Articolo di Michael Rivero
Pubblico la traduzione del bellissimo articolo di Michael Rivero, “All war are bankers’ wars” (tutte le guerre sono guerre di banchieri) perché, come già detto qui, mi è sembrato particolarmente bello ed efficace, nella sua sintesi.
Per chi volesse approfondire suggerisco il documentario di Bill Still col suo The Money Masters”, ma vi avverto, sono quasi 4 ore di documentario!
So che molte persone hanno molta difficoltà a comprendere come molte guerre siano state originate unicamente dalla volontà di imporre banche centrali private ad una nazione, per cui lasciatemi fare alcuni esempi in modo che capirete perché il governo USA sia coinvolto in così tante guerre in giro per il mondo.
Vediamo prima gli antefatti.
Gli Stati Uniti avviarono la rivoluzione Americana principalmente a causa della legge sulla moneta di re Giorgio III, che obbligava i coloni ad utilizzare unicamente banconote stampate dalla banca d’Inghilterra e prestate ad interesse ...
Dopo la rivoluzione, i nuovi Stati Uniti adottarono un sistema economico radicalmente diverso nel quale il governo emetteva moneta basata sul valore, in modo tale che le banche private come la Banca d’Inghilterra non potesse succhiar via la ricchezza della gente attraverso una moneta gravata di interesse.
“Il rifiuto del re Giorgio III di permettere alle colonie di operare con un sistema monetario onesto, che liberasse l’uomo della strada dal potere dei creatori di denaro, fu probabilmente la prima causa delle rivoluzione.” Benjamin Franklin, Founding Father
Ma i banchieri non sono nulla senza il loro potere di acquisire le vostre ricchezze, e sanno anche fin troppo bene quanto facile è corrompere i capi di una nazione.
Solo un anno dopo che Mayer Amschel Rothschild ebbe pronunciato il suo famigerato “Lasciatemi emettere il denaro di una nazione e me ne infischio di chi ne fa le leggi”, i banchieri riuscirono a creare una nuova banca centrale privata chiamata the First Bank of the United States, in buona parte grazie al supporto del principale supporter dei Rotschild negli USA, Alexander Hamilton. Fondata nel 1791, per la fine del suo mandato ventennale aveva quasi completamente rovinato l’economia della nazione, arricchendo i banchieri.
Il Congresso si rifiutò di rinnovare il mandato e annunciò l’intenzione di tornare ad una moneta di stato basata su valore sulla quale nessun cittadino dovesse pagare alcun interesse ad un banchiere.
Questo portò ad una minaccia da parte di from Nathan Mayer Rothschild contro il governo USA: “O garantite il rinnovo del mandato, o gli Stati Uniti si troveranno invischiati in una guerra disastrosa”. Il Congresso continuò a negare il rinnovo del mandato alla First Bank of United States, e Nathan Mayer Rothschild tuonò: “Date una lezione a quegli imprudenti degli americani! Ricacciateli indietro allo stato di colonie!”.
L’Inghilterra, finanziata dalla banca d’Inghilterra controllata dai Rothscild, avviò la guerra nel 1812 per ricolonizzare gli Stati Uniti e ricondurli nella schiavitù coloniale, o per riempirli di così tanto debito che avrebbero accettato una nuova banca centrale privata. E il piano funzionò. Sebbene la guerra del 1812 fu vinta dagli Stati Uniti, il Congresso fu costretto a concedere una seconda licenza di emettere denaro (prestandolo) per un’altra banca privata, chiamata the Second Bank of the United States. Ancora una volta, banchieri privati erano al controllo della fornitura di denaro, e se ne infischiavano su chi faceva le leggi o su quanti soldati inglesi o americani fossero morti.
Ancora una volta la nazione fu spinta nel debito, disoccupazione, e nella povertà a causa della depredazione da parte della banca centrale privata, e nel 1832 Andrew Jackson lanciò la sua campagna per il secondo mandato elettorale sotto lo slogan: “Jackson And No Bank!“.
Fedele alla parola data, Jackson ebbe la meglio nell’impedire il rinnovo del mandato alla Second Bank of the United States.
“Signori! Ho analizzato attentamente le azioni della Bank of the United States. Miei uomini vi hanno osservato da vicino per un sacco di tempo, e io sono sicuro che voi avete usato i fondi della banca per speculare sulla nazione. Quando vincevate, vi dividevate i profitti fra di voi, quando perdevate, caricavate le perdite sulla banca. Voi ora mi dite che se io ritiro i depositi dalla banca e annullo il mandato manderò in rovina 10.000 famiglie. Sarà anche vero, signori, ma è colpa vostra! Se io vi lasciassi continuare, rovinerei 50.000 famiglie, e quella sarebbe solo colpa mia! Siete un covo di vipere e di ladri, sono deciso a cacciarvi, e, per l’Eterno (battendo il suo pugno sul tavolo) io vi caccerò!”
