L'evento di Carrington, così chiamato in onore dell'astronomo dilettante britannico Richard Carrington che fu il primo a osservarlo e a darne una spiegazione, fu in realtà una doppietta di montanti consecutivi che colpirono la Terra nel corso di una settimana.
La prima delle due imponenti eruzioni solari venne preannunciata intorno alla metà di agosto del 1859, quando una macchia insolitamente vasta comparve nella regione nordoccidentale della superficie del sole. Il 27 agosto questa eruttò espellendo una nube di plasma, cioè di gas ad alta densità di carica, grande come la luna. Simili esplosioni sono note come espulsioni di massa coronale (EMC).
Le EMC hanno solitamente la forma di cornetti, stando a quanto scoperto nel 2009 da STEREO, una coppia di sonde della NASA che affiancano il sole e fotografano queste esplosioni da punti opposti. Secondo Angelos Vourlidas del Naval Research Laboratory, che elabora modelli informatici per la missione STEREO, le EMC si formano in un modo che ricorda ciò che accade quando si ritorcono sempre più strettamente le estremità di una fune, finché nella parte centrale si crea un rigonfiamento.
Invece di una fune, qui ad attorcigliarsi sono linee di forza magnetiche simili a "molle magiche" Slinky che escono dalle macchie solari. Alla fine, quando la torsione ha raggiunto un grado sufficiente, la spirale di plasma a forma di cornetto si libera di scatto e ruotando vorticosamente si allontana dal sole con una velocità di oltre un milione di chilometri orari, e questo è precisamente ciò che è accaduto nel caso dell'evento di Carrington ...
Il primo cornetto cosmico dell'evento di Carrington colpì la Terra il giorno successivo.
Il 28 agosto 1859, producendo alcune delle più belle aurore polari mai viste. Di norma le aurore boreali non si estendono fino all'Avana, a Cuba, ma questa volta fu così, e il cielo vi apparve macchiato di sangue e in fiamme.
Il 1° settembre 1859 il sole eruttò nuovamente, in modo ancor più violento.
Stando alle ricostruzioni degli scienziati, la seconda EMC dell'evento di Carrington fu decine di volte più potente della media, con l'emissione di circa dieci miliardi di tonnellate di materia e dieci trilioni di trilioni di watt (quindi di una quantità di energia trilioni di volte maggiore della somma di tutta l'energia elettrica, meccanica, termica, muscolare, animale e vegetale che è stata prodotta o consumata nell'intera storia del nostro pianeta). Propagandosi alla velocità di circa otto milioni di chilometri orari, fu anche una delle più rapide mai registrate.
E' possibile farsene un'idea pensando a una macchina per lanciare palle da tennis che all'improvviso espella con violenza un pallone da basket fuso e radioattivo.
Propagandosi le EMC generano un'onda d'urto che si abbatte sul vento solare, una sfera di particelle cariche, prevalentemente protoni, emessa dal sole. Tale impatto provoca un fenomeno noto come evento SEP (Solar Energetic Particles, particelle solari ad alta energia), in cui tutto ciò che si trova sul percorso dell'onda d'urto viene accelerato in modo esponenziale; gran parte di queste particelle altamente energetiche impiega un'ora o meno per raggiungere l'atmosfera terrestre, dove fonde gli atomi di azoto e ossigeno producendo nitrati che infine si depositano sotto forma di polvere ai poli. Sebbene l'evento SEP di Carrington sia generalmente considerato il più intenso mai registrato, all'epoca nessuno se ne accorse perché non c'erano strumenti abbastanza sensibili da rivelarlo. (Prove dell'impatto SEP del 1859 sono state trovate in seguito, sotto forma di anomala presenza di nitrati in campioni di carote di ghiaccio risalenti a quel periodo.)
Oggi disponiamo di strumenti a bordo di satelliti sufficientemente sensibili da rivelare le SEP, ma che probabilmente sarebbero finiti in fumo se sottoposti alla violenza dell'evento di Carrington. In effetti, a eventi SEP assai meno estremi viene attribuita la responsabilità di aver messo fuori uso un certo numero di veicoli spaziali, tra cui il satellite giapponese Nozomi, provocando il fallimento della missione nipponica su Marte. Le SEP sono una minaccia anche per gli astronauti: un evento paragonabile per dimensioni a quello di Carrington metterebbe a repentaglio gli uomini a bordo della Stazione spaziale internazionale.
