mercoledì 26 settembre 2018

Il demone dell'Amore e del Fato

 di Gabriele Policardo

Due persone si conoscono e si attraggono.
Tra di loro nasce un improvviso maremoto che, come su due opposte scogliere, fa abbattere una bufera di sentimenti incontrollabili in un geometrico gioco di specchi. 
Sentono di conoscersi da sempre, di essersi ritrovati dopo una lunga ricerca e semplicemente riconosciuti. L’una completa le frasi iniziate dall’altra, bastano poche ore per scoprire che si sta bene e ci si sente completi anche nel più totale silenzio. Il mondo intorno sembra scomparire. 
O a tratti, animarsi, brillare come fosse fatto di scintille: vive, coscienti, pulsanti. L’amore e gli eventi precipitano. 
Si dicono «ti amo» e si ripetono «per sempre». Fanno progetti e già vivono tutto il tempo, passato, presente, futuro, nel respiro di un’intesa mai vissuta prima. 

D’un tratto, una delle due infrange questo idillio e fa saltare tutto 

Senza ragioni, né spiegazioni, né tanto meno possibilità d’appello: si ritrae e distrugge tutto, senza alcun apparente motivo. L’altra piomba nel panico, si sente avvolta da un senso di morte, come inghiottita in un abisso. Ciò che la devasta di più è la mancanza di razionalità, l’impossibilità di attribuire un senso a questo nuovo nulla, la convinzione di aver vissuto qualcosa di reale con l’ipotesi di averlo solo sognato. 
L’altro? Mentiva? Recitava? È una persona folle? 
Niente di tutto questo ...


Si è solo attivato in lei, o in lui, il demone dell’amore e del fato che coglie improvvisamente quelle persone che — d'improvviso — grazie a un amore a lungo atteso, si toccano profondamente e si espandono al punto di sentirsi degli Déi. 

Da quel momento, se per un motivo che possiamo solo supporre, ritengono di non meritare quell'amore profondamente, diverranno delle autentiche bombe a orologeria. Sopraffatti dal terrore che il destino possa improvvisamente sottrargli ciò che li rende completi e felici, non avendo motivi per nutrire un timore reale (ciò che annichilisce la persona rifiutata è che tutto andava come in una fiaba, senza una nota stonata), distruggono loro stessi quanto hanno costruito. 

Per dimostrarsi di non meritare nulla, che nella vita andrà sempre e comunque male. 
Sono le persone che quando leggono o sentono parlare di destino, di anime gemelle, di amori assoluti, storcono il naso, sollevano la spalla, dicono tra sé «non può succedere, non può essere possibile, non può capitare a me». 

La vita invece li contraddice subito e loro, nello stordimento iniziale, ci credono e si lasciano andare, perché quel che vivono è ovviamente reale.
Ed è proprio perché tutto ciò che attraversano è vero, profondo, assoluto, che al culmine, quando ormai ci sono completamente dentro, chiudono tutto. 


Come fa chi è stato rifiutato a confrontarsi con questa situazione? 

È giusto, una volta subìto il rifiuto, tentare di mediare, di ricucire, di far ragionare l’altro, di aiutarlo a superare il proprio demone? Dalla mia esperienza, l'unico modo di reagire a questi bambini spauriti è non essere accondiscendenti ma causare uno shock ancora più forte.

Ingoiare il cuore, fermare il tremore del proprio dolore e mettere un punto con una frase lapidaria: «ah sì, va bene come dici tu, ciao buona vita». Poiché stare al gioco dell’altro è solo uno stillicidio lancinante.

Loro si comportano come pazzi.

Dal giorno alla notte chiudono tutto. Sapendo che gli altri, i "sani", saranno lì a sperare di ricostruire quella verità, di recuperare il sogno, di tornare a vivere a quel livello. Naturalmente, torneranno prima o poi a farsi vivi, a sondare il terreno, a cercare il perdono per poter poi costruire una nuova e più perfetta punizione autoinflitta. È uno strano, terribile, gioco perverso, in cui vince chi è (o si dimostra) più «pazzo». 

Chi interpreta meglio il ruolo della persona gelida, disumanizzata, impietrita. Naturalmente è una finta: noi sappiamo che quella persona ha tirato fuori di noi una divinità che risiede nel nostro cuore. 

Ed è proprio questo che l’ha terrorizzata, non ha saputo gestire 
quell’immensa energia che è l’amore, la felicità. 

Ma credere che sia qualcosa che, per noi, dipende da loro, significa nutrirli 
e fare il loro gioco. 
L'amore che sappiamo vivere e dare è un nostro patrimonio. 
Se l’altro si tira indietro, è un suo diritto. 

E un nostro tenerlo fuori finché non avrà risolto i suoi demoni.

