sabato 24 febbraio 2024

Secondo Avi Loeb il nostro universo potrebbe essere stato creato da civiltà intelligente

 
Il nostro universo potrebbe essere stato creato da una civiltà aliena molto avanzata tecnologicamente. 

Si tratta di una congettura che di tanto in tanto spunta fuori in relazione a quali possono essere state le cause che hanno prodotto la nascita del nostro universo ma questa volta a fare quest’ipotesi è Avi Loeb, scienziato di tutto rispetto, ex presidente del dipartimento di astronomia ad Harvard e direttore dei diversi istituti scientifici. 

Loeb descrive la possibilità che il nostro universo possa essere stato creato “in laboratorio” da una civiltà aliena iperintelligente in un editoriale apparso recentemente su Scientific American.[1] ...


Geometria piatta e energia netta pari a zero

Secondo Loeb il sospetto che il nostro universo possa essere stato artificialmente creato risiede anche in alcune delle sue caratteristiche principali: una forma caratterizzata da una geometria piatta e un’energia netta pari a zero. Quest’ultima è una delle ipotesi più affascinanti riguardanti l’energia nell’universo. Secondo i sostenitori di questo assunto, la quantità totale dell’energia nel nostro universo è pari a zero. Energia positiva, che è quella che ci ha permesso di esistere dato che è alla base della formazione della materia, viene annullata da un’energia negativa rappresentata dalla gravità.

L’effetto del tunneling quantistico

La creazione di universo come il nostro potrebbe essere avvenuto sfruttando l’effetto del tunneling quantistico. Si tratta di un fenomeno della meccanica quantistica grazie alla quale un oggetto quantistico può attraversare una barriera potenziale anche se il suo livello di energia risulta inferiore al livello minimo di energia richiesto per attraversare detta barriera.
L’ipotetica civiltà che avrebbe una tecnologia del genere probabilmente avrebbe risolto uno dei più grandi anelli mancanti della fisica: il collegamento tra la meccanica quantistica e la gravità che porterebbe alla cosiddetta “teoria del tutto”.

Universi figli: generazioni infinite

Quella della creazione di un nuovo universo potrebbe essere un’attitudine generazionale: una civiltà abbastanza avanzata sarebbe in grado di produrre un altro universo in cui potrebbe nascere un’altra civiltà abbastanza avanzata che creerebbe un ulteriore universo “figlio”, e così via in una serie pressoché infinita.
Da un approccio del genere, si può dedurre che anche il nostro universo potrebbe ospitare una civiltà così avanzata da potersi permettere di creare universi “bambini”. È come se il nostro universo fosse un’entità biologica che mantiene il suo DNA attraverso più generazioni di universi. Se così fosse esisterebbe una serie infinita di diversi che nascono uno dietro l’altro e la cui origine primaria, qualsiasi cosa essa sia, risulterebbe comunque diversa dagli universi per come li conosciamo.

Nostra civiltà ancora cosmologica sterile

In tal senso la nostra civiltà, non avendo raggiunto un livello tecnologico per creare nuovi diversi, sarebbe “ancora cosmologicamente sterile”, come la definisce lo stesso Loeb, in quanto non possiamo creare un altro mondo come quello che ci ha creati.
La metrica per caratterizzare il livello tecnologico di una civiltà, dunque, non dovrebbe essere più rappresentata dalla scala di Kardašëv che stima i livelli tecnologici di una civiltà in base alle quantità di energia che riescono ad attingere da un pianeta, da una stella o da un’intera galassia. La metrica dovrebbe essere rappresentata da livelli di capacità che una civiltà ha nel riprodurre quelle condizioni astrofisiche più o meno simili a quelle che hanno portato alla sua nascita.

A tal proposito questa nuova ipotetica scala sarebbe rappresentata almeno da quattro classi, secondo lo scienziato: una classe D che rappresenta una civiltà che distrugge il suo habitat naturale, ad esempio come stiamo facendo noi con i cambiamenti climatici in corso. Una classe C, che rappresenta una civiltà che non è in grado di ricreare neanche le condizioni abitabili del proprio pianeta per sopravvivere alla stella quando questa morirà. Una classe B rappresenta una civiltà che è in grado di regolare il suo ambiente affinché possa diventare indipendente dalla stella intorno alla quale il suo pianeta orbita. Esiste poi il livello più alto, la classe A, inerente ad una civiltà in grado di ricreare condizioni cosmiche simili a quelle che hanno dato origine alla stessa civiltà. Ed è il caso delle civiltà che riescono a creare universi “figli”.

Note e approfondimenti

 

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