mercoledì 1 marzo 2017

DDL Gambaro: torna lo spettro della censura on line

Non è certo la prima volta che vengono evocate norme ad hoc per internet e la blogosfera. 
Eppure, nonostante le denunce di giuristi e associazioni di settore, i vecchi spettri sono tornati. 

Compresa l’estensione dell’obbligo di rettifica anche per i blog, pena sanzioni pecuniarie. 

“Non vogliamo mettere un bavaglio al web. Niente censura, non vogliamo mettere sceriffi, ma normare quello che è diffuso e non ha regole. E non cambia nulla per i giornalisti”, si è difesa la senatrice Adele Gambaro, tra i proponenti di un testo bi-partisan, firmato da esponenti di quasi tutti i gruppi parlamentari (al momento, mancano quelli del M5S). 

Eppure, al di là delle rivendicazioni di chi ha presentato il ddl, il testo si scaglia contro blog e forum. Oltre a prevedere “all’atto dell’apertura di una piattaforma informatica destinata alla pubblicazione o diffusione di informazione“, non soggetta alla legge sulla stampa, la comunicazione al tribunale, prevede anche gli obblighi di rettifica, come si legge all’articolo 4 del testo di legge ...


Si spiega poi come queste devono essere pubblicate “non oltre due giorni da quello in cui è avvenuta la richiesta” e che la mancata ottemperanza è punita con la “sanzione amministrativa da 500 a 2000 euro”. Normative già contestate in passato, che rischiano di mettere in pericolo la libertà della rete.

Siamo di fronte ad una proposta di legge che entrerà in vigore fra tre mesi, fra un anno o mai a seconda del grado di priorità che le verrà assegnato dal governo, che non si è ancora espresso sul punto. Visto che questo testo è un mostro giuridico da competizione mondiale, possiamo contare sul fatto che nel corso dei lavori parlamentari cercheranno di pettinarlo, di fargli indossare un frac, e di presentarlo come un affabile gentiluomo. Nella sostanza, però, repressione era e repressione rimarrà.

Sarà importante la reazione che la cittadinanza riuscirà a dispiegare alla notizia e che verrà certamente misurata dai reali promotori (per trovare i quali bisogna partire dalla Senatrice Adele -acqua- salire alla Presidente Boldrini -acqua- e poi al Parlamento Europeo -fuochino- al Partito Democratico USA -fuoco- all’establishment che gestisce il mainstream -fuochissimo-). Se sarà fiacca prenderanno coraggio, se sarà veemente rimetteranno con gesto elegante il topo morto nella tasca da cui è uscito (quella della Senatrice) e diranno che scherzavano.

L’impianto del progetto di legge si basa sostanzialmente su tre articoli:

Art. 1: € 5.000 di multa per chi pubblica “attraverso piattaforme informatiche” (quindi non organi di stampa ufficiali: la chiameremo clausola salva Goracci) notizie “false, esagerate, tendenziose, che riguardino dati o fatti manifestamente infondati o falsi”. Capito? L'”esagerazione” e la “tendenziosità” diventano reati. Sull'”antipatia” stiamo lavorando… ah già. Sull’antipatia non si può o finisce dentro tutta la maggioranza parlamentare.

Art. 2: € 5.000 di multa e minimo 12 mesi di reclusione anche per “chiunque… svolga una attività tale da recare nocumento agli interessi pubblici o da fuorviare settori dell’opinione pubblica, anche attraverso campagne con l’utilizzo di piattaforme informatiche”. Montepremi raddoppiato (€ 10.000 e due anni di reclusione) per le campagne volte a “minare il processo democratico, anche a fini politici” (chi sa quali altri fini ci dovrebbero essere per minare il processo democratico… fare colpo sulla fidanzata?).

Art. 4: obbligo di comunicazione al Tribunale e di pubblicità della identità del responsabile del sito, ovvero il soggetto poi destinatario delle attenzioni di cui agli art. 1 e 2 (senza esclusione della responsabilità di eventuali autori terzi).

In sostanza: se passa questa roba, la controinformazione è finita, morta, kaputt.

Fonte: sakeritalia.it
Il disegno di legge qui: www.repubblica.it
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Un gruppo di blogger è pronto a lanciare qualche proposta in segno di protesta, per una legge che va contro ogni valore costituzionale e di libertà di espressione. 

Adesso non è il momento di guardare il proprio orto e l'ora di dimostrare e salvaguardare quei diritti umani, che tanto sono menzionati e mai attuati. Voglio ricordare che l'unione fa la forza e già in passato abbiamo fatto squadra per salvare i blog e tutto il web.

Le notizie false in rete e la diffamazione si combattono con più cultura e senso civico, non con limitazioni della libertà, degne della peggior dittatura.

Invito tutti i blog, gestori di forum e pagine sociali, ad aderire a una nuova iniziativa denominata: "La libertà non è un bavaglio".

Colgo l'occasione per invitare youtuber, grafici e webmaster a mettere il loro sapere a disposizione della comunità e di tutti, preparando banner, video e tutto quello che serve, per diffondere questa iniziativa.

Per saperne di più continua qui: websulblog.blogspot.it

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