Alle 4.50 GMT (ora di Greenwich) del 2 settembre 1859 la seconda, e di gran lunga più massiccia, EMC investì la Terra, tra quindici e venti ore dopo l'onda d'urto SEP che aveva innescato.
L'EMC destò sensazione, facendo sfrigolare i cavi del telegrafo, causando incendi e riempiendo il cielo notturno di un bagliore aurorale che lo illuminò come in pieno giorno.
"L'elettricità che accompagnò questo splendido fenomeno si impadronì dei cavi magnetici di tutto il paese, e ci furono numerose manifestazioni secondarie negli uffici telegrafici, dove dagli apparecchi giunsero messaggi bizzarri e illeggibili, e dove i fuochi d'artificio atmosferici assunsero forma e sostanza di fantastiche scintille" riferiva il Philadelphia Evening Bulletin.
Le scariche elettriche furono così intense che alcuni operatori telegrafici scollegarono le batterie dai loro apparecchi e riuscirono ugualmente a inviare e ricevere messaggi utilizzando soltanto l'energia fornita dal cielo.
Se oggi venissimo investiti da una tempesta geomagnetica di intensità equivalente a quella dell'evento di Carrington, la nostra civiltà potrebbe piombare nel caos.
Non è un'esagerazione. E' invece l'opinione condivisa dagli autori del rapporto presentato allaNational Academy of Sciences e pubblicato nel dicembre 2008, Severe Space Weather Events: Understanding Societal and Economic Impacts. La sintesi operativa del rapporto afferma:
"A causa del carattere interconnesso delle infrastrutture critiche della società moderna, gli effetti di eventi di grave maltempo spaziale possono andare al di là della messa fuori uso dei sistemi tecnici esistenti e portare a sconvolgimenti socioeconomici collaterali sia a breve che a lungo termine.
La prima delle due imponenti eruzioni solari venne preannunciata intorno alla metà di agosto del 1859, quando una macchia insolitamente vasta comparve nella regione nordoccidentale della superficie del sole. Il 27 agosto questa eruttò espellendo una nube di plasma, cioè di gas ad alta densità di carica, grande come la luna. Simili esplosioni sono note come espulsioni di massa coronale (EMC).
Le EMC hanno solitamente la forma di cornetti, stando a quanto scoperto nel 2009 da STEREO, una coppia di sonde della NASA che affiancano il sole e fotografano queste esplosioni da punti opposti. Secondo Angelos Vourlidas del Naval Research Laboratory, che elabora modelli informatici per la missione STEREO, le EMC si formano in un modo che ricorda ciò che accade quando si ritorcono sempre più strettamente le estremità di una fune, finché nella parte centrale si crea un rigonfiamento.
Invece di una fune, qui ad attorcigliarsi sono linee di forza magnetiche simili a "molle magiche" Slinky che escono dalle macchie solari. Alla fine, quando la torsione ha raggiunto un grado sufficiente, la spirale di plasma a forma di cornetto si libera di scatto e ruotando vorticosamente si allontana dal sole con una velocità di oltre un milione di chilometri orari, e questo è precisamente ciò che è accaduto nel caso dell'evento di Carrington ...
Il primo cornetto cosmico dell'evento di Carrington colpì la Terra il giorno successivo.
Il 28 agosto 1859, producendo alcune delle più belle aurore polari mai viste. Di norma le aurore boreali non si estendono fino all'Avana, a Cuba, ma questa volta fu così, e il cielo vi apparve macchiato di sangue e in fiamme.
Il 1° settembre 1859 il sole eruttò nuovamente, in modo ancor più violento.
Stando alle ricostruzioni degli scienziati, la seconda EMC dell'evento di Carrington fu decine di volte più potente della media, con l'emissione di circa dieci miliardi di tonnellate di materia e dieci trilioni di trilioni di watt (quindi di una quantità di energia trilioni di volte maggiore della somma di tutta l'energia elettrica, meccanica, termica, muscolare, animale e vegetale che è stata prodotta o consumata nell'intera storia del nostro pianeta). Propagandosi alla velocità di circa otto milioni di chilometri orari, fu anche una delle più rapide mai registrate.
