di Daniela Marinelli
C'è un andamento inquietante che in questo periodo osservo, relativamente all'utilizzo dei social che coinvolgono i bambini.
È vero che come adulti e genitori abbiamo la podestà rispetto alle scelte che coinvolgono i nostri figli, quando sono bambini eppure, osservo sempre più, come tali scelte vadano nella direzione di mancato rispetto al bambino e di una non tutela del suo spazio privato.
Un bambino non sa cosa siano Facebook, Instagram e Tik Tok e, seppur ne conosca in qualche modo il funzionamento, non ne può comprendere realisticamente la portata e quindi non può percepire realisticamente il significato e l'impatto di una sua foto in rete e di un video che lo ritrae.
Da un po' di tempo, osservo con preoccupazione e orrore bambini esposti sempre di più, messi in scena e riprodotti costantemente, mentre parlano, cantano, ballano o compiacciono i genitori che stanno lì, con una frequenza inquietante, a filmare e postare.
Proprio la frequenza e la ripetizione con cui questo avviene ci dice che, eccitati dal numero di like e e follower e gratificati nell'orgoglio genitoriale di potersi vantare di quel figlio, di quella bellezza, di quel talento, di quell'intelligenza simpaticamente chiacchierona, non si accorgono di come la quotidianità del bambino venga turbata ...
Se ci mettiamo nei panni di un bambino che si rivolge al genitore, non è difficile immaginare come possa essere spiacevole per quel bambino non avere la piena attenzione del genitore, vederlo con quell'appendice telefonica sempre attaccata e sentire la relazione, con lo sguardo la parola e la presenza, sempre mediata da un terzo elemento, che è il cellulare.
E dalla continuità con cui postano, si conclude senza troppo sforzo che la frequenza con cui stanno lì a riprendere, invece che godersi la relazione con il figlio, è davvero tanta.
Questi i motivi più importanti, per i quali è evidente la gravità di ciò che accade.
1. Non è rispettoso per il bambino, esporlo senza che lui stesso possa comprendere l'impatto della rete e quindi dare un qualche consenso.
2. Non gli fa bene vedere il genitore sempre al telefono a fare video, per fermare momenti di vita che, per quanto carini e significativi, non devono andare necessariamente in pasto al mondo.
3. Si determinano nel bambino conseguenze emotive reali: da una parte un effetto di perdita di autenticità, sapendo di doversi esibire e essere mostrato, dall'altra un effetto stressante a dover produrre sempre qualcosa di interessante, per essere all'altezza delle aspettative genitoriali, una sorta di inseguimento dell'effetto wow per meritare di essere postato.
4. Sono presenti le premesse per il condizionamento narcisistico da genitore a figlio. Il genitore che non vede suo figlio per ciò che è, ma per quello che appare a lui e al mondo e per quanto rifornimento narcisistico possa garantirgli agli occhi del mondo, con i suoi talenti e le sue esibizioni.
Il bambino, in questo modo, fatica a essere se stesso, perché sente di dover corrispondere ad un modello esterno, esibito e postato e, soprattutto, smette di essere autentico e spontaneo.
Dai coniugi Fedez e Ferragni che sottopongono i figli ad un Truman show continuo, passando per tante altre famiglie nelle quali, pur senza cattive intenzioni, si espongono continuamente i bambini in video, stiamo assistendo ad una sottile e silenziosa violenza al bambino, perché ne viola la tutela, generando stress da prestazione e scollamento da un sé autentico.
E il dramma che scorre accanto a questa violenza è il silenzio complice e indifferente di quanti, partecipando al circo che mette in mostra i bambini a competere per i like, non si accorgono del danno implicito e reale, dando al tutto una connotazione giocosa e simpatica.
Dal canto mio, mi impegno a non guardare con indifferenza, essendo consapevole del danno che osservo compiersi.
Dunque mi impegno a segnalare al garante per l'infanzia tutte quelle situazioni nelle quali i bambini vengono esposti troppo, con troppa frequenza e con troppo stress emotivo.
Ai genitori dico di fare attenzione, di controllare meglio il proprio bisogno esibizionistico, di gestire meglio l'immagine del proprio figlio, per garantirne la tutela e limitarne l'esposizione in rete, considerando anche la presenza in essa di tante persone con tendenze pedofile.
E soprattutto chiedo di fare attenzione a vivere di più la relazione genitore-figlio nella realtà privata e autentica e meno a metterla in scena e a rappresentarla sui social.
Rispettate i bambini.
🌻
Fonte: www.facebook.com
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