sabato 14 agosto 2021

Tachipirina: quando si rischia l’avvelenamento


Molti ne abusano e la somministrano anche ai bambini al primo accenno di febbre. Ma il paracetamolo, principio attivo della tachipirina, può comportare gravi rischi per la salute. Ecco quali sono.

A tutti noi è capitato di ricorrere alle medicine per abbassare la febbre o per far passare mal di testa e altri dolori. Il paracetamolo, principio attivo contenuto in tanti farmaci molto diffusi come la Tachipirina, è il farmaco da banco più venduto in tutto il mondo e, assieme all'aspirina (acido acetilsalicilico), è in cima ai trattamenti di automedicazione; è largamente utilizzato per contrastare gli effetti del raffreddore o per il trattamento del dolore acuto e cronico, è molto facile da reperire ed è percepito come sicuro, tanto da poter essere somministrato anche ai bambini e alle donne in gravidanza. 

Se usato in modo appropriato, rispettando i dosaggi indicati, il paracetamolo non presenta particolari pericoli per la salute, ma quando non si rispettano le dosi raccomandate, o si soffre di determinate patologie, i rischi aumentano, soprattutto per il fegato. Il Centro Antiveleni dell’ospedale Niguarda di Milano registra ogni anno, in media, circa 8mila sovradosaggi da farmaci e il paracetamolo è il primo nella lista dei medicinali coinvolti negli errori di somministrazione sui bambini sotto i 6 anni. Ma anche per quanto riguarda gli adulti, la situazione non è da meno ...


Il sovradosaggio spesso si verifica accidentalmente, o perché, trattandosi di un farmaco venduto liberamente, viene percepito come sicuro e se ne assume più della dose consigliata, oppure perché si assumono medicinali diversi, tutti contenenti paracetamolo, esponendo così l’organismo ai rischi da sovradosaggio. 

I sintomi da intossicazione da paracetamolo includono nausea, vomito e dolore addominale e posso indicare un danno epatico già in corso che, nei casi più gravi, può portare alla necessità di un trapianto di fegato o alla morte.

Attenzione alle dosi

Come indicato, il principale rischio del paracetamolo è quello dell'epatotossicità, nel caso in cui il farmaco venisse assunto in dosi superiori a quelle raccomandate, in presenza di patologie del fegato o dei reni e se il paziente ha problemi di alcolismo.

Secondo uno studio svolto da un’equipe di ricercatori dell’Australian Institute of Health and Welfare, che di fatto ha confermato i sospetti sollevati da precedenti ricerche internazionali, il paracetamolo può causare gravi danni al fegato: un soggetto che dovesse assumere quotidianamente dosi superiori ai 4 grammi sarebbe, infatti, esposto a gravi conseguenze epatiche. 

Inoltre, oltre alle dosi possono essere rischiosi anche i tempi d'uso: uno studio condotto da ricercatori della Scuola di Medicina dell'Università di Leed, Regno Unito, ha dimostrato che l'uso prolungato del paracetamolo è associato a un rischio maggiore di problemi cardiaci, gastrointestinali e renali.

Molti soggetti con avvelenamento da paracetamolo possono non sviluppare alcun sintomo nelle prime 24 ore successive al sovradosaggio, mentre altri possono inizialmente riportare sintomi aspecifici come vago dolore addominale e nausea. 

Visti i risultati, i ricercatori suggeriscono la necessità di utilizzare il paracetamolo solo se strettamente necessario e di una sensibilizzazione degli utenti, informandoli dei rischi legati al sovradosaggio del farmaco, comunque utilissimo per far fronte a molteplici problemi, e indirizzandoli ad un uso più consapevole dei medicinali. 

Fonte: www.today.it


Un'attenzione particolare ai bambini

Gli effetti tossici del paracetamolo sono ampiamente noti da decenni, e gli ultimi studi risalgono ad una pubblicazione del 2010 da parte del New Zeland Ashsma and Allergy color Study Group a cura del dott. Wickens e Colleghi sulla rivista “Clinical & Experimental Allergy” . Quello che spiegano, in sintesi, è che il paracetamolo (quindi la tachipirina) è un potente farmaco ossidante e consuma le scorte del nostro più potente antiossidante: il GLUTATIONE
E quando questo scarseggia, il paracetamolo svolge la sua azione epatotossica.

“L’effetto epatotossico è esplicato da un metabolita del paracetamolo (l’N-acetil-p-benzochinone), che viene neutralizzato da un sistema epatico glutatione-dipendente. Dopo che le scorte intraepatocitarie di glutatione si sono esaurite il metabolita si lega con le proteine del citosol epatocitario ( dopo circa dieci ore dall’assunzione) e svolge al sua azione epatotossica”.( L’Annuario dei Farmaci , dott. Roberto Gava).

