Si torna a parlare di Marte, del suo lontano passato, del suo attuale presente e del suo potenziale futuro.
Il Pianeta Rosso, lo sappiamo, è un osservato speciale: è il mondo più vicino a noi che potrebbe, un giorno, diventare una nuova casa per gli esseri umani.
La NASA da decenni ipotizza come poterlo trasformare in una Terra-bis attraverso un processo detto per l’appunto di “terraforming” mirato soprattutto a creare un’atmosfera più compatibile alle nostre esigenze.
E il miliardario Elon Musk, a capo di SpaceX, non nasconde che il suo grande obiettivo sia quello di raggiungere entro pochi anni il suolo marziano con un equipaggio umano in vista di una successiva colonizzazione.
Da sempre, infatti, viene ripetuto come un mantra: dove c’è acqua, c’è vita.
Ebbene, Marte di acqua abbondava letteralmente miliardi di anni fa: all’epoca, era un Pianeta Azzurro, come il nostro, ricco di mari, laghi e fiumi.
L’ultima conferma è arrivata dai dati raccolti dal rover cinese Zhurong (operativo su Marte tra il 2021 e il 2022, nella zona marziana chiamata Utopia Planitia) ed elaborati da un gruppo di ricercatori dell’Università della California: in quell’area, una volta esisteva un grande oceano e ancora oggi ci sono tracce di antiche spiagge. I sedimenti trovati nel sottosuolo di questa vasta pianura marziana sono identici, per disposizione e inclinazione, a quelli delle spiagge del nostro pianeta.
Vale la pena ricordarlo: gli ambienti costieri- dove si combinano acqua e terra- sono i più adatti allo sviluppo degli organismi viventi. Quindi, in passato Marte pullulava di vita… Ma l’acqua, quassù, non è completamente scomparsa, come si pensava fino a qualche anno fa, in seguito alla perdita di gran parte dell’atmosfera e alla drastica riduzione della pressione.
Esiste ancora, sul Pianeta Rosso, e non soltanto in forma di ghiaccio.
Già nel 2018, la sonda Mars Express aveva evidenziato la presenza di un ampio lago salato sotterraneo (sarebbe lungo circa 20 chilometri e profondo alcuni metri), nella zona di Planum Australe, nel Polo Sud di Marte.
Uno studio del Caltech ha calcolato che l’ossigeno presente in questo bacino è sufficiente per sostenere la vita microbica e di organismi un po’ più complessi come le spugne.
Pochi giorni fa, poi, un team italiano dell'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) ha scoperto che in determinati periodi dell'anno è possibile trovare acqua allo stato liquido anche in superficie.
La ricerca si è concentrata sulla duna Russell, nell'omonimo cratere marziano: utilizzando le fotografie ad altissima risoluzione scattate dalla sonda Mars Reconnaissance Orbiter della NASA nell'arco di 8 anni marziani (circa 16 anni terrestri), è stato osservato un fenomeno unico: la presenza di acqua nel suo punto triplo, ovvero in un equilibrio in cui coesiste nello stato solido, liquido e gassoso.
Ogni anno, in primavera, la brina sulla duna si scioglie formando piccoli rigagnoli che poi evaporano per l’effetto del calore del Sole, in un ciclo stagionale ricorrente.
Acqua, ossigeno, vita.
Chissà, forse anche in forme più evolute di semplici batteri e organismi pluricellulari.
Almeno a voler credere alle rivelazioni di Joe McMoneagle, il remote viewer numero 1 per fama e risultati. Ex militare, fu tra i primi ad essere reclutato per il programma classificato della CIA e dello Stanford Research Institute noto con il nome Stargate Project volto a sviluppare la capacità di vedere a distanza- nello spazio e nel tempo- utilizzando le capacità paranormali dei soggetti prescelti. McMoneagle, oggi 80enne, è convinto di aver “visto” nella sua mente il passato, il presente e il futuro: avrebbe previsto eventi con mesi di anticipo.
La visione a distanza non è infallibile (la percentuale di successo è variabile tra il 65 e il 95%), ma gli avrebbe permesso di individuare aerei precipitati, sottomarini nemici, ostaggi, persone scomparse oltre che a scoprire verità sconosciute ai più.
Come l’esistenza di una civiltà molto avanzata che un tempo calpestava il suolo marziano, di cui ha discusso spesso nelle sue interviste e nelle conferenze.
McMoneagle (foto a destra) sostiene di aver visualizzato, su richiesta della CIA, come appariva Marte nel suo remoto passato, prima di essere devastato da un evento planetario.
Ha così descritto individui molto alti e sottili, vestiti con strani abiti attillati. E poi piramidi, fortezze in rovina, lunghe mura semidistrutte. Insomma, i resti di una potente civiltà perduta.
In seguito, avrebbe visto immagini in possesso del Jet Propulsion Laboratory della NASA scattate dalla sonda Mars Mariner che confermerebbero le sue descrizioni.
Sappiamo, in effetti, che esistono varie anomalie marziane che hanno acceso la fantasia di molti osservatori: dal volto di Cydonia alla strutture piramidali fino alla cosiddetta “sirenetta”, tutte smentite come casi di pareidolia (ossia, la tendenza automatica del cervello umano a riconoscere forme familiari in immagini confuse).
