Ecco una carrellata dei segreti conservati nella “terra che dorme”.
La Siberia è una vasta regione della Russia che copre quasi tutta l’Asia settentrionale e comprende una grande parte della steppa eurasiatica.
Si estende a est a partire dagli Urali fino all’Oceano Pacifico, e dall’Oceano Artico verso sud fino alle colline del Kazakistan centro-settentrionale e fino ai confini con la Mongolia e la Cina.
La Siberia, il cui nome significa “terra che dorme”, è luogo oggetto di numerose leggende, nate dalla scoperte di diverse tombe antiche, enigmatici insediamenti e strani manufatti, una serie di antichi ed irrisolti misteri che circondano questa regione del pianeta Terra.
Proponiamo alcuni tra gli enigmi più conosciuti della Siberia, alcuni dei quali sono già stati trattati in articoli pubblicati sul nostro blog ...
Alcune di queste caldaie – la forma ricorderebbe quella di una pentola capovolta – hanno un’apertura sulla parte superiore, con una scala a chiocciola che conduce fino a una galleria circolare con diverse camere interne. Nonostante i 40° gradi esterni, i cacciatori affermano che gli interni risultano essere piacevolmente caldi.
Gli ufologi russi hanno proposto due teorie sulle cupole della Valle della Morte. Secondo la prima ipotesi, le cupole potrebbero essere i rottami di un’antica astronave distrutta in un incidente o in una battaglia aerea.
La seconda ipotesi, avanzata dal ricercatore russo Valery Uvarov e decisamente più intrigante, afferma che le misteriose cupole della Siberia potrebbero essere un’antica arma costruita dagli extraterrestri per proteggere il nostro pianeta da eventuali pericoli esterni, tipo meteoriti o altri alieni ostili.
2. Il misterioso cratere Patomskiy
Il misterioso cratere Patomskiy, noto anche come il ‘nido d’aquila’, è stato scoperto 65 anni fa da in geologo russo nella regione di Irkutsk, Siberia. Il cono è alto 80 metri dal punto più basso della base e il diametro misura circa 150 metri. Si pensa che il cratere si sia creato circa 250 anni fa, anche se le stime proposte da veri geologi sono molto divergenti.
L’origine del cratere Patomskiy ha sconcertato per decenni gli scienziati, i quali hanno avanzato una moltitudine di teorie. La maggior parte di essi ritiene che il nido d’aquila sia il risultato di un impatto meteoritico, anche se nessuna traccia di materiale è stata trovata a sostegno della teoria.
Sono state avanzate anche altre teorie, tra cui un’esplosione nucleare segreta, oppure il materiale di risulta di una miniera gulag per i lavori forzati, ma nessuna fonte storica, ne la logica, attesta l’esistenza di un campo di lavoro forzato in una zona tanto remota della Siberia. Non può essere nemmeno un vulcano, dato che la regione non è interessata da fenomeni simili.
3. la Pietra di Dashka
È possibile che nel passato dell’umanità siano esistete civiltà avanzate, poi misteriosamente scomparse nelle pieghe della storia?
Gli scienziati della Bashkir State University sono convinti che la risposta a questa domanda sia decisamente affermativa e le prove si troverebbero su una grande lastra di pietra scoperta nel 1999, su cui sarebbe impressa una mappa tridimensionale realizzata con una tecnologia sconosciuta.
La lastra di pietra sembra presentare tre livelli topografici, notevolmente simili alla geografia unica si una precisa area dei Monti Urali. Lo strato più superficiale è costituito da uno strato di calcio porcellanato, apparentemente destinato a proteggere gli strati sottostanti dall’usura.
Forse la caratteristica più sorprende di questa misteriosa mappa in rilievo è che gli esami utilizzati per datare la roccia hanno restituito un’antichità pari a 120 milioni di anni.
4. I megaliti di Gornaya Shoria
Un nuovo sorprendente sito megalitico è stato individuato nella Siberia meridionale, sul Monte Shoria, nei pressi di Gornaya Shoria.
