giovedì 24 ottobre 2019

Ordo et Chao – vuoi davvero essere sovrano?

<-- Escher - Order and chaos

Onorevole uomo vivo in corpo vivente di carne, ossa e sangue, oggi ti parlerò di ordine e caos, ordo et chao, e di questi concetti in relazione a quello di sovrano.

Gerarchia

Non esiste alcun sovrano senza uno stato.
Il sovrano, ovvero colui che si pone sopra il regno, prevede necessariamente un regno per essere tale. Inoltre, il sistema del regno-regnante è un sistema gerarchico per sua evidente natura e per questo assolutamente patriarcale. Quella conosciuta come Gerarchia, e il suo progetto-visione teosofico dell’NWO ne è la massima espressione.

Monarca vs monade

Lo Stato, il Regno è tale in virtù del suo monarca, l’affermazione del solo (monos) principe (archos). Del resto la parola monarchia può ricordare anche al concetto di monade, l’unità indivisibile. Tuttavia, e sorprendentemente, il concetto di monade non richiama una struttura gerarchica, al contrario riporta all’unità di tutte le cose.
Questa visione non separativa del mona(de)arca preclude qualsiasi disposizione, configurazione verticale, sequenziale, piramidale, non permette l’esistenza di un vertice ...


Anarchico

L’aspetto manifesto opposto del monarca è l’anarc(a)hico, ma non se consideri il significato occulto del mona(de)arca.

Comunque sia, l’anarchia è la negazione della causa, del principio, da archein e/o di archon per chi volesse vedere la calzante somiglianza con quella figura conosciuta come l’arconte.

Negare il principio equivale a negare la fine, data la loro indivisibile reciprocità, o meglio riconoscere che la ricerca dell’origine del tutto è irraggiungibile, poiché tale tutto necessiterebbe a sua volta di una causa originante in un loop infinito.

Ti ricordi del detto latino, “non si può discutere con chi nega i principi?” (contra principia negantem non est disputandum). Pensa a quelle figure aristocratiche come il Re, forse colui che pretende di essere “reale” e Principe, colui che pretende di essere il principio, verosimilmente di una dinastia.

Sovranità

La monarchia è per sua natura sovrana così come hanno preteso e/o pretendono d’essere molti STATI CORPORATION di oggi e di ieri. Però per esserlo deve essere riconosciuta da altre monarchie-Stati che riconoscano e accettino quella sovranità.

Qualcuno scrive “lo stato è sovrano”, sì ma solo se relazionato ad altri stati. Nel sistema politico odierno, il mutuo riconoscimento tra STATI non è automatico, così alcuni sono riconosciuti sovrani da taluni ma non da altri. Questa sovranità quindi si basa e fonda necessariamente sul consenso.

Ordo et chao

L’anarchia è invece l’espressione del caos, nel suo più nobile significato di ordine non comprensibile suggerito dalla fisica moderna. Non necessita di una struttura impositiva verticale o di riconoscimenti, può fluire con la manifestazione a prescindere da vincoli di reciprocità, riconoscimento, consenso.

E’ per sua natura una forza afferente al principio femminile.

Ordo ab chao

Così esaminati, anarchia e monarchia potrebbero essere visti come l’aspetto yang e yin (ordo et chao) di un Tao più grande: l’uomo quale manifestazione inconoscibile dell’universo.

Se tra un’ora incontrerai un amico e lo saluterai con la parola ciao, sappi che questa deriva dal detto latino ordo ab chao, ordine dal caos. Ergo puoi dedurre con facilità che il caos è pre-esistente all’ordine. L’ordine proviene dal caos. In altre parole la monarchia si origina dall’anarchia in una danza circolare.

Principia Discordia

A questo proposito, è interessante ricordare le “fasi del caos” (law of fives) palesate in questi tempi moderni, da Robert Anton Wilson* nella sua trilogia The Illuminatus! Trilogy ma enunciate nella loro forma primigenia nel testo Principia Discordia di Greg Hill e Kerry Thornley*. Esse sono un tentativo di codifica delle manifestazioni-leggi naturali bel lungi dall’essere quel diritto divino creato dall’uomo inconsapevole.

* Questa è gente un po’ matta ma assolutamente geniale. Se sai leggere l’inglese ti consiglio vivamente la lettura dei loro libri, soprattutto degli scritti di Robert Anton Wilson.

Prima fase: caos

La prima fase è caos, in cui tutto è nel suo stato naturale. Ordine e disordine sono in
equilibrio dinamico. L’organizzazione avviene naturalmente. Gli uomini autoritari odiano questa fase. Come sostiene Hegel questa fase è l’inizio e la fine di ogni società.

