Non conferma e non smentisce, ma stigmatizza la diffusione di video non autorizzati.
Interviene ufficialmente il Pentagono nella bizzarra vicenda dell’UFO-Medusa ("jellyfish"), ripreso mentre vola indisturbato sopra una base militare congiunta americana in territorio iracheno.
Immagini ottenute e rese pubbliche dal regista Jeremy Corbell e dal giornalista investigativo George Knapp, da anni coppia affiatata della ricerca ufologica statunitense.
Ma il comunicato diffuso dal Dipartimento della Difesa di Washington delude principalmente i debunker, certi che il filmato sia un falso o che comunque mostri un fenomeno facilmente spiegabile: non dicendo nulla in merito, in realtà il Pentagono dice fin troppo …
«Non commentiamo l’autenticità del presunto materiale del Dipartimento della Difesa (DOD la sigla inglese) che potrebbe essere trapelato. Il DOD prende seriamente l’interesse pubblico per i fenomeni anomali non identificati e si impegna a garantire un’apertura responsabile nei confronti del popolo americano.
Questo impegno deve essere bilanciato dall’obbligo del Dipartimento di proteggere informazioni, fonti e metodi sensibili. A tal fine, l’AARO fornirà aggiornamenti al pubblico tramite il proprio sito web man mano che risolverà i casi UAP, inclusa la condivisione dell’approccio analitico e del metodo utilizzato per ciascuno caso, così come le immagini, una volta approvate per il rilascio pubblico».
Insomma, lungi dal dire “il video non è reale” oppure “non mostra un vero fenomeno sconosciuto”, il Pentagono si lamenta per questa (ennesima) fuga di notizie e rimarca che solo il suo ufficio (l’All-domain Anomaly Resolution Office) è autorizzato a rendere pubbliche notizie e immagini, alla fine di un processo di indagine interna.
«Una risposta rivelatrice per quello che non dice», ha commentato Ross Coulthart, il giornalista australiano che ha raccolto per primo le clamorose confessioni di David Grusch, l’ex agente segreto al corrente di progetti super classificati di retro ingegneria su velivoli definiti “non umani” in possesso degli Stati Uniti.
«Non è una smentita categorica, è l’estrema risorsa dei governi e dei servizi di Intelligence quando non vogliono rispondere a una domanda. Ma quel video, evidentemente, si è rivelato un grosso problema per il Pentagono», ha detto il reporter.
Di fatto, già in passato il governo americano ha dovuto riconoscere- obtorto collo – l’autenticità di altri materiali (foto e video) consegnati nelle mani della coppia Corbell-Knapp e da loro diffusa sul web tramite il podcast “Weaponized”.
Come hanno spiegato in uno degli episodi, capita spesso di ricevere mail da fonti militari anonime, che inviano immagini di oggetti assurdi, spiegando il contesto dell’avvistamento. Informazioni che vengono sempre verificate prima di essere condivise con il pubblico, perché i due investigatori affermano di avere contatti diretti con “persone che ne sono al corrente, che sono nella posizione di conoscere questo materiale”- quindi, qualcuno all’interno dell’Intelligence stessa.
Anche questo ultimo, incredibile video ha atteso qualche mese prima di diventare virale– il tempo necessario per i controlli incrociati e le analisi.
Del lungo filmato finora sono stati resi noti sei spezzoni nei quali si vede l’oggetto, dotato di strane appendici che oscillano nell’aria simili ai tentacoli penzolanti di una medusa, spostarsi rapidamente al di sopra delle diverse strutture della base aerea di Al-Taqaddum, nell’Iraq centrale.
Le riprese sono state effettuate di notte da un drone con telecamera termica e il repentino cambiamento di colore dell’UFO, che passa da nero a bianco varie volte, coincide con un’istantanea variazione della sua temperatura.
Secondo i molteplici testimoni che hanno condiviso la loro esperienza con Corbell e Knapp (foto sopra), queste incursioni si sono verificate più volte nel 2018, instillando paura tra i militari americani.
Non si vede invece il momento in cui la medusa volante si immerge nel lago Habbaniyah, nel quale sarebbe rimasta 17 minuti secondo le fonti anonime, prima di riemergere dall’acqua e sparire ad elevata velocità dall’inquadratura con un angolo di 45°.
Se anche queste affermazioni si dimostrassero vere, il filmato si rivelerebbe una sconvolgente prova dell’esistenza di una tecnologia inspiegabile, superiore a tutto quello che finora conosciamo.
Ovviamente, l’UFO in questione - dalla forma assurda e senza alcuna visibile forma di propulsione - ha sollevato molte polemiche e molte contestazioni. Alcuni scettici hanno ad esempio ipotizzato che quello che sembra muoversi nel filmato non sia altro che una macchia sull’obiettivo della fotocamera: non sarebbe quindi un oggetto reale, ma probabilmente solo un escremento di uccelli. Una spiegazione che non regge: basta ingrandire l’immagine per notare che quel velivolo - qualunque cosa sia - ruota su se stesso.
Un’eventuale striscia di sporco sulla lente creerebbe un’immagine bidimensionale, ma soltanto gli oggetti tridimensionali possono apparire in rotazione in un video. Altri sostengono invece che l’UFO sia semplicemente spiegabile come un grappolo di palloncini.
Ma come spiega in un articolo pubblicato dal Mail Online Christopher Sharp, fondatore e caporedattore del giornale online Liberation Time, anche questa teoria è infondata.
Un esperto di video, Dave Falch, ha dimostrato attraverso un esperimento pubblicato sui social che dei normali palloncini in lattice non sono visibili di notte con una telecamera agli infrarossi.
Invece, eventuali palloni in mylar - un materiale plastico molto flessibile e resistente - mostrerebbero una firma infrarossa del tutto diversa.
Altri due frame tratti dal discusso filmato A pesare, poi, sono anche le dichiarazioni dei testimoni di prima mano che hanno parlato con gli autori di “Weaponized”: costoro - tutti militari addestrati a distinguere tra innocui palloni e oggetti potenzialmente pericolosi - sono stati d’accordo nel dire di non aver mai visto nulla del genere e di non avere una spiegazione plausibile. «Ma se risolvere il mistero degli UFO fosse stato semplice, l’apparato del Dipartimento di Difesa e dell’Intelligence degli Stati Uniti non avrebbe ritenuto necessario annunciare la creazione di un ufficio completamente nuovo nel novembre 2021 – ora noto come All-domain Anomaly Resolution Office – per indagarli», commenta Sharp. E il complesso fenomeno non accenna a diminuire, anzi. La situazione è così preoccupante, che l’alleanza tra i servizi segreti di Australia, Canada, Nuova Zelanda, Regno Unito e Stati Uniti denominata “Five Eyes” ha di recente prodotto un rapporto classificato sulla crescente frequenza degli avvistamenti di oggetti non identificati- altra notizia trapelata grazie a Jeremy Corbell. «Il mondo è rimasto senza risposte concrete, il che può essere piuttosto scomodo per qualcuno. Ma gli UFO esistono, abituatevi all’idea», chiosa Christofer Sharp. Fonte: www.extremamente.it |
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