Nelle scorse settimane, è stato reso pubblico il rapporto definitivo del Pentagono sugli UFO: la revisione di tutti i casi presi in esame negli ultimi 80 anni dai servizi segreti americani è arrivata alla conclusione che gli oggetti volanti non identificati sono tali soltanto per mancanza di dati.
In realtà, secondo l’autore del rapporto- il fisico Sean Kirkpatrick, direttore fino a pochi mesi fa dell’AARO (All-domain Anomaly Resolution Office), tutti gli avvistamenti avrebbero una spiegazione convenzionale: gli insider che hanno diffuso notizie sull’esistenza di velivoli non terrestri, di programmi di retroingegneria aliena e di materiali sconosciuti hanno solo frainteso e propagato voci infondate di altri funzionari altrettanto disinformati.
Mistero risolto. O forse no.
Dalla Gran Bretagna, infatti, si è fatto avanti un veterano delle Forze Speciali di Sua Maestà con informazioni un po’ diverse ...
Per l'AARO tutti gli avvistamenti UFO sarebbero spiegabili |
In una intervista esclusiva al Daily Mail - poi ripresa dal Giornale d’Italia - il militare in pensione ha raccontato che negli Anni Ottanta, nel nord dell’Inghilterra, sarebbe stato recuperato un mezzo volante “non umano”.
A condividere con lui la notizia-bomba (sempre che sia vera, ovviamente), un amico fraterno che faceva parte di un’unità del MI6 (l’Intelligence britannica) coinvolta nell’operazione.
Milburn non ne ha voluto fornire le generalità, citando motivi di sicurezza: lo ha chiamato semplicemente “John”. Costui si sarebbe sfogato con lui per liberarsi dal peso di quell’enorme segreto. L’ex parà, tuttavia, sostiene di aver raccolto anche le confidenze altrettanto sconvolgenti di alcuni piloti della Royal Air Force che avrebbero inseguito invano mezzi di forma discoidale in volo a velocità ipersonica in mezzo ai jet militari inglesi.
Insomma, gli UFO non solo esisterebbero, ma non sarebbero affatto riconducibili a qualcosa di noto.
Ecco dunque la sua versione dei fatti.
John lavorava per un’unità ora conosciuta come “Squadrone E”, all’epoca chiamata invece “The Increment”, specializzata in operazioni segrete, clandestine e paramilitari. Ne fannno parte gli agenti più esperti provenienti dalle varie forze speciali del Regno Unito, come la SAS (Special Air Service), la SBS (Special Boat Service) e la SRR (Special Reconnaissance Regiment). Gli equivalenti dello Squadrone E negli Stati Uniti sono la Delta Force e il SEAL Team 6.
Una notte, il super-agente raccontò all’amico Franc che una delle operazioni più particolari alle quali aveva partecipato era avvenuta alla fine degli Anni Ottanta, in territorio britannico: insieme ad almeno altri 20-30 colleghi della sua unità, aveva dovuto recuperare nel nord dell’Inghilterra un velivolo abbattuto dalla RAF che non era né americano né russo. Il contingente speciale venne trasportato in elicottero fino al luogo: attorno all’oggetto precipitato venne istituito un cordone di sicurezza entro al quale nessuno poteva aver accesso tranne loro. Poi si avvicinarono.
«Non ha descritto il velivolo, ha solo detto che era ovvio che non fosse umano ed era anche ovvio che c’erano degli occupanti scappati dalla scena a piedi», ha detto Milburn al Daily Mail.
Mentre una parte della squadra era rimasta a presidiare l’oggetto misterioso, gli altri uomini si misero a cercare l’equipaggio dell’UFO utilizzando quad e auto 4×4, con il supporto degli elicotteri dall’alto. John era uno degli agenti inviati alla ricerca dei fuggitivi, ma la caccia non aveva avuto esito. In ogni modo, poco dopo, all’arrivo di un gruppo di scienziati e di tecnici, l’unità speciale venne fatta rientrare alla base e nessuno di loro ne seppe più nulla.
