domenica 11 dicembre 2022

Come difendersi dall'avanzata delle anime morte

 di Augusto Bassi

Come da previsioni, per la Consulta fu tutto regolare. Privare milioni di persone dei diritti fondamentali su basi divinatorie – e smaccatamente vessatorie – obbligarle ad un trattamento sanitario inabile a fermare la trasmissione del virus e dannoso per la salute, ricattarle con la minaccia della fame e dell’esclusione sociale, fu legale. Di più: fu “ragionevole e proporzionato”.

Le bertucce mannare della stampa da marciapiede si sono immantinente tuffate sui tasti con la bava al tafanario strillando: “E ora i complottisti zitti!”. Come se questa sentenza non arrivasse proprio a certificare la ciclopica piccineria del “complotto”.

Lo Stato si assolve con formula piena

Certo bisognerà aspettare le motivazioni della sentenza, ma lo Stato che giudica se stesso e si assolve con formula piena appare già loro come una gloriosa epifania di giustizia, perché conoscono solo la giustizia del pecoresco. 
Si compiacciono dello Stato di diritto in cui vivono come i mariti cornuti celebrano la virtù delle loro mogli ...


Mentre per l’uomo giusto è stato insopportabile ascoltare quei pedestri togati di apparato che hanno avuto viltà sufficiente per citare, a mo’ di argumentum ad misericordiam, la “solidarietà fra consociati” come ratio politico-sanitaria di provvedimenti nazi-dementi che andavano a intimidire, ghettizzare e infine maledire i consociati obiettori di vaccino.
 

Denis Diderot ebbe ad affermare che nessun uomo sarà mai libero finché l’ultimo filantropo non verrà strangolato con le budella dell’ultimo epidemiologo; o qualcosa del genere. Ma la riflessione di oggi per Byoblu precipita con l’ottusa precisione di un super greenpass su di una fallacia subliminale quanto sostanziale. L’uomo libero come vittima del Potere, del sovrano, della Cupola, della iattanza di regime; quando è diverso e ben più diffuso il parassita che infesta i suoi orizzonti.

Questi ultimi due anni che cosa ci hanno insegnato, amici della libertà, oltre ogni ragionevole dubbio? Con un’evidenza puntuta a tal punto che di fronte ad essa ci lascerebbe le penne anche la wissenschaftliche Weltauffassung di un tacchino induttivista? Ci hanno insegnato che non è la macchinazione del potente a schiacciare, a spappolare l’uomo libero, ma l’eterno strisciare del piaggiatore cistifellico, del lacchè incarognito, del servo solerte.

dal film di George Romero "La notte dei morti viventi" - 1968

L’esercito dei morti viventi

Perché chiunque trami, chiunque complotti, chiunque ambisca a modellare il mondo a foggia dei propri interessi o dei propri deliri, abbisogna di un esercito. Di terroristi auto-esplodenti. Di avvelenatori avvelenati. Di vivi morenti che attacchino chi resiste.

Il genio del male di media intelligenza che governa quest’epoca farsesca ha capito lo stretto necessario; ha trascritto su un quadernino digitale le regoline goebbelsiane e le ha sparate con il cannone di una tecnologia che oggi arriva fin sotto il cuscino delle vittime. Ha usato i principi della semplificazione, del nemico unico, del metodo di contagio, della trasposizione, del travisamento e tutti quelli a seguire con feroce costanza e inframmettenza.

Così facendo ha potuto contare su quanti poteva contare. Gente che avrebbe odiato con tutte le viscere non tanto chi li ammorbava mandandoli al sacrificio, ma chi si rifiutava di farsi ammorbare. “Infettateli tutti, Dio riconoscerà i suoi”, fu verosimilmente il motto-grilletto. E così è stato.

Per cui oggi abbiamo le esatte, catastrofiche proporzioni della malefica marea che ci circonda. Non sono dunque i cravattari transumani alla Klaus Schwab, gli imbelli androidi caricati a molla come Biden, von Der Leyen, Macron, Trudeau, Sanna Mirella o Mattarella; non sono i Draghi, gli Speranza, i D’Alberti… a fare il lavoro sporco.

