Nella storia delle religioni curata da Puech (1977) per “Esoterismo“[1] si intende una dottrina trasmessa soltanto a certi adepti scelti, in base a delle loro ben specifiche qualità ed attitudini; nelle antiche scuole, infatti, tale insegnamento veniva impartito solo a discepoli con particolari abilità.
La “Verità” (intesa ovviamente in senso lato), era riconosciuta solo dai grandi iniziati e tenuta segreta, dal momento che al popolo veniva rivelato soltanto quanto ritenuto utile rispetto ai tempi, o al grado di evoluzione raggiunto dalla massa.
Perciò, chi intraprende tale strada possiede una sensibilità la quale viene nel tempo sviluppata mediante un insieme di dottrine, teorie, leggi ed esperienze che indagano gli aspetti “Spirituali dell’Uomo“, le cui basi si ritrovano in tutte le religioni e filosofie della Terra, seppure nate e sviluppatesi in contesti molto diversi.
Necessario, per l’Esoterista, è lo sviluppo dell’intuizione per conoscere il super–razionale e per saper collegare l’individuale all’universale, permettendo, così, l’uscita dal proprio limitato microcosmo.
La verità, per l’Esoterista, non si può raggiungere con la ricerca ma viene rivelata soltanto a pochi eletti, persone che acquistano una religiosità cosmica e, quindi, la capacità di concepirne l’astrattismo permeante l’intero Creato.
E nel mentre le religioni possono essere diverse, rivendicando aspetti e assunti unici e dogmatici, “l’Esoterismo” cerca di trovare l’origine e l’unicità universale della vita e del suo significato più profondo ...
L’Uomo, per l’Esoterista, non è altro che uno strumento e la forma idonea per incarnare lo Spirito in continua evoluzione, cercando spiegazione a quell’eterno processo dove lo stesso Spirito diviene propriamente Materia (la prima fase detta involuzione o discesa), e la Materia, poi, diviene nuovamente lo Spirito (nella seconda fase detta evoluzione o di risalita). Proprio per questo suo particolare metodo di indagine, nella vita attuale, “l’Esoterismo” è diventato sinonimo di “Occultismo“, seppure va tenuto presente che il termine Occulto è stato coniato soltanto nel XIX secolo, così come attualmente viene applicato alla “Magia“, gli studi cabalistici, etc.
Ne “l’Esoterismo“, oltre a ciò, viene utilizzato un linguaggio simbolico il quale cela al volgo la reale conoscenza, mentre per l’iniziato permette di rendere esplicita la chiara intuizione di ciò che appare oscuro al semplice ragionamento.
La contemplazione dell’evoluzione cosmica, e/o localmente planetaria, del nostro Sistema Solare vede, così, lo svolgersi di una vera e propria gerarchia di potenze impegnate nel dramma cosmico.
La tradizione esoterica cristiana che risale a Dionigi Aeropagita, divideva queste potenze in nove categorie, raggruppate a loro volta in triadi, formando un tutt’uno organico. Infatti, secondo tale dottrina si sosteneva che sopra gli uomini vi fossero gli Angeli[2], in senso esoterico chiamati persino i “Figli della Vita“, associati a “l’Elemento Aria“.
Superiormente si trovavano gli Arcangeli[3], associati questa volta a “l’Elemento Fuoco“, considerati anche nella tradizione i fattori più attivi della vita in generale dell’Umanità.
Seguivano, poi, le gerarchie più elevate, gli Archei, o “Spiriti della Personalità o dell’Iniziativa“, poiché si dice davano il primo impulso ai sottostanti Arcangeli, presiedendo ai grandi movimenti, specie rivoluzionari, e umani, ispirando sovente anche i più importanti personaggi che ne hanno cambiato il corso della Storia. La seconda triade[4] comprendeva i “Dominatori” e gli “Ordinatori” di tutto il “Sistema Planetario“, veri e propri intermediari tra le varie triadi, stando vicini alle Divinità.
Édouard Schuré, nei suoi studi condotti nel 1927, li chiamava gli “Infallibili” e comprendevano anche: Virtù, Dominazioni e Principati, seppure non possono, come gli Arcangeli, scendere nella vita dell’Uomo cui però hanno dato il “Soffio Vitale“.