Il sito mostra una serie di enormi blocchi apparentemente di granito, che sembrano essere stati appiattiti, sagomati e adattati per essere impilati alla maniera ‘ciclopica’.
Si tratta di blocchi davvero enormi, forse troppo per essere posizionati da normali esseri umani. Proprio per questo alcuni pensano che si tratti di un bizzarro scherzo della natura che ha sagomato i blocchi così da farli apparire artificiali.
Dopo che la scoperta è stata divulgata, alcuni hanno ipotizzato che il sito di Gornaya Shoria possa essere la prova di un’antica civiltà perduta capace di incredibili opere di ingegneria che, nonostante la nostra tecnologia moderna, non saremmo in grado di replicare.
5. L’enigma di Arkaim
Аркаим (in russo), è considerato da alcuni come il sito archeologico più importante ed enigmatico del nord Europa. Il sito è oggetto di polemiche ed è a volte indicato come la Stonehenge della Russia. Si trova alla periferia della regione di Chelyabinsk, negli Urali meridionali, appena a nord del confine con il Kazakistan.
Il sito viene generalmente datato al 17° secolo a.C., anche se sono state proposte datazioni antecedenti, fino al 2000 a.C. L’insediamento apparteneva alla cultura di Sintashta-Petrovka, un’antica cultura dell’età del bronzo vissuta nella parte settentrionale della steppa eurasiatica, al confine tra Europa Orientale ed Asia Centrale, nel periodo compreso tra il 2100 ed il 1800 a.C.
L’insediamento di Arkaim copre un’area di 20 mila metri quadrati . Attorno alle mura di Arkaim vi erano campi arabili irrigati tramite un sistema di canali. Si compone di due cerchi di abitazioni separate da una strafa, con una piazza centrale.
Arkaim è solo un esempio della ricca collezione archeologica nascosta nel territorio russo. Purtroppo, buona parte di essi sono andati perduti a causa del progresso industriale, come il sito di Sarkel, una fortezza in pietra dell’830 a.C. Distrutta dal governo sovietico nel 1952 per la costruzione del Bacino di Cimljansk.
6. L’orribile storia del Passo Djatlov
A metà del mese di gennaio dell’anno 1959, un gruppo di giovani sciatori intraprese un’escursione sul Kholat Syakhl, uno dei monti degli Urali settentrionali, comunemente noto come la “Montagna Morta”.
I nove avevano come obiettivo quello di raggiungere a piedi le pendici dell’Otorten. Tutti i membri della spedizione avevano alle spalle esperienza sia di lunghe escursioni sugli sci che di spedizioni di montagna.
Il gruppo aveva concordato che non appena fossero rientrati a Vižaj, Djatlov avrebbe comunicato via telegrafo con la loro associazione sportiva. Gli escursionisti avevano stimato che ciò non sarebbe accaduto più tardi del 12 febbraio. Quando passo quel giorno, nessuno reagì alla mancata comunicazione, dato che un ritardo di qualche giorno in simili spedizioni era una cosa piuttosto normale.
Quando il 26 febbraio fu trovato il campo dei giovani escursionisti, i soccorritori si trovarono davanti ad una scena inquietante: la tenda sembrava intatta nella struttura, ma la stoffa sembrava fosse stata strappata dall’interno, come se fosse stata danneggiata dagli occupanti in fuga.
Gli investigatori si sono chiesti quale “bestia” possa aver spaventato i due al punto da abbandonare i loro vestiti nonostante il freddo gelido e strappare la pelle delle loro mani in un disperato tentativo di mettersi in salvo. Il fatto che non ci fossero tracce evidenti di animali, unito al fatto che i cropi erano praticamente intatti, non ha fatto altro che aumentare lo sconcerto degli investigatori.
7. L’Evento di Tunguska
L’origine del famoso meteorite esploso su Tunguska è ancora oggi fonte di accesi dibattiti. Mettendo tra parentesi l’ipotesi ufologica e accettando l’ipotesi che l’evento sia stato causato dall’impatto di un meteorite, la domanda legittima è: da dove proveniva?
