giovedì 9 gennaio 2020

Un’oasi nel deserto, Sekem la città che si nutre con la biodinamica

Sekem non è un miraggio, ma il frutto dell’agricoltura biodinamica. Una città sorta trent’anni fa tra le sabbie del deserto che oggi si nutre con i prodotti della propria terra.

Nell’antica lingua egiziana Sekem significa “vitalità dal sole”, nel progetto di Ibrahim Abouleish (23.03.1937 / 15.06.2017), la forza del sole dona la vita a 20mila ettari di terra desertica.

Nel cuore del deserto, a 60 chilometri a nordest del Cairo (Egitto), il lungo e faticoso lavoro condotto da Abouleish permette a una città di alimentarsi grazie alla verdura fresca, al tè e al cotone coltivati con l’agricoltura biodinamica e di sostenersi attraverso il commercio equo e solidale di prodotti con il marchio Demeter.

Dal 1977, arabi e israeliani (ma anche ebrei e cristiani) sono uniti da un unico grande progetto, quello di rendere possibile l’impossibile: coltivare nel deserto ...


“Dopo un periodo di difficile”, racconta Abouleish “ripensai alle parole di Maometto: quando si avvicina la fine del mondo, coltiva la terra e vedrai che non ti abbandonerà.

La terra è una madre dal grande cuore, anche quando i figli la maltrattano lei perdona, e offre altre possibilità.” Così dalla Germania, con una laurea in ingegneria e una in medicina, Ibrahim Abouleish torna in Egitto e intraprende la sua coraggiosa impresa.



Con il progetto Sekem, in 20mila ettari di terra strappata al deserto senza l’uso di pesticidi e sostanze chimiche dannose per l’ambiente, né di macchinari pesanti che distruggono la biodiversità del suolo, fertilizzando la terra solo con concimi biodinamici di origine animale o vegetale, Ibrahim Abouleish ha fatto nascere 85 aziende agroliamentari e ha dato lavoro a 10mila persone, di cui il 40 per cento sono donne, in un contesto la cui destinazione agricola era impensabile.


“La natura è il nostro vero futuro sicuro” afferma Abouleish.

Per dimostrarlo è sufficiente guardare l’esempio di Sekem, una realtà economica sostenibile per il pianeta e di grande importanza per l’Egitto, che conferma a tutto il mondo quanto i principi dell’agricoltura biodinamica costituiscano un approccio concreto per il futuro dell’uomo.




Un esempio da seguire

Oggi Sekem costituisce un esempio forse unico al mondo di unità tra economia, cultura e vita sociale, fondato sulla visione steineriana e un concetto di evoluzione olistica. In quest’oasi fiorita e sotto il cappello della “Comunità Sekem” le duemila persone residenti lavorano nell’ambito di sei imprese economiche che comprendono orticoltura, produzione di cotone, agricoltura, trasformazione di prodotti alimentari, industria tessile e produzione farmaceutica.

Il tutto precisamente inserito in un percorso di produzione biologica e biodinamica. Col metodo biologico vengono anche coltivate erbe officinali che sono poi trasformate in fitopreparati. I profitti delle imprese sono in parte accantonati in un fondo pensione e in parte investiti nei settori dell’educazione e della cultura.
A Sekem ci sono scuole materne ed elementari e una di formazione professionale che prepara operai specializzati. Vengono anche organizzati tirocini aziendali nelle diverse professioni e istituzioni socio-culturali per i collaboratori.

Il principio che domina a Sekem nella selezione degli educatori è stato espresso chiaramente proprio da Abuleish: «Ho sempre considerato le doti intellettuali dei nuovi insegnanti meno importanti delle qualità del loro carattere, perché sono queste ultime a influenzare i bambini aiutandoli a diventare uomini».

Economia basata sulla fratellanza

Il fondamento dell’associazionismo presente a Sekem è quello della reciproca fiducia, ossia, come afferma Abuleish, è «un’economia basata sulla fratellanza». Un passaggio evolutivo senz’altro epocale se paragonato alle leggi selvagge ed egoiche del liberismo economico dominante. L’istituzione-modello Sekem si è infatti conquistata rispetto e ammirazione a livello internazionale.

E un altro messaggio esce forte e chiaro da questa esperienza: niente è impossibile per chi è determinato ed elevato sul piano ideale. Il desiderio di avventura insito nell’uomo potrebbe forse avere buone possibilità di realizzazione e soddisfazione proprio nella progettazione e materializzazione di esperienze collettive finalizzate al benessere dell’umanità e del mondo. Iniziare un percorso di questo tipo può costituire una vera svolta nell’esistenza di molte persone e di intere società. E un nuovo cammino è sempre un’avventura emozionante e fondante.

Tratto da: www.terranuova.it


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