mercoledì 23 settembre 2020

Il Timo, ghiandola che gestisce la nostra salute psicofisica

IL SEGRETO DELLA CRAVATTA

di Guglielmo Menegatti

La cravatta è un oggetto conosciuto da tutti e generalmente si pensa che la sua funzione sia quella d’importante accessorio per migliorare l’eleganza maschile.

La cravatta però oltre a essere un complemento all’abbigliamento (in qualche modo) suddivide gli uomini in due gruppi: quelli che la amano e quindi la indossano e quelli che invece la odiano; se si pone un minimo d’attenzione o si fa anche una semplice analisi psicologica si scoprirà facilmente che esiste un’importante differenza caratteriale fra chi porta e chi non porta la cravatta.

I portatori di cravatta in genere sono molto riflessivi e operano per il futuro mentre gli altri cercano di godere il presente come se (per loro) il futuro non esistesse.

Per proporre una sintesi della differenza caratteriale che contraddistingue i due gruppi si può dire che i primi (gli amanti della cravatta) vedono la loro fine terrena lontana nel tempo e quindi si aspettano una vita lunga mentre gli altri aspirano a una vita breve anche se intensa ...



IL TIMO

Il Timo è una ghiandola molto importante per la vita degli esseri umani e il suo principale compito è quello di gestire il sistema immunitario.

Il Timo dunque si occupa della nostra difesa contro gli attacchi esterni ma anche da quelli interni regolando la virulenza degli anticorpi secondo le necessità.
Quando il Timo funziona bene ci sentiamo felici e pronti ad affrontare le difficoltà con l’adeguata energia.
In passato si riteneva che il Timo era attivo solo durante il periodo dell’infanzia per scomparire letteralmente(diminuire le sue dimensioni) alla fine della pubertà; oggi però sappiamo che pur diminuendo le sue dimensioni esso è attivo ed estremamente importante per tutta la vita.

STORIA DELLA CRAVATTA

La Cravatta che conosciamo e che ci è famigliare è in realtà un’evoluzione raffinata di molti altri oggetti di grande diffusione che hanno avuto origine nel più remoto passato e prima di descrivere anche se in sintesi la storia ufficiale della Cravatta citeremo alcuni di questi oggetti che hanno in comune molte analogie funzionali che sono:
– Collane con ciondolo metallico o in pietra o in altro materiale ,
– pettorali per uso rituale o religioso,
– sciarpe,
– foulard, ecc.

La parola “Cravatta” deriva da “kravatska” che semplicemente indica la nazione “Croazia” che in Croato si scrive “krvat”.

A riportare in auge la Cravatta furono dei mercenari Croati che dimostrarono in battaglia grande coraggio e senso tattico.

Le vittorie clamorose di questi soldati che portavano appunto la Cravatta fu di stimolo per la reintroduzione di questo capo d’abbigliamento e della sua conseguente diffusione che iniziò dopo il 1648 in Francia per estendersi poi al resto d’Europa e infine al mondo intero.

 Cronologicamente prima dei Croati intorno al 100 DC la Cravatta che all’epoca si chiamava “Focale” era già in uso dai legionari Romani presenti nelle regioni del nord Europa.


Prima dei Romani circa nel 250 AC la cravatta faceva parte dell’abbigliamento di un famoso esercito Cinese del quale oggi noi conosciamo nel particolare sia le armi sia il modo di vestire.

Le informazioni in nostro possesso derivano da un stupefacente ritrovamento archeologico consistente in una moltitudine di statue in terracotta che riproducono questi militari con grande precisione e dettaglio.



Quasi a voler confermare la connessione tra forza-coraggio e Cravatta il prototipo che è simile a quello moderno e che tutti conosciamo fu introdotto intorno ai primi anni del 1800 da un pugile di nome James Belcher.

James Belcher oltre ad essersi distinto per abilità è ricordato per il suo incredibile coraggio perché continuò a combattere anche dopo la perdita di un occhio in un incidente.

Dal 1800 in poi il Fuoulard annodato nei modi più diversi si diffonde sempre più e seppur con diverse fogge continua a essere un simbolo di lotta indossato da militari, gruppi politici e rivoluzionari in tutto il mondo.