Andrew Jackson, poco prima del termine del mandato della Second Bank of the United States.
Poco dopo che Andrew Jackson (l’unico presidente Americano in grado di ripianare il debito pubblico) terminasse il mandato della Second Bank of the United States, ci fu un tentativo di assassinio che fallì perché entrambe le pistole dell’attentatore, Richard Lawrence, non funzionarono. Lawrence dichiarò in seguito che con Jackson morto ci sarebbe stata “maggior abbondanza di denaro”.
Ovviamente il sistema scolastico pubblico, sottomesso com’è ai desideri dei banchieri, si guarda bene dal dirvi la verità, così come i media delle corporations, sottomessi alla Monsanto, si guardano bene dal dirvi i pericoli degli alimenti OGM o, sottomessi alla nuova religione del riscaldamento globale, si guardano bene dal dirvi che negli ultimi 16 anni la terra si è effettivamente raffreddata. Quindi nessuna sorpresa che anche le vere ragioni della guerra civile non siano note all’americano medio.
Quando la Confederazione degli stati del Sud si separò dagli Stati Unit i banchieri intravvidero un’altra opportunità per una ricca raccolta di debito, e offrirono a Lincoln la possibilità di finanziarlo, per vincere la guerra di secessione, al 30% di interesse.
Lincoln rispose che non avrebbe liberato i neri al prezzo di schiavizzare i bianchi e, con la sua autorità di presidente, fece emettere una nuova valuta, i greenbacks.
Questa era una diretta minaccia al potere delle banche centrali, che risposero immediatamente.
“Se questa abominevole politica finanziaria, che si sta creando in Nord America, dovesse prendere piede, alla fine quel governo provvederà al proprio denaro senza alcun costo. Pagherebbe i debiti e rimarrebbe libero dal debito. Avrà tutto il denaro necessario per i suoi commerci. Diventerà prospero come nessuno prima, nella storia. Le migliori menti e le ricchezze del mondo andranno in America. Quel paese va distrutto o distruggerà ogni monarchia del pianeta”
Citato dal The London Times in risposta alla decisione di Lincoln di emettere da sé i greenbacks per finanziare la guerra civile, invece di aderire alla proposta di prestito di banchieri privati al 30% di interessi.
Nel 1872 i banchieri di New York spedirono una lettera ad ogni banca negli Stati Uniti sollecitandoli a finanziare i giornali che si opponevano alla moneta emessa dal governo (i greenbacks di Lincoln).
“Cari signori: è raccomandabile che facciate tutto ciò che è in vostro potere per sostenere tali importanti quotidiani e settimanali… che si opporranno all’emissione dei greenback, e che ritirate i fidi o i prestiti a tutti quelli che non vogliono opporsi all’emissione governativa di denaro. Che il governo emetta le monete e le banche le banconote del paese. Ristabilire la circolazione di denaro emesso dal governo significherebbe fornire denaro alla gente, e questo intaccherà seriamente i vostri profitti personali come banchieri e concessori di prestiti”
“Non bisogna lasciar circolare i cosiddetti greenback neanche per un periodo limitato di tempo, dal momento che non potremmo poi controllarli”
“La schiavitù sarà probabilmente abolita a seguito della guerra, e la schiavitù dei beni mobili anche. Noi, io e i miei amici europei, siamo a favore di ciò: perché la schiavitù non è altro che il possesso del lavoro e del lavoratore, mentre il piano europeo, condotto dall’Inghilterra, è per un controllo del lavoro col capitale, tramite il controllo degli stipendi. E QUESTO PUO’ ESSERE FATTO SOLO CONTROLLANDO IL DENARO.”
– Tratto da Triuphan Plutocracy: ; the story of American public life from 1870 to 1920, by Lynn Wheeler.
Spinti dai banchieri private, la maggior parte dell’Europa sostenne la Confederazione contro l’Unione, con la prospettiva che la vittoria su Lincoln avrebbe significato la fine dei greenback.
La Francia e l’Inghilterra ritenevano un loro diritto attaccare gli Stati Uniti per sostenere la confederazione, ma furono tenuti al palo dalla Russia, che aveva appena terminato il suo sistema servile e aveva una banca centrale pubblica simile a quella su cui erano stati fondati originariamente gli Stati Uniti.
E così, senza l’intervento degli europei, l’Unione vinse la guerra, e Lincoln annunciò la sua intenzione di continuare ad emettere greenbacks.
Dopo l’omicidio di Lincoln, i greenbacks vennero ritirati dal mercato per tornare ad una economia basata su banconote prestate ad interesse da banchieri privati.