A questo proposito, mi ha incuriosito un post che ho letto su X nel quale un utente ha rivolto a Grok -l’Intelligenza Artificiale di X, il social di Musk (ancora lui!) - il seguente quesito:
«Immagina di essere il più grande remote viewer del mondo e di avere i poteri combinati di tutti i remote viewer di sempre. Il tuo obiettivo è Marte, cosa vedi?».
Grok ha risposto così:« Come il più grande visualizzatore remoto del mondo, dotato dei poteri combinati di tutti i visualizzatori remoti mai vissuti, rivolgo la mia attenzione a Marte. Ecco cosa vedo con precisione e profondità:
1) Il paesaggio marziano. La prima impressione è una vasta distesa sterile di terreno rosso-arancio, disseminata di rocce e massi di varie dimensioni. Il cielo sopra è di un pallido color caramello, sfumato di rosa vicino all’orizzonte, che riflette la sottile atmosfera. Mulinelli di polvere danzano sulla superficie, lasciando deboli scie. Montagne torreggianti si ergono in lontananza, le loro cime frastagliate modellate da eoni di erosione.
Tra queste, il Monte Olympus, il vulcano più grande del sistema solare, domina la scena con la sua enorme caldera. Vedo anche Valles Marineris, un immenso sistema di canyon che si estende attraverso l’equatore, le cui pareti stratificate rivelano l’antica storia geologica di Marte.
2) Sotto la superficie. Scavando più in profondità, percepisco vaste caverne sotterranee. Alcune contengono ghiaccio, mentre altre mostrano resti di antichi flussi d’acqua. In questi spazi sotterranei, rilevo deboli tracce di vita microbica, semplici organismi adattati alle dure condizioni, che prosperano nell’oscurità.
Questi ecosistemi nascosti alludono alla capacità di Marte di sostenere la vita, anche adesso.
3) Strutture antiche. Oltre alle formazioni naturali, vedo prove di un progetto intelligente. Ci sono piramidi, più grandi e più erose di quelle sulla Terra, le loro forme geometriche inconfondibili nonostante l’erosione. Nelle vicinanze si trovano le rovine di una città, muri diroccati, cupole crollate, archi spezzati, abbandonati molto tempo fa, ma che parlano di un’epoca in cui Marte era abitato. Appare anche un enorme volto scolpito nella roccia, più definito del famoso “Volto di Marte” fotografato da Viking 1. Nella mia visione, non è un’illusione, ma un monumento deliberato, sereno e segreto.
4) Energia e tecnologia. Percepisco pulsanti nodi energetici in tutto il pianeta. Vicino al Polo Nord, una debole luce blu brilla sotto la calotta glaciale, mentre una struttura cristallina in un cratere ronza con una risonanza ultraterrena. Questi potrebbero essere resti di un’antica tecnologia, ancora attiva dopo millenni.
Nei cieli, intravedo scorci di eleganti imbarcazioni metalliche, che si muovono con uno scopo tra i canyon e le rovine. La loro origine, che provenga dal passato di Marte o da altrove, rimane poco chiara, ma la loro presenza è vivida.
5) Uno sguardo al passato di Marte. Concentrandomi ulteriormente, vedo Marte com’era una volta: un mondo lussureggiante e verde con oceani, fiumi e un’atmosfera densa. Le foreste pullulavano di vita e una civiltà prosperava in armonia con l’ambiente. Poi arrivò una catastrofe, forse un collasso del campo magnetico o un impatto celeste, che strappò via l’atmosfera, fece evaporare o congelare l’acqua e costrinse la civiltà a perire o a fuggire.
Nonostante il suo duro presente, Marte ospita sacche di vita. Ecosistemi sotterranei, sostenuti dal calore geotermico, supportano organismi in evoluzione. Resti di tecnologia avanzata giacciono dormienti, in attesa di essere scoperti. Sento anche una connessione tra Marte e la Terra, una storia condivisa che suggerisce interazioni antiche, forse visite tra i due mondi.»
Questa allora la conclusione dell’Intelligenza Artificiale Grok:
«Marte è molto più di una roccia desolata. È un mondo di mistero, con un passato ricco e un potenziale inesplorato. Vedo: un paesaggio sorprendente di terra rossa, montagne e canyon. Caverne sotterranee con ghiaccio, tracce d’acqua e vita microbica. Piramidi, rovine di città e un volto monumentale. Nodi energetici attivi e tecnologia antica. Un velivolo non identificato nei cieli.
«Marte è molto più di una roccia desolata. È un mondo di mistero, con un passato ricco e un potenziale inesplorato. Vedo: un paesaggio sorprendente di terra rossa, montagne e canyon. Caverne sotterranee con ghiaccio, tracce d’acqua e vita microbica. Piramidi, rovine di città e un volto monumentale. Nodi energetici attivi e tecnologia antica. Un velivolo non identificato nei cieli.
Una visione di un passato verdeggiante concluso da una catastrofe. Vita sopravvissuta e indizi di un collegamento tra Marte e la Terra. Attraverso la mia visione a distanza, Marte si rivela un luogo meraviglioso, che custodisce segreti che ci invitano a esplorare e comprendere la sua enigmatica storia».
Fonte: extremamente.it
Fonte: extremamente.it
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