LOCALIZZAZIONE ANATOMICA DELLA GHIANDOLA TIMO

Il Timo è situato in gran parte dietro lo Sterno mentre per una sua piccola appendice sporge dallo Sterno ricoprendo il tratto finale della Trachea che alla base del collo.


Dalla sua posizione il Timo è praticamente in contatto con i polmoni e con due importanti vene cardiache e per dirlo con parole semplici questa ghiandola è in grado di rilevare ogni variazione del ritmo del cuore e della respirazione di conseguenza può individuare istantaneamente sia la presenza di uno stato di malattia sia la situazione emotiva.

Le attività biochimiche svolte dal Timo sono molte e complicatissime, per questa ragione (probabilmente) il Timo richiede per il suo funzionamento ottimale una temperatura costante e la protezione da ogni forma di radiazione includendo anche la luce.
Due elementi convalidano quanto appena dichiarato, il primo è che il Timo è disposto fisicamente sotto l’ombra del mento per cui non è mai colpito direttamente dai raggi solari verticali e il secondo invece riguarda la schermatura ossea dello Sterno che lo ricopre e protegge quasi interamente.

Il Timo però ha un piccolo problema perché per il suo tratto che avvolge la Trachea sporge oltre lo Sterno rimanendo così scoperto e più esposto alle radiazioni e alle variazioni della temperatura esterna.

La parte esposta corrisponde anche al punto dove normalmente è sistemato il nodo della Cravatta o del Foulard.

La zona coinvolta è evidenziata dal colore rosso nell’immagine.

LA CRAVATTA E IL TIMO

La Cravatta dunque è un dispositivo capace di svolgere tre importanti funzioni che sono:

1) stimolare la ghiandola con un continuo massaggio
2) creare un volano termico in grado di mantenere a temperatura costante l’intera area ricoperta dal suo tessuto
3) proteggere dalla luce e da altre radiazioni.

Se si è compresa la funzionalità della Cravatta sarà facile associare ad essa altri oggetti di uso comune che possono svolgere un’identica funzione come ad esempio: Collane con grande ciondolo, sciarpe, Foulard annodati, capi di moda con appendici in tessuto, ecc.

La cravatta spesso è associata al colore Rosso; a volte il Rosso è usato come colore puro altre volte Rosso e Bianco in varie combinazioni e disegni.

Si deve però fare una precisazione fra colore opaco e trasparente: Un oggetto opaco di colore Rosso riflette il Rosso ma assorbe i colori Verde e Blu mentre un oggetto trasparente in Colore Rosso assorbe solo il Rosso.
In definitiva si può dedurre che il Timo preferisce essere essere illuminato con i colori Verde e Blu (o loro combinazioni) mentre non ama la luce di colore Rosso.

ATTIVAZIONE DEL TIMO

La Cravatta annodata e indossata nella posizione corretta e usata con frequenza è certamente il mezzo più raffinato, efficace e completo per cooperare con il Timo ma ora, per completare l’approfondimento, analizzeremo altre metodologie che sono analoghe per funzione e tali da consentire a chi lo vorrà di apportare ulteriori miglioramenti o personalizzare il rapporto con questa ghiandola.

Premesso che molto frequentemente il Timo nell’antichità è stato definito e chiamato Cuore e di conseguenza questo errore anatomico (che persiste tuttora) ha creato attributi e funzioni che il Cuore assolutamente non possiede.

Preghiera
Per comprendere quanto ora si dirà è necessario rammentare che il Timo avvolge una parte della Trachea e di conseguenza esso vibra ed è sollecitato quando si parla o si emettono suoni. La vibrazione generata dalla voce corrisponde per il Timo ad un massaggio che può vivificare o stimolare le sue funzionalità.

Il semplice “parlare” (o cantare) per molte persone è già un metodo che senza complicazioni consente di sentirsi meglio oppure di guarire da alcune malattie ma ovviamente la sua efficacia può aumentare con la conoscenza del “ciò che si fa”.
Ad esempio è noto che il cantare mentre ci si rade la barba può restituire energia o togliere malesseri di ogni tipo.
Cantare e contemporaneamente radere la barba funziona meglio del semplice “parlato” perché normalmente si tende a sollevare il Mento e quindi la Testa verso l’alto, questo movimento distende la Trachea che così diventa più elastica e quindi può trasportare le vibrazioni sonore con maggiore efficacia.