La terza ed ultima triade comprendeva i Troni, i Serafini[5] e i Cherubini, dove i primi rappresentavano la “Potenza“, mentre gli altri sarebbero stati vicini al divino, riflettendone la “Luce“, irradiandola.
L’Umanità, comunque, da sempre è stata pervasa e percorsa da momenti di esaltazione ed altri di abbattimento, che a loro volta hanno spinto l’Uomo all’idealismo religioso o, al contrario, al materialismo più concreto, non di rado pure cieco.
E tale perenne contrasto (sovente sfociato anche in lotta) ha caratterizzato, però, la costante ricerca di un equilibrio e che vede alla base una “Teoria Cosmogonica“[6], ed esoterica, dove la “metamorfosi” (o la “variazione“), si manifesta in tutto l’Universo, dalle Stelle ai Pianeti, comprendendo pure le sue forme di vita, Uomo compreso, sottintendendo come possa esistere una “Anima Universale” che agita sia gli Astri e le Anime in un incessante esperienza evolutiva.
Sempre secondo Schuré[7] la Terra ha subìto tre “metamorfosi” (o “variazioni“), prima di diventare il pianeta che conosciamo noi oggi. Nella prima di esse, chiamata di Saturno, la Terra apparve mescolata a una primitiva nebulosa chiamata il “Primitivo Saturno“, per distinguerlo dal pianeta oggi conosciuto, il quale sopravvisse alle fasi evolutive successive della nebulosa primigenia; la Terra, perciò, faceva parte del “Sole Primitivo” che si estendeva fino all’attuale pianeta Giove.
Nella seconda di queste “metamorfosi“, invece, la Terra costituiva con la Luna un unico “Corpo Celeste“, liberato dal “Sole Primitivo“ che Schuré chiamava “Terra Primitiva o Terra-Luna“, mentre durante l’ultimo di questi processi, il nostro pianeta partorì la Luna, assumendo poi la sua attuale conformazione.
Una singolarità della visione di Schuré è che sin dal principio, l’Essere Umano esisteva nel “Sole Primitivo” come un vero e proprio embrione eterico. Egli, poi, iniziò a vivere in qualità di vero e proprio “Corpo Astrale“, dapprima sotto forma di nuvole di fuoco, appartenenti alla “Luna Primitiva“, infine sulla Terra acquisendo Coscienza dell’Io, sviluppando poi organi fisici ed intellettuali.
Fu durante queste “metamorfosi“, inoltre, che gli “Dèi delle Gerarchie Superiori” svilupparono persino quelle “Inferiori” (Archei, Arcangeli e Angeli), e col loro aiuto conformarono poi l’attuale Terra e l’Umanità ad oggi conosciuta[8].
Questi periodi planetari, variazioni o metamorfosi, ebbero una durata quantificabile in milioni di anni, e nel corso dei secoli, solo lo studio di alcuni iniziati e dei loro discepoli ha permesso di scoprire dell’esistenza anche di precedenti epoche, trasmettendo poi tali conoscenze mediante l’utilizzo di forme mitologiche più consone al proprio ambiente culturale[9].
La “Nebulosa Saturnina“, durante la “Prima Metamorfosi“, incarnò così il primordiale Sistema Solare, una massa informe, sferica, priva di Luce il cui diametro era simile alla distanza che ora separa Saturno dal Sole.
Mentre il “Nucleo della Nebulosa” era ancora freddo, e senza Luce, la sua superficie iniziò ad agitarsi da onde di calore, volte all’attenzione delle “Divinità” che qui erano discese dallo Spazio circostante, con lo scopo di regolarne ogni evoluzione.
La Genesi stessa, rivela: “La Terra era informe e vuota e le Tenebre erano sulla faccia dell’Abisso e lo Spirito di Dio si muoveva sulle Acque.”
Nella “Primordiale Nebulosa“, e in ogni forma di vita contenuta, l’aspirazione produceva il freddo nel mentre ogni espirazione dava luogo al caldo. Sempre secondo Schuré, gli Arcangeli furono gli “Uomini del Sole Primitivo“, fatti di Luce ed Estasi e che nell’Universo videro le “Costellazioni“[10]: “Messaggere di altri Arcangeli, fratelli lontani”.
