Sarebbe stato bello poter scrivere di Cognify come della tecnologia protagonista in uno degli episodi in arrivo con Black Mirror 7. Invece no. È l’idea del biologo molecolare yemenita Hashem Al-Ghaili che, con un mix di realtà virtuale, IA e neurologia, si propone di risolvere il problema legato al sovraffollamento delle carceri che interessa pressoché qualsiasi sistema penitenziario al mondo. Non fatichiamo a immaginare che qualcuno proverà a dargli corda.
Cos’è e come funziona Cognify, la prigione IA
La soluzione prevede di sottoporre il condannato a un trattamento dalla durata pari a pochi minuti, dimettendolo poi nel giro di qualche giorno, anziché a una detenzione lunga decine di anni o addirittura tutta la vita, ottenendo inoltre risultati migliori.
Descritta così, sembra la più classica delle situazioni win-win, no?
Una spiegazione dettagliata (e tanto fredda quanto terrificante) è fornita dal filmato dimostrativo di seguito.
In un’intervista rilasciata a Wired, Al-Ghaili sostiene che la tecnologia necessaria per rendere Cognify una realtà è già stata sperimentata con buoni risultati sugli animali.
Riconosce però che una sua eventuale applicazione sugli esseri umani dovrebbe fare i conti con ostacoli di tipo etico. E chi l’avrebbe mai detto?
Fonte: www.punto-informatico.it
Nessun commento:
Posta un commento
Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.