Se pensiamo all’uso del “Mantra” o dei suoni tipo “OM” che sono comuni a molte delle religioni Indiane possiamo estrapolare senza difficoltà il concetto che non è importante il significato di ciò che si dice ma è importante il suono in se stesso e quindi la vibrazione che il suono produce.

Se invece ci riferiamo alla posizione spaziale nella quale normalmente abitano gli Dei e cioè “in cielo” possiamo anche estrapolare il consiglio che è opportuno rivolgere lo sguardo e quindi il capo verso l’alto.

La distensione della Trachea in ogni caso è ottenuta anche dalla flessione verso il basso e cioè appoggiando il mento sul petto.

La religione Cristiana più di altre culture ha costruito intorno al Timo complesse filosofie comportamentali e inventato moltissimi metodi di preghiera che certamente potranno sorprendere coloro che non hanno approfondito questa materia.

Gran parte dei gruppi Cristiani che si sono occupati di migliorare l’efficacia della preghiera oggi sono scomparsi perchè sciolti forzatamente oppure accusati di “Eresia”. I gruppi più antichi risalgono ai primissimi anni della diffusione della religione ma ciò che sorprende è la relazione evidente che accomuna queste tecniche con quelle di altre religioni che sono diffuse in tutto il mondo.

Per semplicità parleremo di un solo gruppo anche se le varianti di questo pensiero sono moltissime e faremo una breve sintesi associativa degli elementi comuni.
La filosofia di base si chiama “Esicasmo” conosciuta anche come “preghiera di Gesu” che trae certamente origine dalla tradizione Ermetica antichissima.

Questa tecnica consiste nel ripetere incessantemente la stessa frase o semplicemente il nome: ” Gesu” sincronizzando il ritmo del suono con quello della respirazione e inoltre le parole dovrebbero essere pronunciate come un bisbiglio dirigendole verso il Timo (Cuore) come se quest’organo fosse il destinatario o l’ascoltatore… ma le varianti sono davvero molte.
Nel link che segue troverete alcune indicazioni: www.ortodoxia.it

Massaggio
Il Timo quando sollecitato esternamente nel modo corretto ha una reazione istantanea che agisce in particolare sui muscoli ma anche su tutti gli organi vitali.

Per massaggio intendiamo qui la riattivazione del Timo utilizzando dispositivi ad azione meccanica con azione brevissima costituita da un unico colpo o da una serie di colpi ritmici, per comprendere il meccanismo esecutivo s’immagini il battere su un tamburo.

Pugno sul torace
Come frequentemente accade durante le ricerche e gli approfondimento appare inatteso e sempre sorprendente l’Impero Romano, lo ritrovi ovunque e i loro usi (e costumi) sono sempre fonte d’ispirazione e di saggezza.
Il saluto dei Legionari Romani, quando il saluto era diretto ai superiori, consisteva nel battere il pugno sul Cuore (centro del torace((Timo)), comunque battere il petto si pensi al noto gesto del “mea culpa” è comune non solo ai Cristiani ma anche alla tradizione biblica.

Battito ritmico
Probabilmente due antichi strumenti egizi conosciuti con il nome di Hekat/Nekhekh si usavano ponendo il loro punto d’incrocio sul Timo e battendo a ritmo lento il Nekhekh sull’ Hekat. L’Hekat e il Nekhekh per la loro forma e conformazione producevano suoni con frequenze e periodo di smorzamento precisi e determinati.


Colpo della falsa tosse
Questo metodo potrebbe apparire dissociato dal nostro contesto ma non è così.
Se fate mente locale certamente ricorderete che lo fate anche voi o comunque lo avrete visto fare da altri.
In moltissime occasioni le persone che per qualsiasi ragione si sentono in imbarazzo  emettono un colpetto di tosse come se in gola ci fosse un piccolo corpo estraneo.
Questo “colpetto” fa sentire subito meglio e aiuta a superare alcune difficoltà di ordine psicologico.

