giovedì 22 luglio 2021

Un segnale di rinascita

Non ci sono solo cattive notizie, ce ne sono anche di buone in questo momento di svolta epocale dell’avventura umana.

Anzi, di ottime. 
E spesso le buone notizie – se osserviamo spregiudicatamente i fatti – sono una conseguenza diretta di quelle cattive.


Come dire, il bene come effetto, come conseguenza del male.
Il risveglio come risultato della eccessiva pressione manipolatoria.

Una di queste – un vero e proprio segnale di rinascita – è la nascita di un canale televisivo nazionale, la Tv dei cittadini, – qualcosa di assolutamente nuovo nella storia dell’informazione televisiva – interamente finanziato non dai gruppi editoriali, ma dal pubblico ...

Forse a molti potrebbe sfuggire la straordinaria importanza di questa novità – voluta e resa possibile da Claudio Messora e dal suo staff – che credo diventerà una case history nella storia della comunicazione.

Vediamo perché ...

Partiamo dalla considerazione che le guerre, i conflitti, – esterni ed interni ad una società – oggi si vincono con le parole prima ancora che con le armi

I media, da quando sono divenuti di fatto il megafono del potere e strumenti di propaganda, sono maestri nel ‘sintetizzare’ in poche parole-chiave quei concetti in grado di innescare automaticamente nella gente reazioni programmate.

E quest’ultimo anno ne è stato una dimostrazione lampante.

Proprio per questo i gruppi di potere economici si sono da tempo assicurati la proprietà dei principali mezzi di informazione – solo a parole “liberi” e “indipendenti”.

Basta guardare i fatti: oltre a Berlusconi con Mediaset, se analizziamo i giornali, vediamo che tutta la grande stampa è direttamente controllata da una manciata di gruppi economici:

- la famiglia Agnelli possiede tramite una holding finanziaria olandese (Exor) la Repubblica, L’Espresso, HuffPost, La Stampa, Il Secolo XIX, Limes, MicroMega ecc.;
- il Gruppo Rizzoli, oggi controllato in buona parte da Urbano Cairo, possiede il Corriere della Sera;
- i Caltagirone, la famiglia di costruttori romani, possiedono Il Messaggero, Il Mattino, Leggo e il Gazzettino;
- Confindustria possiede il Sole 24 Ore.

Una mezza dozzina di famiglie – una parte importante di quella che possiamo definire l’élite italiana – controlla quasi tutta l’informazione mainstream – solo formalmente “libera” e “indipendente” – del nostro Paese.


Chiediamoci allora il motivo di questa corsa al controllo dei media, visto che non ha alcun obiettivo economico, considerando che nella gran parte dei casi essi sono in perdita, bensì esclusivamente politico.

Si tratta di obiettivi, dunque, che, oltre a garantire gli interessi delle singole famiglie, sono evidentemente funzionali a mantenere gli attuali equilibri di potere nella società.

Gruppi di potere acquistano giornali e televisioni per difendere i propri interessi e per tenere sotto controllo i poteri statali, che a loro volta li finanziano (contributi all’editoria) per fare di loro uno strumento di propaganda.

Un circolo vizioso, dunque.

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