giovedì 29 novembre 2012

Auto elettriche ed ad idrogeno, che fine hanno fatto?

Il progetto EV1 fu sviluppato a metà anni ‘90 principalmente per soddisfare le nuove leggi anti-inquinamento adottate dalla California. Il provvedimento, noto come ZEV mandate, prevedeva che entro il 1998 almeno il 2% delle auto prodotte fosse a emissioni zero. La GM dichiarò di aver investito oltre un miliardo di dollari per lo sviluppo e la commercializzazione della EV1, dimenticandosi però che molti verdoni provenivano dagli 1,25 miliardi di dollari erogati dall’amministrazione Clinton nell’ambito del progetto Partnership for a New Generation of Vehicles (PNGV).

Avete mai conosciuto una casa automobilistica che dopo aver costruito una propria auto si limitasse ad offrirla sul mercato in noleggio rifiutandosi di venderla e dopo 3 anni ne ritirasse tutto il lotto prodotto per demolirlo? Ebbene, questa casa automobilistica, seconda multinazionale mondiale per produzione di autovetture con oltre 325.000 dipendenti, con il 15% di vendite su tutte le auto e i camion del mondo, un fatturato di oltre 200 miliardi di dollari l’anno, con filiali, finanziarie e leccaculo in tutto il globo e forse anche su altri pianeti.. è la General Motors Corporation, nota anche come GM...

Il progetto EV1 e l’ auto elettrica




La General Motors EV1 era un’autovettura a propulsione elettrica prodotta nel 1996, prima auto elettrica a batteria realizzata dalla General Motors, primo modello nella storia della compagnia dotato del logo GM sul cofano . La EV1, una berlina a due posti, fu progettata esclusivamente come veicolo elettrico con numerose soluzioni tecnologiche innovative Non era quindi un adattamento di un’auto a benzina e non utilizzava la trasmissione di un’auto già esistente. La prima generazione (1996-1997) utilizzava batterie al piombo acido ermetiche prodotte da Delphi e Panasonic, la seconda generazione (dal 1999) montava invece batterie al nichel metal idruro.

Autonomia e consumi delle auto Elettriche

Si raggiungevano 100 km/h in circa 8 secondi, La velocità e le altre informazioni erano visualizzate sull’avveniristico display digitale posto sopra il cruscotto. Per effettuare un rifornimento si doveva utilizzare una postazione di carica apposita con dimensioni di 46x61x152cm. che aveva una forma simile ad una pompa di benzina. Il collegamento per la ricarica era di tipo induttivo, si effettuava tramite un connettore in plastica nella presa sul muso della vettura. Data l’assoluta mancanza di punti di ricarica pubblici, era impossibile utilizzare la macchina su lunghe distanze a meno che non si venisse beccati in pieno da qualche fulmine a ciel sereno, ma piuttosto che provare questa elettrificante sensazione di benessere la maggior parte degli utenti preferiva tornare a casa ogni sera per poter ricaricare le batterie.
Vietato l’acquisto!
Ottenere comunque una EV1 era veramente molto difficile. Prima di tutto l’auto non poteva essere acquistata: era previsto solo il noleggio (da 300$ a 600$ per mese), con scadenza prefissata, di tre anni; non era possibile rinnovare il contratto o acquistare il veicolo pagando il valore residuo. Prima ancora di conoscere le condizioni di noleggio, gli acquirenti erano sottoposti a una lunga preselezione: in effetti le auto non furono mai disponibili immediatamente per il noleggio. Gli acquirenti erano inseriti in liste di attesa, senza che fosse nemmeno prefissata una data di consegna e molte consegne non furono mai fatte. Dopo un’attesa di solito di 2 a 6 mesi ai locatari veniva assegnata una macchina, ma prima della consegna era necessario ancora parecchio tempo, oltretutto i clienti dovevano installare il caricabatteria a casa propria, adeguando opportunamente l’impianto elettrico (era necessaria l’alimentazione a 220 V mentre lo standard USA è a 110 V), questo richiedeva una o due settimane.

Ritirata dal mercato e Distrutta

I vertici della GM hanno sempre respinto le richieste di dedicare maggiori risorse alla produzione della EV1, la conseguenza è stata una produzione costantemente inadeguata alle richieste di mercato e una campagna promozionale a dir poco scandalosa. Il fallimento del progetto EV1 sarebbe stato determinato da vari fattori, ma principalmente dalle pressioni delle compagnie petrolifere, le quali vedevano nell’auto elettrica un pericolo per il loro business. Le cause legali da parte dei tre maggiori costruttori di auto, inclusa GM, riuscirono a far alleggerire le normative anti inquinamento californiane (ZEV mandate) a tal punto che la GM poté cancellare il progetto EV1. Alla fine del periodo di noleggio, le auto (circa un migliaio) furono ritirate (nonostante generose offerte fatte da privati per il riscatto) stoccate e letteralmente demolite a Burbank, California. Nel marzo 2005, le ultime 78 vetture stoccate furono trasferite nello stabilimento GM di Mesa, Arizona, per lo smaltimento definitivo fra lo stupore e le proteste dell’opinione pubblica. Solo un esiguo numero di EV1 è ancora esistente in college, facoltà di ingegneria e alcuni musei. Il 30 giugno 2006 è uscito negli USA un documentario intitolato Who Killed the Electric Car? (Chi ha ucciso l’auto elettrica?) di cui ne consiglio vivamente la visione. Rimane solo il rammarico e forse un po’ di rabbia per un business così spietato come quello automobilistico che governa silenziosamente nostre menti e i nostri corpi; perlomeno fino a quando lo smog non ci avrà negato anche l’ultimo respiro.


