sabato 5 gennaio 2019

La teoria quantica della reincarnazione

Roger Ebert

"Se vuoi vedere la paura negli occhi di un fisico quantistico, pronuncia la parola MISURA."

La reincarnazione è possibile per un punto di vista razionalistico, scientifico? Ora come ora risponderei: Si. 

Però, noi non ne siamo mai coscienti e il “noi”, nel senso che viene dato a questo pronome personale abitualmente, non fa parte dell’analisi che voglio proporvi. Affronto il problema dal punto di vista della meccanica quantistica. Ignoro tutto di questo argomento, e discuterne dà l’occasione agli altri di prendermi per un pazzo.

Cominciamo col dire che in fondo, quando si va al cuore del problema, tutto, e voglio dire IL TUTTO, è fatto di particelle quantiche.

Queste particelle possono trovarsi in un luogo o in un altro, nello stesso tempo. L’interpretazione dei multimondi formulata nel 1956 dal professor Hugh Everett, ci dice che tutte le possibilità descritte dalla teorie quantica si producono istantaneamente in un “multiverso” composto di universi paralleli indipendenti, e SIMULTANEI.

Qui la parola importante è: SIMULTANEAMENTE. Penso che questo significhi che TUTTO non si trova in qualche luogo particolare in un particolare momento. Se voi pensate a ciò in questo modo, benvenuti! ...


Qualsiasi cosa voi pensiate, è irrilevante perché i luoghi e i tempi che ci portiamo con noi a livello quantico. Ma qui, essi non hanno l’aria di esistere. Se esistono, sono creati unicamente per le applicazioni scientifiche che facciamo di questo livello, e le differenze tra le nostre varie dimensioni significano qualcosa per noi ma non per le particelle quantiche.

I lettori che conoscono l’argomento hanno già smesso di leggere. Altri hanno magari riso. Non mi curo di loro ma guardo e passo, scrivo per noi, coloro che restano. Gli esperti hanno avuto dei decenni per chiarire l’argomento. Ora tocca a noi rimboccarci le maniche. E non ripeterò la solita solfa, perchè la so già. Inoltre, non dovrei credere a tutto ciò che leggo su Wikipedia, anche se Wiki ha l’aria di saperne sempre più di me.

Okay. Allora se TUTTO consiste in STRINGHE QUANTICHE, come definiamo una stringa quantica?
E qui Wiki è un modello di chiarezza: Una stringa quantica è uno dei principali oggetti studiati dalla teoria delle stringhe, una branca della fisica teorica.

Ci sono diverse teorie sulle stringhe, di cui un buon numero tra esse sono unificate dalla teoria M. Una stringa è un oggetto con una distinzione spaziale a 1 dimensione, contrariamente a una particella elementare che invece è a 0 dimensioni, cioè si può equiparare a un punto geometrico.
E cos’è 1 dimensione rispetto a 0 dimensioni? Per me, se qualcosa non ha dimensione, allora non è niente. 

Evidentemente, sono ingenuo. Passiamo quindi alle stringhe a 1 dimensione, le quali adesso, sono tangibili come un melone comparate alle particelle a 0 dimensioni. Qui, almeno, c’è qualche cosa. Come avete indovinato, tutto ciò è molto piccolo. Non più grande della lunghezza di Planck.

Quanto misura la lunghezza di Planck? Cito: La teoria corrente suggerisce che una lunghezza di Planck è la grandezza più piccola che si possa conoscere e quantificare. In altre parole, se si trova qualcosa di più piccolo che la lunghezza di Planck, ebbene, questo sarà ancora la lunghezza di Planck. Quando noi, i non specialisti, ci riferiamo a “la misura o la distanza” di qualcosa, pensiamo di scrivere cose differenti. Per esempio: “Il cane grosso è a tre metri da me” non pensiamo certo di descrivere contemporaneamente la sua distanza e la sua grandezza. Al livello dei quanti, la misura e la distanza possono essere allo stesso tempo sia l’una che l’altra. Per venire al sodo, TUTTO potrebbe essere dovunque e nello stesso tempo.

Ciò comincia ad assomigliare all’ETERE, definito dai maghi dell’antichità come “il quinto elemento che scorre nell’universo”. La filosofia magica di Matt Rees ci dice che l’etere è molto versatile e può essere trasformato in materia o in energia attraverso dei procedimenti appropriati. Un’indagine scientifica come un esperimento formule non rileverebbe la “presenza” dell’etere, dal momento che esso è dappertutto, ma rivelerebbe le perturbazioni del flusso dell’etere.

