martedì 28 febbraio 2017

L’eccesso di informazioni ci sta portando all’apatia

"Nessuno è più schiavo di colui che è prigioniero senza saperlo"
- Johann Wolfgang von Goethe -

Il secolo appena iniziato passerà alla storia per l’evoluzione informatica e tecnologica.

Il mondo intero oggi si aggiorna e si informa su internet, una rete nata negli anni Settanta dalle ricerche dell’ARPA (Advanced Research Project Agency, oggi DARPA) del Ministero della Difesa statunitense, quindi in ambito prettamente militare…
Gentilmente poi ci hanno messo a disposizione i vari Social Network (SixDegrees, Friendster, MySpace, LinkedIN e l’ultimo The Facebook…) con l’obiettivo di creare relazioni tra le persone.

La realtà è decisamente un’altra: sia internet che i social rientrano nel controllo globale…

Grazie a queste tecnologie il Sistema sa praticamente tutto di noi: le cose che amiamo, quelle che odiamo, i libri che leggiamo, la musica che ascoltiamo, dove andiamo a mangiare, i piatti preferiti, le preferenze politiche e anche le inclinazioni sessuali, ecc. ecc.
Dai dati che NOI gentilmente e gratuitamente stiamo cedendo al Sistema, esso è in grado di costruire il profilo perfetto di ogni abitante interconnesso alla Rete...


Pluralismo di informazione = libertà e democrazia?

La quantità di informazioni che riceviamo quotidianamente (tramite tv, radio, computer, tablet, smartphone, iphone…) non ha paragoni rispetto al passato.
La logica ed errata conseguenza è che pensiamo di sapere…
Purtroppo non è così: accedere ad un maggior numero di informazioni non provoca nessun cambiamento nella società, anzi induce apatia!

Follia? Esagerazioni? No, oramai nessuno più si ribella al Sistema: lo schiavo rinchiuso dentro un carcere le cui pareti sono virtuali non si muove e non reagisce più.

Apatia e inerzia mentale

Come detto conoscere la verità e accedere a un’infinità di notizie non significa nulla. 
Anzi, il tutto aumenta il degrado psicologico rafforzando ancora di più l’incapacità di risposta e l’inerzia mentale.
Il Sistema conosce benissimo i vari meccanismi mentali, emotivi, sociali e psicologici dell’essere umano e proprio per questo ci ha messo a disposizione degli strumenti magistrali.
Il controllo mentale si basa anche sull’eccesso d’informazione!
Sembra un paradosso ma non lo è: bombardare di stimoli il cervello umano provoca una catena di avvenimenti che finiscono con la totale mancanza di risposta: l’apatia.

Eccesso di stimoli

L’uomo odierno è sottoposto ogni giorno a centinaia di migliaia di stimoli (linguistici, visivi, uditi) che devono essere elaborati dal nostro cervello. Si tratta di una vera e propria esondazione di dati, istante dopo istante.
Il punto cruciale non è sapere se il nostro cervello ha la capacità o meno di percepire ed elaborare tali immensi volumi di byte, ma come esso valuta, giudica e analizza le implicazioni che le informazioni possono comportare per se stesso e per la società.
Il marasma di informazioni non ci lascia il tempo materiale per fare una valutazione seria, e questo è funzionale!

Prima che la nostra mente sia in grado di giudicare l’informazione ricevuta veniamo bombardati da una nuova ondata di stimoli che ci distraggono e inondano la mente con altri dati.

Questo impedisce una corretta valutazione delle notizie che riceviamo, indipendentemente da quanto importanti siano le implicazioni che queste comportano.
Tutto quello che percepiamo con i sensi viene rapidamente digerito e dimenticato, trascinato via da un torrente incessante di altre informazioni che entrano e slavano il nostro cervello.

Il bombardamento continuo e incessante ci impedisce di giudicare adeguatamente il valore dei fatti, rendendoci in pratica schiavi non più in grado di agire e/o reagire alle circostanze.
L’apatia è sotto gli occhi di tutti coloro che vogliono vedere la realtà!

