Quando arrivò in casa nostra la guardammo tutti stupefatti con un misto di gioia, stupore, riverenza ed incredulità. Lei in casa nostra? Non avrei mai pensato fosse possibile.
Era giovanissima ma discreta, vestita in modo dimesso ed usava solo i colori del bianco e del nero.
I miei genitori la fecero accomodare sullo sgabello più alto che avevamo in casa in segno di riverenza.
La guardammo stupiti ed avremmo voluto che ci raccontasse subito qualche novità ma lei tacque fino a sera quando, dietro invito di mio padre, iniziò a parlare. Quante cose sapeva questa giovane Signora e noi, che vivevamo in un paesino sperduto, sussultavamo ad ogni sua parola, ci raccontava di fatti avvenuti in mondi lontani che noi non avremmo mai immaginato.
Era sempre disponibile, non avevamo bisogno di chiedere perché lei prendeva sempre l'iniziativa e raccontava e narrava di ogni cosa e di ogni dove. Il giorno taceva ma la sera, quando tutti avevamo assolto al nostro dovere, lei iniziava a parlare, eravamo così assorti e presi daile sue notizie che la Signora pensò di narrarci anche qualche bel romanzo ...
Io mi chiedevo come facesse a sapere tante cose e fosse in grado di riportarci tante novità, visto che era sempre chiusa in casa nostra.
Un giorno decise di insegnare a leggere agli analfabeti, che nobile Signora pensai, si faceva carico anche di questo e per una modica cifra, accidenti quanta bontà.
Visto che tutti eravamo bramosi di ascoltarla iniziò a parlare anche il pomeriggio, poi all'ora di pranzo per arrivare al mattino ed anche alla notte.
Avevo pensato che con il passare degli anni la Signora, invecchiando, avrebbe dispensato più saggezza ma mi sbagliavo, non fu così.
Iniziò ad indossare vestiti succinti dai colori brillanti, il suo vocabolario si infarcì di parolacce e termini irripetibili e non sapendo più cosa raccontare iniziò a diffondere notizie false, fu allora che capimmo che non potevamo più contare su di lei. Doveva a tutti i costi andarsene da casa nostra. Ci riunimmo in una stanza per vedere il da farsi e lì arrivo la grande idea. Come faceva costei a sapere tanti pettegolezzi, a vestirsi alla moda e come aveva imparato a mentire così bene e chi le aveva insegnato quel linguaggio così scurrile? Aveva di certo un complice.
Quando era arrivata ci aveva chiesto di mettere parte del suo bagaglio sul nostro terrazzo e per anni era rimasto lì, di sicuro il segreto di tutto era in quel bagaglio, dovevamo assolutamente vedere cosa conteneva.
Mentre lei continuava a blaterare salimmo su quel terrazzo, ciascuno di noi aveva preso in mano un'arma letale ......... un cacciavite, ma non trovammo nulla se non dei vecchi tubi di ferro con all'interno dei fili. Eravamo curiosi di sapere e così cominciammo a rimuovere le viti ed a tirare quei fili quasi a sfogare la nostra rabbia, poi rassegnati all'idea che non era quello il modo per farla tacere, rientrammo in casa delusi e scoraggiati ...ma non udimmo la sua voce.
Lei era ancora lì a troneggiare su quello sgabello ma muta e vestita di nuovo in bianco e nero.
Iniziammo a parlare tutti insieme, cosa che non avveniva ormai da tanto tempo, finalmente ci eravamo ripresi la nostra libertà e il nostro pensiero.
Iniziammo a parlare tutti insieme, cosa che non avveniva ormai da tanto tempo, finalmente ci eravamo ripresi la nostra libertà e il nostro pensiero.
- Nonna Mì (2012) -
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