giovedì 27 giugno 2019

Vita di Dick, scrittore di fantascienza paranoico

“A uno scrittore di fantascienza non è consentito credere a quello che racconta, altrimenti pensate un po’ che confusione”
 Philip Dick.

Philip Kendred Dick è autore de “La svastica sul sole”, “Un oscuro scrutare”, “Ma gli androidi sognano pecore elettriche?” (da cui il film-capolavoro di Ridley Scott, “Blade Runner”) e molti altri titoli (quarantaquattro sono i romanzi e oltre un centinaio i racconti) che hanno fatto di lui una figura centrale del nostro tempo, capace di dare voce a una realtà il cui senso viene percepito in costante erosione, spostamento e falsificazione.

Tutti noi viviamo dei dejà vu, momenti di scollamento totale e astensione dalla realtà.
Dick sosteneva che quei momenti erano “la prova tangibile” che la nostra vita, in realtà, sarebbe programmata. Come se fosse criptata su un nastro che ogni tanto (quel momento di dejà vu, appunto) si inceppa, lasciandoci per qualche secondo in balìa del nulla.
Se ci pensate è il tema portante di “Matrix“.

“Molti sostengono di ricordare una vita passata, ma io sostengo di ricordare un’altra, diversissima, vita presente”, disse durante un discorso pronunciato a Metz nel 1977, lui che, come pochissimi altri, riuscì a tramutare le proprie ossessioni e nevrosi in un universo letterario sicuramente complesso ma affascinante ...


L’ossessione e le manie persecutorie saranno parte integrante della vita di Philip Dick, come ossessiva fu la sua ricerca dei confini della coscienza e di una realtà in costante sfaldamento. Era sospettoso, aveva un’innata diffidenza verso tutti e verso tutto (“dietro ogni faccia familiare può nascondersi un gelido mostro”), fino a sorvegliare mogli, vicini e amici. Negli ultimi anni visse in totale paranoia, convinto che la sua vita (come quella di tutti) fosse al centro di un complotto governativo mondiale.

Come se tutti vivessimo in ambienti finti, ricostruiti ad hoc per chissà quali scopi (se ci pensate bene fu, poi, il tema di un altro suo romanzo che divenne il cardine del film “The Truman Show”).

Molti dei nostri problemi li causa la famiglia e i responsabili sono spesso i genitori. Lo dimostra la vita di questo genio incompreso della fantascienza, tra un padre assente, Edgar (funzionario federale presso il Ministero dell’Agricoltura), che lo lasciò quando aveva cinque anni divorziando da sua madre, Dorothy, una donna che assomigliava a Greta Garbo, femminista e pacifista, grande amante della cultura e delle idee d’avanguardia, lettrice bulimica che divideva il mondo “tra quelli che si dedicano a un’attività creativa e quelli che non lo fanno”.

“L’infanzia del piccolo Philip”, scrive il suo biografo-romanziere Emmanuel Carrère, “assomigliava a quella del Luzin di Nabokov o a quella di Glenn Gould, suo contemporaneo e per certi versi suo cugino spirituale: bambini grassocci e imbronciati, che hanno tutte le carte in regola per diventare campioni di scacchi o pianisti prodigio.

Aveva un gioco preferito: nascondersi tra gli scatoloni e restarci per ore in silenzio, perché lì si sentiva al riparo”.
Questa tesi non fa che accentuare il senso di straniamento e irrealtà che già ti aspetti da una storia del genere, da una vita del genere. Nell’analisi di Carrère tutto ruota attorno da una parte alla smania di Dick di non essere considerato “solo” un big della fantascienza ma un genio mainstream, e dall’altra alla sua forse patologica e forse profetica incapacità di aderire completamente al tessuto del reale.

Probabilmente Carrère esagera qua e là nel descrivere minutamente percorsi psicologici e umani che può solo immaginare o al massimo ragionevolmente dedurre, ma va detto che così facendo ci consente di intraprendere un viaggio affascinante e spaventoso al tempo stesso che, altrimenti, non avremmo nemmeno sognato....


Tratto da: www.giornalepop.it

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6 commenti:

  1. Dick aveva una personalità disturbata e geniale.
    Enoch di sicuro saprà definire bene le sue stranezze.

    Alle volte avviene in tali individui un mescolamento tra la realtà e l'aspetto visionario che li porta ad avere geniali intuizioni oltre l'ordinario.
    In Dick pare chiaro che tali intuizioni non è riuscito a gestirle e sono diventate parte della sua personalità disturbata.


    Sul dejà vu ha avuto una fenomenale intuizione.
    Anche se la sua interpretazione probabilmente non è corretta, altre tradizioni dicono altre cose.
    Ha descritto matrix anzi tempo.
    Ha capito che facciamo tutti parte di un complotto governativo.

    Un genio che purtroppo era troppo ossessionato e che gli ha impedito di essere un riferimento futuro sulle sue intuizioni.

    Io sono vivo voi siete morti.
    Altra geniale intuizione che non ha saputo spiegare. Lo sciamanesimo dice proprio le stessa cosa.

    Poteva essere un grande riferimento, ma era la sua vita.

    Gianni

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  2. I Dick tribali.

    Tali individui nelle tribù sono ben noti, viene detto che hanno un collegamento con l'oltre che non sanno spegnere e controllare.
    Per questo motivo i nativi li definiscono inutili per la tribù e devono essere protetti.

    Gianni

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  3. Di Dick è già stato fatto un quadro abbastanza soddisfacente.
    Mi piace Carrere biografo, un'altra sua perla biografica è "Limonov", ma sono d'accordo con l'articolo quando dice che Carrere tende a dare troppe definizioni soggettive e arbitrarie della personalità dei personaggi di cui scrive, perché alla fine ciò che uno ha dentro la sua testa lo sa a malapena lui stesso, figuriamoci gli altri.

    Amo anche un altro pazzoide, Douglas Adams, così come amo Bradbury di Farenheit 451, d'altronde per scrivere di "fantascienza" bisogna essere dei visionari e stare sempre due passi avanti al resto del mondo.

    I film Matrix e The Truman Show sono capolavori nel loro genere, e se è vero che la verità (perdonatemi il gioco di parole) viene presentata come fiction e surrealismo, ricordatevi della scena in cui a Truman viene rivelata la verità su di lui dal tizio calvo seduto nello studio sulla Luna, con davanti un modellino di pianeta Terra...piatto con una cupola trasparente sopra...o la scena in cui Truman trova l'apertura della cupola ed esce per andare chissà dove...😊

    Enoch

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  4. Andrebbe aggiunto che la madre di Dick era nevrotica e mi pare la sua gemella morì subito dopo la nascita, cosa che ha turbato Philip per il resto della vita, molte sue nevrosi dipendevano sicuramente da questi fattori più l'abbandono del padre...e magari pure il cognome che portava, che in inglese dà adito a battute e doppi sensi....😁😁

    Enoch

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  5. Biglino superstar alla Dick
    Mauro Biglino: “Ecco cosa Davvero accadeva nelle Dimore Degli ELOHIM”.
    https://www.hackthematrix.it/?p=24449

    Dick non è solo nel regno delle follie.
    Biglino non tiene in alcun conto il lavoro di innumerevoli ricercatori che affermano con fatti che la bibbia ebraica è una invenzione del clero ebreo per avere tutto il potere.

    Dick gli era superiore, diceva cose che fanno riflettere, Biglino fa riflettere solo sulla stupidità umana.

    Gianni

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