I pericoli di vaccini + tachipirina

Il dott. Gava aggiunge che il paracetamolo viene somministrato anche ai neonati, pur sapendo quanto questi scarseggino di sostanze antiossidanti come il glutatione. Tra l’altro sembra che la tachipirina sia somministrata ai bambini piccoli dopo aver fatto i vaccini di routine, con conseguenze a dir poco disastrose e vi spiego perché.

Sappiamo che la cisteina (un aminoacido essenziale che permette la produzione di glutatione da parte del fegato e del cervello) viene sintetizzata da un enzima, la metionina sintetasi, e che il mercurio contenuto nei vaccini blocca l’attivazione di questo enzima con la conseguenza di una maggiore probabilità di alterare lo sviluppo cerebrale con incremento di autismo e del disturbo da iperattività (ADHD), patologie che sono enormemente aumentate in questi ultimi anni. Tra l’altro i bambini autistici hanno il 20% in meno di cisteina disponibile e il 54% di livelli più bassi di glutatione e questo comporta una maggiore incapacità del loro organismo di espellere metalli tossici come il mercurio (sia alimentare che dei vaccini).

Ne consegue che questi soggetti non dovrebbero mai assumere tachipirina almeno nei primi anni di vita, sicuramente non prima di aver superato i due anni. Infatti sotto i sei mesi, un bimbo non è in grado di espellere il mercurio vaccinale poiché il fegato è ancora “immaturo”. 
È dimostrato, tra l’altro, che il mercurio entra molto facilmente e si accumula nei tessuti cerebrali dei bambini (ma non solo) dato che la loro barriera encefalica è più recettiva.

In più, il mercurio, a dosi elevate altera la mitosi cellulare in un cervello in accrescimento come è quello di un bambino. Studi scientifici del 2008 e del 2009 hanno dimostrato che l’assunzione di paracetamolo aumenta la probabilità dei bambini piccoli di ammalarsi di autismo. 

Eppure la tachipirina spesso viene data dopo l’assunzione dei vaccini per “spegnere” gli effetti visibili e tranquillizzare quei genitori totalmente ignari di ciò che potrebbe succedere in quei soggetti più predisposti a livello immunitario ai danni dei vaccini. 
Febbre alta? Tachipirina. 
Il bambino piange? Tachiprina. 
Abitudine che spesso non finisce con l’età, perché molti adulti assumono tachipirina ai primi sintomi di mal di testa, mal di schiena o semplicemente per qualche linea di febbre.

Pochi giorni fa è uscita una notizia su Informasalus, che riporta uno studio coordinato dal dott. Julian Crane : “Farmaci con paracetamolo: rischio asma e allergie per i bambini”. Il dott. Crane spiega che secondo le sue ricerche, i bambini che hanno utilizzato il paracetamolo prima di aver compiuto i 15 mesi di età ( il 90%) hanno il triplo di probabilità in più di sviluppare una sensibilità agli allergeni e il doppio di probabilità in più di sviluppare sintomi come l’asma verso i sei anni rispetto ai bambini che non hanno assunto tachipirina e simili farmaci con paracetamolo.

Tutte queste notizie dovrebbero farci riflettere, anche perché si tratta di un farmaco che più che un’azione antinfiammatoria ha un’azione antipiretica e analgesica. 

Quindi attenti agli abusi, poiché è una sostanza che svolge sempre e comunque un effetto epatotossico.

Il consiglio del dott. Roberto Gava (specializzato in Cardiologia, Farmacologia Clinica, Tossicologia Medica, si è perfezionato in Omeopatia Classica, Agopuntura Cinese, Ipnosi Medica) è quello di non somministrare paracetamolo ai bimbi piccoli, specie se immaturi o se hanno assunto farmaci per tempi prolungati o se sono stati sottoposti a vaccini da meno di un mese non vaccinare i bambini sotto i due anni di età non accettare mai più di uno o massimo due vaccini per volta far eseguire a bambini esami ematochimici per capire le capacità antiossidanti e quanto sia maturo il loro sistema immunitario e la loro capacità epatica di espellere le tossine.

Infine, cercate medici che abbiano una visione più aperta alle conoscenze di Medicina Naturale e di Omeopatia in generale, che sappiano seguire i genitori nel gestire le malattie dei primi anni di vita, aumentando le difese immunitarie del bambino senza imbottirli di farmaci come la tachipirina a tutti i costi.

CONSIGLIO PER I GENITORI: approfondite le vostre conoscenze personali sulle possibilità di cure alternative non tossiche, per voi e i vostri figli. Molti problemi si potrebbero risolvere soltanto rivedendo errate convinzioni ormai radicate nell’inconscio collettivo dalle case farmaceutiche e dagli enti governativi, e adottando uno stile di vita più corretto, evitando l’assunzione continua di farmaci tossici come la tachipirina (ma non solo). Le alternative ci sono, ed alla portata di tutti. Pensateci.

 

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