Per lavoro frequento persone (fra colleghi, fornitori e clienti) di formazione medio alta (ingegneri, matematici, economisti) con i quali un approccio razionale e sistematico alle situazioni dovrebbe rendere più facile la soluzione dei problemi.
Se, infatti, 3+3 fa 6, questo è vero
> d’inverno come d’estate
> al nord come al sud
> di giorno come di notte
e quindi, avendo e condividendo le stesse informazioni di base, si dovrebbe giungere alle stesse conclusioni finali. Facile no?
Invece no.Se, infatti, 3+3 fa 6, questo è vero
> d’inverno come d’estate
> al nord come al sud
> di giorno come di notte
e quindi, avendo e condividendo le stesse informazioni di base, si dovrebbe giungere alle stesse conclusioni finali. Facile no?
Mi rendo conto, senza riuscire mai ad abituarmi, che esistono dei “trigger” oscuri, degli elementi scatenanti di fronte ai quali l’animale torna a farsi padrone, ricacciando il raziocinio in un angolino. Così, lo zittisce senza dargli nessuna possibilità di replica – e la cosa ancora più incredibile (e questo mi stupisce ogni volta, nonostante siano anni che mi sono accorto di questa cosa) è che la formazione “scientifica“, “razionale“, “illuminista” di queste persone, che all’apparenza, in altre situazioni, è così arrogante, di fronte alle paure del subconscio si fa coniglio e scappa a gambe levate senza neanche provare a ribattere...
· combattere contro il peso in eccesso,
· contro una situazione relazionale malata,
· contro qualche altra “malattia avversa“
senza rendersi conto di buttare energie contro i mulini a vento, cioè contro i nemici sbagliati.
Trupiano in un corso ci aveva fatto l’esempio della saliva. “Cos’è che fate tutto il giorno senza problemi? – Deglutire saliva. – Bene, se vi chiedesssi di riempire 2 dita di questo bicchiere della vostra saliva , e poi di berla, cosa direste? (faccia schifata di tutti). – Ma come, non vi ho mica chiesto di bere quella del vostro vicino di banco! La vostra – quella che fino ad un secondo fa avete deglutito senza problemi!
Una donna vive con difficoltà che il suo uomo, una volta alla settimana, per due ore, vada a fare assistenza ad un vicino prossimo alla morte. Dal punto di vista razionale che problema c’è? Due ore non sono un granchè, e poi è per un’opera buona, no? Eppure questo causa litigi, incomprensioni, musi lunghi.Razionalmente, può questa donna chiedere al marito di non andare? No, e infatti non lo fa. Ma ci sta male.
Incomprensibile, se non si risale alla sua infanzia, e si scopre che, quando questa era ancora in età prescolare, la sorellina più piccola era stata in fin di vita, ricoverata in ospedale per oltre un mese e la mamma era scomparsa dalla famiglia per assistere la sorellina malata. A questo punto è chiaro: il marito, che per 2 ore alla settimana va ad assistere il vicino terminale, risveglia nel subcosciente di quella donna la paura dell’abbandono vissuto da piccola.Giustificabile razionalmente? No. Ma se si tiene in conto il contesto completo, tutto assume un significato diverso.
I colleghi razionali perché mi solleticano queste riflessioni?
I colleghi razionali perché mi solleticano queste riflessioni?
Quando, per caso (Giuro! Ormai ho abbandonato da tempo la voglia di discutere o provare a convincere gli altri) capita il discorso ad esempio su Luna 1969, e io guardo il collega con la faccia divertita chiedendogli: “Ma tu ci credi veramente?” e la risposta, preoccupatissima, è “No, no, guarda lasciamo perdere per carità cambiamo discorso” neanche gli avessi detto che ho visto sua moglie nei bassifondi del porto di Genova, a che traumi pensare?
Come ha detto David Icke: “La prigione più potente è la paura di quello che penseranno gli altri di noi“.
E, saputo questo e rivoltatolo di 180 gradi: “la più grande conquista di libertà è smettere di dare peso a quello che gli altri penseranno di noi!”
Fonte: www.ingannati.it
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Alcuni lo chiamano il “lupo mannaro” perché è indomabile, mette scompiglio, azzittisce la mente, annichilisce ogni reazione e ci trasforma in un animali selvaggi.
E’ l’inconscio che quando “scatta” prende il controllo del nostro corpo e della nostra mente consapevole e agisce per conto proprio riconsegnandoci le redini dopo aver scatenato la sua ira lasciandoci spesso con l’amaro in bocca, pentiti di ciò che abbiamo fatto senza essere riusciti a fermarci per tempo.
Perché succede questo?
E’ normale?
E’ normale?
E’ anche questo un messaggio da cogliere e da accogliere per trasmutarlo in qualcosa di migliore?
Comprendere i raptus e gli improvvisi “blocchi” subconsci ci permetterà di condurre la nostra vita verso una meta più serena, più amata, più umana.
Marcello Salas
Fonte: compressamente.blogspot.it
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