Fonte: Grafico per gentile concessione di multipl.com, con annotazioni di BullAndBearProfits.com
Offerta di denaro e tassi d'interesse a breve termine Forse la FED non può controllare l'economia, ma almeno può controllare l'offerta di denaro e i tassi d'interesse a breve termine, giusto? Non proprio.
La FED controlla la base monetaria, che è valuta più i depositi bancari presso di essa. L'offerta di denaro M2 è 3,6 volte più grande della base monetaria e l'offerta di denaro più ampia è alimentata dal desiderio delle banche commerciali di prestare e quello delle persone di prendere in prestito. La FED non ha alcun controllo su queste dinamiche.
La FED controlla anche il tasso sui fondi federali, che è il tasso d'interesse di riferimento al quale le banche commerciali prendono in prestito e si prestano a vicenda. Ma come mostrato di seguito, la FED segue i tassi d'interesse guidati dal mercato, come il tasso del Tesoro USA a due anni (linea rossa), quando imposta il tasso sui fondi federali (linea nera), poiché non ha modo di sapere dove dovrebbero essere i tassi.
Fonte: Grafico per gentile concessione della piattaforma FRED, con annotazioni di BullAndBearProfits.com
Il vero scopo della FED
Il vero scopo della FED è consentire alle banche di concedere prestiti creando denaro dal nulla e poi salvarle quando i loro prestiti vanno a male.
Ha avuto un certo successo in tal obiettivo, come abbiamo visto con i salvataggi bancari durante la Grande Recessione.
Come ha spiegato Murray N. Rothbard:
Le banche possono espandersi comodamente all'unisono solo quando esiste una banca centrale, essenzialmente una banca statale, che gode di monopolio e di una posizione privilegiata imposta dallo stato sull'intero sistema bancario.
L'altro scopo principale della FED è aiutare il governo degli Stati Uniti a prendere in prestito. Anche qui ha avuto un certo successo, poiché il rapporto debito pubblico/PIL è più che triplicato negli ultimi quarant'anni, superando il 120%.
La FED riesce solo ad abbassare il tenore di vita
Due delle principali conseguenze negative della creazione di denaro da parte della FED sono l'inflazione dei prezzi e il ciclo economico boom/bust, effetti che abbassano significativamente il tenore di vita. L'inflazione dei prezzi aumenta il costo della vita ed erode i risparmi, mentre il ciclo economico spreca risorse scarse incoraggiandone l'allocazione in cattivi investimenti.
Dalla nascita della FED nel 1913, il dollaro ha perso il 97% del suo potere d'acquisto. Inoltre le politiche della FED hanno aiutato a creare la Grande Depressione degli anni '30 e la Grande Recessione del 2008-2009.
La teoria Austriaca del ciclo economico spiega come il ciclo economico sia causato dalle banche che creano denaro dal nulla, il che porta a un boom insostenibile che alla fine si trasforma in un bust. Quest'ultimo arriva perché il denaro creato ex novo non genera le scarse risorse (terra, lavoro e capitale) necessarie per completare tutti i progetti che le imprese hanno intrapreso con il denaro creato ex novo.
Come ha spiegato Ludwig von Mises:
Il movimento ondulatorio che interessa il sistema economico, il ripetersi di periodi di boom seguiti da periodi di depressione è l'esito inevitabile dei tentativi, ripetuti più volte, di abbassare il tasso d'interesse lordo di mercato attraverso l'espansione del credito.
Previsioni della FED
Dopo aver esaminato i fallimenti della FED, vediamo quanto hanno avuto successo i suoi leader nel prevedere l'economia.
Alan Greenspan è stato presidente della FED dal 1987 al 2006. Ha presieduto il crollo del mercato azionario del 1987, la crisi delle S&L, la recessione dei primi anni '90, la bolla tecnologica della fine degli anni '90, la recessione dei primi anni 2000 e la prima metà della bolla immobiliare degli anni 2000. Naturalmente la stampa lo chiamava “maestro” per il suo lavoro.
Vicino al picco della bolla tecnologica nel gennaio 2000, Greenspan si vantava di aver progettato una lunga espansione economica che non vedeva fine. Come affermò poco prima che l'indice azionario NASDAQ crollasse dell'80% e iniziasse la recessione dei primi anni 2000: "Ci sono pochi segni evidenti di tensione che in genere fanno presagire un'imminente recessione economica".