Queste perturbazioni somigliano all’effetto gravitazionale attraverso cui la presenza delle particelle quantiche è conosciuta. Se l’etere può essere trasformato in materia o in energia, dunque i maghi erano già giunti per conto loro alla formula di Einstein E=MC2, la quale – da un certo punto di vista – può essere considerata una formula magica. Si può dire che l’etere e le particelle quantiche sono ciò che è ovunque e in cui consiste il TUTTO.

Arriviamo ora là dove voglio arrivare. 

E forse qualcuno potrebbe averlo già capito. Noi stessi siamo interamente fatti di ciò che abbiamo parlato, ci siamo dentro fino al collo allo stesso modo. Le nostre identità, i nostri nomi, le nostre personalità, le nostre credenze, opinioni, senso dell’umorismo, insomma ciò che noi pensiamo essere il nostro spirito. Siamo fatti di bits a una dimensione, i quali compongono la totalità cosmica e noi potremmo anche essere dei bits che si trovano “ALTROVE”, perché il SE' è essenzialmente un principio di organizzazione che noi diamo al caos di particelle che compone il TUTTO.

Se vi allontanate da noi, ci apparite come un punto senza dimensioni, ma se voi vi avvicinate, ci apparite come ben più di questo. Di conseguenza le nostre identità sono state assemblate da questo materiale quantico, o ETERE, dal principio di organizzazione che concepisce noi stessi. Noi stessi portiamo noi stessi a ESSERE. La nostra coscienza è la gravitazione. Siamo venuti dal nulla vorticoso e torniamo al nulla vorticoso. La polvere da cui proveniamo e la polvere in cui torniamo non sono veramente dove pensiamo che siano. E’ la mente a fare in modo che sia così.

Questi bits potrebbero, alla stessa maniera, ritrovarsi all’altro angolo dell’universo piuttosto che là dove sono. Può essere che solo percependoli noi li manteniamo INSIEME.

Voi mettete assieme i vostri bits, io metto assieme i miei, e quando smettiamo di pensare essi ritornano nel pool generale del TUTTO, DAPPERTUTTO.

Quindi, me e voi consistiamo di noi stessi, e uno di questi giorni potremmo consistere di altri “ME”.

Noi ritorneremo, questo ci farà stare un sacco bene perché non lo sapremo.

Perciò, si, la reincarnazione è possibile da un punto di vista scientifico e razionale. Noi siamo stati e saremo reincarnati, essendo una parte dell’IMMENSITA’ di cui siamo fatti. Saremo dei soli, delle lune, delle stelle, della pioggia: cercateci nelle previsioni del tempo!

Se vi sembra che chiuda con un tono piuttosto vago, considerate le mie difficoltà nel determinare dove stare, e cosa guardare. Io sono all’interno di un mio stato mentale, intrappolato qui da tanto tempo, a partire da un indeterminato momento di cui non ho memoria cosciente. Il fatto che voi esistiate non è che una prova per “sentito dire”. Ciò mi rende la vita più interessante pensandoci. Non vorrei che il mio spirito avesse esperienza solo di un vortice vuoto e senza forma, quando è molto meglio impiegare il mio spirito a pensare la mia attrice preferita.

Ma qui sta il puzzle: Quale realtà possiede il TUTTO a parte il fatto che ci pensi?

Quando prendo un colpo e vedo le stelle prima di svenire, cosa succede in mia assenza? Come saperlo? 

Vi lascio con un confortante passo tratto da Wikipedia.

Una volta che una misura è applicata, il sistema misurato diventa ENTANGLED col fisico che l’ha misurato e un immenso numero di altre particelle, alcune delle quali sono fotoni vola verso l’altro angolo dell’universo, per provare che la funzione ondulatoria non è collassata, tutte queste particelle dovrebbero essere riportate indietro ed essere misurate nuovamente assieme al sistema che era stato misurato originariamente. Ciò è abbastanza impraticabile e anche se si potesse farlo teoricamente, questo distruggerebbe tutte le prove che le misurazioni originali furono bene effettuate. (compresa la memoria del fisico).
Questo è certamente qualcosa su cui pensare.

