema concernente le origini degli esseri umani, hanno rispolverato una possibile verità, già intuita nel 1956 da Poebel, ma a lungo ignorata, anzi ostracizzata[1].

Qual è dunque tale riscoperta?

Indagini linguistiche e filologiche sugli antichi testi (le saghe sumere, la Torah etc.) hanno evidenziato una parentela fra i termini Shumer-Shinar e Shem-Sem, quindi fra l’enigmatico popolo dei Sumeri (“Guardiani"?Teste nere”?) ed i Semiti. 

L’assenza di riferimenti ai Sumeri nel Pentateuco, se si esclude il cenno alla regione di Shinar, quasi certamente la terra di Sumer, ricorda il silenzio circa gli Esseni(?) nei Vangeli canonici. 
E’ un silenzio che alcuni esegeti hanno interpretato come l’eventualità di un collegamento, per qualche motivo occultato, tra il Messia e la comunità qumranita ...


Ecco che cosa scrive Mauro Biglino: “Nella cosiddetta Tavola delle nazioni (Gen. 10) sono elencati i popoli che abitavano nei territori del Medio Oriente e non solo (Egizi, Assiri, Babilonesi, Cananei, Filistei, Hurriti, Hittiti, Etiopi, Amorrei, Evei, Accadi, quelli di Cipro, Rodi, Tarsi, Ofir…), ma non ci sono i Sumeri. Com’è stato possibile dimenticare proprio il popolo da cui l’Antico Testamento ha addirittura tratto gran parte dei suoi contenuti originali? E’ un’incomprensibile ed imperdonabile dimenticanza? 

Il sumerologo Kramer ci riconduce agli studi del suo maestro Poebel raccolti in un articolo in cui in sostanza si afferma che gli Ebrei sono i discendenti dei Sumeri. La Bibbia non li cita quindi espressamente perché, quando parla degli Ebrei, parla in realtà di un ramo diretto discendente del popolo che portò la civiltà nel mondo. I Sumeri erano dunque Semiti? Proviamo a rispondere con l’aiuto della Bibbia stessa. Sappiamo (Gen. 10, 21 e segg.) che Shem (Sem), figlio di Noè, ebbe vari figli da cui derivarono popolazioni che la storia conosce molto bene: Ashur, Elam, Aram… Da uno di questi figli discese Eber (Ever), capostipite degli Ebrei.”

Gli accademici hanno osservato che le forme Shumer-Sumer e Shum-Shem sono equivalenti sotto il profilo fonetico: a tali annotazioni bisogna aggiungere che i Sumeri si erano insediati nella Mesopotamia, la patria del patriarca Avram (Gen. 15, 7 e 24, 10), rampollo di Ever e dal cui figlio Isacco prosegue la discendenza geneticamente pura. Le consuetudini matrimoniali seguite da Abramo, Isacco e Giacobbe alias Israele corrispondevano agli usi endogamici dei Sumeri ed ancora prima degli Anunnaki. La Bibbia (Gen. 10, 29-30) infine ci informa a proposito del sito in cui si installò un altro gruppo ebraico, quello dei figli di Ioktan, il cui padre fu Ever: la regione è la Mesha, il territorio dell’attuale Arabia fino a Sefar, l’odierna catena dello Zufar che si snoda lungo il Mare arabico.

Annota Russo: “Secondo gli studi di Kramer, gli antenati dei patriarchi ebrei, lasciato l’Eden, si stabilirono nella terra di Shin'ar, l’antica Sumer. … Nella Bibbia vengono citate quasi tutte le civiltà importanti del Vicino Oriente antico come Egizi, Cananei, Amorrei, Hurriti, Hittiti, Assiri, Babilonesi (i Babilonesi sono gli Amorrei, popolo semita occidentale, n.d.r.) ed altri, ma i Sumeri non vengono indicati. Perché? Viene quasi il dubbio che nella famosa ‘questione sumerica’, i sostenitori della negazione del popolo sumero abbiano ragione… Ora, considerato che, come è comunemente accettato dall’intera comunità degli storici, per figli di Eber si intende il popolo ebreo, non potrebbe ugualmente dirsi che il nome Shem rappresenta l’eponimo del termine Shumer, ovvero la terra di Shumer?” [2]


Come si può constatare, identiche valutazioni storiche e glottologiche, spingono i due ricercatori verso lo stesso lido, cioè ad individuare nei Sumeri i predecessori degli Ebrei (Habiru, Hyksos?).