Seconda fase: discordia

La seconda fase è la discordia, che inizia con la comparsa di classi di governo e dirigenti. L’autorità diventa il principale organizzatore di sistemi e di credenze. Le classi inferiori scoprono che i suoi interessi non sono gli stessi dei governanti.
La società viene così a essere divisa.

Confusione, di Fabio Maddalo

Terza fase: confusione

La terza fase è confusione, in cui vengono compiuti alcuni tentativi per ristabilire l’equilibrio o ottenere una sintesi. È un tentativo atto a ripristinare la natura delle cose attraverso mezzi innaturali. L’intuizione è screditata. La gente cerca di liberarsi della idea di autorità utilizzando quelle stesse idee. Ogni rivoluzione diventa lo specchio di ciò che abbatte.

Quarta fase: burocrazia

La quarta fase è la burocrazia, in cui la sintesi realizzata non riesce a conciliare gli opposti. La società si esaurisce, mentre sembra essere fiorente. Le idee e le regole sono diventate più importanti degli uomini che le hanno create. Uomini superiori sono governati dalla idiozia.

Quinta fase: conseguenza

La quinta fase è la conseguenza delle precedenti e rappresenta la deriva di nuovo al caos. Si tratta di un periodo di transizione in cui molti uomini, in preda alla disperazione o alla speranza, si girano verso l’intuizione e la magia per ritrovare la loro natura. La burocrazia è crollata sotto il peso delle idee intellettuali e delle “scartoffie”.

Credo tu abbia già capito in quale delle fasi siamo oggi.

Equanimità: tra ordo et chao

A questo punto, a mio avviso, la scelta possibile per ogni uomo potrebbe essere quella di posizionarsi deliberatamente in una posizione di equilibrio tra “ordo et chao”, tra la gerarchia-monarchia sovrana e l’anarchia dell’equanimità. L’uomo equanime non è sopra né sotto nessuno. Non è sovrano ma neppure suddito. La sua equo-anima tratta tutta la manifestazione con presenza, attenzione e distacco.

Pragmaticamente, stabilire per te una sovranità che richiede un riconoscimento per essere tale, equivale a confinarti nuovamente nell’angolo di un consenso necessario, obbligato. La tua equa-animità ti riconduce invece al principio essenziale della vita in equilibrio tra le forze della nascita e della morte, di ordo et chao. Ciò che è caotico è sempre in movimento, fluido, ciò che è perfettamente ordinato è immobile come un limpido cristallo. In questo equilibrio la morte assume un significato molto diverso.

La sovranità comporta un sequenza temporale, lineare-sequenziale di cause-effetto nel suo manifestarsi. La vita in sé, invece, è multitemporale non lineare sebbene percepita in modo temporale lineare. Nuovamente i due aspetti opposti si incontrano.

Nuovo Ordine Mondiale

L’NWO, il Nuovo Ordine Mondiale, come tutti i sistemi gerarchici, spingono per l’evoluzione proprio perché evoluzione vuol dire linearità sequenziale temporale e questa è la prima forma di gerarchia. Il “precedente” (aspetto padre), il seguente (aspetto figlio).

In assenza di questo elemento evolutivo fisso tu puoi spaziare nell’infinito universo delle possibilità, senza necessariamente rispettare leggi divine o presunte tali, passaggi obbligati o storie di storie di storie.

Storia ed evoluzione sono le figlie predilette della Gerarchia. L’ordine “umano” è il fratello scemo. Ma l’ordine implicito David Bohm è il caos.

Sovrano … vuoi davvero esserlo?

Se tu di dichiarassi sovrano oggi nel farlo dovresti riconoscere l’esistenza di Regni, Stati, Monarchie sopra i quali posizionarti. Un vincolo a filo doppio insomma.
Dovresti anche tu pre-valere con l’imposizione di una legge o di qualche specifica condizione.

Questa potrebbe essere una forzatura inutile, poiché la tua natura è pre-esistente alla gerarchia e si origina in quel punto di coscienza dal quale ti manifesti in quanto uomo spirituale, venuto al mondo e non creato nel mondo o dal mondo.

Della stessa natura dell’universo

La tua stessa esistenza, in quanto inspiegabile e insondabile, potrebbe essere invece della stessa natura dell’universo, senza fine e inizio. Per questo non ricordi il giorno della tua nascita, perché tale giorno non è collocato nel tempo lineare.

Questo è il motivo per cui, nella mia dichiarazione di piena verità ho parlato di venuta la mondo. Infatti, sia io che te conosciamo il punto di approdo di questo nostro vascello sulla terra, ma non ricordiamo il porto di partenza precedente.

La metafora nel diritto di mare del corpo come vascello, tanto care all’ammiragliato, trovano qui la loro origine.

