I manifesti, regolarmente autorizzati, ritraevano tre adolescenti in età scolastica, accompagnati da testimonianze reali raccolte dall’associazione come: “Oggi ci hanno letto una favola in cui la principessa era un uomo” oppure “La mia scuola ha permesso anche ai maschi di usare i bagni delle femmine”.
La campagna pubblicitaria si affianca a una raccolta firme che ha già raggiunto le 30mila sottoscrizioni per chiedere una legge che impedisca lo svolgimento di progetti sulla fluidità di genere in aula, che renda obbligatorio il consenso informato preventivo dei genitori su ogni attività sensibile, la possibilità per le famiglie di poter esonerare i propri figli dai corsi gender e infine lo stop agli attivisti LGBTQ+ nelle scuole ...
L’amministrazione comunale motiva la decisione sostenendo che i contenuti veicolati dai manifesti sarebbero connotati da “stereotipi” nei confronti della comunità LGBTQ e “contrari alle politiche di genere portate avanti da Roma Capitale”.
Pro Vita e Famiglia è pronta a fare ricorso.
Fonte, con servizio video di Byoblu: www.byoblu.com
Un mese fa, sempre a Roma era apparsa questa scritta su un'affissione pubblica in via Labicana, a pochi passi dalla sede nazionale di Pro Vita & Famiglia a Viale Manzoni.
Fonte, con articolo completo: www.romatoday.it
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