A questo punto, però, sono d’obbligo alcune domande.
Pur riconoscendo la rilevanza degli indizi raccolti da Poebel, Kramer, Biglino, Russo et al.,restano delle zone d’ombra. 

Le lingue semitiche palesano una notevole discontinuità rispetto alla parlata dei Sumeri, il cui idioma era agglutinante. Come si spiega tale discrepanza? Se gli Ebrei furono i discendenti diretti dei "Guardiani", Giapeti (Indoeuropei) e Camiti, successori anch’essi di Noè, con quali etnie si mescolarono? In che dose il sangue sumerico-ebreo, dopo tanti secoli, scorre nelle vene degli attuali sedicenti Giudei? Le altre nazioni debbono essere considerate “sumerico-ebraiche” diluite? Esistono ceppi umani non derivanti da Shumer? Siamo di fronte a questioni meramente religiose (gli Israeliti come seguaci di YHWH) o, almeno in una certa misura, etnico-linguistiche?

Siamo ancora lontani dal trovare il bandolo della matassa, soprattutto perché non si è ancora riusciti a rispondere in modo soddisfacente ad altri quesiti: chi erano veramente gli AnunnaKi, gli Igigu (o Igigi) ed i Lulu? Esiste ancora oggi una genia che, menando vanto di un’ascendenza dai primigeni Dingir (i Superiori, gli “dei”), agisce dietro le quinte della storia per dirottarla verso inconfessabili obiettivi? E’ evidente che non è sufficiente interpellare l’archeologia, la paleografia, la linguistica, l’antropologia per dissipare le fitte nebbie del passato e per stanare i veri dominatori di oggi. Occorre esplorare altri campi in cui forse si può internare qualche intrepido pioniere. Sono ovviamente campi minati.[3]

[1] Qualcuno ha scritto che Russo, con le sue ipotesi contenute nel libro "Schiavi degli dei", va oltre Sitchin. A me non sembra: il suo saggio è prudente ed interlocutorio. Non si pronuncia sull’identità degli Anunnaki né si avventura in ipotesi riguardanti Nibiru etc. Forse l’autore intende riservare ad un prossimo lavoro risultati più decisivi.

[2] Sono, tra gli altri, D. Marin, E. Schievenin, I. Minella nel saggio "Atlantidi, i tre diluvi che hanno cancellato la civiltà", 2010, a negare l’esistenza del popolo sumero.

[3] Si pensi all’idea di Carl Edward Sagan (1934-1996). Il celebre astronomo statunitense, noto soprattutto per aver indagato con zelo il tema della possibile esistenza di civiltà tecnologiche nel cosmo e l’eventualità di comunicare con loro, predispose per la sonda Pioneer 10 un messaggio destinato a civiltà stellari che comprendeva musiche di un complesso mariachi ed auguri scritti in sumero, per illustrare a nazioni extraterrestri i caratteri precipui della vita sul nostro pianeta. Nella pellicola per la regia di Olatunde Osusanmi, Il quarto tipo, 2010, malvagi alieni parlano… in sumero.

Fonti:
M. Biglino, Il dio alieno della Bibbia, 2011
S. N. Kramer, I Sumeri agli esordi della civiltà, Milano, 1958
Id., I Sumeri alle radici della storia, Roma, 1979
B. Russo, Schiavi degli dei, 2010, pp. 115-124, 146-150

Fonte: zret.blogspot.it

Nessun commento:

Posta un commento

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.