Frammentazione emozionale

Riducendo il tempo di risposta mentale viene ridotta anche la carica emotiva associata.

Ci indigniamo leggendo una notizia (i privilegi di una casta politica vergognosamente degradata e priva di dignità; i salvataggi delle banche con i nostri soldi; gli attentati che vengono compiuti dal Sistema per terrorizzare la massa; la vergognosa tassa illegittima del canone rai inserito delinquenzialmente nella bolletta dell’enel, ecc.) ma dopo pochissimi istanti veniamo bombardati da un fiume di altre notizie che deviano la nostra attenzione verso altre emozioni sempre superficiali e completamente diverse che ci fanno dimenticare tutto.
L’indignazione viene così spostata ed edulcorata in una vera e propria diluizione omeopatica delle nostre capacità mentali, emotive e soprattutto reattive.
Per il Sistema questo è grasso che cola: è meglio un popolo gregge addormentato, apatico, incapace di reagire, piuttosto che un insieme di persone sveglie, attive e consapevoli.

La Rivoluzione che non avverrà

L’impotenza è divenuta frustrazione e apatia. Ecco perché non avviene una Rivoluzione che sarebbe già dovuta scoppiare, vista la situazione odierna.
Il Sistema è così certo della nostra sottomessa condizione mentale che non si preoccupa di mostrarsi per quello che è, svelare i propri segreti e altarini per quanto sporchi e oscuri essi siano.
Anche perché rivelare verità occulte (libri, film, video, documentari, trasmissioni tivù, ecc.) in realtà contribuisce all’aumento del volume di informazioni e anche questo fa parte del gioco.

Ogni segreto portato dalla luce produce di conseguenza nuove ondate di informazioni che possono essere manipolate e rese tossiche con l’aggiunta di dati falsi, contribuendo alla confusione e al caos dell’informazione e da qui arrivano nuove ondate secondarie di articoli e servizi che ci stordiscono ancora di più facendoci sprofondare ulteriormente in uno stato mentale di apatia.

Poi c’è tutto il discorso dell’impunità di cui sembrano godere (e di fatto godono) i delinquenti patentati. I responsabili di crimini veri non vengono mai puniti seriamente e questo serve a generare nella popolazione frustrazione (nei confronti della giustizia, delle leggi, della politica, ecc.) che porta alla resa definitiva e alla totale sottomissione.

I discorsi classici da bar ne sono la prova : “non si può fare nulla”; “il sistema non cambierà mai”, “la politica è marcia”, ecc. 

Questi sono i vocaboli del perfetto suddito che si lamenta senza fare nulla per cambiare la situazione. 

Il lamento è la valvola di sfogo del morto che cammina (zombie), esattamente come vomitare su FB le proprie paturnie.

I Social sono funzionali

Facebook è l’esempio magistrale di tutto questo Sistema appena abbozzato.
Centinaia di migliaia di post inondano il social ogni istante. Quasi nessuno legge fino in fondo quello che pubblica ma tutti sono più veloci della luce nella condivisione con gli amici.
Su FB l’apatia generalizzata è stata genialmente camuffata da finta libertà di informazione, dove tutti possono dire la loro (sfogatoio pubblico); dove tutti possono leggere quello che vogliono.
Ma questa è vera e propria illusione di libertà.

Se pensiamo che dieci, cento, mille, diecimila persone condividendo un post (spesso senza neppure averlo letto) possano realmente cambiare il mondo siamo dei poveri illusi.
Facebook è uno strumento attivissimo nell’estensione dell’apatia globale!

Il mondo si cambia cambiando noi stessi, nella vita reale e non in quella inesistente dei Social.
Ogni acquisto che facciamo, ogni giornale che comperiamo, ogni canale televisivo che guardiamo (o meglio non guardiamo), ogni banca che boicottiamo, ogni supermercato che evitiamo, ecc. sono indicazioni chiare al Sistema.

A che serve condividere un post sui vari rimedi per la cura naturale del cancro se poi oltre a mangiare male ogni giorno continuiamo a fare inutili screening e alla prima diagnosi di tumore (e facendo tali esami arriverà matematicamente) si corre tremando dall’oncologo?