Sovranità: un nuovo recinto


Concretamente, questa disamina vuole togliere il velo a un’altra rappresentazione giuridica. La sovranità, creata ad hoc come trappola per recuperare e raggruppare tutti gli uomini che cercano la libertà dalla monarchia-oligarchia, raccogliendoli in un nuovo recinto. Non a caso oggi anche la pretesa e presunta politica dibatte lungamente sulla sovranità di popoli e stati.

Sovranità è l’immaginifica rappresentazione di una condizione-stato che, già connaturati all’uomo reale, mancano invece alla persona, cittadino, popolo che per questo la ricreano in forma di finzione.
La persona è una finzione giuridica rispetto all’uomo reale al pari della sovranità rispetto alla natura innata dell’uomo stesso.

Dal momento stesso in cui crei il tuo “stato sovrano” crei un confine, quindi crei un territorio e da questo la necessità di difenderlo. Ecco che rientri nel loop della linea temporale, della “storia” sceneggiatura dalla quale stai leggendo ora.

Ritorno alla monade

La mente individuale è già il frutto di una separazione dalla mente collettiva, il manas, che permette ancora oggi, in rare occasioni il manifestarsi di quei fenomeni di sincronicità tanto noti in ambiente scientifico. I confini, il territorio, l’identità nazionale sono conseguenze meccaniche, riverberi di questa prima separazione inconsapevole.

La contrapposizione, ovvero la negazione della fondamentale unità della manifestazione, pur nelle sue molteplici espressioni, è il seme di questo mondo. Sebbene questo sia “il regno” (Malkuth) della monarchia, essa stessa, a ben guardare, sebbene su un percorso diametralmente opposto, tenta in modo gerarchico tempo-lineare-sequenziale di tornare alla monade, ovvero all’unicità, con un doloroso e artificioso sforzo che passa dall’estrema divisione.

La fisica particellare è la sua apoteosi. La divisione nell’infinitamente piccolo fino all’annichilimento nel vuoto, o nel pieno assoluto. Infatti un’estrema divisione porta alla rarefazione di ogni particella fino alla sua scomparsa nell’infinitesimo che tende al nulla.

Cosi l’infinito tende al nulla e viceversa.

Assenza di identità

Forse non c’è un reale scelta da parte dell’uomo tra la monarchia e l’anarchia, perché entrambe si avvicendano passando dalle attraverso le cinque fasi di cui abbiamo parlato poco sopra.


Dice un antico proverbio tibetano che infine tutti i fiumi incontrano nel mare la madre, il loro principio. 

Dunque la sovranità assoluta coincide con la anarchia assoluta perché entrambe si fondano sulla consapevolezza dell’assoluta assenza di identità di ogni cosa quando estremamente separata o estremamente unificata al e dal tutto.

Il possesso

E cosa dire della proprietà materiale di appartamenti, case, castelli, terre, regni?
Se ci rifletti scopri che si basa esclusivamente sulla traballante storia lineare-sequenziale di possesso di una “res” che di rado è stata creata dal suo possessore (potere+sesso), almeno a questo livello di consapevolezza. Normalmente, invece, presa in prestito o con la forza.

Forse, l’uomo di un tempo poteva dire di aver costruito la sua casa in pietra con le sue stesse mani ma certo non poteva dire di aver costruito la terra, la collina o la roccia sulla quale fondava tale casa. 

Nemmeno quel piccolo pezzo d terra ereditato da suo padre che a sua volta lo aveva ereditato dal padre etc. e così via, indietro lungo un presunto tempo lineare fino al momento storico in cui un nobile aveva dato quel pezzo di terra in temporanea concessione a un contadino. Il nobile stesso probabilmente aveva ricevuto quelle terre da un Re o un Imperatore, che li aveva probabilmente conquistati, ovvero rubati ai nativi di quella area del pianeta.

Nativi che in quei luoghi erano venuti al mondo, senza avere una idea e neppure un domanda di chi appartenesse quella terra sempre che già esistesse il concetto astratto di proprietà.
Curioso che questo uomo, la cui vita si protrae non più di 100 anni, pretenda di possedere un pianeta le cui origini si perdono in tempi umanamente inconcepibili, nell’ordine di miliardi di anni, sempre che questi numeri abbiano un senso.


Equano

Spero di essere stato, nello scrivere questo post, almeno un poco equanime e per concludere, rispettando questa posizione. Mi chiedo cosa succederebbe se coniassimo un termine nuovo per sostituire la parola sovrano. Magari l’equano, da equanime, potrebbe essere quell’uomo che riunisce, nella monarchia e nella anarchia, due moti complementari bilanciati all’interno del caos esistenziale divenendo egli stesso una espressione di quel tao.

L’equano non si ergerebbe a monarca, né rivoluzionario, ma potrebbe creare un substrato di mutuo riconoscimento di questa nuova, equilibrata condizione tra ordo et chao.

Fonte: quartattenzione.net

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