John non avrebbe aggiunto altri dettagli né avrebbe fornito alcuna prova, ma Milburn gli crede al 100%:«Ho parlato anche con altri ex SAS e con i suoi commilitoni. John ha combattuto coraggiosamente durante la guerra delle Falkland, in alcuni degli scontri piu brutali. Non è certo il tipo che cazzeggia o dice cretinate.»
E nemmeno Franc Milburn dovrebbe essere quel genere di persona. Dopo aver operato nei servizi segreti britannici fino alla fine degli Anni Novanta, ha poi lavorato come appaltatore in Iraq insieme alle forze speciali dell’esercito americano e all’Ufficio di sicurezza diplomatica del Dipartimento di Stato americano.
Attualmente, è analista per il Centro Begin-Sadat per gli studi strategici, un think tank universitario israeliano con stretti legami con l’intelligence militare di Tel Aviv: tra le altre cose, l’ex paracadutista ha scritto articoli sull’approccio del governo degli Stati Uniti alla tematica UFO. «John è come un fratello per me. Si è confidato quella notte perché era stufo di tenere la vicenda coperta da segreto, ma sapeva che non poteva dirlo a nessuno che non fosse un ex delle forze speciali», ha detto al quotidiano britannico.
Ma perché Milburn ha deciso di rendere pubblica questa storia proprio ora?
Perché vuole dar man forte agli informatori che hanno portato la loro testimonianza davanti al Congresso degli Stati Uniti, come l’ex funzionario dell’Intelligence americana David Grusch, e perché ritiene che l’eccesso di segretezza sia pericoloso, dato che impedisce il progresso scientifico.
Ovviamente, i vertici militari non hanno confermato il racconto di Franc Milburn.
Interpellato dal Daily Mail, il portavoce del Ministero della Difesa ha dichiarato di “non essere a conoscenza di alcuna operazione di recupero di materiali di origine inspiegabile”. Sappiamo che nel dicembre 2000, il rapporto intitolato “Unidentified Aerial Phenomena in the UK Air Defense Region” aveva riconosciuto come “indiscutibile” l’esistenza dei fenomeni aerei non identificati- gli UAP, che nella terminologia delle agenzie governative hanno preso il posto degli UFO. Ma la sigla diversa indica la medesima realtà.
Nel testo si legge infatti: «Viene loro riconosciuta la capacità di restare sospesi a mezz’aria, di atterrare, decollare e accelerare a velocità eccezionali e di svanire. Secondo quanto riferito, possono modificare improvvisamente la direzione di volo e possono chiaramente mostrare caratteristiche aerodinamiche ben aldilà di quelle di qualsiasi aereo o missile conosciuto, con o senza equipaggio».
Ma il rapporto escludeva qualsiasi incursione nello spazio aereo del Regno Unito e affermava che “nessun manufatto di origine sconosciuta o inspiegabile è stato segnalato o consegnato alle autorità del Regno Unito”.
Analogamente, il 30 giugno 2021 l’allora ministro della Difesa, la baronessa Annabel Goldie, aveva affermato in Parlamento che, in oltre 50 anni di monitoraggio degli spazi aerei, nessun rapporto aveva mai evidenziato l’esistenza di una minaccia militare per il Regno Unito.
Milburn ritiene di conoscere una verità differente, riferita non solo dall’amico John ma anche da piloti che sarebbero stati protagonisti di altri incontri scioccanti.
Quando lavorava nell’Intelligence militare, ad esempio, gli equipaggi di due jet Tornado gli raccontarono di aver ricevuto l’ordine di intercettare dei dischi volanti.«Si sono avvicinati a circa 20 miglia nautiche (una quarantina di km). È stato loro ordinato di abbatterli. Avevano missili a puntamento radar. Li hanno lanciati dopo aver agganciato l’obiettivo, ma non sono riusciti a colpire i velivoli. Si sono avvicinati a 10 miglia e hanno lanciato altri missili con puntamento agli infrarossi. Ma anche questi non li hanno raggiunti. Allora sono arrivati ad appena un miglio di distanza, ma neppure usando il cannone da 27 mm dell’aereo sono riusciti ad abbatterli. Dicevano che i proiettili avevano colpito gli oggetti, ma senza provocare alcun danno.»
