Un completo cambio di narrazione ha avuto luogo in questi anni, da quando all'epoca si dava contro al governo filo-occidentale che si era insediato dopo la cacciata di Janukovich in seguito agli eventi di Maidan, ad oggi, dove il mondo occidentale e i media 'tifano' per Zelensky nella guerra contro la Russia.
Trascrizione del servizio RAI (video integrale sotto):
"Immagini che sembrano lontane un secolo, 2012, l'aeroporto di Donetsk, simbolo di ospitalità costruito per gli europei di calcio, fiore all'occhiello dell'allora Ucraina unita, due anni dopo drastico cambiamento di scena: i 6 milioni di abitanti del Donbass, il distretto minerario est dell'Ucraina, per lo più di etnia russa, minacciati dal nuovo governo filo occidentale insediatosi a Kiev dopo la cacciata di Yanukovich, indicono un referendum a Donetsk e Lugansk.
Nascono due repubbliche autonome, sostenute dalla Russia e osteggiate da Europa e America, che si mobilitano a favore di Kiev per riconquistare i due territori ribelli.
Due anni, ecco come è ridotto l'aeroporto di Donetsk, ex gioiello dell'Ucraina, ora non più unità.
Uno spettacolo spettrale, impressionante, una distruzione totale che isola dal resto del mondo le due repubbliche separatiste.
Oltre 9000 morti, 22.000 feriti, 1.000.000 mezzo di profughi verso la Russia. A Donetsk si commemorano i bambini morti sotto il fuoco ucraino, 101 candidi palloncini volano verso il cielo plumbeo. Implorazione di pace, preghiera per un futuro migliore.
Nasce il viale degli Angeli, ma tutto intorno è devastazione e disperazione di villaggi ridotti come questo che si chiama Nikishino. A poche decine di chilometri da Donetsk e Lugansk, ce ne sono tantissimi, completamente sventrati dalle bombe ucraine. Eppure non tutti gli abitanti, se ne sono voluti andare".
"Vogliamo che torni la pace, che i nostri bambini possano andare a scuola", dice una signora. "Rivogliamo tutte le nostre bestie". Un uomo: "È tutta colpa dei soldati ucraini, perché sono venuti qui a distruggere tutto? Noi non vogliamo vivere con loro. Mai".
"Queste persone che hanno perso le loro case durante i violenti bombardamenti su Donetsk, soprattutto sulla periferia di Donetsk, si sono adattate a vivere da due anni in questi vecchi rifugi atomici dei tempi della guerra fredda.
La guerra, qui non si è mai fermata.
Ci uniamo a un gruppo di miliziani autonomisti che perlustrano la zona attorno all'aeroporto. Non si aspettano un attacco dei cecchini ucraini. Siamo vicinissimi alla prima linea di combattimento, di solito i combattimenti avvengono dal tardo pomeriggio fino alla sera e alla notte. Ma oggi, appena a un chilometro da qui, si è fermato un battaglione di soldati ucraini che tentano di riconquistare questa zona".
"Difendiamo i nostri bambini, i nostri vecchi, le nostre case. Non ho paura. Questo è patriottismo", dice una donna. Solo il centro di Donetsk è stato quasi risparmiato dalle bombe. Pochi chilometri quadrati, ancora belli ed eleganti, ma strozzati dalla paura e da una grave crisi economica e umanitaria. Gli ucraini vogliono riaverli intatti. Gli accordi di Minsk sono solo una vaga speranza di pace. Diplomazia? Un miraggio".
Fonte: www.ilgiornaleditalia.it
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