In un’epoca come quella in cui stiamo vivendo, in cui tutto ciò che nel mondo c’era da scoprire è stato scoperto, in cui la figura dell’esploratore è ormai scomparsa, è solo alzando gli occhi verso il cielo che si riesce ad immaginare, e sognare.
Ma mentre noi persone comuni guardiamo le stelle c’è chi le scoperte astronomiche le fa davvero, e spesso e volentieri sono a dir poco spettacolari.
La stella e la sua nebulosa
Questa prima immagine ci mostra una stella abbinata ad una nebulosa, in cui la prima è nata.
Si tratta della stella 2-437 circondata dalla nebulosa M1-67, e l’effetto assolutamente spettacolare è dato dal fatto che la stella, che si trova all’interno, illumina completamente la nebulosa in questione. Peraltro si tratta di una stella molto giovane, se paragonata ad altre (10.000 anni, nata ieri in senso astronomico) ma il suo effetto lo fa senza ombra di dubbio.
La stella che sta per morire
Per una stella che nasce, ce n’è una che muore, perché le stelle, come tutti gli altri corpi celesti, sono destinati un domani anche a scomparire. Anche il nostro Sole lo è.
La morte di una stella, su scala cosmologica dura solo alcuni istanti, ma se vista con occhi umani dura qualche decina di migliaio di anni, un po’ come se noi la vedessimo al rallentatore. Muore perché ha esaurito il suo combustibile, e può formare una nana bianca o nera, una stella di neutroni oppure un buco nero.
Le stelle che stanno per nascere
Questo, che sembra uno spettacolo pirotecnico spaziale, in realtà è una stella in fase embrionale, che non è ancora nata. Una stella, infatti, si forma dal collasso gravitazionale di una gigantesca nube molecolare, che inizia a unirsi tutta in un punto formando così la stella.
Quanto è grande una nebulosa del genere? All’incirca 100 anni luce, il che significa che percorrendola alla velocità della luce (300mila chilometri al secondo) ci metteremmo 10 anni ad attraversarla.
Tanti, vero?
La gigantesca nube d’acqua
Quella che vedete in questa foto, per quanto sia diversa rispetto a come siamo abituati, è semplicissima acqua, come quella che beviamo.
Si tratta infatti di una nebulosa formata completamente da acqua, così tanta acqua da poter contenere ben 140 miliardi di volte tutti gli oceani che ci sono sul nostro pianeta. Non male, vero?
La nebulosa ha questa forma così particolare perché circonda un buco nero, che pian piano la attrae verso la sua massa. Questo buco nero è stato scoperto dagli astronomi nel 1998.
La tempesta su Giove
Probabilmente, anche se non è colorato, qualunque appassionato di astronomia avrà sicuramente riconosciuto questo pianeta come Giove, uno dei pianeti del nostro sistema solare.
Quella che vediamo indicata è la Grande Macchia Rossa, che è stata vista fin dal diciassettesimo secolo su questo pianeta, cioè da quando è stato inventato il telescopio. Le foto delle sonde che sono riuscite ad arrivare qui ci dicono che si tratta di una gigantesca tempesta, ininterrotta da almeno 300 anni.
L’unione delle due galassie
Questa foto probabilmente è meno sensazionale rispetto alle altre, ma è molto interessante il fenomeno che va a creare questa “faccina colorata”.
La foto in questione riprende infatti due galassie, che sono quelle gialle, e sono le strutture più grandi che fino ad oggi si possono trovare nell’universo. Sono così grandi che riescono addirittura a modificare lo spazio e il tempo intorno a loro, e figuriamoci se non riescono a modificare la luce: per questo motivo, quando si guardano con un telescopio, i corpi che si trovano intorno a loro risultano deformati ed assumono quelle particolari forme curve: in realtà, non sarebbero così.
Le galassie che si abbracciano
Altra spettacolare fotografia che deriva direttamente dai telescopi è questa, che è già bellissima come foto, ma ancora di più per il fenomeno che mostra. Si tratta infatti di una coppia di galassie, ovvero di due galassie che si stanno avvicinando l’una all’altra, e si intrecciano sempre di più.
Una volta erano galassie “normali”, come la nostra Via Lattea, e singole, ma da circa 100 milioni di anni si sono avvicinate ed hanno interagito tra loro formando questa particolare posizione.
Ciò che rimane di una Supernova
Quello che avete davanti sono i resti di una Supernova, uno degli oggetti cosmici più famosi in assoluto. Il suo aspetto è spettacolare, perché possiamo vederlo di mille forme e colori, ma ciò che di questo oggetto spaziale interessa maggiormente gli astronomi è un altro aspetto: il fatto che sia la più grande struttura extrasolare al momento conosciuta in grado di emettere onde radio, con frequenza fino ad 1 Ghz.
Chissà, forse è un’importante stazione radio per gli alieni; chissà che musica ascoltano? Scherzi a parte, si tratta di uno degli oggetti che maggiormente sta aiutando gli scienziati a capire l’evoluzione delle stelle.
L’aurora boreale dove non dovrebbe essere
Ci avviciniamo alla fine del nostro viaggio immaginario, e lo facciamo tornando verso il nostro pianeta, la Terra, da cui strano ma vero questa foto è tratta. Ma è la posizione ad essere anomala: non è stata scattata al Circolo Polare Artico, bensì sopra all’Oceano Indiano, nel 2011.
Non visibile dalla terra ma solo dal cielo, da sopra, è apparsa a latitudini più basse rispetto al solito a causa di una tempesta geomagnetica, per noi innocua, che ha interessato il nostro pianeta: questi sono stati gli spettacolari effetti di questa tempesta, che ci hanno permesso di vedere immagini così belle.
I pilastri della creazione
Quella che avete davanti è una delle fotografie più spettacolari in assoluto tra quelle che i nostri telescopi sono riuscite ad ottenere dall’Universo.
E’ chiamata i Pilastri della Creazione, e mostra delle colonne gigantesche di gas che si trovano all’interno della Nebulosa dell’Aquila. I gas che si trovano in superficie, che sono quelli che vediamo, sono i più caldi ma fanno da “scudo” a quelli che si trovano sotto così che questi rimangono freddi e non si espandono. Ciò porta alla creazione di queste stupefacenti colonne, che sono state scoperte solamente qualche anno fa, nel 2014.
Fonte: www.curiosone.tv (articolo non più disponibile)
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