E' possibile farsene un'idea pensando a una macchina per lanciare palle da tennis che all'improvviso espella con violenza un pallone da basket fuso e radioattivo.
Propagandosi le EMC generano un'onda d'urto che si abbatte sul vento solare, una sfera di particelle cariche, prevalentemente protoni, emessa dal sole. Tale impatto provoca un fenomeno noto come evento SEP (Solar Energetic Particles, particelle solari ad alta energia), in cui tutto ciò che si trova sul percorso dell'onda d'urto viene accelerato in modo esponenziale; gran parte di queste particelle altamente energetiche impiega un'ora o meno per raggiungere l'atmosfera terrestre, dove fonde gli atomi di azoto e ossigeno producendo nitrati che infine si depositano sotto forma di polvere ai poli. Sebbene l'evento SEP di Carrington sia generalmente considerato il più intenso mai registrato, all'epoca nessuno se ne accorse perché non c'erano strumenti abbastanza sensibili da rivelarlo. (Prove dell'impatto SEP del 1859 sono state trovate in seguito, sotto forma di anomala presenza di nitrati in campioni di carote di ghiaccio risalenti a quel periodo.)
Oggi disponiamo di strumenti a bordo di satelliti sufficientemente sensibili da rivelare le SEP, ma che probabilmente sarebbero finiti in fumo se sottoposti alla violenza dell'evento di Carrington. In effetti, a eventi SEP assai meno estremi viene attribuita la responsabilità di aver messo fuori uso un certo numero di veicoli spaziali, tra cui il satellite giapponese Nozomi, provocando il fallimento della missione nipponica su Marte. Le SEP sono una minaccia anche per gli astronauti: un evento paragonabile per dimensioni a quello di Carrington metterebbe a repentaglio gli uomini a bordo della Stazione spaziale internazionale.
Alle 4.50 GMT (ora di Greenwich) del 2 settembre 1859 la seconda, e di gran lunga più massiccia, EMC investì la Terra, tra quindici e venti ore dopo l'onda d'urto SEP che aveva innescato.
L'EMC destò sensazione, facendo sfrigolare i cavi del telegrafo, causando incendi e riempiendo il cielo notturno di un bagliore aurorale che lo illuminò come in pieno giorno.
"L'elettricità che accompagnò questo splendido fenomeno si impadronì dei cavi magnetici di tutto il paese, e ci furono numerose manifestazioni secondarie negli uffici telegrafici, dove dagli apparecchi giunsero messaggi bizzarri e illeggibili, e dove i fuochi d'artificio atmosferici assunsero forma e sostanza di fantastiche scintille" riferiva il Philadelphia Evening Bulletin.
Le scariche elettriche furono così intense che alcuni operatori telegrafici scollegarono le batterie dai loro apparecchi e riuscirono ugualmente a inviare e ricevere messaggi utilizzando soltanto l'energia fornita dal cielo.
Se oggi venissimo investiti da una tempesta geomagnetica di intensità equivalente a quella dell'evento di Carrington, la nostra civiltà potrebbe piombare nel caos.
Non è un'esagerazione. E' invece l'opinione condivisa dagli autori del rapporto presentato allaNational Academy of Sciences e pubblicato nel dicembre 2008, Severe Space Weather Events: Understanding Societal and Economic Impacts. La sintesi operativa del rapporto afferma:
"A causa del carattere interconnesso delle infrastrutture critiche della società moderna, gli effetti di eventi di grave maltempo spaziale possono andare al di là della messa fuori uso dei sistemi tecnici esistenti e portare a sconvolgimenti socioeconomici collaterali sia a breve che a lungo termine.
L'energia elettrica è la tecnologia fondamentale della società moderna, da cui dipendono in pratica tutte le altre infrastrutture e attività [...]
Tra gli effetti collaterali di un'interruzione di maggior durata dell'erogazione dell'energia elettrica [quale deriverebbe quasi certamente da un evento di maltempo spaziale sulla scala di quello di Carrington] vi sarebbero con ogni probabilità, per esempio, il blocco dei mezzi di trasporto, delle comunicazioni, delle attività bancarie e finanziarie, dei servizi pubblici; l'interruzione della distribuzione di acqua potabile a causa del blocco delle pompe e la perdita di derrate e medicine deperibili a causa dell'arresto dei sistemi di refrigerazione.
