domenica 20 marzo 2022

Gli Xenobot, i primi robot organici, hanno imparato a riprodursi

Gli Xenobot ora si riproducono, e in un modo che non si era mai osservato finora nel regno vegetale o animale. 

Gli scienziati hanno presentato l'incredibile scoperta scientifica all'inizio dell'anno scorso: gli xenobot sono sostanzialmente delle macchine biologiche, create a partire dalle cellule staminali di una rana (per la precisione Xenopus Laevis), larghe meno di 1 millimetro, e già nelle fasi iniziali mostravano capacità impressionanti - erano in grado di muoversi autonomamente, collaborare in gruppi verso un obiettivo comune e ripararsi (curarsi?) da soli.

Gli scienziati che li hanno creati, un team di ricercatori divisi tra l'università del Vermont, la Tufts e l'Istituto Wyss di Harvard, dicono che gli Xenobot si sono inventati, in tutta autonomia, un sistema riproduttivo completamente nuovo

In estrema sintesi: le macchine organiche raccolgono le cellule staminali e le organizzano in una palla. Questo gruppo di cellule in un certo senso "matura" e a un certo punto diventa uno Xenobot a sua volta. Il principio di base, la replicazione cinetica, è un fenomeno che è effettivamente noto, ma solo a livello molecolare. 
Non si era mai osservato a livello di un organismo intero, ma nemmeno a quello di una semplice cellula ...


Fondamentale è stato ideare una forma consona. 

I primi Xenobot erano più o meno sferici, quindi raccogliere e raggruppare le cellule libere era molto difficile. Aiutati dall'intelligenza artificiale, i ricercatori sono giunti a una forma a C che ricorda un po' quella di Pac-Man. È importante osservare tuttavia che sì, i ricercatori hanno dato una mano per la forma, ma "l'idea" di riprodursi in quel modo è nata dagli Xenobot. 
Per dirla con le parole degli scienziati, la forma dell'organismo è il suo "codice" - l'insieme di istruzioni che ne determina lo scopo.

Il successo di questo metodo riproduttivo dipende dal tipo di cellule di partenza: le staminali infatti sono "generiche", non specializzate, e hanno la capacità di trasformarsi in diversi tipi di cellula a seconda delle necessità. Il processo di "gestazione" richiede appena qualche giorno.

Per il momento gli Xenobot, per quanto affascinanti, rimangono una scoperta che non ha un'implementazione pratica. 

Ma secondo i ricercatori le ramificazioni di questa tecnologia potrebbero essere molteplici - dalla raccolta di microplastiche nell'oceano alla medicina rigenerativa. 

È tuttavia interessante osservare che la ricerca è stata co-finanziata anche dalla DARPA (Defense Advanced Research Project Agency), agenzia federale che si occupa dello sviluppo di tecnologia con impieghi militari.

Intanto, per quanto riguarda le (comprensibili) preoccupazioni circa un organismo biotecnologico in grado di replicarsi autonomamente, i ricercatori assicurano che l'esperimento è stato condotto in un ambiente di laboratorio controllato al massimo, ed è facilmente eliminabile, trattandosi di tessuto organico biodegradabile.

Fonte: www.hdblog.it

Lo studio è stato pubblicato sulla rivista scientifica peer-reviewed PNAS.

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