In questo stadio, essi si libravano in “volo ebro negli spazi del Cosmo, sotto lo sguardo dei Cherubini”, un volo accompagnato da “una prodigiosa emissione di Luce e da un’Armonia grandiosa.”
Gli Angeli, e successivamente gli uomini, secondo Schuré sarebbero nati “dall’Estasi degli Arcangeli nella Luce“, mentre gli Animali sarebbero stati concepiti “dall’Incubo delle Tenebre“.
Per effetto delle azioni delle “Potenze” della seconda triade (Virtù, Dominazione e Principati), il “Sole Primordiale” ebbe una prima condensazione e dal “Nucleo della Nebulosa” vennero a formarsi Giove e Marte, due sfere ruotanti attorno alla nostra Stella, la prima con “Luce Interna“, la seconda manifestazione, invece, opaca; contemporaneamente, la fotosfera del Sole si restrinse brillando di una Luce ancora più viva.
In questa fase, la tradizione esoterica colloca il “Combattimento del Cielo” che lasciò traccia in tutte le storie mitologiche, dalla “Teogonia” di Esiodo dove si narra dello scontro tra i Titani e gli Dèi, a quella giudeo-cristiana con l’altrettanto celebre “Caduta di Lucifero“. Tale combattimento precedette la “Creazione della Terra“, facendoci intuire che esso non accadde a caso, ma fu parte di un vero “Progetto Divino“, documentando, così, l’eterna lotta Duale tra il Bene e il Male. Lucifero, secondo una branca di Esoteristi (specie in ambito Teosofico), rappresenterebbe il “Genio della Conoscenza e dell’Individualità“, a capo di tutta una classe di Angeli e Spiriti, fiero e indomabile, non sottomesso a nessuno che a sé stesso.
Egli capì che, per rendere il genere umano indipendente, pronto alla rivolta (non di rado veicolata) fosse necessario separarne il sesso. Gli Angeli erano, dal punto astrale e spirituale, del tutto androgini, privi di desiderio e turbamenti. Per sedurli plasmò, nella “Luce Astrale“, la forma abbacinante di quella che sarebbe stata la “Donna Futura“, la “Donna dell’Era Ideale“[11], la quale promise un “Mondo di Gioie” e, per portare a compimento tale opera, riunì attorno a sé alcuni “Angeli Ribelli“.
Nel frattempo, tra Giove e Marte, venne a formarsi un astro intermedio dove Lucifero e i suoi accoliti, crearono un Mondo che però avrebbe portato al disordine l’intera Creazione e spezzato la catena delle “Gerarchie Divine e Planetarie“. Ne nacque una lotta aspra e violenta che vide, infine, Lucifero sconfitto e il suo pianeta completamente distrutto (andrà poi a formare la fascia degli attuali asteroidi tra Marte e Giove).
L’Angelo Ribelle fu poi cacciato su un “Mondo Inferiore” rappresentato da un altro pianeta, strappato al “Nucleo Solare” dai Principati e dalle Dominazioni.
Questo pianeta era la “Terra Primitiva” che formava, allora con la Luna, un unico astro, “Mondo Sottomesso” alla dura legge della Materia condensata. La “Terra Primitiva“, ossia la Terra-Luna descritta anche da Schuré, appariva come un astro a nucleo liquido avvolto da gas infiammato, – da cui nacque in séguito la crosta terrestre -, simile a materiale spugnoso e dove vivevano “Esseri Giganteschi“, aventi una struttura intermedia tra i vegetali ed i molluschi, simili ad alberi ma con i tentacoli.
«In questa atmosfera gassosa, che avviluppava la Terra-Luna come un immenso turbine, già nuotavano e galleggiavano, simili a piccole nuvole di fuoco, i germi primitivi dell’Uomo Futuro.»
