domenica 25 agosto 2024

Sesso e Medioevo: gli scottanti segreti dell’età buia

Il Medioevo è da sempre considerato un’età buia, caratterizzata dal bigottismo e dalla repressione, conseguenze di una forte religiosità, criticata ampiamente in età illuministica e moderna. 

Sembra dunque chiaro, in quest’ottica, che il sesso sia un argomento tabù e che tutte le pratiche sessuali siano considerate non solo immorali ma anche peccaminose e in qualche modo influenzate dal demonio. 

Ma è davvero così?

L’argomento è tornato in auge con l’uscita, nel 2012, del libro Sexualités au Moyen Age di Jacques Rossiaud, volume dedicato proprio alla sessualità nel Medioevo, nel quale lo storico francese mette in luce abitudini e credenze sessuali dell’età medievale, smentendo alcuni luoghi comuni e scoprendo curiosità poco note....

Due monache raccolgono falli da un albero - miniatura dal Roman de la Rose di Jean de Meung

Anzitutto, riguardo all’astinenza: niente sesso tra coniugi a Natale, Pasqua, Pentecoste e Assunzione, giorni in cui, comunque, i bordelli rimanevano aperti.

Inoltre, lo storico ricorda come fino al XII secolo l’unica posizione consentita fosse quella “tradizionale” del missionario, la più adatta al concepimento; più tardi, vennero sdoganate altre posizioni che, anche se non viste di buon occhio, erano tollerate, tranne quella cosiddetta del cavallo erotico, in cui la donna sta sopra: i teologi la aborrano, i medici la ritengono dannosa per la salute.


La prostituzione, sorprendentemente, non è considerata così male: per un uomo è meglio fare visita a una meretrice piuttosto che corrompere la propria sposa o, peggio, trarre piacere dall’autoerotismo. 
Per questo i bordelli sono aperti tutto l’anno, tranne di Venerdì Santo, e sono frequentati anche da uomini di chiesa, che nel XV secolo costituiscono il 20% degli avventori.


La masturbazione è generalmente condannata e osteggiata con disprezzo per gli uomini mentre, stranamente, è quasi tollerata nel caso delle donne.

Lo storico affronta anche la questione del quante volte sia raccomandato congiungersi secondo la mentalità medievale: stando ad una raccomandazione diffusa, non bisognerebbe superare i due amplessi a settimana.

Amore carnale - Miniatura medievale

Quasi sicuramente, il sesso era praticato anche dagli ecclesiastici (come si è visto anche prima) e lo Rossiaud ricorda come il vescovo di Hugues propone a una donna il cui marito non la soddisfa che l’uomo sia fatto prete: solo così tornerà ad ardere di desiderio.

Che dire, poi, di tutti quegli atti che non hanno come fine la procreazione? Essi vengono genericamente chiamati “peccati di sodomia”; l’omosessualità, inoltre, inizia ad essere condannata violentemente solo a partire dal XII secolo: a fare da caposcuola fu San Tommaso D’Aquino, che considerava il peccato di sodomia grave quanto il capitalismo.

Ma nonostante tutte queste considerazione, lo storico conclude affermando che il sesso è comunque considerato un atto naturale, “un dono della creazione” e secondo il filosofo de XII secolo Guillaume de Conches «solo gli ipocriti lo ignorano».

Fonte: www.frammentirivista.it
Fonte aggiornata nel 2015: www.frammentirivista.it


Scena in uno stabilimento balneare, miniatura del XV secolo. Di Anonimo - Aguilera, Emiliano M. (1972). El desnudo en las artes. Giner, Madrid., Pubblico dominio, Fonte


E lo stupro?

Una delle più memorabili menzogne riguardo allo stupro nel Medioevo compare all’inizio di Braveheart, famoso e acclamato cult del 1995 diretto da Mel Gibson. 
Le attuali raffigurazioni mediatiche del Medioevo, infatti, rappresentano spesso lo stupro come una parte della vita quotidiana di molte donne – specialmente se serve e contadine – quasi fosse una routine legalmente autorizzata. 
Esse, però, restituiscono una visione sensazionalistica e fuorviante della vita medievale, sostenendo implicitamente che a confronto ora le cose siano migliori e dandoci così la possibilità di crogiolarci in una ben poco giustificata impressione di progresso. 

Tutto ciò si allinea perfettamente con altri preconcetti diffusi su quel periodo storico, come la breve aspettativa di vita, la violenza diffusa e la totale assenza di potere femminile. 
Ma la cultura dello stupro dell’epoca è legata davvero alla scena rappresentata da Braveheart


In Inghilterra e in Scozia, tra il 1200 e il 1600, lo stupro – legalmente definito come l’atto sessuale imposto con forza da un uomo su una donna contro la sua volontà – era considerato un crimine ed erano quindi già presenti all’epoca leggi per criminalizzare chi compiva questo genere di violenza.

Le donne stesse potevano denunciare una violenza senza l’aiuto del padre, del fratello o del marito, in contrasto con stereotipi che vedono invece le donne medievali come impotenti e dipendenti dall’intercessione di un uomo. Le donne potevano testimoniare nei tribunali e cercare di ottenere giustizia ...

Leggere l'articolo completo qui: thevision.com


Questo articolo, oggi riveduto e corretto, era stato precedentemente pubblicato qui il 22/06/2017

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