sabato 6 luglio 2013

Fabbisogni indotti e carenze nutrizionali

 “Non puoi fare a meno della carne! E il ferro??”
“Ma non mangi nemmeno le uova?”
“Non bevi il latte? E il calcio ??”
“La frutta non ha abbastanza proteine!”
“Il pesce non può mancare! Ha gli omega3!”

Quante volte avrete sentito queste perle di saggezza.

Ciò che molti ignorano invece è che a seconda del tipo di alimentazione che si segue i fabbisogni indotti dei nutrienti variano.

Al di fuori del fruttarismo sostenibile il corpo umano subisce una acidificazione ematica, che genera una più rapida usura di grassi, vitamine, acqua, proteine, calorie.

Tutto ciò genera un aumento dei fabbisogni indotti per l’appunto di tutti questi elementi...

Il pesce ha gli Omega 3, è vero… distrutti in gran parte dalla cottura, come per tutti gli altri elementi nutritivi.

Non mi dite che preferite mangiarlo crudo!

Inoltre essendo un cibo acidificante genera un aumento dell’usura proteica, quindi è ridicolo ogni tentativo di farlo apparire indispensabile per il corpo umano a causa della presenza di proteine.

Inoltre abbiamo già analizzato la questione proteica per la specie umana ed è emerso che l’uomo è l’animale col fabbisogno proteico più basso in assoluto.

“Ma l’uomo non può fare a meno degli Omega 3” ci si sentirà dire.

Ebbene questa volta il polemico di turno ha perfettamente ragione!
Difatti la mela contiene i migliori omega 3 ed in quantità ottimale per l’uomo (ovvero minima).
Tutto ciò garantisce il suo massimo assorbimento con una usura lipidica vicina allo 0.

Aumento del fabbisogno calorico indotto = Aumento dell’appetito indotto

“Non ce la farei mai a mangiare solo frutta nemmeno per un giorno”

E’ estremamente normale non riuscirci per chi ha un fabbisogno calorico indotto molto elevato.
Il fabbisogno calorico giornaliero medio al di fuori del fruttarismo sostenibile è di 2000 calorie.
Difatti nelle cellule del nostro organismo nutrite con cibo non adatto alla specie umana si innescano meccanismi metabolici energeticamente svantaggiosi.

Dal testo “Specie umana – Progetto3M” emerge che su 2000 calorie/giorno, ben 1600 vengano utilizzate per i processi digestivi, biochimici e assimilativi di elementi non adatti (per composizione e concentrazione) alla specie umana.

Le rimanenti 400 calorie rappresentano il fabbisogno calorico giornaliero medio che serve ad una persona per le sue normali attività quotidiane.
Non solo le 1600 calorie vengono così sprecate, ma generano nel tempo acidosi, usura proteica, errori di duplicazione del DNA.

Nella prima fase del fruttarismo sostenibile si va da un massimo di 1500 calorie/giorno di fabbisogno energetico indotto, fino a scendere gradualmente alle 400 calorie/giorno attraverso il melarismo 100%.
Solo nell’ultima fase (raggiungibile per gradienti) si può raggiungere il massimo potenziale evolutivo umano.

Evoluzione = Massimo risultato col minimo sforzo

In pratica potremmo paragonare l’uomo malivoro (da malus = mela) all’evoluzione dell’uomo attuale, che riesce ad ottenere il massimo risultato e la massima energia col minimo sforzo (fabbisogni indotti vicini allo zero).
Ecco spiegato il motivo per cui chi arriva gradualmente al melarismo 100% (mela Stark rossa) già dopo 1 settimana ha bisogno di meno ore di sonno per svegliarsi più riposato che mai, ha una maggiore lucidità, resistenza allo sforzo, riesce a fare gli stessi sforzi fisici che farebbe da onnivoro senza però crampi muscolari, acido lattico, affanno, stanchezza. Raggiungerebbe inoltre una massima tonicità muscolare irraggiungibile attraverso altri stili alimentari.

