giovedì 10 agosto 2023

Lajia, la Pompei cinese che non tutti conoscono

 
Il sito archeologico di Pompei è famoso in tutto il mondo. 

La città vesuviana, nel 79 d.c., venne travolta da tonnellate di cenere, intrappolando cose e persone per migliaia di anni.

Un evento simile, le cui cause sono ancora dibattute, è accaduto anche in Cina.

Sicuramente non si tratta di un vulcano, ma la causa più accreditata è una inondazione.

La città di Lajia, sorgeva nell’età del Bronzo, lungo il corso superiore del Fiume Giallo, al confine tra le provincie cinesi di Gansu e Qinghai. 

Gli abitanti vivevano grazie alla pastorizia e all’agricoltura. Facevano uso di strumenti in ceramica cotta ad alta temperatura ...


Un’altra curiosità è che nel luogo furono trovati dagli archeologi nel 2005, i più antichi noodles del mondo (un tipo di pasta cinese).

Il disastro sarebbe avvenuto intorno al 1800 a.C. uccidendo la gran parte degli abitanti, ma questa data è comunque ancora messa in discussione. 

La città venne sommersa dal fango, a seguito di inondazioni del fiume e forse terremoti in simultanea. 
Un’altra ipotesi tende a concludere che le inondazioni siano avvenute per attività umane, forse durante un tentativo di sbarramento e deviazione del corso del fiume. (www.prometeomagazine.it)


Le foto dei resti scheletrici mostrano una madre che protegge il figlio, inginocchiata sul pavimento. Un'altra coppia di scheletri sono stati trovati bloccati in un abbraccio nello stesso sito, sdraiati sul pavimento.

Il sito, molto ben conservato, restituisce un quadro tragico di quanto è accaduto alle persone e alle famiglie che si trovavano in questa cittadina durante il disastroso terremoto. 
Il sito di Lajia è il più grande tra quelli colpiti da disastri naturali trovati in Cina. 

Qui è stata accertata la presenza di una comunità che è vissuta nella prima Età del Bronzo.


Questa regione è una delle più fragili dal punto di vista ecologico e per l’ambiente

Dal 2020 è stato istituito un sofisticato sistema di monitoraggio per osservare e prevedere disastri naturali, come valanghe di ghiaccio e inondazioni da laghi glaciali sull’Altopiano del Qinghai-Tibet, le cui acque di fusione alimentano 10 grandi fiumi in Asia rifornendo di acqua 1,9 miliardi di persone. (www.mirabiletibet.com



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