domenica 17 marzo 2019

Inquinamento ambientale: otto bambini su dieci nascono 'contaminati'


In Italia otto bambini su dieci nascono già 'contaminati', anche se non vi sono apparenti disturbi. 

Ciò avviene in quanto gli “interferenti endocrini”, ovvero le sostanze nocive responsabili dell'inquinamento ambientale, sono in grado di oltrepassare la barriera della placenta. Inoltre, nel 100% dei casi, da una madre contaminata nasce un bambino contaminato.

Questa la preoccupante realtà delineata da uno studio del progetto Previeni (2011- NdC), il primo studio interdisciplinare sul rapporto tra gli “interferenti endocrini emergenti” (cosiddetti in quanto non ancora studiati in maniera sistematica), la salute e l’ambiente.

Promossa e finanziata dal Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, la ricerca è stata condotta dal WWF insieme all’Istituto Superiore di Sanità, il Dipartimento Salute della Donna e Medicina del Territorio-Università Sapienza di Roma/Ospedale Sant’Andrea e l’Università di Siena.

L'analisi rivela in particolare come l’inquinamento ambientale possa avere ripercussioni negative sulla fertilità umana e animale e come, invece, in situazioni più naturali come le Oasi WWF la presenza dei contaminanti sembra avere un impatto ridotto.

Lo studio ha coinvolto un campione di 250 coppie affette da infertilità:.....



10 coppie mamme-bambino e diverse specie animali che abitano due Oasi WWF in Abruzzo (Sorgenti del Pescara a Popoli e Diga di Alanno).
Dalla ricerca è emerso come negli individui maggiormente esposti ad interferenti endocrini aumenti il rischio di infertilità e patologie correlate.

Si tratta di un dato che conferma altre indicazioni della letteratura scientifica internazionale, che evidenziano come alti livelli di interferenti endocrini aumentino i disturbi della fertilità, della gravidanza e dello sviluppo infantile.

Ma dove si trovano queste sostanze pericolose? 

Malgrado le limitazioni di legge, interferenti endocrini sono tuttora contenuti in oggetti di uso comune come vestiti, tappeti, pentole antiaderenti e vernici (“composti perfluorurati-PFC”, idrorepellenti e anti-macchia), giocattoli, contenitori e dispositivi medici (“ftalati”, rendono il PVC più flessibile), tessuti, auto, computers e televisori (“ritardanti di fiamma”, riducono l’infiammabilità), pesticidi, oli e prodotti industriali (“policlorobifenili-PCB”, in alcuni paesi proibiti già dagli anni 70-80, ma persistenti nell’ambiente).

Tracce di interferenti endocrini si riscontrano poi anche negli alimenti dove arrivano per contatto diretto (ad esempio con i contenitori di plastica) sia per l'inquinamento degli ambienti in cui sono allevati gli animali e coltivate le piante.

Molti interferenti endocrini (come i PFC, i ritardanti di fiamma, i PCB) sono contaminanti 'persistenti' poiché, anche quando dispersi nell’ambiente, non si degradano ma si accumulano negli organismi viventi (in particolare negli animali), continuando a penetrare nell’organismo attraverso la cute, le mucose, l’apparato respiratorio e l’alimentazione. Pertanto sostanze vietate da decenni, come il DDT, continuano ad essere presenti nell’aria, nella terra e nell’acqua e vengono tuttora riscontrate in bambini e animali nati oggi. Altre sostanze come gli ftalati, invece, sono meno persistenti ma il loro vasto utilizzo in molti materiali fa sì che se ne trovino tracce anche nell’ambiente e nelle reti alimentari.

Come ha spiegato Donatella Caserta, ordinario di ginecologia e ostetricia dell’Università Sapienza di Roma, “la contaminazione dell’ambiente è un nemico nascosto, che oltre a minacciare gli ecosistemi terrestri e marini, passa attraverso il cibo e gli oggetti che usiamo ogni giorno, con conseguenze anche gravi sulla nostra salute”. “Per ridurre i rischi – continua Caserta - dobbiamo limitare la nostra esposizione a queste sostanze, attraverso stili di vita e scelte alimentari consapevoli. 
Ed è sempre più necessaria la realizzazione di adeguati programmi di controllo, sulla base di un sano principio di precauzione.”

Articolo esteso: www.cityrumors.it

11 commenti:

  1. Ho sentito questa notizia che trovo sconvolgente. Purtroppo siamo davvero quasi sulla via del non ritorno per quanto concerne la rovina dell'ambiente e questo lo paghiamo anche noi.

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  2. Non ci trovo niente di speciale, va bene così.

    Le persone sono consapevoli dell'inquinamento e di veleni ovunque e gli va bene così.
    Per cui se poi ci sono problemi sono voluti e accettati, se i pecoroni invigliacchiti avessero una bricciola di dignità metterebbero fine all'inquinamento in un istante.

    Chi poi ci si ammala bimbi compresi incolpi se stesso non la società.
    Gianni

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  3. Smettila di chiamare pecoroni invigliacchiti chi sbaglia, perchè allora siamo tutti pecoroni invigliacchiti compresi noi!
    Chi é senza peccato scagli la prima pietra!
    TU GIANNI COSA FAI PER L'INQUINAMENTO INVECE DI LAMENTARTI DI CONTINUO?

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    1. Cosa faccio io sono affari miei.

      I pecoroni invigliacchiti non sbagliano, si limitano a tenere la testa sotto la sabbia per non vedere, ma....come dice il proverbio:

      A tenere la testa sotto la sabbia si lascia fuori il deretano.
      Io mi sono messo le mutande di ferro, non si sa mai.
      hahahahaha.
      Gianni

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    2. Dato che le cose che fai sono affari tua, quando ti vanti di aiutare la gente, non lo fare!
      Smettila di fare divisioni e attaccare chi sa poi chi perchè abbassa il grado intellettuale di questo blog!

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    3. Qualcuno selvaggio e di basso grado intellettuale ci deve pur essere, io ne faccio parte, hahahahha
      Gianni

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  4. Complimenti per l'articolo. Peccato per il livello dei commenti.

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    1. Ciao. Grazie, piace anche a me! :)
      Io non modero i commenti (tranne le pubblicità che cancello senza pensarci due volte), sono liberi come hai potuto constatare, ma se ritieni che questi sono di basso livello, da un'occhiata ai commenti più antichi ;)

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    2. Basso o alto livello per come la vedo io conta poco.

      A contare è che ci si scambiano pensieri, qualcosa di positivo negli scambi nasce smpre.
      Gianni

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