Embrioni già “Umani” ma non aventi un “Corpo Fisico” vero e proprio, ma un “Corpo Eterico“, o aventi una vitalità interna simile a un “Corpo Astrale“, o un’area raggiante con la quale percepivano l’ambiente circostante, dotati di sensazione ma privi della “Conoscenza dell’Io“. E se mentre gli Arcangeli furono i “Dominatori della Terra Primitiva“, toccò poi agli Angeli, seppure ribelli o caduti, ad ispirare negli “Embrioni umani“[12] i loro pensieri, diventando in séguito, nel periodo cosmico successivo, le forme cristallizzate di dinamiche e meccanismi i quali ancora oggi regolamentano e governano il Mondo.
Nell’ultima “metamorfosi” (o “variazione“) si verificò, infine, quella rivoluzione cosmogonica che portò alla separazione della Luna dalla Terra. Anche in questo frangente agirono le stesse potenze spirituali che in precedenza avevano separato dal Sole la “Terra Primitiva“, e in questo ultimo passaggio, lo scopo della “metamorfosi” finale fu la discesa dell’Uomo dal “Piano Astrale” a quello perfettamente “Fisico“. Con la scissione, la Terra venne a rappresentare il “Polo Animico“, o di “Madre” (l’Anima Mundi), mentre la Luna quello “egoico” (l’Ego), ma al contempo anche una separazione sessuale che portò all’amore sessuale, alla morte e la reincarnazione con l’eterno “Ciclo della Vita“. La Terra delle origini iniziò ad evolversi da una iniziale condizione di sfera semiliquida e vaporosa, attraversata da correnti calde e fredde, a una più fisica, dove venne poi a formarsi un “Essere“ lontano parente dell’Uomo.
«Simile ad un pesce quanto ad un lungo serpente, d’un azzurro verdastro; dal “Corpo Gelatinoso” e trasparente lasciava scorgere gli organi interni e brillava di tutti i colori dell’arcobaleno. Dalla sua parte superiore usciva, a guisa di testa, una specie di ventaglio o pennacchio fosforescente. In quest’organo appariva il protoplasma di ciò che divenne il cervello umano. Serviva a quell’Essere primitivo come un organo di percezione ed insieme di riproduzione, perché non avendo orecchi ed occhi, percepiva a distanza, per mezzo di quell’organo di una sensibilità estrema, tutto quello che, avvicinandolo, poteva nuocergli o essergli utile.
Ma quella specie di lanterna, quale grande fiore luminoso come una medusa di mare, adempiva anche alla funzione di organo maschile e fecondatore, poiché quella grande medusa, agile e vivace, celava inoltre nel suo Corpo un organo femminile, una “Matrice”. In certe epoche dell’anno, quei nuotatori ermafroditi erano attirati dai raggi del Sole nelle parti superiori e meno dense del loro oceano, e la fecondazione avveniva sotto il suo influsso. Cioè, l’Essere bisessuato si fecondava da sé stesso inconsciamente ed involontariamente, come avviene in molte piante in cui il germe caduto dagli stami, feconda lo stigma.
Allora il nuovo Essere, che si formava nel suo seno, prendeva a poco a poco il posto del primo. Tutta la vita del vecchio passava al nuovo e, quando questo aveva raggiunto il pieno sviluppo, gettava il suo carapace, come il serpente getta la sua armatura di scaglie quando fa la pelle nuova. C’era dunque un rinnovamento periodico dell’animale, ma non c’era morte, né rinascita.
Quell’Essere non aveva ancora il suo Io. Gli mancava ciò che gli Indù chiamano il “Manas”, il germe della mentalità, la scintilla divina dell’Uomo, e centro cristallizzatore dell’Anima immortale.
Aveva, come tutti gli animali attuali, un “Corpo Fisico”, un “Corpo Eterico (o Vitale)” e un “Corpo Astrale (o Raggiante)” e, per mezzo di quest’ultimo, sensazioni che somigliavano ad un miscuglio di sensazioni tattili auditive e visive. Il suo modo di percezione era in forma rudimentale, qualche cosa di simile a ciò che oggi è il senso divinatorio, nei tipi specialmente dotati di tale facoltà.» (Édouard Schuré)
Lemuria[13] è un ipotetico continente scomparso, collocato secondo alcuni studiosi (presumibilmente) nell’Oceano Indiano, seppure la teoria della sua esistenza (formulata nel contesto della biogeografia del XIX secolo) è divenuta obsoleta in séguito alla scoperta e alla comprensione della “Tettonica a Zolle“, su cui concorda buona parte degli scienziati moderni.
