giovedì 16 marzo 2023

Daisugi: l’antica tecnica giapponese che permette di ottenere legna senza abbattere gli alberi

Il Giappone viene spesso considerato come un paese caratterizzato da un forte legame con la natura.

Il daisugi, antica tecnica risalente al XIV secolo, testimonia ancora una volta la presenza permeante, all'interno della cultura nipponica, di una tradizione basata sulla coesistenza dell'uomo con il proprio ambiente.

In tempi lontani, vissuti per lo più da contadini intenti a proteggere le proprie terre e nobili samurai, il daisugi permetteva di costruire non solo mobili ed oggetti, ma anche abitazioni, sfruttando il legno proveniente dalle foreste circostanti senza incorrere nella deforestazione delle stesse ...


Daisugi: procedimento e vantaggi

La tecnica del daisugi (traducibile come "tavola di cedro"), in parte assimilabile alla più celebre arte del bonsai, veniva messa in pratica con le foreste composte da cedri.

In particolare, il metodo venne introdotto nella regione di Kitayama, dove la mancanza di selva e di aree pianeggianti portò i suoi abitanti ad elaborare una nuova tecnica per sopravvivere.

La produzione di legname moderata ma costante e la possibilità di aumentare la frequenza di raccolta possono essere considerati i vantaggi principali per l'uomo, al di là dell'evidente impatto meno travagliato per l'ambiente. Grazie al daisugi, infatti, un singolo albero rimane in grado di fornire legna anche per 300 anni.

Inoltre, lavorando sul particolare Cedro Giapponese, è possibile produrre un legno non solo maggiormente resistente, ma anche più flessibile rispetto a quello derivato dalle tecniche più classiche.

Dal punto di vista tecnico, il daisugi prevede una potatura dell'albero che permette di continuare a produrre germogli; questi si trasformano pian piano in tronchi verticali senza nodi.

Solitamente la raccolta della legna è possibile ogni 20 anni. I germogli, invece, vengono potati ogni 2 anni, lasciando intatti solo i rami posti più in alto.

La produzione delle okonoma grazie al daisugi


Uno degli oggetti emblematici del Giappone feudale ottenuti grazie al daisugi è la tokonoma, ovvero una piccola alcova rialzata solitamente posta all'interno delle washitsu, ambienti minimalisti provvisti di pergamene (kakemono) e tappeti (tatami).


In questi ambienti si è soliti mostrare anche l'artica arte dell'ikebana, ovvero la disposizione di fiori recisi per simboleggiare l'armonia tra la terra (rappresentata dal ramo più corto), l'uomo (il ramo intermedio) ed il cielo (il ramo più lungo della composizione).

La pratica del daisugi, ancora utilizzata a Kitayama, continua ad esistere anche oggi a distanza di secoli.

Permettendo alle generazioni future di alberi di sopravvivere, e allo stesso tempo mantenendo intatta la produzione di legname, questa particolare tecnica ci ricorda come sia possibile ottenere qualcosa dalla natura senza necessariamente arrivare alla sua distruzione: un messaggio mai scontato che difficilmente l'uomo moderno riesce davvero a cogliere.
La storia del Daisugi

Intorno all’anno 1300, il metodo è stato inventato dagli abitanti di Kitayama, una zona di montagne che si trova a circa 20 km a nord-ovest della città di Kyoto, per risolvere il problema della carenza di materie prime. All’epoca era molto difficile piantare e far crescere alberi sui ripidi pendii della zona e non tutti potevano avere il legno necessario per costruire le loro case.

La tecnica Daisugi nacque quindi con lo scopo di ridurre il numero di piantagioni, accelerare il ciclo di raccolta e produrre legno più resistente. Da un solo albero possono crescere dai dodici ai cento tronchi alla volta, in pratica un bosco, e si produce legna per trecento anni. “Shirosugi”, l’albero madre del cedro Kitayama ha 500 anni e in tutti questi anni non ha mai perso la sua forma.


Usi del cedro di Kitayama

Essendo un tronco levigato, è stato ampiamente utilizzato per la costruzione delle sale da tè sin dal periodo Muromachi. Purtroppo, negli anni la richiesta di legno prodotto con questa tecnica è notevolmente diminuita, ma grazie al lavoro delle persone locali e a quello di diverse organizzazioni, che ne hanno trovato altri usi, non è scomparsa completamente.

Il legno ottenuto con questa tecnica è del 40% più flessibile e due volte più resistente di quello del cedro normale. Inoltre, la sua forma diritta lo rende un materiale perfetto per travi e soffitti che devono rispettare certi parametri estetici ed essere resistenti allo stesso tempo. Grazie alla sua bellezza, il Daisugi riscuote grande successo nei giardini delle case dal momento che gli alberi potati con questa tecnica acquisiscono una forma molto particolare e attraente.

In un mondo dove tutto va veloce e in cui bisogna salvaguardare le nostre foreste e far fronte ai cambiamenti climatici, il Daisugi dimostra un grande e prezioso potenziale.
(www.greenme.it)


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