A che serve denunciare gli abusi delle banche se poi continuiamo a lasciare i nostri risparmi nei loro forzieri, partecipando al finanziamento di armi e guerre?

E’ da dissociati mentali allarmare il mondo che i farmaci uccidono più delle guerre se poi al primo banale acciacco ci imbottiamo di droghe!
L’elenco delle incoerenze purtroppo è lunghissimo...

Forse pubblicando migliaia di post ci sentiamo meglio a livello di coscienza? Pensiamo di aver fatto la nostra parte? Così possiamo girarci dall’altra parte continuando sereni nella nostra normalissima e apatica esistenza…
Ma il mondo in questa maniera non cambierà mai.
E il Sistema applaude e ci ringrazia fornendoci altri Social, altre Verità e altre informazioni…

Fontewww.disinformazione.it

6 commenti:

  1. Divertente articolo, pessimista anziche' no, sono informatico dagli anni 70, forse non e' chiaro il VERO problema, l'inadeguatezza della cultura attuale ad affrontare la possibilita' di gestire informazioni, viviamo ancora con metodi di trattamento e gestione dell'informazione e delle strutture di controllo ARCAICHE, cioe' medioevali, il metro e' tuttora la grande invenzione di Guttemberg, ma oggi non e' piu' ADEGUATO, l'UOMO deve fare un SALTO di qualita',la societa' vive ancora coi METODI vecchi e la cultura e la formazione scolastica e'standardizzata su questi.Chiaro che l'afflusso di informazioni SPIAZZA,inoltre propongono l'uso LUDICO(intendo passatempo)interessatamente,cioe'la tecnologia viene impiegata per fare delle belle PIPPE MENTALI ed autoilluders. C'e' un mondo intero NUOVO da CREARE, soprattutto in termini di evoluzione delle CAPACITA' INDIVIDUALI, tuttora usiamo metodi legati allo scambio informativo verbale, che limita alla capacita' di DISTINGUERE il parlato. Tempo di cambiare METODI sviluppando capacita'legate ad altri sensi, come la VISTA, mai provato la LETTURA VELOCE ? Auguri ai pessimisti, necessita una VERA EVOLUZIONE, sia in termini di capacita' che in termini di cultura .. CONSAPEVOLEZZA piuttosto che FEDE, tempi di TRANSIZIONE cioe' di CAMBIARE MENTI e magari LOGICHE.......tempi per un UOMO NUOVO, capace di essere RESPONSABILE per SE, ma soprattutto per la Comunita' ed il PIANETA.....

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    1. Concordo, siamo un poco come uomini primitivi che si trovano improvvisamente in possesso di tecnologie del futuro.
      (Magari l'esempio è poco calzante perché non sono sicura che l'uomo primitivo avesse meno coscienza di noi, ma sorvoliamo .. ;) )
      Siamo sempre lì, ci ubriachiamo di futile e dimentichiamo spesso ciò che conta veramente ..
      Come diceva il mio connazionale Rabelais: "Science sans conscience n'est que ruine de l'âme"

      P.S. Utilizzo sempre la lettura veloce ;)

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  2. Felice di aver letto fino in fondo, non potevo diversamente, sono d'accordo con te, non siamo più in grado di soffermarci e valutare davvero e siamo costantemente bombardati e il controllo...ovvio che sanno tutto di noi...e da qui nascono spontanee tante domande.
    Il cambiamento siamo noi, ognuno di noi, concordo...ma lo siamo a fatti non solo a parole. Bel post!
    Buona giornata Catherine

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    1. Grazie, anch'io sono d'accordo con l'articolo. Non l'ho scritto io, ma l'ho fatto, anche troppo forse! L'ultimo ("Il vero Inferno"), pochi giorni fa riguarda il tema della responsabilità, un tema che mi è molto caro. Credo che sia sottovalutato e, ovviamente, lasciarci nell'apatia e nella rassegnazione, distratti dal superfluo, conviene .. a qualcuno ;)

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  3. sono d'accordo,
    ma la soluzione quale sarebbe ?

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