venerdì 9 febbraio 2024

Quanti pianeti ci sono davvero nel nostro sistema solare?


L’idea del sistema solare in cui abitiamo potrebbe essere sbagliata, o perlomeno, molto incompleta. 

Al di là di Nettuno - considerato l’ultimo e ottavo pianeta, dopo il declassamento a planetoide (o pianeta nano) di Plutone avvenuto all’inizio del terzo millennio - si nasconderebbero da due a cinque mondi terrestri rimasti finora del tutto sconosciuti. 

Inquilini misteriosi che solo complicati calcoli matematici sembrano aver scovato nell’estrema periferia del nostro sistema solare ...


Autore dello studio, l’astrofisico Amir Siraj, candidato ad ottenere un dottorato alla Princeton University oltre che apprezzato pianista concertista. 

Secondo la sua ipotesi, quando era una giovane stella, il Sole avrebbe catturato nella sua orbita alcuni pianeti che fluttuavano liberi nella galassia- i cosiddetti FFP (free-floating planets) chiamati anche “pianeti canaglia”. 
Prima si pensava che questo genere di corpi celesti - espulsi dai propri sistemi solari per eventi eccezionali oppure formatisi da soli nello spazio profondo - fossero piuttosto rari, ma adesso è convinzione degli astrofisici che siano invece presenti quasi ovunque nel cosmo, visto che il James Webb Space Telescope in poco tempo ne ha già individuati a centinaia nella Via Lattea (e qualcuno ha dimensioni gigantesche, al pari di Giove).

Elaborazione grafica di un immaginario "pianeta canaglia" (rogue planet)

Il giovane ricercatore ha realizzato vari modelli matematici e numerosi simulazioni al computer. 

Risultato: il Sole potrebbe aver “agganciato” due mondi erranti delle dimensioni di Marte oppure da 3 a 5 pianeti grandi come Mercurio. 

Si troverebbero a una distanza enorme da noi, a 1400 Unità Astronomiche- ovvero, 1400 volte la distanza che intercorre tra la Terra e il Sole- in quella regione denominata Nube di Oort poco nota e poco esplorata, ritenuta semplicemente il luogo di provenienza delle comete e di oggetti celesti composti da ghiaccio. 
Immaginare che proprio qui, invece, si nascondino vari mondi terrestri in orbita attorno al Sole mette a dura prova  tutte le nostre convinzioni sulle origini e sulla struttura del sistema solare.

La Nube di Oort avvolge completamente il sistema solare come mostra l'illustrazione, ed è molto estesa.

Quella del dottor Siraj è per ora un’ipotesi scientifica che soltanto un’osservazione diretta potrebbe avvalorare. Ma questi pianeti- se davvero esistono- sono a una distanza remota, ricevono pochissima luce dalla nostra stella e quindi è estremamente difficile individuarli con i telescopi finora a disposizione. 

Le cose però potrebbero cambiare presto, non appena entrerà in funzione il Vera C. Rubin Observatory: si tratta del telescopio collocato a terra più grande mai progettato, al momento ancora in fase di costruzione in Cile. 
Con la sua potentissima ottica, l’osservatorio sarà in grado di avvistare i potenziali nuovi compagni della Terra, a patto però che siano sufficientemente luminosi e si trovino in quella parte della volta celeste visibile dall’emisfero sud. 

E sempre su questo mega-telescopio si fa affidamento per provare o smentire l’esistenza del Pianeta 9.

(Immagine: Planet X Concept Art)

Una volta lo chiamavano Planet X, dove la X stava sia a indicare il numero romano 10 (visto che Plutone era ancora annoverato come nono pianeta) sia come simbolo di mistero. 

Decenni di studi, ipotesi, polemiche e contestazioni non sono bastati per dirimere la questione. 

Sulla base delle alterazioni dei moti di vari oggetti transnettuniani (ovvero, i piccoli corpi celesti che popolano la Fascia di Kuiper, appena al di là di Nettuno) probabilmente determinati dall’attrazione gravitazione di un corpo con grande massa, diversi astronomi negli ultimi decenni hanno suggerito la presenza di un pianeta (per alcuni grande quanto Marte, per altri decisamente più massiccio, persino 8 o 10 volte la Terra), a una distanza non certa (si pensa a 200/300 Unità Astronomiche) e con un’orbita estremamente ellittica: secondo alcune ipotesi, impiegherebbe migliaia di anni per compiere un’intera rivoluzione. 

Ecco perché sarebbe pressoché invisibile ai nostri telescopi. 
Ma non dovrebbe esserlo per il Vera Rubin

Dall’agosto 2025, il telescopio più potente al mondo entrerà in funzione a pieno ritmo e allora - forse - scopriremo la  verità.

Fonte: www.extremamente.it


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