Sebbene sia “scomparsa” dal Regno della Scienza, essa è sopravvissuta in quello Esoterico, avendo un’ampia eco ed essendo, ancora oggi, oggetto di ulteriori studi ed analisi. Questo continente, scomparso o meno, veniva comunque descritto grande abbastanza da coprire un’area così vasta da comprendere le acque dell’Oceano Indiano, l’Australia attuale, parte dell’Asia e dell’Africa meridionale.
All’epoca della sua ultima speculazione pseudo-scientifica, alcuni ricercatori sostenevano che sebbene i lemuri viventi ad oggi si trovino solo in Madagascar e nelle isole vicine, la scoperta di famiglie di lemuri estinte dal Pakistan alla Malesia, ispirò il nome Lemuria, coniato nel 1864 dal geologo Philip Sclater nell’articolo “The Mammals of Madagascar“, uscito sul “The Quarterly Journal of Science“.
Confuso dalla presenza dei lemuri sia in Madagascar che in India e dalla loro assenza in Africa e nel Medioriente, egli propose come il Madagascar e l’India fossero stati un tempo parte di un continente più grande chiamato, appunto, Lemuria, proprio dal nome di questi animali. Secondo la versione di alcuni esoteristi, invece, milioni di anni dopo l’origine della Terra, un nuovo continente apparve nell’emisfero australe.
Aveva il suolo costituito di granito e lava e su di esso la vegetazione proliferava con felci gigantesche, pieno di numerose paludi che si estendevano per miglia e miglia, costellato qua e là di coni vulcanici i quali eruttavano continuamente. La luce era fioca poiché quel lembo di Terra era costantemente avvolto da un’atmosfera pesante e carica di nubi, anche se vivevano forme più progredite tra cui “l’Essere” destinato a diventare poi l’Uomo, inizialmente una forma semi antropomorfa e quadrupede, con un sistema cerebro-spinale alquanto sviluppato.
Sempre secondo Schuré, questo primigenio organismo aveva: “la ghiandola pineale che si era rivestita di un cranio ed era diventata un cervello, seppure ne uscisse un orifizio rimasto nella parte superiore della scatola cranica, simile ad una pinna mobile. Due occhi comparivano in quel cranio, due occhi che vedevano appena di una vista ottenebrata le cose; ma la piuma pineale aveva conservato il dono della sensibilità astrale, in modo che quell’Essere imperfetto, ibrido e ributtante, aveva due percezioni, una ancora molto forte e che sarebbe scemata nel piano astrale, l’altra invece ancora molto debole, ma sarebbe aumentata, specie nel piano fisico.
Le branchie divennero poi polmoni, le natatoie delle zampe, e quanto alla testa, essa rammentava quella di un Delfino, con le bozze frontali simili a quelle del Leone.”
Lemuria, inoltre, entrò di prepotenza nel lessico esoterico o dell’occulto, tramite le opere di Helena Blavatsky, fondatrice della “Società Teosofica“, la quale dichiarò intorno al 1880 l’esistenza di questo continente, abitato da una razza di ermafroditi spiritualmente puri; una storia rivelatagli dai Mahatma dopo avergli permesso di poter visionare un testo pre-atlantideo, il “Libro di Dzyan“.
Secondo l’interpretazione teosofica, gli ermafroditi di Lemuria corrispondevano a una delle “Sette Razze Radicali” attraverso cui si muove, ciclicamente, l’evoluzione dell’Umanità. La successiva Antroposofia, il cui maggiore esponente (nonché fondatore) fu Rudolf Steiner[14], affermava come i Lemuriani possedessero un Corpo molle e particolarmente plasmabile, ovvero che potevano modificarlo a seconda delle diverse necessità. Avevano, inoltre, l’Io ancora poco sviluppato e mobile, possedevano doti chiaroveggenti e delle funzioni ancora unite, in quanto la respirazione e il nutrimento erano congiunti in un unico organo che introduceva una sostanza liquida, lattiginosa. Gli organi dei sensi erano poco sviluppati e percepivano per lo più immagini, così come la percezione del caldo e del freddo era trasmessa dalla ghiandola pineale, oggi atrofizzata.
