Un "Calendario vaccinale per la vita" che pianifica le vaccinazioni dai primi giorni di vita fino e oltre la terza età, fino all'ultimo giorno di vita. Le società mediche italiane hanno imboccato la loro via, chiarissima: vaccini per tutti, sempre e comunque, a prescindere dalle categorie a rischio, senza distinzioni e senza eccezioni.
Un "bacino" enorme di clienti per le case farmaceutiche! Si vaccinerà, stando alle indicazioni di Fimmg e Fimp, a prescindere dalla distinzione tra soggetti a rischio e non a rischio, dall'età o dalle particolari condizioni di fragilità e con addirittura con l'inclusione di vaccini "preventivi" della prevenzione, che cioè, secondo l'idea che si cerca di diffondere, saranno "utili alla promozione di un ottimale stato di salute per la popolazione".
Un messaggio e una scelta che non lasciano molti dubbi: la prevenzione è figlia dei farmaci, ci fanno capire. Mentre ci sono ben altre possibili vie da percorrere; ad esempio, quello secondo cui "la prevenzione senza farmaci può evitare l'uso dei farmaci". Ma così non si farebbero grossi affari!
A realizzare il nuovo calendario e a lanciarlo a Roma, sono state la Federazione italiana medici di famiglia (Fimmg), la Federazione italiana medici pediatri (Fimp) e la Società italiana di igiene, per rendere operative le indicazioni contenute nel Piano Nazionale Vaccinazioni fino al 2014, approvato lo scorso 22 febbraio dalla Conferenza Stato-Regioni...
Nel Calendario sono inserite alcune vaccinazioni non presenti o inserite solo parzialmente nel Piano, come nel caso del vaccino antivaricella (previsto dal Piano solo in sette regioni) o di quelli antipneumococco o antimeningococco o di quello contro il rotavirus, responsabile della gastroenterite.
Il Calendario, ha spiegato Giuseppe Mele, presidente della Fimp, "nasce da molteplici esigenze: prima di tutto dalla necessità di un rilancio delle vaccinazioni, non solo nell'ambito pediatrico ma anche in quello della medicina generale.
In secondo luogo, dalla necessità di condividere un calendario vaccinale.
Infine, dal bisogno di promuovere una cultura vaccinale omogenea nella classe medica senza distinzione, ad esempio, tra pediatri e medici di famiglia".
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