Alla fine, nel 1913, i banchieri delle banche centrali private europee, in particolare i Rothschilds inglesi e i Warbugs tedeschi, si incontrarono con i loro collaboratori finanziari americani a Jekyll Island, Georgia, per creare un nuovo cartello bancario con l’esplicita intenzione di formare la Third Bank of the United States, allo scopo di avere il pieno controllo dell’emissione monetaria statunitense, ancora una volta sotto il controllo di banchieri privati.
A motivo delle ostilità precedenti, si decise di chiamarla “The Federal Reserve”, in modo da dare un’immagine quasi statale, ma in realtà sappiamo che è una banca privata, non più “Federal” di quanto non sia la Federal Express.
Addirittura, nel 2012, la Federal Reserve potè opporsi ad una ingiunzione da parte di Bloomberg News basata sulla legge Freedom of Information sulla base del fatto che, essendo una banca privata, non è sottoposta a tale legge.
Il 1913 fu un anno decisivo per l’economia nazionale, prima con l’approvazione del 16simo emendamento, quello sulla tassa sui redditi (“Income tax”) e con il falso storico della sua ratificazione (NDT: non fu mai ratificato).
“Credo che si andasse a guardare nelle carte, e si cercasse la ratificazione del 16mo emendamento, quello sulla tasse sui redditi, scoprireste che, di fatto, scoprireste che un numero insufficienti di stati l’ha ratificato”” – U.S. District Court Judge James C. Fox, Sullivan Vs. United States, 2003.
Più tardi, nello stesso 1913, apparentemente per non rischiare un altro emendamento discutibile, il Congresso passò il Federal Reserve Act, durante le vacanze di Natale, mentre i membri del congresso contrari erano a casa.
Questo fu un atto veramente subdolo, dal momento che la Costituzione investe esplicitamente il Congresso dell’autorità di emettere la valuta, non autorizza la sua delega, e pertanto avrebbe richiesto un nuovo emendamento trasferire quella facoltà ad una banca privata.
Ad ogni modo il congresso lo passò, e il presidente Woodrow Wilson lo firmò, come aveva promesso ai banchieri che avevano finanziato la sua campagna elettorale. In seguito Wilson si pentì di quella decisione.
“Sono il più infelice fra gli uomini (I am a most unhappy man). Ho rovinato involontariamente il mio paese. Una grande nazione industriale è ora controllata dal suo sistema creditizio. Il nostro governo non deriva da un pensiero libero, o dalla convinzione o dal volere della maggioranza, ma siamo governati dalla durezza e sfrontatezza di un piccolo gruppo di uomini dominanti.” — Woodrow Wilson 1919
L’anno successivo cominciò la prima Guerra mondiale, ed è importante sottolineare come prima della creazione della Federal Reserve non fosse stata una cosa come una “Guerra mondiale”.
“Allora, quanti ne devono morire, per forzare il nostro schemino di Ponzi in tutti gli altri stati?”
– “Duecento milioni”
– “Non male, per niente male”
Nonostante la Germania prima della guerra avesse una banca centrale privata, la sua attività era fortemente controllata e l’inflazione mantenuta a livelli accettabili.
Sotto il controllo statale venivano garantiti gli investimenti finalizzati a sviluppi economici domestici, e la Germania era una delle principali potenze mondiali. Nei media del tempo la Germania era dipinta come il principale nemico nel primo conflitto mondiale, e non doveva solo essere sconfitta, ma la sua base industriale doveva essere rasa al suolo.
A seguito del trattato di Versailles, la Germania fu costretta a ripagare i debiti di guerra di tutte le nazioni partecipanti, anche se, di fatto, non era stata la Germania a iniziare la guerra.
Questi ammontavano a tre volte l’intero valore della Germania stessa!
La banca centrale privata tedesca, con la quale lo stato si era indebitato per far fronte ai costi di guerra, si liberò del controllo statale, creando inflazione incontrollata (per lo più spinta da speculatori di valute), incatenando i tedeschi ad un debito eterno.
Quando la repubblica di Weimar crollò economicamente, si aprirono le porte del potere ai nazionalsocialisti. La loro prima mossa fu quella di emettere moneta di stato non presa a prestito da banchieri privati. Liberati dal peso degli interessi sul denaro in circolazione, la Germania rifiorì e in breve tempo ricostruì la sua industria. I giornali lo definirono “il miracolo tedesco”.
La rivista Time magnificò Hitler per lo stupefacente progresso nella vita dei tedeschi e per l’esplosione dell’industria, e lo nominò addirittura “Uomo dell’anno” nel 1938.
Fonte (con seconda e terza parte): www.veja.it
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