giovedì 23 agosto 2018

Entanglement: Il più grande mistero della Fisica

Intervista di Scienza e Conoscenza a Massimo Teodorani, astrofisico.

Entanglement, che significa?
A cura di Elsa Nityama Masetti

Scienza e Conoscenza: Entanglement, una parola esotica o un termine tecnico? E’ uno di quei termini che sembra non trovare una traduzione “stabile” nel vocabolario italiano. Inoltre indica un fenomeno al primo approccio altrettanto sfuggente, inafferrabile. In poche parole fruibili a tutti, che cosa si intende per entanglement?

Massimo Teodorani: E’ il termine inglese usato in maniera standard dai fisici quantistici e tradotto alla lettera in italiano significa “intreccio”. Diciamo che il termine è abbastanza azzeccato perché denota uno stato prettamente fisico di legame indissolubile tra due particelle elementari – come ad esempio due elettroni o due fotoni – che hanno interagito almeno una volta. Il legame è di natura quantistica e significa che entrambe le particelle si comportano come un tutt’uno. La prova cruciale di questa specie di miracolo della natura la ebbe per la prima volta il fisico francese Alain Aspect con un epocale esperimento effettuato in laboratorio nel 1982. Si osservò che se si cambiava una proprietà (come ad esempio lo spin o la polarizzazione) della prima particella anche la stessa proprietà dell’altra cambiava istantaneamente. Questo cambiamento avviene semplicemente all’atto della misura, dove sulla scala quantistica, l’osservatore interagisce ineluttabilmente con l’osservato: l’atto della misura perturba la prima particella e istantaneamente influenza anche la particella gemella ...


Più che sfuggente, il fenomeno dell’entanglement è tanto inquietante quanto reale, soprattutto se si pensa che esso si realizza a qualunque distanza le particelle si trovino l’una dall’altra, sia essa anche di miliardi di chilometri. Questo fenomeno quantistico è ufficialmente confermato solo nel caso del mondo microscopico. In realtà, modelli teorici recenti molto sofisticati accoppiati ad uno studio attento del cervello, come ad esempio quello di “neurodinamica quantistica” proposto dal matematico Roger Penrose e dall’anestesiologo Stuart Hameroff, prevedono che i microtubuli che costituiscono l’ossatura dei neuroni cerebrali funzionino su tutta la massa cerebrale in uno stato di “entanglement orchestrato” tra loro, proprio quello che genera un atto di coscienza.

Ma non sembra che ci si debba fermare a questo: secondo certi modelli di cosmologia quantistica, l’universo prima della sua nascita era in realtà un “multiverso”, costituito da un numero sconfinato di universi paralleli coesistenti che si trovavano in stato di entanglement tra loro.
E non è finita.

Fisici teorici come Brian Josephson, fisici sperimentali come Robert Jahn, e psicologi sperimentali come Dean Radin e Roger Nelson, ritengono che i cosiddetti “poteri telepatici” e i casi di “coscienza collettiva”, non solo siano eventi reali ma anche che essi rappresentino uno stato di entanglement tra le coscienze di due o più persone separate, le quali così riescono a comunicare in maniera istantanea in base ad un meccanismo fisico simile alla risonanza. In sintesi, l’entanglement è una proprietà teoricamente e sperimentalmente dimostrata delle particelle elementari, ma alcuni indizi piuttosto recenti fanno ritenere che esso si realizzi in una forma speciale anche nella scala biologica, nella scala psichica e nella scala cosmologica.

Scienza e Conoscenza: Dal mondo delle particelle a quello della coscienza quali sono le variazioni sul tema?
Per es. nel campo della fisica si predilige il significato d’intreccio, nel campo della coscienza – che include il quotidiano, le relazioni – si preferisce il significato di irretimento, nel senso di essere impigliati, magari con la vita e il destino di qualcun altro. Partendo dal comportamento dell’entanglement nelle particelle, si è secondo te davvero liberi di scegliere i propri legami?

Massimo Teodorani: Direi proprio che, allo stato attuale delle conoscenze, le uniche variazioni sul tema dell’entanglement passando dalle particelle alla coscienza sono puramente differenze di dominio, non di significato o di sostanza: il significato fisico (che è l’unico che conta) è esattamente lo stesso per entrambi gli aspetti, e con ogni probabilità è in tutti i casi governato da proprietà quantistiche.

