In sostanza, Daniel Quinn sostiene che tutte le società umane siano divisibili in due culture principali (in base alla loro visione del mondo e del posto dell'uomo in esso): la cultura Prendi, ossia la nostra, a cui appartengono tutte le società che condividono la credenza che il mondo sia stato creato per l'uomo e che l'uomo abbia il diritto/dovere di dominarlo e sfruttarlo a piacimento, e la cultura Lascia, ossia quella a cui appartengono tutte le società umane tribali convinte invece che l'uomo appartenga al mondo, il quale sarebbe un luogo sacro da preservare.
La cultura Prendi, ossia la nostra civiltà, viene chiamata così perché all'incirca diecimila anni fa "prese" in mano il proprio destino e si elevò al di sopra dei capricci della natura, di carestie e siccità, cominciando a produrre da sola tutto il proprio cibo tramite l'agricoltura totalitaria (che è tanto efficiente da produrre regolarmente perfino più cibo del necessario), anziché affidarsi alla sempre incerta generosità dell'ambiente come le altre società umane di cacciatori-raccoglitori che la circondavano.
Così facendo, i Prendi acquisirono due cose fondamentali per la nascita della nostra civiltà:
1 - l'agricoltura totalitaria, il più efficiente meccanismo produttore di cibo umano (e quindi di esseri umani) mai esistito, e
2 - una visione che, originata dall'evidente potere che l'agricoltura totalitaria conferiva a chi la praticava, poneva l'uomo al vertice del creato, superiore alle altre creature e distinto da esse, e gli conferiva il destino di dominatore del mondo e il diritto di sfruttare e modificare il pianeta a proprio piacimento ...
Poiché, come emerge da studi come quello di David Pimentel e Russel Hopfenberg, "La popolazione umana come funzione della disponibilità di cibo" (cache), a una maggiore disponibilità di cibo corrisponde sempre e invariabilmente un aumento della popolazione, l'uso dell'agricoltura totalitaria causò la rapida crescita demografica dei Prendi, e più aumentava la loro popolazione, più aumentava la loro domanda di cibo.
Alla fine, esauriti i territori da coltivare, i Prendi decisero di prendersi quelli delle altre tribù, che oltre a essere inferiori di numero avevano anche la colpa di "sprecare" il loro territorio, agli occhi dei Prendi, dato che si rifiutavano di coltivarlo. La loro visione del mondo sosteneva infatti anche che l'unico modo giusto di vivere fosse quello Prendi (coltivare la terra ---> aumentare di numero ---> coltivare ancora più terra), per cui i Prendi si imbarcarono in una crociata unica nella storia umana, che aveva l'obiettivo di convertire ogni popolazione al loro stile di vita. Alcune tribù vennero sedotte dal potere dell'agricoltura totalitaria e inglobate dai Prendi, altre vennero schiavizzate, altre distrutte e altre ancora scacciate in territori meno fertili.
Dopo diecimila anni di questa crociata, noi Prendi ci siamo espansi fino a ricoprire quasi tutto il globo, e le ultime tribù rimaste si trovano ai margini della nostra civiltà (che sta tutt'ora cercando di inglobarle o spazzarle via). Siamo ormai sicuri di aver conquistato il mondo e di dominarlo, ma negli ultimi secoli (e soprattutto negli ultimi decenni), la nostra civiltà ha cominciato a mostrare un difetto che potrebbe rivelarsi fatale.
1 - l'agricoltura totalitaria, il più efficiente meccanismo produttore di cibo umano (e quindi di esseri umani) mai esistito, e
2 - una visione che, originata dall'evidente potere che l'agricoltura totalitaria conferiva a chi la praticava, poneva l'uomo al vertice del creato, superiore alle altre creature e distinto da esse, e gli conferiva il destino di dominatore del mondo e il diritto di sfruttare e modificare il pianeta a proprio piacimento ...
Poiché, come emerge da studi come quello di David Pimentel e Russel Hopfenberg, "La popolazione umana come funzione della disponibilità di cibo" (cache), a una maggiore disponibilità di cibo corrisponde sempre e invariabilmente un aumento della popolazione, l'uso dell'agricoltura totalitaria causò la rapida crescita demografica dei Prendi, e più aumentava la loro popolazione, più aumentava la loro domanda di cibo.