Il rumore dell’esplosione fu udito a mille chilometri di distanza. A 500 chilometri alcuni testimoni affermarono di avere udito un sordo scoppio e avere visto sollevarsi una nube di fumo all’orizzonte.
A 65 chilometri il testimone Semen Semenov raccontò di aver visto in una prima fase il cielo spaccarsi in due, un grande fuoco coprire la foresta e in un secondo tempo notò che il cielo si era richiuso, udì un fragoroso boato e si sentì sollevare e spostare fino a qualche metro di distanza.
L’onda d’urto fece quasi deragliare alcuni convogli della Ferrovia Transiberiana a 600 km dal punto di impatto.
Si estende a est a partire dagli Urali fino all’Oceano Pacifico, e dall’Oceano Artico verso sud fino alle colline del Kazakistan centro-settentrionale e fino ai confini con la Mongolia e la Cina.
La Siberia, il cui nome significa “terra che dorme”, è luogo oggetto di numerose leggende, nate dalla scoperte di diverse tombe antiche, enigmatici insediamenti e strani manufatti, una serie di antichi ed irrisolti misteri che circondano questa regione del pianeta Terra.
Proponiamo alcuni tra gli enigmi più conosciuti della Siberia, alcuni dei quali sono già stati trattati in articoli pubblicati sul nostro blog ...
1. Le cupole di metallo (Olgius)
La Repubblica di Yakutia (conosciuta anche come Jakutia o Sakha), si trova nella Russia nord-orientale (Siberia), a sud della tundra artica in Russia ed è conosciuta come il luogo abitato più freddo del pianeta Terra.
Il nome antico di questa zona è Uliuiu Cherkechekh, che si traduce, appunto, come Valle della Morte, dato che per gli abitanti del luogo chi si avventura questa zona difficilmente può uscirne vivo. Secondo i racconti degli abitanti locali, l’intera area sarebbe piena di strane e innaturali strutture metalliche a forma di cupola, situate in profondità nel permafrost e rilevabili in superficie a causa del loro colore visibilmente in contrasto con le vegetazione naturale.
I cacciatori nomadi solitari hanno descritto le cupole come delle grandi case di ferro (kheldyu) impiantate nel terreno perennemente ghiacciato. Sembra siano fatte di un metallo simile al rame nell’aspetto ma, a differenza del rame, non può essere scalfito o danneggiato. Nessuno è mai stato in grado di tagliare anche un frammento.
La Repubblica di Yakutia (conosciuta anche come Jakutia o Sakha), si trova nella Russia nord-orientale (Siberia), a sud della tundra artica in Russia ed è conosciuta come il luogo abitato più freddo del pianeta Terra.
Il nome antico di questa zona è Uliuiu Cherkechekh, che si traduce, appunto, come Valle della Morte, dato che per gli abitanti del luogo chi si avventura questa zona difficilmente può uscirne vivo. Secondo i racconti degli abitanti locali, l’intera area sarebbe piena di strane e innaturali strutture metalliche a forma di cupola, situate in profondità nel permafrost e rilevabili in superficie a causa del loro colore visibilmente in contrasto con le vegetazione naturale.
I cacciatori nomadi solitari hanno descritto le cupole come delle grandi case di ferro (kheldyu) impiantate nel terreno perennemente ghiacciato. Sembra siano fatte di un metallo simile al rame nell’aspetto ma, a differenza del rame, non può essere scalfito o danneggiato. Nessuno è mai stato in grado di tagliare anche un frammento.
Alcune di queste caldaie – la forma ricorderebbe quella di una pentola capovolta – hanno un’apertura sulla parte superiore, con una scala a chiocciola che conduce fino a una galleria circolare con diverse camere interne. Nonostante i 40° gradi esterni, i cacciatori affermano che gli interni risultano essere piacevolmente caldi.