Per quello che riguarda il modello biologico e psichico (entrambi interagenti e di pertinenza alla coscienza), si sta cercando tuttora una teoria matematica derivata dalla meccanica quantistica, ma più complessa.

Per quanto concerne il “libero arbitrio” nelle nostre azioni e interazioni personali, ciò vale per quello che riguarda la nostra coscienza, non la nostra “volontà” in termini razionali e convenzionali. E’ il nostro inconscio semplicemente a “ricordarsi” (e non a “decidere”) improvvisamente che esiste ad esempio un’anima gemella che vive da sempre in simbiosi con noi, e allora tutto accade in maniera sincronica, anche se a noi appare che questo avvenga per caso. Capire una cosa è meno importante di averne coscienza, eppure sono necessarie entrambe per farne una scienza. Il giorno che capiremo scientificamente le cose con coscienza allora saremo arrivati alla fisica ultima, che appunto comporta una interazione perfetta tra la coscienza e il dominio della materia-energia.


11 commenti:

  1. Non esiste al mondo nessuno che capisca la fisica quantistica, Il fisico Feyman.
    Una cosa poco considerata è che essendo tutto un conglomerato di atomi, tutto è in realtà un gigantesco atomo, per cui quello che si applica al singolo atomo si deve obbigatoriamente applicare anche al macroscopico, stesse leggi, scale diverse.

    La comunicazione istantanea tra particelle è un esempio di quanto ho detto, perchè avviene anche tra persone, inoltre la stessa cosa si applica ai pianeti, per stare in orbita la comunicazione con il Sole deve obbligatoriamente essere istantanea e non in ritardo.
    La morale è che ha ragione Feyman, nessuno ci capisce niente, solo ipotesi, ma della realtà soggiacente buio pesto.

    Gianni

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  2. Quello che mi accingo a dire può sembrare impossibile ma vi posso assicurare che è pura verità e cioè che non è affatto vero quello che dice il fisico Feyman che nessuno capisce al mondo la Fisica Quantistica o meglio i suoi misteriosi meccanismi,poiché molti secoli prima dei fisici quantistici il concetto di entanglement o di intreccio come lo definisce l *astrofisico Teodorani era stato compreso dai grandi filosofi greci dell*Antica Grecia,i quali anche non avendo a disposizione i mezzi di ricerca scientifica di oggi,avevano capito che in natura non esiste la parola divisione ma che tutte le particelle che formano l *infinitamente piccolo e l*infinitamente grande,noi compresi, sono tutte da sempre collegate tra di loro e di conseguenza ogni minima variazione che una di esse subisce istantaneamente,si riflette su altre particelle che possono anche trovarsi in quel momento molto distanti nello spazio.Questo strabiliante concetto lo si può trovare espresso e racchiuso in una frase di colui che io personalmente ritengo il più grande tra i filosofi dell*Antichita*..............Non si può cogliere un fiore senza turbare una stella è tutto è Uno.Platone

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    1. Gli antichi si sa la sapevano lunga su molte cose.
      Ad esempio sia lo sciamanesimo che l'antico oriente nel descrivere l'universo pare si tratti di meccanica quantistica, i concetti sono gli stessi ed espressi con sbalorditiva precisione.
      La frase di Platone nasconde una profonda conoscenza, va detto che all'epoca era attiva la biblioteca di Alessandria che non a caso prima i cristiani e poi i mussulmani hanno bruciato tutto.

      UNA PERLA
      E' notevole il fatto che il campo energetico invisibie che plasma la materia, così come definito dalla fisica quantistica, abbia le stesse caratteristiche degli invisibili campi modellanti che i metafisici definiscono "Spirito" - Bruce Lipton -

      Gianni

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  3. Ed è proprio così,gli antichi conoscevano molte cose e i fisici quantistici ogni qualvolta indagano e cercano di capire sempre di più le leggi che governano tutto ciò che esiste,non fanno altro che dare umilmente ragione ai grandi pensatori del passato che già allora avevano compreso,non tutto,ma abbastanza.Alcuni studiosi ipotizzano che la loro conoscenza abbia avuto origine o da una antica sapienza primordiale,legata a una civiltà evoluta del passato sconosciuta e quindi non menzionata nei nostri libri di storia che potrebbe a sua volta essere stata originaria del nostro pianeta oppure proveniente da un altro.E comunque posso fare anche un altro esempio,possiamo prendere volendo anche in esame il concetto della sopravvivenza di un qualcosa di noi al disfacimento della morte e anche in questo caso i fisici quantistici che hanno studiato il fenomeno,ipotizzano che l*irreversibilita della morte riguarda solo la nostra parte materiale e quindi il nostro vecchio corpo e che invece un qualcosa di noi che loro definiscono Energia o Coscienza,contenente il nostro vissuto.sopravviva alla morte e ritorni alla sua Fonte Originaria e di questa loro intuizione già ne parlavano gli antichi egizi e i filosofi greci con la loro teoria sull*immortalita dell*Anima.Emilio