Alla fine, esauriti i territori da coltivare, i Prendi decisero di prendersi quelli delle altre tribù, che oltre a essere inferiori di numero avevano anche la colpa di "sprecare" il loro territorio, agli occhi dei Prendi, dato che si rifiutavano di coltivarlo. La loro visione del mondo sosteneva infatti anche che l'unico modo giusto di vivere fosse quello Prendi (coltivare la terra ---> aumentare di numero ---> coltivare ancora più terra), per cui i Prendi si imbarcarono in una crociata unica nella storia umana, che aveva l'obiettivo di convertire ogni popolazione al loro stile di vita. Alcune tribù vennero sedotte dal potere dell'agricoltura totalitaria e inglobate dai Prendi, altre vennero schiavizzate, altre distrutte e altre ancora scacciate in territori meno fertili.
Dopo diecimila anni di questa crociata, noi Prendi ci siamo espansi fino a ricoprire quasi tutto il globo, e le ultime tribù rimaste si trovano ai margini della nostra civiltà (che sta tutt'ora cercando di inglobarle o spazzarle via). Siamo ormai sicuri di aver conquistato il mondo e di dominarlo, ma negli ultimi secoli (e soprattutto negli ultimi decenni), la nostra civiltà ha cominciato a mostrare un difetto che potrebbe rivelarsi fatale.
Il circolo vizioso innescato dall'agricoltura totalitaria ("più cibo ---> più popolazione ---> ancora più cibo ---> ancora più popolazione") ha infatti portato a una gravissima sovrappopolazione, la quale ha scatenato una crisi ecologica su più fronti (alimentare, idrico, energetico ed ecosistemico - vedi qui per i dettagli) che minaccia non solo di scatenare una fame globale ancora peggiore di quella già esistente, che già coinvolge oltre 920 milioni di persone (fonte - cache), ma un vero e proprio collasso ecologico globale che porterebbe all'estinzione di milioni di specie viventi, inclusa quella umana.
E' stato calcolato infatti che solo per restare in vita, i 7 miliardi di persone che compongono la nostra civiltà consumano il 50% delle risorse in più di quelle che potrebbero consumare in modo sostenibile. (fonte - cache)
E ogni anno, la popolazione umana globale aumenta di circa 77 milioni di individui (fonte - cache), peggiorando la sovrappopolazione e, di conseguenza, ogni aspetto della crisi ecologica.
Ogni giorno, inoltre, circa 150 specie si estinguono a causa di attività umane, soprattutto dell'agricoltura totalitaria, indebolendo sempre di più gli ecosistemi di cui necessitiamo per avere cibo, aria pulita e acqua potabile. (fonte - cache)
E' chiaro da questi dati che la civiltà Prendi è ecologicamente insostenibile e destinata a scomparire. E' una questione di semplice logica. Il suo sistema è basato su un circolo vizioso ed è quindi condannato a collassare.
Secondo Quinn, la causa prima di questa situazione catastrofica, e il motivo per cui anziché venire risolta non fa che aggravarsi sempre di più, è la mitologia culturale della nostra civiltà, ossia quell'insieme di credenze che ogni membro della nostra civiltà considera ovvie e scontate (tanto da non sognarsi nemmeno di metterle in discussione) ma che in realtà sono scientificamente e logicamente errate e hanno conseguenze disastrose (vedi qui per i dettagli e le confutazioni di queste false credenze).
In sostanza, le credenze più pericolose sono le seguenti:
1 - Il mondo è stato creato per l'uomo, e l'uomo è stato creato per conquistarlo e dominarlo.
2 - La specie umana è distinta da tutte le altre e immune alle leggi ecologiche a cui le altre devono sottostare.
3 - Il nostro è l'unico modo giusto di vivere, e deve essere portato avanti a qualunque costo, a prescindere dai danni e dalle sofferenze che causa.
Questa mitologia culturale non solo ci ha portato fin qui, donandoci un sistema di vita ecologicamente condannato all'estinzione e inoltre tormentato da problemi (sia sociali che esistenziali) che nessuna tribù ha mai conosciuto (povertà, epidemie, carestie, crimine, guerre su larga scala, rischio di distruzione nucleare, disuguaglianze sociali, depressione generalizzata, abuso di droghe, ecc.) ma ora ci impedisce anche di individuare le vere cause del problema, e quindi di risolverlo.
