Anche il carbone sta diventando "green"? ...
Nel mondo in cui qualcuno continua a sostenere l’ambientalismo spinto, ignorando le attuali criticità a livello energetico, si riscopre il combustibile più inquinante.
Nel mondo in cui qualcuno continua a sostenere l’ambientalismo spinto, ignorando le attuali criticità a livello energetico, si riscopre il combustibile più inquinante.
Il consumo e la produzione di carbone nel mondo hanno raggiunto una cifra record nel 2022, che ammonta a 8 miliardi di tonnellate.
Si tratta di una crescita dell’1,2% rispetto al 2021 e, nonostante l’aumento non sia considerato eccessivo, è sufficiente per far sì che sia stato raggiunto il nuovo picco. L’Agenzia internazionale dell’energia afferma che è stato superato pure il 2013, anno di un boom, con la Cina che arrivò da sola a estrarre quasi 4 miliardi di tonnellate di carbone.
Il record di quest’anno deriva dalla crisi energetica, dal rialzo del prezzo del gas e dalla ricerca di alternative a quello russo. Tutto ciò ha spinto la domanda del combustibile fossile a livelli senza precedenti. Nel 2022 l’Europa si distingue perché la domanda di carbone è aumentata per il secondo anno consecutivo ...
Per il nostro continente si tratta di una beffa, dato che la politica europea è sempre in prima fila quando si parla di ambiente, transizione ecologica e de-carbonizzazione. La realtà, però, è un’altra e dice che in Paesi come Italia, Germania, Francia, Olanda e Austria sono state riavviate le centrali a carbone, contribuendo all’aumento delle emissioni di Co2 dell’8% nel primo trimestre di quest’anno.
Solo lo scorso ottobre, in Italia (dove ci sono sei centrali attive) lo sfruttamento del carbone è cresciuto del 56,6% rispetto al 2021. Secondo l’Agenzia internazionale dell’energia, il consumo di carbone si manterrà stabile su questo livello almeno fino al 2025, continuando a essere la principale fonte di emissione di anidride carbonica del sistema energetico globale, tornando poi sotto ai livelli del 2020. Questo per quanto riguarda le economie avanzate, mentre nei Paesi emergenti dell’Asia la domanda aumenterà.
Chiaramente, gran parte della riduzione dell’inquinamento dipenderà dai maggiori produttori come Cina, India e Indonesia ma non tranquillizza che l’ultima Cop 27 sia stata un mezzo fallimento anche per la mancata presenza al tavolo di grandi inquinatori come Pechino e la Russia. In base agli ultimi dati del rapporto Aie è chiaro come le energie pulite e rinnovabili possano essere associate alla parola futuro, mentre nel presente bisogna ancora fare i conti con il carbone.
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