Fonte: civiltascomparse.wordpress.com

Fonte in lingua originale: www.rogerebert.com

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14 commenti:

  1. Ottimo e delucidante articolo che non fa altro che confermare tutto quello che avevano intuito già molti secoli fa i grandi filosofi del passato e cioè che la Reincarnazione non è una favola ma è bensì una realtà e che in tutto ciò che è stato creato,visibile o invisibile,non esiste assolutamente la parola divisione ma che al contrario tutto è strettamente connesso.Di Reincarnazione che lui definiva Metempsicosi o Trasmigrazione delle Anime già ne parlava ai suoi discepoli Pitagora da Samo e dell*unita*e del collegamento di tutto ciò che esiste ne faceva già menzione con il suo Tutto è Uno il Sommo Platone.E quindi i ricercatori del Mondo dei Quanti che studiano il comportamento delle particelle atomiche e le loro connessioni non fanno altro,secondo me,che dare pienamente ragione ai Grandi Filosofi del Passato e quindi niente di nuovo sotto il Sole.Emilio

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  2. Be' detta cos'i'...la reincarnazione con quello che avevano intuito gli antichi e che propinano ancora molte filosofie/religioni c entra ben poco mi pare...anzi proprio non la chiamerei reincarnazione

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  3. E allora Stefano,facci capire se non è quello intuito e espresso dagli antichi che cosa intendi tu per Reincarnazione,sono molto curioso.Emilio

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  4. Ho detto che l' articolo mi pare intenda la reincarnazione in maniera diversa da come la intendevano "gli antichi" e i...moderni...

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    1. Infatti bisognerebbe trovare un'altra parola .. ^_^

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    2. Un'altra parola adeguata sarebbe ??????????????

      Solo parole, le stringhe sono solo una ipotesi nulla di più, un fisico molto noto ebbe a dire che sulla Terra nessuno capisce la meccanica quantistica.
      Sono solo ipotesi, magari con un fondo di verità o forse no.

      Comunque tale scienza attualmente è il passo migliore verso una direzione diversa ma di sicuro le cose stanno in modo diverso, quale????

      Gianni

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  5. Due interessanti estratti sulla reincarnazione:
    «A proposito di reincarnazione voglio ricordarti che il piano dell’anima non è condizionato dal tempo e dallo spazio come li intendiamo noi, per cui quelle che si chiamano incarnazioni non si sviluppano consequenzialmente nel corso del tempo come romanticamente ci piacerebbe credere. «Le incarnazioni avvengono tutte contemporaneamente: stiamo vivendo adesso nell’antica Babilonia, durante l’impero di Ramses I, all’inizio del medioevo e nel XXI secolo. L’anima si espande come una
    ragnatela in molteplici personalità ognuna delle quali sta sviluppando contemporaneamente differenti qualità che necessitano di differenti
    contesti storici per esprimersi al meglio. Tutte le esistenze di un’anima
    si svolgono simultaneamente, e si influenzano reciprocamente: ognuna beneficia delle evoluzioni delle altre; esse crescono insieme, e non in successione. Con le azioni e le scelte di oggi, ognuno di noi sta influenzando sia le incarnazioni passate che quelle future.» «Fino a quando siamo confinati nella nostra personalità avremo un’idea approssimativa di noi stessi, ma quando finalmente entriamo nel piano dell’anima, il quadro si amplia e ci è possibile connettere i
    vari aspetti di noi. La tua memoria attuale è quella della personalità con cui tu ora sei cosciente e identificato. Questo significa che puoi “ricordarti” delle altre personalità solamente entrando in contatto con la tua anima, la quale non è identificata con nessuna di esse in particolare, ma è cosciente di ognuna contemporaneamente. Quando sei nell’anima, l’inconscio si riversa nel conscio e puoi ricordarti delle tue altre personalità; le vivi come parti di te che avevi rimosso e riesci a comprendere il significato di tutto il tuo percorso.»