12 commenti:

  1. L*Amore vero,se è puro e sincero non ha demoni ma solo angeli che dispiegando le loro ali lo conducono verso l*infinito.Emilio

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  2. Ciao caro, concordo con te, l'Amore vero ci connette con l'Assoluto infinito Amore, a volte può scendere di tono, ma poi si rialza e si cammina di nuovo insieme. Alla prossima, se ti va.
    Un salutissimo alla nostra cara ospite. Grazie.

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  3. Brava Diavoletta,tutto è connesso,se un amore finisce è solo perché non era vero o non era abbastanza profondo e quindi proprio per questo destinato a finire.Quello vero e sincero,al contrario,può durare tutta una vita e a mio parere anche oltre e si può camminare ancora insieme.Alla prossima e con piacere.Emilio



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  4. Il vero Amore prosegue oltre i confini del tempo come noi lo conosciamo, essendo connesso con l'Infinito, dunque si rinnova e non annoia mai, anzi.. ben lo so...ho il privilegio e la fortuna di amare qualcuno.
    Un abbraccio.

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  5. Ps: mi diverte un mondo come mi chiami... ha ha... son diavolescamente angelica o angelicamente diabolica...

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  6. Sei solo una brava persona,diavoletta angelica,intelligente e soprattutto umana e sensibile e ti auguro di cuore,pur non conoscendoci personalmente,che il tuo privilegio e la tua fortuna di amare qualcuno possa un giorno andare oltre i limiti di questa esistenza e ricongiungersi con l*Amore Assoluto.

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    1. Grazie Emilio, è quanto speriamo entrambi... Buon prosieguo del tuo cammino.

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  7. AMORE??? NON C'ENTRA NULLA
    Emilio va nei piani celesti dove tutto è perfetto, qui sulla terra le cose vanno diversamente.
    Nei rapporti sentimentali raramente è l'amore vero in azione in tutti gli altri casi sono due le cause di rottura e infelicità e con l'amore non hanno relazione alcuna.
    Una causa minore sono le invisibili credenze interiori di non essere meritevoli, l'altro causa nella quasi totalità dei casi è semplicemente un errore percettivo.

    Non ci si innamora pressochè mai della persona ma dell'idea che che ce ne siamo fatti. Quando la persona viene vista ormai è tardi. Vedendo realmente l'altra persona semplicemente si cambia idea.
    E l'amore dov'è?
    Sicuramente sarà per la prossima volta, che sarà una replica della precedente

    Gianni

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  9. Gianni,rispetto il tuo pensiero come sempre,ma non sono d*accordo.L*Amore vero esiste e non si manifesta in casi sporadici ma essi sono una moltitudine in questo mondo.E ti dirò di più,se il messaggio che duemila anni fa un Maestro antico ma sempre attuale,fosse stato recepito e trasformato in realtà non solo da una minoranza ma bensì da parte di tutta l*Umanita,non ci sarebbe stato certo bisogno di andare nei piani celesti per cercare il vero Amore.In questo mondo la vita sarebbe certamente migliore per tutti,nessuno escluso.Vivremmo tutti la nostra esistenza nel rispetto e nell*Amore non solo verso noi stessi ma anche nei confronti di tutte le altre forme di vita esistenti.Io sono venuto in questo mondo perché voi ascoltaste la mia voce è solo così la Verità vi renderà liberi.Gesu*Emilio

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  10. Emilio le cose che dici ovviamente sono totalmente condivisibili, ma io sto a quello che vedo e non ai massimi sistemi, e la storia che vedo è assai priva di amore.
    Non metto in dubbio che ci sono persone che vivono, per quello che possono, secondo un'etica di ordine superiore.
    Per la massa, i rapporti umani, di coppia e verso la natura sono basati su credenze, convinzioni, manipolazioni, su una visione predatoria e non sul vedere l'amore o almeno sforzarsi di andare tentennando in quella direzione, con il risultato che vedi da te.

    La voce dei maestri è andata persa,ti riporto le parole di Jiddu Krisnamurti
    Ogni guru è una trappola.
    Ogni leader è un tiranno.
    Ogni maestro confonde.
    La malattia del secolo si chiama "dipendenza".
    E' ridotta a una deboleluce il contatto con la propria anima.
    Se fossimo in contatto con il nostro cuore profondo, cioè il luogo reale dello spirito.
    Non accetteremmo nessun leader, nessun maestro, nessun guru.
    Saremmo indipendenti. Svegli, vigili, autonomi non automi.
    Il maestro sei tu. E dentro c'è anche tutto quello che serve

    Gianni

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  11. Questi che cita e si riferisce il mistico Krisnamurti sono solo e soltanto quei falsi profeti che Gesù condanna perché le loro dottrine distolgono l*uomo dalla Verità. Ed egli lo dice chiaramente nel messaggio che ha lasciato in dono agli uomini di questo mondo.........Dopo di me verranno falsi profeti che vi allontaneranno dalla Verità.Gesu*

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