Caratteristiche umane del tutto particolari le quali derivano dal fatto che le prime incarnazioni risalivano a quest’epoca oscura ed arcaica, dove gli “Esseri” erano poco affini al “Mondo Fisico“, tanto da vivere più esperienze nel “Mondo Spirituale“; fu così che gli “Spiriti della Personalità” agirono sui Lemuriani, incarnandosi poi in Uomini e facendo loro da guida.
«Alto fra quattro e cinque metri, con la pelle bruna, la faccia piatta ed un muso sporgente; occhietti minuscoli piazzati così lontani l’uno dall’altro che egli poteva vedere lateralmente, e non solo davanti a sé. Non aveva fronte, ma era fornito di un terzo occhio alla nuca, che in noi è rappresentato tuttora dalla ghiandola pineale, nel cervello. I lunghi arti non si potevano raddrizzare completamente, ed egli aveva mani e piedi enormi; anzi, i piedi avevano talloni che sporgevano tanto da permettergli di camminare sia in avanti che all’indietro.»
Questo è ciò che sosteneva Lyon Sprague de Camp[15] grazie alla dettagliata descrizione di un lemuriano, trattata da William Scott-Elliot[16]; egli fornì molti più dettagli della Blavatsky sulle vite di queste presunte razze, sia di origine lemuriana che atlantidea. Scott-Elliot, inoltre, aveva localizzato Lemuria nell’Oceano Pacifico, sostenendo come si trattasse di una gigantesca massa continentale che alla fine affondò, lasciando solo delle piccole isole.
Dopo la scomparsa di Lemuria, nuove razze emersero sulla successiva Atlantide, tra i quali i Rmoahal dalla “pelle nera”, i Tlavatli “color rame“, adoratori degli antenati (quindi i Toltechi) e aventi una tecnologia avanzata che includeva dei non meglio precisati “Oggetti Volanti“. I Toltechi furono seguiti dai Turaniani e poi i Semiti, e questi ultimi produssero, inoltre, ulteriori sotto-razze tra cui gli Accadici e i Mongoli. Un gruppo di Accadiani addirittura migrò in Gran Bretagna 100.000 anni fa, dove costruirono il famoso tempio archeo-astronomico di Stonehenge. Scott-Elliot sosteneva, inoltre, come Atlantide fosse divisa in due isole collegate, una chiamata Daitya e l’altra Ruta; alla fine non rimase che un residuo di Ruta, chiamato Poseidonis, ancora prima di scomparire nelle acque dell’Oceano. Le idee di Scott-Elliot furono citate anche da Rudolf Steiner nei saggi successivamente pubblicati come “Atlantis” e “Lemuria” (1904). In tutti questi processi, alcune correnti esoteriche sostenevano come furono gli Angeli[17] ad entrare nel “Corpo degli Uomini“, portando la “Scintilla Divina“, cioè quel principio immortale dell’Io (Ego). Intervennero in tale processo pure gli Archei[18], in quanto non avendo un “Corpo Fisico“, e non essendo in grado di assimilare la Materia, rivestendo solo un “Corpo Etereo“, trasfusero a questi “Esseri” primitivi il sentimento religioso e mistico.
L’Uomo, così, venne a disimpegnarsi dalle forze animali e si avvicinò lentamente alla sua forma attuale, con una accentuazione continua della separazione dei sessi, che agì su tutti gli “Esseri Viventi“. La Lemuria, pertanto, sperimentò ogni sorta di accoppiamento, in quanto la sessualità era dominante, e: “dall’accoppiamento delle specie inferiori dell’Umanità nacquero le Scimmie, l’Uomo non è affatto una Scimmia perfezionata. Al contrario, anzi, la Scimmia è la degenerazione e una degradazione dell’Uomo Primitivo, un frutto del suo primo peccato.” (Schuré) Ciò che all’epoca accadde non piacque agli Dèi. Essi videro l’Uomo succube, a loro dire, di cattive passioni, di desideri senza freno come l’invidia, l’odio, o il furore (vedasi la “Caduta Biblica di Caino“).