Finché resteremo convinti che la nostra specie sia immune alle leggi ecologiche a cui sono soggette tutte le altre forme di vita, infatti, non capiremo che il motivo per cui la nostra sovrappopolazione continua a peggiorare è che in ogni specie una maggiore disponibilità di cibo causa SEMPRE un aumento della popolazione, e la specie umana non fa eccezione, a dispetto del suo intelletto superiore.
Non capiremo, insomma, che la sovrappopolazione è un problema biologico, non sociale, e quindi non può venire risolta da leggi o programmi ma richiede un approccio radicalmente diverso. (dettagli)
Finché resteremo convinti che il nostro è l'unico modo giusto di vivere, non riusciremo a smettere di sfruttare il mondo oltre i suoi limiti. Non solo, ma non capiremo nemmeno perché una simile visione del mondo è problematica e controproducente e perché dovremmo rigettarla. (E tantomeno penseremo di cambiare stile di vita.)
Finché resteremo convinti di appartenere a una specie superiore, separata e indipendente dalle altre, non riusciremo a capire che dobbiamo smettere di far estinguere le altre forme di vita a ritmi folli perché altrimenti finiremo per causare un collasso ecologico e per estinguerci anche noi, dato che siamo DIPENDENTI dai nostri ecosistemi per sopravvivere quanto ogni altra creatura.
E così via.
Lo scopo di Quinn è quindi smascherare le menzogne della nostra mitologia culturale e dimostrarne gli effetti nocivi, e così facendo cambiare la nostra visione del mondo e di noi stessi (e, conseguentemente, le nostre azioni), perché l'unica cosa che può salvarci a questo punto è cambiare le nostre menti e abbandonare il vecchio modo di pensare che ci impedisce perfino di vedere chiaramente la situazione in cui siamo finiti.
Una rivoluzione culturale (che Quinn chiama la Nuova Rivoluzione Tribale) è assolutamente necessaria, se vogliamo sopravvivere come specie.
(Leggi anche il saggio "Il Nuovo Rinascimento", che Quinn considera una concisa espressione del suo messaggio.)
Sito Ufficiale di Ishmael
"Io ho rintracciato i nostri problemi all'inizio della nostra cultura. Non è l'umanità che sta distruggendo il mondo, è una cultura dell'umanità, quella che pare essere la nostra cultura, e che sembra anche essere la cultura dominante del pianeta. Ma l'umanità in sé non è mai stata responsabile della distruzione del mondo. Abbiamo dimenticato le nostre origini. Abbiamo vissuto un diverso tipo di vita, ma è perduto, completamente dimenticato, scomparso dalla nostra cultura. Avevamo una vita prima di costruire una civiltà ..."
Daniel Quinn
(Leggi anche il saggio "Il Nuovo Rinascimento", che Quinn considera una concisa espressione del suo messaggio.)
Sito Ufficiale di Ishmael
"Io ho rintracciato i nostri problemi all'inizio della nostra cultura. Non è l'umanità che sta distruggendo il mondo, è una cultura dell'umanità, quella che pare essere la nostra cultura, e che sembra anche essere la cultura dominante del pianeta. Ma l'umanità in sé non è mai stata responsabile della distruzione del mondo. Abbiamo dimenticato le nostre origini. Abbiamo vissuto un diverso tipo di vita, ma è perduto, completamente dimenticato, scomparso dalla nostra cultura. Avevamo una vita prima di costruire una civiltà ..."
Daniel Quinn
Ciao Catherine, personalmente mi sento Lascia, il circuito predatorio non mi appare consono alla realtà dell'essere nella sua vibrazione profonda.
RispondiEliminaMi rifiuto anche solo di pensare che una qualsiasi idea di Amore possa avere concepito-creato un mondo in cui le creature si cibano l'uno dell'altra, circuito predatorio appunto, una sorta di prigione in cui l'essenza è perduta, dimenticata... Appunti di viaggio come sempre...
Buon prosieguo del tuo.
Grazie, buon proseguimento anche a te ^_^
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