giovedì 12 luglio 2012

Il sistema economico - Il grande corruttore

Gianni Tirelli

Che rispetto dovremmo mai avere per questa gente che si riempie la bocca di libertà, e pratica la licenza e il sopruso? Di questi cattolici da ingrasso che la domenica si ripulisce la coscienza con una bella confessione e il lunedì mattina distribuiscono mazzette?

Sottostimare le responsabilità oggettive della politica e della criminalità organizzata, che hanno concorso a fare precipitare il paese dentro un declino etico/economico senza precedenti, sarebbe da incoscienti. Ma è pur vero che queste due entità, sono soggette e subalterne agli ordini impartiti dal Grande Burattinaio, “il Sistema Economico Industriale”, che le ha assoldate per l’espletamento del lavoro sporco.

Imprenditori e faccendieri senza scrupoli che ha mio parere rappresentano la parte più marcia della società, si pongono a paradigma di quel cancro in metastasi che ha intaccato e compromesso i gangli vitali delle moderne democrazie occidentali soffocandone ogni barlume di civiltà. Il loro potere è assoluto, e impermeabile ad ogni interferenza esterna e giudizio critico.
In questo modo condizionano il potere legislativo attraverso la corruzione, l’intimidazione, e il ricatto – decidono i programmi televisivi che reputano più congeniali alla commercializzazione della loro sporca mercanzia – manipolano le notizie trasfigurando in virtuosi i criminali e gettando un ombra di sospetto sulle vittime.
Campano di contraffazione e di mistificazione e si alimentano agendo sui lati peggiori degli individui, facendo della menzogna una pratica relazionale...


Appartengono alla categoria di quei signori che hanno devastato l’ambiente, riversando rifiuti industriali e scorie tossiche sul territorio e nelle acque, fottendosene altamente della salute dei cittadini e del futuro dei nostri figli. Il loro potere mediatico è tale, da avere alterato per sempre le coscienze, il costume, e sovvertito quell’impianto etico (connaturato fin dall’alba dei tempi), che scandiva e regolava l’arbitrarietà dei nostri comportamenti e delle nostre scelte, in virtù di parametri di riferimento imperituri. Appartengono a quella razza bastarda di figuri che hanno approfittato del loro paese e dei soldi pubblici per arricchirsi fino a strafogare, per soddisfare ogni loro ambizione, vizio e perversione.
E oggi, nel bel mezzo di una crisi epocale, dopo avere succhiato per decenni il sangue alla parte più debole, indifesa e numerosa della società, abbandonano il paese dislocando le loro aziende altrove, con la scusa degli eccessivi costi di produzione. Milioni di lavoratori a spasso e famiglie alla canna del gas!

L’ennesima menzogna che ha il solo scopo di centuplicare i loro profitti e saziare l’ingordigia dei loro stomaci senza fondo. Un branco di infamoni e codardi, sfruttatori del bene comune che si esimono da ogni oggettiva responsabilità e sussulto di dignità. La barca sta affondando mentre loro se la danno a gambe, abbandonando capra e cavoli: baracca e burattini!

Che rispetto dovremmo mai avere per questa gente che si riempie la bocca di libertà e pratica la licenza e il sopruso? Di questi cattolici da ingrasso che la domenica si ripulisce la coscienza con una bella confessione e il lunedì mattina distribuiscono mazzette? Di questa banda di untori – della loro pubblicità ingannevole che ad ogni ora del giorno e della notte, si scaraventa, senza bussare, dentro le nostre case; che rispetto potremmo mai avere? Loro che hanno trasformato lo spazio pubblico in un’industria privata, impestando di insegne e manifesti, ogni angolo delle nostre città.
Quale tribunale potrebbe mai assolverli da tutti i crimini perpetrati contro l’umanità e comprenderne le ragioni?
Nessuna pietà per questa marmaglia venduta a Satana! Pubblica impiccagione!

Ma l’intento vero di questa moderna e oscura borghesia del profitto (sempre e ad ogni costo), è di fare piazza pulita della cultura, che sia arte, tradizione o letteratura, avvertita come il solo, unico e vero ostacolo al loro piano di omologazione di massa.

Per tanto vorrei che fosse chiaro a tutti, che l’origine prima di ogni male, non va addebitata, né alla politica né alla criminalità organizzata, ma è l’effetto di quel meccanismo perverso e diabolico messo in atto dal Potere Economico/Mediatico, che a fronte di profitti sempre maggiori, ha corrotto e corroso ogni singola cellula del tessuto sociale.

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