Gli ufologi russi hanno proposto due teorie sulle cupole della Valle della Morte. Secondo la prima ipotesi, le cupole potrebbero essere i rottami di un’antica astronave distrutta in un incidente o in una battaglia aerea.
La seconda ipotesi, avanzata dal ricercatore russo Valery Uvarov e decisamente più intrigante, afferma che le misteriose cupole della Siberia potrebbero essere un’antica arma costruita dagli extraterrestri per proteggere il nostro pianeta da eventuali pericoli esterni, tipo meteoriti o altri alieni ostili.
2. Il misterioso cratere Patomskiy
Il misterioso cratere Patomskiy, noto anche come il ‘nido d’aquila’, è stato scoperto 65 anni fa da in geologo russo nella regione di Irkutsk, Siberia. Il cono è alto 80 metri dal punto più basso della base e il diametro misura circa 150 metri. Si pensa che il cratere si sia creato circa 250 anni fa, anche se le stime proposte da veri geologi sono molto divergenti.
L’origine del cratere Patomskiy ha sconcertato per decenni gli scienziati, i quali hanno avanzato una moltitudine di teorie. La maggior parte di essi ritiene che il nido d’aquila sia il risultato di un impatto meteoritico, anche se nessuna traccia di materiale è stata trovata a sostegno della teoria.
Sono state avanzate anche altre teorie, tra cui un’esplosione nucleare segreta, oppure il materiale di risulta di una miniera gulag per i lavori forzati, ma nessuna fonte storica, ne la logica, attesta l’esistenza di un campo di lavoro forzato in una zona tanto remota della Siberia. Non può essere nemmeno un vulcano, dato che la regione non è interessata da fenomeni simili.
3. la Pietra di Dashka
È possibile che nel passato dell’umanità siano esistete civiltà avanzate, poi misteriosamente scomparse nelle pieghe della storia?
Gli scienziati della Bashkir State University sono convinti che la risposta a questa domanda sia decisamente affermativa e le prove si troverebbero su una grande lastra di pietra scoperta nel 1999, su cui sarebbe impressa una mappa tridimensionale realizzata con una tecnologia sconosciuta.
La lastra di pietra sembra presentare tre livelli topografici, notevolmente simili alla geografia unica si una precisa area dei Monti Urali. Lo strato più superficiale è costituito da uno strato di calcio porcellanato, apparentemente destinato a proteggere gli strati sottostanti dall’usura.
Forse la caratteristica più sorprende di questa misteriosa mappa in rilievo è che gli esami utilizzati per datare la roccia hanno restituito un’antichità pari a 120 milioni di anni.
4. I megaliti di Gornaya Shoria
Un nuovo sorprendente sito megalitico è stato individuato nella Siberia meridionale, sul Monte Shoria, nei pressi di Gornaya Shoria.
Il sito mostra una serie di enormi blocchi apparentemente di granito, che sembrano essere stati appiattiti, sagomati e adattati per essere impilati alla maniera ‘ciclopica’.
Si tratta di blocchi davvero enormi, forse troppo per essere posizionati da normali esseri umani. Proprio per questo alcuni pensano che si tratti di un bizzarro scherzo della natura che ha sagomato i blocchi così da farli apparire artificiali.
Dopo che la scoperta è stata divulgata, alcuni hanno ipotizzato che il sito di Gornaya Shoria possa essere la prova di un’antica civiltà perduta capace di incredibili opere di ingegneria che, nonostante la nostra tecnologia moderna, non saremmo in grado di replicare.
5. L’enigma di Arkaim
Аркаим (in russo), è considerato da alcuni come il sito archeologico più importante ed enigmatico del nord Europa. Il sito è oggetto di polemiche ed è a volte indicato come la Stonehenge della Russia. Si trova alla periferia della regione di Chelyabinsk, negli Urali meridionali, appena a nord del confine con il Kazakistan.
