Il governo U.S.A. nasconde o comunque non diffonde i dati climatici in suo possesso che smontano la favola del riscaldamento globale.
Una notizia così trent’anni fa avrebbe generato uno scandalo enorme mentre oggi finisce nel mucchio delle notizie non date e non comprese nemmeno dagli oppositori di Net Zero e di tutte le follie - oltretutto pericolose per l’ambiente - che vi si accompagnano.
Ora per spiegare questa affermazione bisogna sapere che i sistemi di monitoraggio delle temperature a terra non sono mai stati concepiti con un grado di affidabilità tale da rilevare un segnale di riscaldamento globale, soffrono di carenze e sono esposti ad errori involontari come ad esempio l’espansione urbana che ingloba nel suo cuscino di calore molte stazioni meteo una volta lontane dalle città.
E a questo si aggiunge il fatto che se i dati per una qualche ragione non arrivano, cosa che accade spessissimo, essi vengono sostituiti con “stime” che è la cosa peggiore che possa accadere in una raccolta dati ...
Comprende 114 stazioni in tutto il Nord America situate ben lontano da qualsiasi effetto non climatico, come il calore causato dall’uomo nella vicinanza delle città o negli aeroporti più trafficati e sono dotati di strumentazione precisa e utilizzata secondo i protocolli.
Bene, prendendo questi dati ci si accorge che non c’è stata alcuna tendenza significativa al riscaldamento negli ultimi due decenni nel Nord America come testimonia il grafico qui sotto che si riferisce alla media delle temperature anomale. Il territorio è abbastanza esteso da essere significativo per il pianeta .
Sfortunatamente però dati della rete USCRN sono tenuti sotto il tappeto dal governo degli Stati Uniti e non sono riportati pubblicamente nei rapporti mensili o annuali sul clima globale, né si è mai pensato di estendere anche altrove reti di monitoraggio sicure,
Le temperature sono state arrotondate dai volontari al grado intero più vicino della scala Fahrenheit: si tratta perciò di numeri troppo approssimativi per poter affermare l’esistenza di un riscaldamento globale di 1,8 ° F dalla fine del 1800.
Sorgono “ovvie domande” sull’accuratezza e tutto questo può essere letto in un saggio che mette a nudo le piaghe della ricerca climatica tra cui spicca l’errato posizionamento dei rilevatori di temperature che a volte sono posti addirittura accanto ai motori dei condizionatori , agli scarichi , all’asfalto e agli edifici stessi, tutte situazione in grado di aumentare di molto gradi le temperature rilevate e che poi finiscono nel calderone della riscaldamento globale.
Viene da chiedersi perché non vengano corretti questi errori di posizionamento e se essi non siano in qualche modo voluti, visto che negli ultimi anni enti meteo e climatici si sono fortemente politicizzati e di fatto appoggiano Net Zero, un appoggio – va detto – che non è affatto gratuito: viene anzi pagato in termini di carriere facilitate, di soldi per le ricerche. pubblicazioni e via dicendo.
Così si spiega come mai il Met Office Britannico sebbene abbia presentato un documento sull’arresto del rialzo della temperatura tra il 2000 e il 2014, in seguito ha rimosso questa pausa nei successivi aggiustamenti retrospettivi al suo database globale e di revisione in revisione ha aggiunto il 30% di riscaldamento in più in un momento in cui accurate misurazioni satellitari suggerivano che il riscaldamento globale avesse iniziato a perdere slancio circa 25 anni fa.
Alle volte si arriva persino al grottesco: la scorsa estate, il Met Office ha confermato e promosso una nuova temperatura record nel Regno Unito di 40,3°C a Coningsby, presa mentre si alzava in volo uno stormo di caccia Typhon : infatti il record è durato solo 60 secondi. Del resto è proprio al Met britannico che sono state scoperte mail in cui i climatologi discutevano del modo per impaurire meglio la gente sul riscaldamento globale e come forzare i dati per ottenere questo risultato.
È interessante notare che il servizio meteorologico statunitense NOAA afferma di rimuovere le distorsioni del calore urbano, ma si è scoperto che in media invece di diminuire le temperature le alzava.
Per non dire che continuano ad accumularsi prove che i periodi recenti sono stati molto più caldi del presente.
A febbraio, un gruppo di bioscienziati ( Brozova et al. , 2023 ) ha presentato prove sul fatto che l’Artico intorno alle Svalbard era più caldo di 6°C nel primo Olocene, vale a dire da 10.000 a 8.000 anni fa.
Tutto ciò rivela fin troppo chiaramente che le teorie climatiche catastrofiche non sono soltanto frutto di illusioni, di errori e di utilizzo di vecchie simulazioni auto avverantesi, ma che sono una vera menzogna globale: se si potesse misurarla in gradi sarebbe già al calor rosso.
Fonte: ilsimplicissimus2.com
Fonte: ilsimplicissimus2.com
Un intervento di Anthony Watts
Watts ha indagato e spiega in una conferenza perché non c'è bisogno di temere il riscaldamento moderato che abbiamo visto nel secolo scorso, e perché le affermazioni di peggioramento del tempo, siccità e uragani sono esagerate.
Watts ha indagato e spiega in una conferenza perché non c'è bisogno di temere il riscaldamento moderato che abbiamo visto nel secolo scorso, e perché le affermazioni di peggioramento del tempo, siccità e uragani sono esagerate.
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