Nacquero così le prime guerre, specie tra Animali e tra Umani, momento mitologico che i Greci spiegarono con il “Mito di Pandora“, del suo Vaso contenente tutti i flagelli, i quali, una volta liberati, andarono a diffondersi e ad opprimere l’intero Mondo. Il “Mondo Lemuriano” venne così distrutto dall’Ira degli Dèi che lo colpirono con un cataclisma, portando a un totale cambiamento della faccia della Terra. Preceduti da forti scosse sismiche, i vulcani esplosero con torrenti di lava e nubi piroclastiche di ceneri incandescenti che invasero tutta la Lemuria.
L’agitarsi della Terra, sempre secondo il Schuré, si verificò in coincidenza di una “corrispondenza astrale della vita animica del globo coi suoi abitanti.” Tutti gli “Esseri” considerati dagli Dèi come “degenerati”, scomparvero poi inghiottiti dalle acque dell’Oceano, si salvò soltanto la parte migliore della razza lemuride, rifugiatasi all’estremità occidentale del continente per mezzo di una “Guida Divina“.
I superstiti raggiunsero, infine, l’Atlantide, una terra nuova e vergine, ricca di vegetazione e da poco emersa dalle acque…
[1] “Esoterismo” deriva da Esoterico ed equivale a celato, occulto o misterioso. Dal greco Eso (intuire), nelle antiche scuole di Pitagora, Platone e Aristotele, gli Esoteristi erano i discepoli che avevano raggiunto il profondo insegnamento del proprio Maestro.
[2] I persiani li chiamavano anche Feroner, i Sumeri Genii, non di rado identificati con “l’Io Superiore” dell’Uomo.
[3] Per alcuni sono assimilabili agli Asura della filosofia induista.
[4] Gli Indù identificavano questa “Triade” con i Deva, simili anche agli Elohim di Mosè, e ai quali si attribuiva la “Creazione della Terra” e la rappresentazione dello “Spirito di Dio“; chiamati Troni nella tradizione cristiana, diedero in olocausto il loro “Corpo” per la rinascita degli Archei. Per “Corpo” si intende in tal caso il calore vitale e l’effluvio di amore.
[5] In caldeo, serafico, significa amore, mentre i Cherubini traggono il loro nome dalla sapienza e la forza infinita (meccanica).
6] Secondo la corrente dei Rosacroce si hanno i seguenti “Sette Mondi“: 1) di Dio; 2) degli Spiriti Vergini; 3) dello Spirito Divino; 4) dello Spirito Vitale; 5) del Pensiero; 6) del Desiderio; 7) del Mondo Fisico. Una suddivisione ritenuta necessaria perché la sostanza di ogni Mondo è sottoposta a leggi diverse; ogni Mondo viene poi frazionato in ulteriori “Sette Regioni” e che rappresentano altrettante distinzioni della Materia.
[7] Philippe Frédéric “Édouard” Schuré (1841-1929) è stato uno scrittore, critico letterario, poeta, storico e filosofo francese. Nato in una famiglia protestante alsaziana, figlio di un medico, restò orfano di madre a 4 anni e di padre a 14, dopo il baccalaureato si iscrisse alla facoltà di diritto per compiacere il nonno materno, e frequentò contemporaneamente quella di lettere, dove si inserì in un ambiente di artisti e letterati. Nel 1860 perse entrambi i nonni materni, ereditando a sufficienza per dedicarsi ai suoi veri interessi, una volta terminati gli studi di diritto. Scrisse numerosi libri ma la sua opera più importante è “Les grands initiés” (I grandi iniziati), pubblicata nel 1889 e tradotta in molte lingue, ispirata dalla luminosa figura di Marguerite Albana Mignaty, una intellettuale originaria di Corfù (esperta di misticismo indiano) la quale ospitava un salotto letterario a Firenze. Tra gli incontri che influenzarono la sua vita, oltre a quello con Marguerite Albana (la sua amata, conosciuta durante un soggiorno di due anni in Italia), ci fu quello con il compositore Richard Wagner e l’essenziale amicizia con il filosofo Rudolf Steiner, che conobbe nel 1906, rimanendo affascinato dal suo pensiero.