Il sito viene generalmente datato al 17° secolo a.C., anche se sono state proposte datazioni antecedenti, fino al 2000 a.C. L’insediamento apparteneva alla cultura di Sintashta-Petrovka, un’antica cultura dell’età del bronzo vissuta nella parte settentrionale della steppa eurasiatica, al confine tra Europa Orientale ed Asia Centrale, nel periodo compreso tra il 2100 ed il 1800 a.C.
L’insediamento di Arkaim copre un’area di 20 mila metri quadrati . Attorno alle mura di Arkaim vi erano campi arabili irrigati tramite un sistema di canali. Si compone di due cerchi di abitazioni separate da una strafa, con una piazza centrale.
Arkaim è solo un esempio della ricca collezione archeologica nascosta nel territorio russo. Purtroppo, buona parte di essi sono andati perduti a causa del progresso industriale, come il sito di Sarkel, una fortezza in pietra dell’830 a.C. Distrutta dal governo sovietico nel 1952 per la costruzione del Bacino di Cimljansk.
6. L’orribile storia del Passo Djatlov
A metà del mese di gennaio dell’anno 1959, un gruppo di giovani sciatori intraprese un’escursione sul Kholat Syakhl, uno dei monti degli Urali settentrionali, comunemente noto come la “Montagna Morta”.
I nove avevano come obiettivo quello di raggiungere a piedi le pendici dell’Otorten. Tutti i membri della spedizione avevano alle spalle esperienza sia di lunghe escursioni sugli sci che di spedizioni di montagna.
Il gruppo aveva concordato che non appena fossero rientrati a Vižaj, Djatlov avrebbe comunicato via telegrafo con la loro associazione sportiva. Gli escursionisti avevano stimato che ciò non sarebbe accaduto più tardi del 12 febbraio. Quando passo quel giorno, nessuno reagì alla mancata comunicazione, dato che un ritardo di qualche giorno in simili spedizioni era una cosa piuttosto normale.
Quando il 26 febbraio fu trovato il campo dei giovani escursionisti, i soccorritori si trovarono davanti ad una scena inquietante: la tenda sembrava intatta nella struttura, ma la stoffa sembrava fosse stata strappata dall’interno, come se fosse stata danneggiata dagli occupanti in fuga.
Gli investigatori si sono chiesti quale “bestia” possa aver spaventato i due al punto da abbandonare i loro vestiti nonostante il freddo gelido e strappare la pelle delle loro mani in un disperato tentativo di mettersi in salvo. Il fatto che non ci fossero tracce evidenti di animali, unito al fatto che i cropi erano praticamente intatti, non ha fatto altro che aumentare lo sconcerto degli investigatori.
7. L’Evento di Tunguska
L’origine del famoso meteorite esploso su Tunguska è ancora oggi fonte di accesi dibattiti. Mettendo tra parentesi l’ipotesi ufologica e accettando l’ipotesi che l’evento sia stato causato dall’impatto di un meteorite, la domanda legittima è: da dove proveniva?
Il rumore dell’esplosione fu udito a mille chilometri di distanza. A 500 chilometri alcuni testimoni affermarono di avere udito un sordo scoppio e avere visto sollevarsi una nube di fumo all’orizzonte.
A 65 chilometri il testimone Semen Semenov raccontò di aver visto in una prima fase il cielo spaccarsi in due, un grande fuoco coprire la foresta e in un secondo tempo notò che il cielo si era richiuso, udì un fragoroso boato e si sentì sollevare e spostare fino a qualche metro di distanza.
L’onda d’urto fece quasi deragliare alcuni convogli della Ferrovia Transiberiana a 600 km dal punto di impatto.
Si ritiene, in base ai dati raccolti, che la potenza dell’esplosione sia stata compresa tra 10 e 15 megatoni (40-60 petajoule). Altri effetti si percepirono persino a Londra, dove, in quel frangente, pur essendo mezzanotte il cielo era talmente chiaro e illuminato da poter leggere un giornale senza l’ausilio della luce artificiale.