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  6. ESSERI CICLICI
    Poco prima di conoscere Carlos, influenzato dalle mie letture orientali, ero divenuto sostenitore della dottrina della reincarnazione. Mi sembrava una alternativa logica alla credenza cristiana della risurrezione dei corpi. Tuttavia, in una delle sue conversazioni, osservò che i dogmi del cristianesimo e delle religioni orientali erano sospettosamente simili, perché partivano da un denominatore comune: la paura della morte. Il suo commento mi affondò nella perplessità. Era un punto di vista totalmente nuovo per una questione che mi aveva sempre affascinato. Quando gli chiesi la sua opinione. Carlos tentò di deviare il mio interesse verso un altro tema, come se non valesse la pena parlare di quella questione. Ma più tardi, cambiando tattica, mi disse che tutte le mie credenze sulla sopravvivenza della personalità erano il risultato delle suggestioni sociali.
    - Ti hanno detto che abbiamo tempo, che c'è una seconda opportunità. Balle!
    - I veggenti affermano che l'essere umano è come una goccia d'acqua che si è staccata dall'oceano della vita e ha cominciato a splendere per conto suo. Questo splendore è il punto di unione della percezione. Ma una volta dissolto il bozzolo luminoso, la coscienza individuale si disintegra e diviene cosmica, come potrebbe ritornare? Per gli stregoni ogni vita è unica, e tu ti aspetti che si ripeta?
    - Le tue idee partono dall'elevata opinione che hai sulla tua unità. Ma, come tutto il resto, tu non sei un blocco solido, sei fluido. Il tuo "io" è una somma di credenze, un ricordo, niente di concreto! Gli chiesi a cosa si deve, quindi, il fatto che le religioni propaghino un altro tipo di dottrina. Mi rispose: - È facile da capire; sono risposte alla paura ancestrale dell'essere umano. Ogni cultura ha generato le proprie proposte esplicative, ma solo i veggenti sono andati aldilà delle credenze, corroborando da sé quegli aspetti delle emanazioni dell'Aquila. Mi spiegò che esistono nell'universo grappoli energetici ai quali tutti noi siamo agganciati come sono agganciali tra loro i grani di un rosario. Siamo ciclici; siamo il risultato di un marchio luminoso ed ogni volta che nasce un nuovo essere, in lui incarna la natura di quel modello. Ma la catena che ci unisce non è di natura personale, non implica trasferimenti di memoria o personalità, niente di tutto ciò.
    - Per sopravvivere alla morte bisogna essere stregoni. Soddisfacendo l'Aquila con una replica vivenziale, gli stregoni sono capaci di mantenere accesa la fiamma della loro coscienza individuale per delle eternità. Ma ciò è una impresa. Il successo massimo di un guerriero deve forse essere un regalo?
    Commentai che recenti studi avevano dimostrato che alcune persone, in circostanze molto speciali, sono capaci ricordare eventi di una vita passata. Affermò che era un'interpretazione erronea dei fatti.
    - È sicuro che chiunque può sintonizzarsi con determinate emanazioni di esperienze che hanno avuto luogo in altri tempi e sentire di aver vissuto non una, ma molte vite. Ma è solamente un allineamento fra milioni di possibili allineamenti.

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    1. Soddisfacendo l'Aquila

      E' il modo che gli sciamani con parole della loro cultura hanno utilizzato per esprimere un concetto.
      Lo stesso identico concetto con parole diverse lo esprime uguale lo gnosticismo alessandrino e chissà quante altre colture.

      Gianni

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  7. Non so' perche' questa facolta' che possono,con grande difficolta,raggiungere gli stregoni,mi ricorda la difficolta' che ci vuole nel cristianesimo o nell' islamismo per raggiungere la vita eterna o nel buddismo l illuminazione ecc ecc ecc...niente di nuovo sotto il sole... com'è normale che sia... ma poi mi chiedo perché proprio l aquila...un poteva essere un formichiere...?:-)))))

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  8. @Stefano Rattini: "ma poi mi chiedo perché proprio l aquila...un poteva essere un formichiere...?:-)))))"
    bella domanda! la chiamavano aquila perché per i veggenti antichi e moderni per cercare di adattarla ad un qualcosa di umano, l'universo "assomiglia" vagamente ad un'aquila, forse l'aquila era ed è tutt'ora un archetipo particolare per le genti dell'America Centrale, cosi come altri animali lo sono per culture spirituali di altre latitudini. Comunque a ben pensarci il "formichiere" anche è un termine interessante, data la natura brulicante di vita che c'è nell'universo. Oggi però si preferiscono termini adatti all'epoca attuale "ologramma, campo quantico, punto zero, ecc.." cambia la terminologia ma la sostanza è quella. (All'interno dell'aquilotto vi risiede un formicaio).

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    1. L'aquila sciamanica è stato notato essere l'equivalente degli arconti dello gnosticismo e con altri nomi in altre culture.

      Sia l'aquila che gli arconti vengono descritti in modo molto simile e pressochè identico come un qualcosa che al termine della vita interferisce prendendo la nostra consapevolezza.

      Gianni

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  9. @Magnet: forse l'aquila sciamanica smagnetizza, ma non ha alcunché di personale nei riguardi della morte delle sue creature, io l'aquila la intendo come un serbatoio, una sorta di memoria olografica, può darsi che gli arconti tutt'al più approfittano della morte, cioè dello smarrimento delle anime impreparate al mondo ultraterreno, del fatto che le anime sono disorientate.

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    1. Concordo su quanto dici
      E' un fatto che i predatori dimensionali energetici esistono e tutti li possono vedere.
      Nei miei viaggi nel mondo di mezzo ho trovato un numero incontabile di morti storditi, molti si credono ancora vivi, per cui suppongo si tratta di persone morte con bassissimo livello di consapevolezza.

      Se in tale luogo i predatori ne approfittano suppongo fa parte delle leggi naturali di miglioramento interiore, o migliori o sei cibo.
      Non ci trovo niente di strano perchè noi facciamo esattamente la stessa cosa con gli animali, vivimo in universo predatorio questa è la realtà.

      Gianni

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