Tutto corre veloce, troppo veloce, e la mente mal si adatta a simili cambiamenti.
Sono affacciata alla finestra, sto guardando una piazza del paese e, nonostante l'età, stasera mi sento l'animo di una nonna quasi centenaria: come quelle nostre nate ai primi del novecento.
Videro le prime automobili, ma videro anche i calessi.
Videro la prima illuminazione con la corrente elettrica, ma videro anche la ghiacciaia prima del frigorifero.
E videro anche le loro madri, allacciarsi ancora il corsetto, ed indossare crinoline.
Videro lo scoppio della prima guerra mondiale.
Videro la sua fine, una breve pausa, e poi la seconda.
Videro le urne per le elezioni: diritto negato ancora alle loro madri; ma videro anche, il diritto concesso di abortire i propri figli, cosa che le loro madri, dall'orrore, neppure si sarebbero sognato.
Videro il primo televisore, in bianco e nero, con la magìa delle parole e delle immagini a distanza.
Videro in quella scatola, la Luna che dichiararono conquistata (qualcuna di loro non ci credette, pensandolo un film)
E poi la videro a colori...
Videro il bikini, il topless, ed il nudo integrale: mentre dalle loro foto in bianco e nero, timide sorridevano nei loro costumi a rigoni orizzontali.
Videro i film di fantascienza.
Videro anche i cellulari, e questo permise loro di parlare con il nipotino d'oltre oceano, quando le loro madri, le videro piangere per anni e anni, ad ogni cartolina del fratello emigrato all'estero.
Ecco, stasera mi sento come loro.
Mi sembra di aver visto troppo, e in troppo poco tempo.
Guardo dei ragazzini spensierati e felici giocare nella piazza.
Loro pensano che, impossessandone, un giorno cambieranno il mondo, e nulla sarà come prima.
Io so che è vero.
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