[8] Le “Entità“, secondo Schuré, si trasformano da un’epoca all’altra, infatti: nella prima si riscontrò la presenza di un “Corpo Fisico“, nella seconda si aggiunse un “Corpo Vitale“, nella terza un “Corpo del Desiderio“, nella quarta un “Corpo Mentale“, e nella quinta, tale sviluppo portò alla formazione dell’Ego.
[9] Gli Indù definivano queste immagini astrali del passato come una sorta di Akasha o “Luce Astrale di Conoscenza“, più tardi anche i nostri profeti o santi, attinsero le loro informazioni su un presunto “Libro di Dio“, al quale si ispirò pure Giovanna d’Arco, quando davanti ai giudici di Poitiers rispose: “Ve ne sono più nel Libro di Dio che nei vostri”.
[10] Le Costellazioni nacquero dai Maghi Caldei a cui si deve la denominazione dei “Dodici Segni dello Zodiaco“. Ogni Costellazione venne identificata con una categoria di Cherubini che la tradizione occulta rappresentava come Animali allora ritenuti “Sacri“. I Cherubini venivano infatti scolpiti dai Caldei, dagli Egizi e dagli Ebrei attraverso i quattro simboli del Toro, del Leone, dell’Aquila e dell’Angelo, gli stessi che troviamo riuniti nella Sfinge egizia. Questi quattro simboli, inoltre, ricordano pure i “Quattro Evangelisti” i quali, nell’ordine sovraesposto degli Animali, corrispondono rispettivamente a: Luca, Marco, Giovanni e Matteo.
[11] Secondo una tradizione, si ritiene che Lucifero si unì all’Eva Primitiva, detta Lilith, dalla cui unione nacque Caino, “l’Uomo disceso dalla Materia” e già condannato ad essere un assassino.
[12] Schuré sosteneva che la forma dell’Angelo è l’archetipo dell’Uomo Futuro, con una individualità libera e creatrice.
[13] Con il termine Lemuri (Lemures), gli antichi romani designavano le anime dei morti, dette anche larvae. Sembra il nome derivi dalla forma originaria Remuria, una festa istituita da Romolo per placare l’ira dell’ucciso Remo e che, in séguito, servì persino per placare le anime vaganti dei morti. Il termine è usato anche per indicare animali di tipo lemuride, tuttora viventi in Madagascar.
[14] Steiner ci informa come “l’Epoca Lemurica” si concluse a causa di grandi catastrofi vulcaniche, ma che un gruppo di umani si salvò dalla totale distruzione.
[15] Lyon Sprague de Camp (1907-2000) è stato uno scrittore statunitense. Nella sua carriera durata oltre cinquant’anni ha scritto libri di vario genere, soprattutto romanzi di fantascienza e fantasy, ma anche opere non di genere e saggistica, come biografie di importanti autori fantasy. La biblioteca personale di de Camp, forte di circa 1200 volumi, fu venduta all’asta da Half Price Books nel 2005, la collezione comprendeva libri scritti da lui stesso e da scrittori amici suoi, come Isaac Asimov e Carl Sagan.
[16] William Scott-Elliot, delle volte erroneamente detto Scott-Elliott (1849-1919), fu un teosofo il quale elaborò il concetto di Razza Radice di Helena Blavatsky in diverse pubblicazioni, in particolare in “The Story of Atlantis” (1896) e “The Lost Lemuria” (1904), in séguito riunite nel 1925 in un unico volume chiamato “La storia di Atlantide e la Lemuria perduta“.
[17] Questi Angeli abitavano la Luna, erano di ordine inferiore ed aspiravano alla “Guida degli Uomini” rivestendo un “Corpo Fisico“.
[18] Gli Archei, si dice, abitavano sul pianeta Venere, sovente associati ai Lemuriani per condizioni fisiche e abitative.
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