E ancora – scendendo le scale dell’umano decoro – non sono i Giannini, i Formigli, i Mentana, i Parenzo, i Burioni, i Bassetti, i Pregliasco, i Ricciardi, a rendere questo male un octopus vulgaris capace di sputare inchiostro nero su qualunque verità possibile. No. Sarebbero innocui, impotenti, questi potenti e i loro staffieri, contro la verità; sarebbero impotenti come vampiri che cercassero di fermare la luce del sole con le loro marcescenze, con la loro “marcescienza”. 

L’inchiostro nero su qualunque verità possibile, che genera l’eclissi del pensiero, viene infatti riversato sul senso comune e sul libero arbitrio dall’incalcolabile numero di polipi uterini che abitano il nostro ecosistema. Sono i vermi da guardia dell’oppressione. Parassiti ignari, infidi e fatali. Che esistono solo nell’inconsapevole disprezzo, nell’inconsapevole rifiuto della vita, e si attaccano ad ogni propaganda, ad ogni siringa che permetta loro di iniettare quel disprezzo, quel rifiuto.

Quelli che…

A logorare le difese dell’uomo libero sono quelli che esultano come sonnambuli drogati per la decisione della Consulta. Quelli che restavano a casa e scaricavano Immuni. Quelli che ti auguravano la terapia intensiva se non ti siringavi come loro. Quelli che c’è un invasore e un invaso. Quelli che i russi sono tutti complici di un macellaio e meritano la morte.

Quelli che amano la diversity, purché non sia diversa da loro. Quelli che aliterebbero lingue di fuoco dal culo per aiutare il braccio secolare a bruciare vivi i no-vax, che farebbero splendere bagliori al magnesio e funghi atomici su popoli interi per amore della pace. Quelli che salirebbero sul carro di qualunque pandemia, che sobillerebbero qualunque conflitto, che appoggerebbero qualunque satrapo permetta loro di sopprimere, di mutilare, di schiavizzare, di cadaverizzare l’umanità a loro immagine e somiglianza. 

"Sembrerà forse che io proponga un ritratto oscuro dell’uomo, troppo tragico, dato che, per il suo conformismo, per la docilità verso un’amministrazione ogni giorno più tirannica, sembrerebbe in realtà una creatura inoffensiva. Il fatto è che le rivolte e i terrori che lo ispirano appaiono alla superficie della coscienza, ma affondano nel suo subconscio.


L’orrore ha reso possibile il miracolo

Ognuno di questi mediocri, preso per sé, non ispirerebbe nessun sospetto, parrebbe addirittura dissimulare buoni sentimenti autentici dietro il violento buonismo di maniera. Ma dalla loro massa anonima, come da una marmitta di strega, è infine uscito spontaneamente l’orribile e l’atroce.

Questi conformisti, tanto attenti a non distinguersi in niente gli uni dagli altri, resteranno legati per sempre al ricordo del più grande crimine della storia, perché le generazioni future rifiuteranno certamente di distinguere fra i deboli o gli imbecilli che hanno subito un crimine per mancanza di coraggio necessario a prevenirlo e tutti quei miserabili che si vantano di averlo volontariamente perpetrato, mentre essi ne sono solo gli strumenti ciechi.

A partire da questo crimine, tuttavia, noi possiamo giudicare la bruttezza delle visioni che inquietavano questi mediocri a loro insaputa e il carattere mostruoso della loro frustrazione».

Come difendersi allora dalla strisciante e cieca avanzata di una vita morente? Con una rivoluzione della libertà, nelle parole di Georges Bernanos. Instaurando una società nella società, come ha scritto Claudio Messora nell’articolo “Ci avevate creduto. Ma il vero miracolo inizia adesso”, che invito a leggere e interiorizzare. 
Perché l’orrore ha reso possibile il miracolo. Dio ha riconosciuto i suoi ed è il momento di guardarsi negli occhi e tenersi per mano.

L’unico contravveleno all’avanzata delle anime morte è la «comunione dello spirito, la fratellanza, la solidarietà» fra chi non si è fatto infettare dal male, chi si è riconosciuto vivente, libero e fratello. 


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