Distorsione dei muscoli della bocca
Se osservate la Bocca di una persona che è in procinto di fare uno sforzo noterete con evidenza che la Bocca si contorce e frequentemente la contorsione è associata ad un suono che assomiglia ad un grugnito (più o meno forte); classico ad esempio è l’urlo dei cultori del Karate o delle arti marziali.
Divertente, ora che conoscete il trucco, è l’osservare i giocatori di Ping-Pong i quali sembrano muovere la pallina più con la bocca che con la racchetta.
In generale contorcere la bocca o anche fare le “boccacce” costringe tutta la muscolatura interessata a produrre tensione e quindi vibrazioni ritmiche pulsanti.
Per usare questo metodo è molto facile perché è sufficiente immaginare di spingere un oggetto pesante in qualsiasi direzione, ad esempio verso l’alto; oppure il mattino, da sdraiati sul letto lanciare il cuscino in alto e poi fare il possibile per riprenderlo (cioè non farlo cadere) avendo come avvertenza che ogni spinta sia accompagnata da un “verso” (suono vocale) d’incitazione.

Pensieri negativi e positivi
Nella tradizione Indiana il quarto Chakra si estende e si espande modificando la sua dimensione in funzione dei pensieri negativi o positivi. Questa considerazione è molto importante perché certamente l’odio e l’amore influiscono sulla nostra salute e sulle nostre scelte.
Il Timo come accennato in precedenza è sistemato in una posizione anatomica che gli consente di fare l’analisi del nostro stato emotivo e quindi di reagire in modo positivo o negativo.

Comunque al di la del nostro stato emotivo reale ci sono anche dei metodi meccanici che ci consentono di correggere le informazioni che il Timo riceve.

I metodi potranno apparire ridicoli ma basta provare per cambiare idea.

Il primo modo è quello di battere con forza le mani, come si fa a teatro, mantenendo per tutta la durata la bocca aperta e in atteggiamento sorridente. L’apertura della bocca dovrebbe per quanto possibile avere forma circolare come se si pronunciasse in modo prolungato la vocale “O”, i più bravi possono anche tentare invece di una due vocali unendo alla “O” una “I” in modo che il suono sia simile al verso del somaro ripetuto e cioé: “IOOO”, “IOOO”….

Questa pratica è descritta anche da Lucio Apuleio nelle sue Metamorfosi e nella storia di Pinocchio.
Altro metodo consiste nel portare ambedue le braccia estese verso l’alto e poi muovere in su e in giù per un certo tratto, esattamente come fanno le persone che esultano per una vittoria.
Questo gesto è tipico e visibile comunemente negli stadi sportivi.
Per la sua esecuzione corretta è necessario accompagnare la gesticolazione delle braccia spalancando e poi richiudendo la bocca con lo stesso ritmo, la bocca deve assumere la forma o pronunciare la parola “A”.

CONCLUSIONI

Le nostre conclusioni sono due, la prima può essere sintetizzata con una frase che è questa: “Tutto è insignificante per le persone insignificanti” mentre la seconda conclusione riguarda una conferma che è andata via via maturando nel corso delle nostre ricerche e degli studi effettuati negli ultimi anni.

La conferma è la seguente:

Esiste un gruppo di persone che è dotato di conoscenze elevate che accompagna l’umanità nel suo progredire.
Non riusciamo ad immaginare un gruppo organizzato simile alle associazioni segrete oppure ad Alieni provenienti da altri pianeti ma ciò che possiamo formulare è che queste persone, in numero ridottissimo oltre a trasmettere la loro conoscenza ad allievi selezionati sono esclusivamente dediti agli altri e lo fanno nel silenzio e senza alcun desiderio di riconoscenza.

Sono queste stesse persone che periodicamente introducono o reintroducono conoscenze, oggetti o filosofie che lentamente diventano parte della nostra cultura.
Probabilmente ricercano continuamente anche nuove persone alle quali trasmettere il loro sapere ma ciò che realmente accade lo possiamo ricavare dai Vangeli nella frase “Molti i chiamati ma pochi gli eletti” oppure in due frasi di Dante: “Vissero senza infamia e senza lodo” e “che fece per viltade il gran rifiuto”.

Fonte: gradientitemporali.wordpress.com

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