In risposta alla recessione che non vide arrivare, Greenspan abbassò il tasso sui fondi federali dal 6,50% nel 2000 all'1,00% nel 2003, cosa che contribuì a gonfiare la bolla immobiliare. Poi Greenspan incoraggiò i proprietari di case a stipulare mutui a tasso variabile all'inizio del 2004, appena prima di rialzare il tasso sui fondi federali al 5,25% nei due anni successivi, cosa che innescò il crollo immobiliare.
Nel 2007 Greenspan disse quanto segue riguardo le banche che prestavano a mutuatari subprime: "Sebbene fossi consapevole che molte di queste pratiche erano in corso, non avevo idea di quanto fossero diventate significative fino a quanto non è stato troppo tardi [...]. Non l'ho davvero capito fino alla fine del 2005 e del 2006".
Almeno Greenspan è stato onesto sull'incapacità della FED di prevedere l'economia: "La gente non si rende conto che non possiamo prevedere il futuro. Il numero di errori che ho fatto è a dir poco incredibile". Greenspan ha anche ammesso che i mercati sono molto più ampi e potenti della FED: "Il valore di mercato dei titoli globali a lungo termine si avvicina a $100.000 miliardi [quindi questi mercati] ora sommergono le risorse delle banche centrali".
Ben Bernanke è stato presidente della FED dal 2006 al 2014, quindi ha presieduto la Grande Recessione, la peggiore recessione economica dagli anni '30 fino a quel momento.
Nel 2002, in un discorso intitolato "Deflazione: assicurarsi che non succeda qui", Bernanke si vantava che il diritto della FED di creare denaro dal nulla avrebbe impedito la deflazione: "Il governo degli Stati Uniti ha una tecnologia, chiamata stampante monetaria, che gli consente di produrre tutti i dollari che desidera senza alcun costo [...] in un sistema di cartamoneta, uno stato determinato può sempre generare una spesa maggiore e, quindi, un'inflazione positiva". Naturalmente, data la capacità della FED di controllare l'economia, “è accaduto” nel 2009, con i prezzi che sono scesi del 2% sulla scia della Grande Recessione.
Nel 2006 Bernanke respinse la teoria della curva dei rendimenti invertita, conosciuta praticamente da tutti gli economisti come uno dei migliori predittori di una recessione: "Non interpreterei la curva dei rendimenti, attualmente molto piatta, come un'indicazione di un significativo rallentamento economico in arrivo". Nel giugno 2008, sette mesi dopo la Grande Recessione, Bernanke disse: "Il rischio che l'economia sia entrata in una sostanziale recessione sembra essere diminuito nell'ultimo mese circa".
Janet Yellen è stata presidente della FED dal 2014 al 2018, quindi ha avuto meno tempo per causare gravi danni. Ma fedele al verbo keynesiano, disse che non aveva idea che il bust immobiliare avrebbe portato a una grave recessione: "Non ho visto nulla di tutto ciò fino a quando non è accaduto".
Jerome "Jay" Powell è presidente della FED dal 2018. Ha contribuito a invertire la curva dei rendimenti nel 2019 e ha presieduto al crollo e alla recessione del Covid, nonché ai tassi d'inflazione più alti degli ultimi quarant'anni.
All'inizio di novembre 2021, quando l'inflazione era superiore al 6,0%, Powell e la FED la definivano "transitoria" e causata dal Covid, non dall'aumento del 40% dell'offerta di denaro. A marzo 2022, con l'inflazione in aumento del 7,9%, Powell ha infine iniziato a rialzare il tasso sui fondi federali dello 0,25%, intenzionato a rialzarlo fino al 2,75% entro la fine del 2023. Dato il record storico delle previsioni, Powell pensa di poter rialzare i tassi in modo aggressivo e raggiungere l'elusivo "atterraggio morbido": rallentare l'inflazione senza far finire l'economia in recessione, nonostante la curva dei rendimenti già appiattita.
| ConclusioneLa Federal Reserve non può controllare l'economia e nemmeno l'offerta di denaro e i tassi d'interesse. I suoi leader non possono prevedere l'economia, anche se i media e Wall Street si aggrappano a ogni loro parola. Ma la FED può abbassare il tenore di vita distruggendo il valore del dollaro e provocando il ciclo di boom/bust. La teoria economica e la storia economica hanno dimostrato che la pianificazione centrale non funziona nel creare stabilità o prosperità e ciò include anche la politica monetaria pianificata a livello centrale.
Traduzione di Francesco Simoncelli Fonte: www.francescosimoncelli.com
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