L’unico caso!?
Le auto prodotte da GM non furono le uniche auto elettriche ad essere prodotte. Altre case automobilistiche erano infatti intente a produrle e a noleggiarle, ma poi (guarda caso) nonostante funzionassero più che bene venivano sistematicamente ritirate e distrutte, come se nessuno dovesse mai sapere di cosa era stato prodotto e di che enormi vantaggi avesse portato quella tecnologia. Citerò qualche esempio di cui potrete trovare testimonianze e foto cercando su google e youtube:

Nissan Hypermini 1997



Nel 1997 la Nissan presento’ il modello elettrico Hypermini al salone di Tokio. Il municipio di Pasadena (California) adotto’ queste auto come veicolo professionale ad emissione zero per i suoi dipendenti. Le auto erano molto apprezzate per la loro facilità di parcheggio ed efficienza di movimento. Nel 2006 termino’ il contratto tra il municipio di Pasadena e la Nissan, così il municipio tento’ di pagare le auto ed acquisirle, ma la inesorabile risposta della Nissan fu NO GRAZIE. Dopo la scadenza del contratto tutte le Nissan Hypermini vennero ritirate e distrutte.

Toyota RAV4 EV


Nel 2003 anche la Toyota volle entrare nel mercato delle auto elettriche, non con una semplice utilitaria o una macchinina, ma con il ben più famoso e conosciuto fuoristrada RAV4. Il nome dell’ auto diceva tutto Toyota RAV4 EV (Electric Vehicle). Questo fuoristrada di nuova generazione fu molto apprezzato alla sua uscita, pensate che il costo di ricarica per alimentare quel macchinone era di 0,09$ Kilowatt ora tradotto in “scusi mi fa il pieno elettrico!?” Si parla di 2,70$ PER UN CICLO COMPLETO DI CARICA. Chiaramente come tutte le auto prima citate queste erano disponibili solo a noleggio, scaduti tutti i contratti Toyota comunico’ a tutti i noleggiatori la volontà del ritiro delle auto per distruggerle. Tuttavia alcuni cittadini USA si ribellarono alla decisione e fondarono l’associazione “Don’t Crush” creata appositamente per tentare di salvare le Rav4-EV. L’associazione esercito’ pressioni sulla Toyota per mesi riuscendo inaspettatamente nel suo scopo.. la Toyota permise ai noleggiatori di poter riscattare l’ auto e acquistarla. Tuttavia la linea d’ auto non fu più prodotta e la batteria elettrica NiMH EV-95 non venne più prodotta, perché!? 
Nel 2005 la fusione commerciale Chevron-Texaco compro’ il brevetto della fabbrica per 30 milioni di dollari, smantellando la fabbrica e la sua produzione.

Il Paradosso

Mentre i veicoli elettrici venivano distrutti in massa, quelli a combustine venivano ben protetti.. Nel Giugno 2001 un giovane americano di 23 anni Jeffery Lures (attivista per la difesa dell’ ambiente) ebbe una triste esperienza.. Dopo Aver Dato fuoco a 3 Hummer in segno di protesta fu condannato a ben 22 anni e 8 mesi di prigione.

Non solo Elettrico

Se pensate che questa storia dell’ elettrico sia l’unica tecnologia a impatto zero vi sbagliate. Avrete sicuramente sentito parlare di motori ad idrogeno.. ebbene la BMW ha un automobile commerciale a base idrogeno da più di 10 anni, chiedetelo al governatore della California Arnold Schwarzenegger,  anche lui possiede un auto ad idrogeno… precisamente un HUMMER A IDROGENO. Pensate che siano finite qui le sorprese!? No di certo… Alcuni anni fa è stato progettato il primo modello di AUTO AD ACQUA, si avete letto bene, motori che funzionano a Vapore acqueo. Il nome del progetto è Genepax, un auto capace di fare 80Km/h con un litro di semplicissima ACQUA.

Da oggi in poi quando andate alla pompa di benzina e vedete il prezzo al litro lievitare, quando sentite al telegiornale che il petrolio al barile “ha raggiunto un nuovo record storico”, o che è in corso l’ ennesima guerra per i giacimenti di petrolio… avete il permesso in incazzarvi!


Guarda la presentazione: Macchine di un altro mondo

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