lunedì 8 agosto 2011

NO TAV - Noi siamo pronti

Catherine


Da un po' di tempo vi è una strana aria nel movimento No TAV ogni qualvolta si esce da un'azione eclatante, e non soltanto perché detta azione non ha trovato i dovuti riscontri nei media e non è arrivata come dovrebbe alla massa dei cittadini. No di certo.
Che la cricca dei giornalisti - coloro i quali dovrebbero dare risalto a un evento di questa portata ma non muovono un dito senza i nulla osta venuti “dall'alto” - rimanga congelata davanti a un eroe come Turi e gli altri digiunanti della valle, non ci sorprende più di tanto; il movimento, da 20 anni, ne ha fatto l'abitudine.
Ma l'aria che tira in questi primissimi giorni successivi alla discesa dal cedro del nostro Turi e nonostante lui, con Stefano e Nicola (e quelli che sul posto li sostengono attivamente) stiano continuando la loro protesta, con la minaccia di un sgombero imminente appesa sulle loro teste come una spada di Damocle, si ripiomba in un apparente rassegnato stand by ..


Eppure …. 
Eppure in tutta Italia c'è gente che si mobilita, concerti (come quello di Giulia Tripoti il 20 agosto) che si organizzano a Chiomonte e altrove, eventi di tutti i tipi in sostegno alla lotta, ludici e non, allo scopo di radunare le persone alla Maddalena.
Vi è un entusiasmo e una presa di coscienza del problema a un livello di estensione che forse non era mai stato raggiunta in 20 anni di resistenza, e ciò principalmente grazie a internet...
.
Arrivano tuttora sostenitori e attivisti dalla Spagna, dalla Francia e altrove, pronti ad agire, e non solo sventolando bandierine nelle fiaccolate del sabato sera.



Le cose erano radicalmente cambiate già dal blitz del 27 giugno  la zona era ormai militarizzata! Dopo la giornata del 3 luglio la mobilitazione si era rinforzata ulteriormente e ci si aspettava una riflessione e un'organizzazione ben meditata. Invece da chi ha più peso all'interno del movimento No TAV emanava la sensazione che la tensione fosse già calata.
E i No TAV fremevano.


Piccoli gruppi volenterosi hanno quindi improvvisato e organizzato eventi per conto loro, senza una vera coordinazione se non quella di internet, che è si un mezzo di comunicazione efficace e nel quale lavorano ogni giorno, e talvolta ogni ora - anche le più insensate -delle persone impegnate e davvero in gamba, ma internet non fa certo miracoli: non può raggruppare e coordinare una massa di individui divisi.
Divisi da che cosa poi? La meta è una sola per tutti, mi sembra: impedire che il cantiere assurdo prenda piede.
Quindi la divisione non proviene da una differenza di vedute sullo scopo del movimento.
Forse la causa è una differenze di pareri sui mezzi da mettere in atto? In quel caso sarebbe più che mai necessaria e urgente un'unità d'intenti a livello generale. 
Perché non se ne vede traccia?
Oppure la causa è il fatto che coesistano piccoli gruppi sotto qualche bandiera politica che aspettano ordini dall'alto?
In ogni caso è urgente trovare delle risposte.


Perché il cantiere, alla Maddalena, c'è! Come ci sono le recinzioni, un fortino e i militari dentro!


Ma forse abbiamo già vinto? E nessuno ci ha messo al corrente?
Oppure, di fronte alle nuove mosse intraprese dalle forze del disordine, il movimento sta riflettendo su nuove tattiche?


I No TAV aspettano iniziative di massa e non guerriglie di 2 o 300 persone, sacrificate ai lacrimogeni. Di fronte abbiamo ora un esercito vero e prorio, non soltanto ruspe e politici blateranti e intestarditi. La violenza non è una soluzione certo, ma alla violenza da parte delle autorità ci vorrebbe come risposta almeno una resistenza ad oltranza!
Un'azione continuativa nel tempo, senza cedimenti, coordinata come un esercito e provvista di tutti i mezzi di difesa possibili, compresi quelli contro i lacrimogeni (maschere antigas per buona parte dei resistenti) o contro l'intrusione degli elicotteri (palloncini dissuasivi gonfiati ad elio che li terrebbero alla larga per esempio).
Abbiamo già la forza del numero ma davanti a un organizzazione militare sarebbero anche necessari, da parte del movimento, una coesione, un coordinamento e una tattica visibili.


Siamo in tanti ad essere pronti. E voi?

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