Se si giunge a questo step con tutti i fabbisogni indotti ridotti a valori minimi, il peso raggiungerà il peso forma e la mela darà una massima sazietà e un massimo piacere alle papille gustative, mai provati prima.

Pensateci… la mela è il frutto che sfama più di ogni altro. Il fatto stesso che la mela conferisca all’uomo la massima sazietà rispetto a qualsiasi altro frutto è una prova empirica che NUTRE perfettamente e massimamente la cellula.
Dopotutto il cibo in natura ha lo scopo esclusivamente diNUTRIRE, anche se a volte tendiamo a dimenticarlo a vantaggio del mero aspetto godereccio.


Il mito della carenza di Vit B12

“Ma come fai con la Vit B12??”
Ahhh, quante volte avrete sentito questa domanda!


Ora fate attenzione: nessun organismo animale produce B12, ma tutti assumono questa vitamina dai vegetali.
Ora non capisco perché l’uomo dovrebbe essere l’unico animale sulla terra a dover assumere la B12 inorganica tramite inutili integratori artificiali, o dagli animali anziché dai vegetali!
Il fabbisogno indotto di VitB12 aumenta per tutti coloro che si allontanano dal fruttarismo, a causa dell’aumento dei processi di catalizzazione relativi alla suddetta vitamina. Ecco perché alcuni dovranno assumerne una quantità maggiore e altri no.

Solo tre tipi di organismi sono in grado di produrre la vitamina B12: batteri, protozoi e funghi, che si depositano in massima parte sulla buccia della frutta e in parte minore sulle verdure.
Dopo i prodotti animali, gli alimenti che aumentano maggiormente il fabbisogno indotto di vitamina B12 sono i legumi, i semi, la frutta acida, e i cereali (ovvero tutti gli elementi che aumentano l’acidità ematica).

Anche i fabbisogni minerali e idrici diminuiscono in modo importante attraverso il fruttarismo.
Ecco dunque che si può diventare indipendenti dall’industria delle acque minerali (che hanno acqua inorganica e minerali inorganici) e dal conseguente inquinamento generato dai contenitori e dai trasporti su strada.

Conclusioni

L’essenziale e la semplicità a volte spaventano perché distruggono le vecchie credenze, finché non le sperimentiamo in prima persona.
Allora si comprende come tutto in natura sia semplice, volto alla vita, alla felicità, all’armonia.

3 commenti:

  1. eppure sembra che il nostro primo progenitore vivesse di tanti vegetali e anche di piccoli animali, si sono studiate in particolare le usanze dell'uomo di neanderthal, uno dei nostri avi più antichi, e lui era cacciatore, si sa che cacciavano in gruppo piccole prede!

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  2. Riporto un commento arrivatomi in mail ma che non appare qui:
    Laura Bernacchi ha lasciato un nuovo commento sul tuo post "Fabbisogni indotti e carenze nutrizionali":
    "eppure sembra che il nostro primo progenitore vivesse di tanti vegetali e anche di piccoli animali, si sono studiate in particolare le usanze dell'uomo di neanderthal, uno dei nostri avi più antichi, e lui era cacciatore, si sa che cacciavano in gruppo piccole prede!"

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  3. L'ipotesi che condivido e che reputo la più plausibile visto che non abbiamo nessuna delle caratteristiche dei carnivori e che tendiamo a accumulare le tossine della carne durante la digestione, è che durante i periodi di carenze, forse dovute a sbalzi climatici come la siccità o altro, gli esseri umani si sono dovuti adattare a mangiare animali...
    Il problema ora è che è diventato un'abitudine.

    Ma riflettiamo anche un attimo sul semplice fatto che la vista di una mucca in un campo (magari ve ne fossero ancora!) non fa venire l'acqualina in bocca a nessuno. :)

    P.S. L'uomo di Neandertal non è un nostro progenitore. Forse lui era più carnivoro dell'homo sapiens? Io non ne ho idea ...

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