Penso che stiamo cadendo preda di una certa confusione tra denaro, mezzi di pagamento e infrastrutture di pagamento, e che questo fenomeno sia accelerato o accentuato a causa della tecnologia utilizzata, e in particolare da alcune tecnologie. Considero il denaro un bene pubblico e noi stessi come i dipendenti pubblici incaricati di garantirlo e proteggerlo.Il mio timore è che questa confusione di confini di cui parlavo prima possa portare a una privatizzazione del denaro. Non credo che questo sia lo scopo per cui siamo stati nominati per svolgere il compito che abbiamo, né che sia un bene per questo bene pubblico che è il denaro.
Il problema risiede in questa concezione della moneta come “bene pubblico”, la cui gestione, garanzia e protezione sono responsabilità dei funzionari delle banche centrali.
Il “bene pubblico”
Il concetto di “bene pubblico” è spesso associato a quello di interesse generale.
Contrariamente a quanto sembrano sostenere i banchieri centrali, l'interesse generale non risiede nella gestione centralizzata e nel monopolio statale della moneta. Infatti qualsiasi valuta controllata a discrezione di un'autorità centrale che non deve rendere conto a nessuno rappresenta una minaccia per l'interesse generale.
Innanzitutto definiamo cosa si intende per “bene pubblico”. Secondo Frédéric Bastiat, figura di spicco del liberalismo classico, il bene pubblico comprende tutto ciò che precede e trascende ogni legislazione umana: libertà, proprietà e “personalità”, ovvero la dignità, la vita e le capacità uniche di ogni individuo. È tutto ciò che il diritto positivo (creato dallo stato) dovrebbe proteggere e non attaccare continuamente, come invece fa. Sia per i liberali classici che per gli economisti Austriaci, l'interesse generale è stato visto in tutte le istituzioni spontanee che gli individui hanno creato nel corso delle generazioni. Pertanto qualsiasi desiderio da parte del legislatore di decostruire e ricostruire queste istituzioni in nome di un “nuovo interesse generale collettivo” costituisce un attacco al vero interesse generale emerso dall'azione umana.
Questo è, naturalmente, il caso della moneta, una delle prime istituzioni a essere manipolata, perché il monopolio sulla moneta è il monopolio più potente che un gruppo di individui possa esercitare sulle masse. Come scrisse Hayek:
In una società libera il bene generale consiste principalmente nel facilitare il perseguimento di scopi individuali sconosciuti [...].
Il bene pubblico più importante per il quale è richiesto l'intervento dello stato non è quindi la soddisfazione diretta di particolari bisogni, bensì la garanzia di condizioni in cui gli individui e i gruppi più piccoli abbiano opportunità favorevoli di provvedere reciprocamente ai rispettivi bisogni.
Ecco cos'altro scrisse Hayek in The Denationalization of Money:
Se vogliamo preservare un'economia di mercato funzionante (e con essa la libertà individuale), nulla può essere più urgente dello scioglimento del matrimonio empio tra politica monetaria e fiscale, a lungo clandestino ma formalmente consacrato con la vittoria dell'economia “keynesiana”.Contrariamente a quanto afferma Christine Lagarde, un sistema monetario di “monete private” sarebbe, al contrario, il modo migliore per promuovere e difendere la nozione di “bene pubblico” e di interesse generale. Perché?
In questo contesto di parità di condizioni, in cui la somma degli interessi individuali diventerebbe di fatto l'interesse generale, l'euro, come qualsiasi altra moneta fiat, non ha alcuna possibilità di sopravvivenza.
Traduzione di Francesco Simoncelli
Articolo completo con versione audio: www.francescosimoncelli.com



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