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  4. E se fosse vero lo scenario proposto da Georges I. Gurdjieff in "I racconti di Belzebu a suo nipote".
    Mille pagine ... da leggere tre volte! Io l'ho appena finito di leggere la prima e devo dire che l'ho trovato molto interessante ed educativo.
    Qui GIG racconta una "storia" del "Megalocosmo" (universo) e dei Terrestri molto verosimile e in linea con quello che "sento" veritiero.
    A volte mi chiedo se chi decanta le lodi e gli insegnamenti di GIG lo abbia letto questo libro ... perché le teorie li raccontate non le ho mai trovate più di tanto approfondite, raccontare o applicate ... non vorrei che tutte queste persone siano dei tragici .... "hassnamuss"!.
    Ciao e grazie
    Dario

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  5. Secondo me ognuno dice la sua senza che nessuno abbia la minima idea di cosa sta parlando.

    Esiste un problema con l'energia, nessuno sa cosa sia, se ne conoscono gli effetti ma non cosa sia, la stessa cosa con il campo, esiste, ne siamo sicuri ma nessuno sa cosa sia, solo speculazioni. Energia del campo zero, realtà olografica,infinite potenzialità, realtà che diventa reale con l'osservazione, realtà che è una simulazione al computer, un sogno, chi ha la capacità di vedere l'energia vede delle strutture luminose,e così via.

    Gli antichi non facevano eccezione, Aristotele aveva capito che esiste un campo che modella tutto che chiamava "il plenum". Altri dicevano le stese cose con nomi diversi
    Nessuno ha la minima idea di cosa sia il tutto. Solo speculazioni niente di più.
    L'unica cosa su cui tutti sia moderni che antichi, sono d'accordo è che tutto è collegato, tutto facente parte della stessa unità.

    E la morte?
    Buio assoluto, nessuno sa cosa ci aspetta dopo,qualcosa sopravvive ma cosa?Ognuno dice la sua.

    La reincarnazione?
    Una truffa mistica. Esiste di questo ne siamo sicuri, regressioni ipnotiche, bambini che ricordano la vita precedente, viaggi sciamanici nell'oltre, medium e così via.
    Poco anche un quasi niente lo si impara, dal momento che ognuno ha alle spalle moltissime vite per accumulazione il mondo dovrebbe essere popolato da quasi maestri invece sono pressochè tuti automi.

    Gianni

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  6. Certo siamo tutti fatti della stessa materia delle stelle, come l'astrofisica Hack, pur nella sua atea limitatezza enunciava. E a livello molecolare e animico siamo tutti Uno.
    Da con confondere però con l'esperienza umana, che non permette l'unità e a dirla tutta a me nemmeno interessa, perché siamo qui per fare esperienza di dualita' che ci piaccia o no.

    Anna

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  7. Polvere di Stelle.Hai esplorato oceani profondi,hai violato cieli infiniti,hai viaggiato in galassie lontane,hai trasmesso odio e amore e sognato di arrivare a Dio e infine sei giunto ai confini dell*Universo per vedere te stesso tornare indietro,perché in fondo uomo tu sei solo polvere di stelle,ma polvere intrisa di luce immortale.Dedicata a Anna con estrema sincerità per ricambiare con questi miei brevi versi un pizzico di quel bene che lei dice di provare per me.Emilio

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    1. Grazie Emilio, sei gentile e delicato, un uomo di specie rara (come anche il caro Gianni ovviamente).
      Ti abbraccio con affetto,

      Anna

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  8. Che bei versi quelli di Emilio, concordo con Anna di specie rara.

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  9. Grazie,amici miei, i complimenti fanno sempre piacere e ancora di più se arrivano da persone che hanno idee e percorsi diversi e mi raccomando,come disse un giorno Anna,andiamo avanti,succeda quello che succeda,sempre e per sempre con Amore..........fino alla fine.Emilio

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