8. I Cerchi nel Ghiaccio sul Lago Baikal
Nell’aprile del 2009, gli astronauti della Stazione Spaziale Internazionale, grazie allo strumento di bordo MODIS, fotografarono due cerchi comparsi sul Lago Baikal, in Siberia, lasciando a bocca aperta gli esperti di tutto il mondo.
Secondo le ipotesi scientifiche, i ghiacci furono causati dalla fuoriuscita di gas metano dal fondo del lago siberiano. Eppure, non può tenersi in considerazione il fatto che il Lago Baikal è da sempre lo scenario di racconti legati agli UFO e a strane cronache raccontate nei dossier militari dell’esercito sovietico venute fuori all’indomani dell’apertura degli archivi secretati.
Vengono riportate le testimonianze di alcuni pescatori i quali affermano di aver visto delle luci molto intense risalire dal fondo del lago per poi planare in volo radente sulla superficie. In uno rapporto del 1982, si racconta di uno strano avvenimento che coinvolse un gruppo di subacquei militari impegnato in una missione di addestramento sul fondo del lago siberiano.
Durante la missione i sub avvistarono un gruppo di creature umanoidi vestite con una tuta color argento. I militari cercarono di catturare gli alieni ma tre dei sette uomini morirono mentre gli altri quattro rimasero gravemente feriti. Alcuni ricercatori e ufologi, si dicono convinti che sul fondo del Lago Baikal esista una base segreta aliena, dalla quale gli extraterrestri monitorerebbero l’attività umana. “Io credo che l’ipotesi di basi sottomarine aliene non debba essere scartata”, afferma Vladmir Azhazha.
Tutti noi ricordiamo la “gita” del 2009 di Vladmir Putin sul fondo del Lago Baikal, a bordo del suo mini sommergibile. Secondo i giornali dell’epoca, il motivo ufficiale della spedizione sarebbe stata l’osservazione di particolari cristalli gassosi strategicamente indispensabili per la politica energetica della Russia. Mmmh…
8. I Cerchi nel Ghiaccio sul Lago Baikal
Nell’aprile del 2009, gli astronauti della Stazione Spaziale Internazionale, grazie allo strumento di bordo MODIS, fotografarono due cerchi comparsi sul Lago Baikal, in Siberia, lasciando a bocca aperta gli esperti di tutto il mondo.
Secondo le ipotesi scientifiche, i ghiacci furono causati dalla fuoriuscita di gas metano dal fondo del lago siberiano. Eppure, non può tenersi in considerazione il fatto che il Lago Baikal è da sempre lo scenario di racconti legati agli UFO e a strane cronache raccontate nei dossier militari dell’esercito sovietico venute fuori all’indomani dell’apertura degli archivi secretati.
Vengono riportate le testimonianze di alcuni pescatori i quali affermano di aver visto delle luci molto intense risalire dal fondo del lago per poi planare in volo radente sulla superficie. In uno rapporto del 1982, si racconta di uno strano avvenimento che coinvolse un gruppo di subacquei militari impegnato in una missione di addestramento sul fondo del lago siberiano.
Durante la missione i sub avvistarono un gruppo di creature umanoidi vestite con una tuta color argento. I militari cercarono di catturare gli alieni ma tre dei sette uomini morirono mentre gli altri quattro rimasero gravemente feriti. Alcuni ricercatori e ufologi, si dicono convinti che sul fondo del Lago Baikal esista una base segreta aliena, dalla quale gli extraterrestri monitorerebbero l’attività umana. “Io credo che l’ipotesi di basi sottomarine aliene non debba essere scartata”, afferma Vladmir Azhazha.
Tutti noi ricordiamo la “gita” del 2009 di Vladmir Putin sul fondo del Lago Baikal, a bordo del suo mini sommergibile. Secondo i giornali dell’epoca, il motivo ufficiale della spedizione sarebbe stata l’osservazione di particolari cristalli gassosi strategicamente indispensabili per la politica energetica della Russia. Mmmh…
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