Un Tornado della RAF Inoltre, anche se i piloti e i navigatori vedevano di fronte a sè i dischi volanti, sui radar di bordo non risultavano mentre apparivano sui radar di terra. Poi, la situazione si è ribaltata e la torre di controllo li ha persi, fino a quando gli oggetti non sono scomparsi alla vista accelerando a una velocità molto superiore a quella dei jet. I quattro top-gun non sapevano darsi una spiegazione, ma erano certi che non fossero né aerei americani né russi. Questi testimoni- militari di grande esperienza, che hanno prestato servizio durante la prima guerra del Golfo- non sono però gli unici ad aver riferito incontri del genere. Molto prima di loro, era già successo a Milton Torres e a George Filer III, entrambi piloti americani di stanza in Gran Bretagna. Il primo si sarebbe imbattuto in un oggetto volante “grande quanto una portaerei” in una notte nebbiosa del 1957: decollato dalla base aerea di Manston ai comandi di un F-86D, il militare americano agganciò sul radar il target ed era pronto a sparare. Ma prima che aprisse il fuoco, il gigantesco velivolo avrebbe accelerato fino a Mach 10 (ossia, 10 volte la velocità del suono) sparendo nel nulla. Il maggiore Filer (nella foto), qualche anno dopo- era il 1962- venne inviato ad intercettare un altro velivolo misterioso che se ne stava sospeso a mille piedi di quota (circa 3 mila metri) sopra la campagna inglese. Ma non appena gli fu abbastanza vicino, l’intruso schizzò via sulla sua verticale, sparendo nell’alta atmosfera. Anche loro hanno mentito? Ma a che scopo inventarsi una storia del genere? E avrebbero lavorato di fantasia anche le tre fonti anonime che lo scorso novembre hanno rivelato, sempre al Daily Mail, il ruolo svolto dall’OGA (ovvero, l’Office of Global Access della CIA) nel recupero di UFO precipitati in varie parti del mondo da parecchi anni a questa parte? (Foto a destra: Milton Torres alla fine degli anni 50) In particolare, uno degli informatori ha affermato che sarebbero stati nove i velivoli non umani (sette in rottami, due quasi integri) finiti in qualche hangar segreto del Governo degli Stati Uniti. Una dichiarazione incredibile, ma in linea con quanto sostenuto sotto giuramento in audizione al Congresso da David Grusch (sotto) lo scorso luglio. Secondo l’ex agente segreto americano, le operazioni di recupero e di successivo insabbiamento sono avvenute non solo sul suolo americano, ma anche in Paesi alleati (a tal proposito ha citato l’Italia e l’UFO di Magenta, nascosto da Mussolini e trafugato negli Stati Uniti alla fine della guerra) e nelle nazioni che compongono i Five Eyes- ovvero Gran Bretagna, Canada, Australia, Nuova Zelanda e appunto USA. Ma per Kirkpatrick e il Pentagono, sono solo fandonie: i testimoni hanno mal interpretato, le gole profonde mal compreso. Et voilà… Il dottor Kirkpatrick - uscito di scena alla fine del 2023, dopo aver dato le dimissioni dalla direzione dell’AARO- è tornato alla ribalta nei giorni scorsi, raccontando le motivazioni della sua rinuncia: sarebbe stato minacciato di morte da anonimi ferventi attivisti pro-UFO che in una circostanza si sarebbero anche avvicinati pericolosamente alla sua abitazione. Certo, di fanatici e di squilibrati ce ne sono ovunque. Tuttavia pensare che un uomo che è stato ai vertici dell’Intelligence americana (ha raggiunto il grado di vicedirettore) e che ha visto e sentito di tutto sia così facilmente impressionabile suona un po’ strano, soprattutto immaginando il livello di protezione del quale possa godere in virtù del ruolo ricoperto. Ma proprio il fatto che Kirkpatrick sia stato a tutti gli effetti un alto funzionario dei servizi segreti lascia il dubbio che abbia messo in atto le strategie apprese in quegli ambienti: menzogne, depistaggi, manipolazioni, mistificazione della realtà, doppio gioco sono il loro pane quotidiano. Perché mai dire la verità quando di tratta di UFO, un argomento da sempre considerato di rilevante interesse per la sicurezza nazionale? Fonte: www.extremamente.it |
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