La conseguente paralisi dei servizi per un periodo significativo di tempo anche soltanto in una regione potrebbe avere conseguenze per l'intero paese nonché a livello internazionale".
Esperti della NASA, della NOAA (National Oceanographic and Atmospheric Administration), della Smithsonian Institution, dell'United States Air Force(l'aeronautica militare statunitense), di un certo numero di prestigiose università e diaziende tecnologiche avanzate hanno fornito prove del fatto che al giorno d'oggi un evento della scala di quello di Carrington comporterebbe profondi ed estesi sconvolgimenti sociali.
Alla base di tale convinzione ci sono gli enormi mutamenti subiti dall'infrastruttura degli Stati Uniti nel corso dell'ultimo secolo e mezzo.
La società moderna è totalmente dipendente dall'elettricità
La rete elettrica è la struttura fondamentale da cui dipendono tutte le altre. Ed è vulnerabile a eventi di maltempo spaziale di rilevanza storica.
"I servizi d'emergenza sarebbero sottoposti a un grande sforzo, e la struttura di comando e controllo potrebbe essere compromessa" concludono i ricercatori del comitato della National Academy of Sciences, presieduto da Daniel Baker, direttore del LASP, il Laboratorio di fisica atmosferica e spaziale dell'Università del Colorado a Boulder. La preoccupazione di Baker per le conseguenze della meteorologia spaziale rappresenta una drastica svolta per i ricercatori del LASP.
I lettori del precedente libro di Lawrence E. Joseph forse ricorderanno le pagine in cui riferiva di aver partecipato in Colorado a una conferenza di fisica solare promossa dal LASP, solo per scoprire che gli scienziati lì riuniti erano assolutamente indifferenti a una crisi meteorologica spaziale in corso proprio durante la loro riunione.
Esperti della NASA, della NOAA (National Oceanographic and Atmospheric Administration), della Smithsonian Institution, dell'United States Air Force(l'aeronautica militare statunitense), di un certo numero di prestigiose università e diaziende tecnologiche avanzate hanno fornito prove del fatto che al giorno d'oggi un evento della scala di quello di Carrington comporterebbe profondi ed estesi sconvolgimenti sociali.
Alla base di tale convinzione ci sono gli enormi mutamenti subiti dall'infrastruttura degli Stati Uniti nel corso dell'ultimo secolo e mezzo.
La società moderna è totalmente dipendente dall'elettricità
La rete elettrica è la struttura fondamentale da cui dipendono tutte le altre. Ed è vulnerabile a eventi di maltempo spaziale di rilevanza storica.
"I servizi d'emergenza sarebbero sottoposti a un grande sforzo, e la struttura di comando e controllo potrebbe essere compromessa" concludono i ricercatori del comitato della National Academy of Sciences, presieduto da Daniel Baker, direttore del LASP, il Laboratorio di fisica atmosferica e spaziale dell'Università del Colorado a Boulder. La preoccupazione di Baker per le conseguenze della meteorologia spaziale rappresenta una drastica svolta per i ricercatori del LASP.
I lettori del precedente libro di Lawrence E. Joseph forse ricorderanno le pagine in cui riferiva di aver partecipato in Colorado a una conferenza di fisica solare promossa dal LASP, solo per scoprire che gli scienziati lì riuniti erano assolutamente indifferenti a una crisi meteorologica spaziale in corso proprio durante la loro riunione.
La settimana compresa tra il 7 e il 13 settembre 2005, immediatamente successiva all'uragano Katrina e precedente gli uragani Rita e Wilma, è passata alla storia come uno dei periodi più tempestosi mai registrati sul sole, ma alla conferenza del LASP, iniziata il 13 settembre, nessuno fece il minimo cenno a questa situazione straordinaria, neppure durante le pause caffè.
Quello che, però, nessuno del LASP o di qualsiasi altro laboratorio spaziale ha mai messo in dubbio è che le tempeste solari più violente si verificano di solito al culmine del ciclo solare di undici anni ...
Fonte: 2012ladistruzione.blogspot.com
Quello che, però, nessuno del LASP o di qualsiasi altro laboratorio spaziale ha mai messo in dubbio è che le tempeste solari più violente si verificano di solito al culmine del ciclo solare di undici anni ...
Fonte: 2012ladistruzione.blogspot.com
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