venerdì 7 luglio 2023

Che lingua parlavano i Neanderthal?

 
L’Homo sapiens ha incrociato più volte i Neanderthal, come ci mostra il DNA degli europei

Il modo in cui abbiamo comunicato con i nostri parenti ominidi, o loro tra loro, tuttavia, rimane un mistero, poiché l’Homo neanderthalensis si è estinto da tempo e naturalmente non rimangono tracce del suo linguaggio. 
Ciò non impedisce agli esperti di avere un’idea di come potrebbe essere stata la lingua di Neanderthal.

Secondo Antonio Benítez-Burraco, un linguista dell’Università di Siviglia che ha prodotto un documento prestampato (non ancora sottoposto a revisione paritaria per la pubblicazione) sull’argomento, è quasi certo che i nostri parenti evolutivi parlassero lingue simili alla nostra, anche se meno complesse nella loro struttura e meno flessibili in termini funzionali, cioè senza poter esprimere quanto noi. 

Non sapremo mai esattamente com’era la lingua (o anche le lingue) dei Neanderthal, ma è possibile fare alcune approssimazioni basate su dati fisiologici, ambientali e culturali delle specie estinte. 
Per arrivare a tali conclusioni sono stati studiati aspetti anatomici, socioculturali, cognitivi, ambientali e genetici, tutte queste conoscenze basate su prove raccolte da paleontologi e archeologi negli ultimi decenni ...


I Neanderthal, come commenta Benítez-Burraco nel suo articolo, hanno un tratto vocale abbastanza simile al nostro, il che suggerisce che fossero in grado di produrre i nostri stessi suoni. 
Il loro udito era anche molto vicino a quello degli esseri umani moderni, secondo i loro resti fossili, indicando che avevano la struttura necessaria per una comunicazione vocale complessa.

La forma della cavità cranica di H. neanderthalensis, tuttavia, suggerisce che il loro cervello fosse meno “globulare” del nostro. Ciò significa che il tuo talamo, la regione responsabile dell’elaborazione del linguaggio, era meno prominente, cioè più piccolo. Questa conclusione porta gli scienziati a ipotizzare che la specie estinta fosse meno capace di pensare in modo intermodale – in altre parole, in modo complesso e includendo molte variabili diverse -, diminuendo la sua capacità di creare strutture linguistiche complesse combinando concetti diversi. 

I Neanderthal non potevano adattarsi alle nuove tecnologie così come l’Homo sapiens, quindi forse non potevano esprimere concetti molto complessi con la parola. 
Gli strumenti costruiti dai Neanderthal erano relativamente semplici, suggerendo che non condividevano la nostra capacità di avere pensieri “gerarchici”, più organizzativi, e quindi non potevano creare frasi o frasi molto complicate. 
Inoltre, la mancanza di adattamento culturale nelle loro creazioni nel tempo – la dimostrazione che non hanno imparato a realizzare strumenti più sofisticati da H. sapiens , ad esempio – potrebbe significare che non sono stati in grado di innovarsi a causa di risorse di memoria funzionali meno potenti. 

Tutte queste restrizioni cognitive, secondo Benítez-Burraco, probabilmente limitavano le capacità linguistiche dei nostri parenti estinti. 
Per lo meno, dice lo scienziato, possiamo ipotizzare che le lingue di Neanderthal avessero una sintassi più semplice, un numero ridotto di categorie funzionali (come determinanti e insiemi) e suoni meno univoci. 


Di conseguenza, il loro linguaggio avrebbe una minore capacità di esprimere significati intenzionalmente complessi

La più antica arte rupestre mai trovata è stata realizzata dai Neanderthal, mostrando la loro incredibile capacità di intelligenza – anche se forse non comunicavano bene come noi, erano molto capaci nel loro ambiente. 

In termini più speculativi, il ricercatore ritiene che gli ambienti freddi, asciutti e aperti in cui viveva la specie possano aver incoraggiato un ricco consonantismo, basato su associazioni moderne tra ambiente e linguaggio. 
Secondo la teoria, le temperature più fredde sfavorivano l’uso di toni sonori per esprimere informazioni linguistiche, mentre il clima secco sfavoriva i suoni vocalici. 

Vale la pena ricordare, inoltre, che le affermazioni si basano su ciò che sappiamo attualmente sui Neanderthal e non indica una poca intelligenza dei nostri antichi ”parenti”: furono i primi ominidi a produrre arte, erano in grado di fare e capire discorsi e forse anche meditare. 
Non sappiamo perché si siano estinti, ma certamente non perché non fossero intelligenti.


Uno studio precedente (pubblicato sulla rivista «Nature Ecology & Evolution» nel 2021), rivelava già che i nostri cugini Neanderthal erano in grado di sentire ed emettere suoni vocali analoghi a quelli degli esseri umani moderni. 
La ricerca dimostrava che i Neanderthal possedevano capacità di ascolto e di linguaggio simili a quelle degli uomini moderni. Erano cioè in grado di produrre i suoni del linguaggio umano, e il loro range di udito era tale da consentirgli di elaborare il linguaggio stesso.
Leggere qui: cordis.europa.eu


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