di Mattia Luisetto
“Ascolta o Socrate, un discorso certamente singolare, ma tutto vero, come lo raccontò un giorno Solone, il più saggio dei sette”.
Era circa il 360 a. C. quando, con queste parole, il filosofo greco Platone dava inizio ad un racconto destinato a fissarsi nella memoria dell'umanità. Protagonista è un'isola situata nel mezzo dell'atlantico Pelago, la cui popolazione aveva raggiunto elevati livelli di civiltà decine di migliaia di anni prima del nostro tempo.
Atlantide, questo il suo nome, è probabilmente il mistero più dibattuto della storia, complici due schieramenti che da 2000 anni si contrappongono. Da una parte chi ritiene che il racconto contenga delle basi di verità, dall’altra (come, gran parte del mondo accademico), chi riduce il tutto ad un semplice mito di carattere filosofico.
Tra questi, neanche a dirlo, si erge il Cicap, nel cui sito esistono circa 400 articoli dedicati alla questione, riassumibili in una frase: Atlantide è un’invenzione di Platone.
La presa di posizione, estremamente dogmatica, si basa di fatto su tre semplici assunti:
- Platone è l’unico a parlare di Atlantide.
- Non poteva esistere nessuna civiltà al tempo descritto da Platone.
- La scienza ha categoricamente escluso l’esistenza di un continente nell’oceano Atlantico.
Non sono sufficienti poche righe per dimostrare la falsità di questi tre punti; perciò, perché non fare una piccola analisi su chi invece difende a spada tratta la versione accademica?
Tra tutti i debunker della scuola di Piero Angela, la scelta ricade ovviamente su Massimo Polidoro.
Proprio lui, infatti, ha dedicato ben due video, oltre che un capitolo di un suo libro, al caso Atlantide. I video si intitolano rispettivamente: “Atlantide: il continente perduto” e “Atlantide: Il continente scomparso”.
Basterebbe il titolo per evidenziare la malafede con la quale i debunker si approcciano all’argomento. Ma non limitiamoci a questo.
In entrambi i video viene ribadito più e più volte come Atlantide fosse un continente di grandi dimensioni.
Lo spettatore viene quindi portato ad associare inconsciamente la figura dell'isola a quella di un continente.
Ciò diventa estremamente importante nel momento in cui, ci dice Polidoro, la scienza ha escluso l'esistenza di continenti sommersi nell'oceano Atlantico. In questo modo si crea una semplice equazione nella mente dei non addetti ai lavori: siccome Atlantide era un continente e la scienza ha dimostrato la non esistenza di masse continentali (fatte quindi da granito) nei bacini oceanici, allora la storia è una semplice invenzione di Platone, altrimenti qualcosa avremmo trovato, no?
Peccato che le premesse siano completamente sbagliate.
Platone infatti parla di isola, non di continente.
La parola usata nel testo greco in riferimento ad Atlantide è νῆσος (nêsos isola).
E, cosa ancor più curiosa, in un passaggio del Timeo, Platone differenzia nettamente l’isola in mezzo all’Oceano dal continente (in greco ἤπειρος) posto dall’altra parte.
Ma chissà come mai su questa cosa Polidoro, pur citandola, sorvola: sia mai che a qualcuno, pensando a un continente posto dall’altra parte, vengano in mente le Americhe.
Alla fine, le argomentazioni contenute sono estremamente faziose e a tratti denigratorie, visto che si sceglie di accostare il racconto a elementi che nulla c’entrano, come: dischi volanti, esplosivi, televisori e addirittura ascensori.
Ovviamente tutto ciò non contribuisce affatto al dibatto, anzi.
Non viene portata nessuna prova tangibile che corrobori le tesi di chi nega a priori l'esistenza dell'isola.
Al contrario, si arriva addirittura a utilizzare il falso storico come testimonianza per rafforzare la propria posizione. Sia Polidoro che il Cicap, infatti, menzionano una frase attribuibile ad Aristotele in cui l'allievo di Platone negherebbe l'esistenza di Atlantide, definendola un'invenzione del suo maestro.
Purtroppo per loro Aristotele non lo ha mai detto e nemmeno scritto. È letteralmente un falso storico nato intorno all'800.
La realtà è ben diversa da come ci viene presentata. Gli argomenti, infatti, vengono accuratamente scelti per evitare di dover affrontare tutte quelle prove in contrasto con la versione accademica. Questo perché dal secondo dopo guerra disponiamo di evidenze scientifiche che spaziano dall'oceanografia alla paleoclimatologia, che ci permettono di fare un'affermazione tanto importante quanto dissacrante: Atlantide non è un mito.
E così continuano a raccontarci di una favolosa e immaginaria storia nata dalla mente di Platone.
Scarica la ricerca su Atlantide di Mattia Luisetto, Serena Greco e Filippo Nardi
Fonte: luogocomune.net
Nessun commento:
Posta un commento
Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.